Il capitalismo e la crisi ambientale (di Murray Bookchin): differenze tra le versioni

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Altri progressi tecnologici “futuristici” progettano l'emergere di un'Era Solare e di un'Era dell'Idrogeno — con la prospettiva di guerre basate su questi combustibili. L'industria capitalistica si è accaparrata tutto ciò che ha trovato utile in una misura che solo poche generazioni fa non poteva essere immaginata — e lo stesso ha fatto con le guerre che nessuno ormai crede possano essere evitate fintanto che continuano a sussistere relazioni sociali di tipo capitalistico.  
Altri progressi tecnologici “futuristici” progettano l'emergere di un'Era Solare e di un'Era dell'Idrogeno — con la prospettiva di guerre basate su questi combustibili. L'industria capitalistica si è accaparrata tutto ciò che ha trovato utile in una misura che solo poche generazioni fa non poteva essere immaginata — e lo stesso ha fatto con le guerre che nessuno ormai crede possano essere evitate fintanto che continuano a sussistere relazioni sociali di tipo capitalistico.  


Ma l'uso di una base di risorse tanto diversificata è incompatibile con un'economia che vive di competizione — ovvero per la crescita in nome della crescita stessa. Il capitalismo non soltanto ricostruisce se stesso continuamente (come Karl Marx mise in evidenza nel Capitale) ma si ricostruisce su una base in continua espansione. E non solo espande la propria base di risorse ma si diversifica ulteriormente ad una velocità straordinaria. Ciò che oggi può solo essere immaginato diventerà quasi certamente una realtà in futuro, in modo così malleabile e creativo che non si vedono limitazioni capaci di contenere i peggiori orrori.  
Ma l'uso di una base di risorse tanto diversificata è incompatibile con un'economia che vive di competizione — ovvero per la crescita in nome della crescita stessa. Il capitalismo non soltanto ricostruisce stesso continuamente (come Karl Marx mise in evidenza nel Capitale) ma si ricostruisce su una base in continua espansione. E non solo espande la propria base di risorse ma si diversifica ulteriormente ad una velocità straordinaria. Ciò che oggi può solo essere immaginato diventerà quasi certamente una realtà in futuro, in modo così malleabile e creativo che non si vedono limitazioni capaci di contenere i peggiori orrori.  


In una società basata sulla crescita in nome della crescita, senza costrizioni morali che la inibiscano, il mondo intero è soggetto a essere ricostruito e nel peggiore dei modi. La “prima natura”, come la chiamava Cicerone (il mondo naturale che si è evoluto senza l'intervento della mano umana) e la “seconda natura” (la forma dell'evoluzione naturale guidata dal pensiero e dalle azioni umane) si trovano oggi in aspra contrapposizione al livello delle forme di vita complesse. La nostra "seconda natura" minaccia di semplificare drasticamente la “prima natura” dalla quale noi stessi come specie e tutte le altre forme di vita complesse siamo emersi. Eppure, ciò che è clamorosamente evidente è che nessuna delle due forme di natura può esistere senza l'altra. È un'idiozia dei moderni primitivisti quella secondo la quale dovremmo tornare totalmente al passato primordiale per evitare il suicidio della specie — anche se questo non è più possibile senza che si verifichi quello stesso suicidio che un tale ritorno produrrebbe. Non possiamo tornare alle caverne così come non possiamo creare il paradiso tecnocratico di Buckminster Fuller senza arrivare all'auto-annichilimento.  
In una società basata sulla crescita in nome della crescita, senza costrizioni morali che la inibiscano, il mondo intero è soggetto a essere ricostruito e nel peggiore dei modi. La “prima natura”, come la chiamava Cicerone (il mondo naturale che si è evoluto senza l'intervento della mano umana) e la “seconda natura” (la forma dell'evoluzione naturale guidata dal pensiero e dalle azioni umane) si trovano oggi in aspra contrapposizione al livello delle forme di vita complesse. La nostra "seconda natura" minaccia di semplificare drasticamente la “prima natura” dalla quale noi stessi come specie e tutte le altre forme di vita complesse siamo emersi. Eppure, ciò che è clamorosamente evidente è che nessuna delle due forme di natura può esistere senza l'altra. È un'idiozia dei moderni primitivisti quella secondo la quale dovremmo tornare totalmente al passato primordiale per evitare il suicidio della specie — anche se questo non è più possibile senza che si verifichi quello stesso suicidio che un tale ritorno produrrebbe. Non possiamo tornare alle caverne così come non possiamo creare il paradiso tecnocratico di Buckminster Fuller senza arrivare all'auto-annichilimento.  
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(Traduzione a cura di Giulia Beretta)
(Traduzione a cura di Giulia Beretta)


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