Gracchus Babeuf: differenze tra le versioni

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Babeuf è consapevole della difficoltà  dell'impresa d'instaurare il nuovo modello sociale, sia che venga tentato con un'insurrezione immediata, sia con un lento proselitismo generalizzato fra la popolazione. Nel primo caso il popolo, ignaro delle nuove idee, vedrebbe negli insorti solo « dei briganti, degli incendiari, degli scellerati », e verrebbe altresì istigato dagli « abituali ingannatori della moltitudine » che corroborerebbero « l'indignazione pubblica con le imposture della calunnia ».
Babeuf è consapevole della difficoltà  dell'impresa d'instaurare il nuovo modello sociale, sia che venga tentato con un'insurrezione immediata, sia con un lento proselitismo generalizzato fra la popolazione. Nel primo caso il popolo, ignaro delle nuove idee, vedrebbe negli insorti solo « dei briganti, degli incendiari, degli scellerati », e verrebbe altresì istigato dagli « abituali ingannatori della moltitudine » che corroborerebbero « l'indignazione pubblica con le imposture della calunnia ».


Bisognerà  invece condurre un'opera di proselitismo laddove « le disposizioni degli animi ci siano generalmente favorevoli. Una volta stabiliti « in questa famiglia », organizzati in un territorio di simpatizzanti, « non faticheremo a farvi gustare le nostre dottrine » fino a suscitare l'entusiasmo e l'adesione degli abitanti dei territori vicini. Si creerebbe così una « Vandea plebea »<ref>La Vandea storica fu l'insurrezione controrivoluzionaria della popolazione di quella regione, guidata dai preti e dai nobili reazionari, che volevano restaurarvi la monarchia assoluta e il feudalesimo. Quando Babeuf scriveva, la rivolta, iniziata nel 1793, era ancora in corso.</ref> che s'ingrandirebbe progressivamente e dove si potrà  organizzare, « senza troppa precipitazione e con tutta l'opportuna prudenza, l'amministrazione provvisoria in conformità  alla legge dell'eguaglianza ».  
Bisognerà  invece condurre un'opera di proselitismo laddove « le disposizioni degli animi ci siano generalmente favorevoli. Una volta stabiliti « in questa famiglia », organizzati in un territorio di simpatizzanti, « non faticheremo a farvi gustare le nostre dottrine » fino a suscitare l'entusiasmo e l'adesione degli abitanti dei territori vicini. Si creerebbe così una « Vandea plebea » <ref>La Vandea storica fu l'insurrezione controrivoluzionaria della popolazione di quella regione, guidata dai preti e dai nobili reazionari, che volevano restaurarvi la monarchia assoluta e il feudalesimo. Quando Babeuf scriveva, la rivolta, iniziata nel 1793, era ancora in corso.</ref> che s'ingrandirebbe progressivamente e dove si potrà  organizzare, « senza troppa precipitazione e con tutta l'opportuna prudenza, l'amministrazione provvisoria in conformità  alla legge dell'eguaglianza ».  


Con una lettera indirizzata il [[4 settembre]] ai « patrioti di Arras », Babeuf prese posizione contro la nuova Costituzione approvata dalla Convenzione termidoriana. Abolito il suffragio universale con la reintroduzione del censo, istituite due Camere, la Camera dei Cinquecento e la Camera degli Anziani per il potere legislativo, formate da deputati termidoriani praticamente inamovibili che sceglievano un Direttorio di cinque membri ai quali era affidato il potere esecutivo, la nuova Costituzione sanciva la fine della Rivoluzione <ref>Secondo le parole stesse di uno degli estensori del progetto costituzionale, il deputato Pierre-Charles-Louis Baudin.</ref> e il trionfo politico della borghesia. Per Babeuf, quella Costituzione, sedicente repubblicana, è una « nefandezza » e una « mostruosità  » che mette i cittadini « sotto la dipendenza dei ricchi e delle persone istruite ». <ref>Nullatenenti, disoccupati, analfabeti e semi-analfabeti - la grande maggioranza della popolazione - non avevano diritto di voto. Naturalmente, le donne continuavano a essere prive di diritti.</ref>
Con una lettera indirizzata il [[4 settembre]] ai « patrioti di Arras », Babeuf prese posizione contro la nuova Costituzione approvata dalla Convenzione termidoriana. Abolito il suffragio universale con la reintroduzione del censo, istituite due Camere, la Camera dei Cinquecento e la Camera degli Anziani per il potere legislativo, formate da deputati termidoriani praticamente inamovibili che sceglievano un Direttorio di cinque membri ai quali era affidato il potere esecutivo, la nuova Costituzione sanciva la fine della Rivoluzione <ref>Secondo le parole stesse di uno degli estensori del progetto costituzionale, il deputato Pierre-Charles-Louis Baudin.</ref> e il trionfo politico della borghesia. Per Babeuf, quella Costituzione, sedicente repubblicana, è una « nefandezza » e una « mostruosità  » che mette i cittadini « sotto la dipendenza dei ricchi e delle persone istruite ». <ref>Nullatenenti, disoccupati, analfabeti e semi-analfabeti - la grande maggioranza della popolazione - non avevano diritto di voto. Naturalmente, le donne continuavano a essere prive di diritti.</ref>