Giuseppe Pinelli: differenze tra le versioni

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[[File:Pinelli2.jpeg|miniatura|Giuseppe Pinelli]]
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'''Giuseppe Pinelli''' (Milano, [[21 ottobre]] [[1928]] - [[16 Dicembre|16 dicembre]] [[1969]]) è stato un ferroviere ed un [[anarchia|anarchico]], animatore del [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa]]. Morì, a Milano, il [[16 dicembre]] [[1969]], precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era illegalmente trattenuto per accertamenti in seguito alla [[strage di Piazza Fontana]].
'''Giuseppe Pinelli''' (Milano, [[21 ottobre]] [[1928]] - [[16 Dicembre|16 dicembre]] [[1969]]) è stato un ferroviere ed un [[anarchia|anarchico]], animatore del [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa]]. Morì, a Milano, il [[16 dicembre]] [[1969]], precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era illegalmente trattenuto per accertamenti in seguito alla [[strage di piazza Fontana]].


==Biografia ==
==Biografia ==
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Dopo gli assurdi arresti degli [[anarchici]] per le bombe esplose il [[25 aprile]] [[1969]] a Milano, alla stazione centrale e alla fiera campionaria (saranno assolti nel giugno [[1971]]), Pinelli si impegna alacramente per raccogliere pacchi di cibo, vestiario e libri da inviare ai compagni in [[carcere]]. Nell'ambito della appena costituita [[Croce Nera Anarchica]], si impegna nella costruzione di una rete di [[solidarietà]] e di [[controinformazione]] che possa servire anche in altri casi simili.
Dopo gli assurdi arresti degli [[anarchici]] per le bombe esplose il [[25 aprile]] [[1969]] a Milano, alla stazione centrale e alla fiera campionaria (saranno assolti nel giugno [[1971]]), Pinelli si impegna alacramente per raccogliere pacchi di cibo, vestiario e libri da inviare ai compagni in [[carcere]]. Nell'ambito della appena costituita [[Croce Nera Anarchica]], si impegna nella costruzione di una rete di [[solidarietà]] e di [[controinformazione]] che possa servire anche in altri casi simili.


Il [[12 dicembre]] [[1969]], dopo la [[strage di Piazza Fontana]], Pinelli viene invitato a seguire i poliziotti in questura, anzi, a precederli col motorino. Tre giorni dopo, il corpo di Pino viene scaraventato giù dalla finestra di una stanza dell'ufficio politico, al quarto piano della questura. È la fine di una vita e l'inizio di una tragica farsa, tuttora in corso.
Il [[12 dicembre]] [[1969]], dopo la [[strage di piazza Fontana]], Pinelli viene invitato a seguire i poliziotti in questura, anzi, a precederli col motorino. Tre giorni dopo, il corpo di Pino viene scaraventato giù dalla finestra di una stanza dell'ufficio politico, al quarto piano della questura. È la fine di una vita e l'inizio di una tragica farsa, tuttora in corso.


==Un omicidio di Stato==
==Un omicidio di Stato==
[[File:Strage-di-piazza-fontana-1968 1260470712.jpg|thumb|250px|left|Il [[12 dicembre]] [[1969]], esplode una bomba a Piazza Fontana, Milano. Muiono sedici persone. Immediatamente [http://www.youtube.com/watch?v=mY1S5BSFt8Q mass-media] e magistratura puntano l'indice contro gli [[anarchici]], ma in realtà è una '''[http://www.uonna.it/libro.htm strage di Stato]'''. Tre giorni dopo, l'[[anarchico]] Giuseppe Pinelli sarà defenestrato dal 4° piano della questura di Milano durante un interrogatorio illegale (lo stato di fermo era scaduto).]]
[[File:Strage-di-piazza-fontana-1968 1260470712.jpg|thumb|250px|left|Il [[12 dicembre]] [[1969]], esplode una bomba a Piazza Fontana, Milano. Muiono sedici persone. Immediatamente [http://www.youtube.com/watch?v=mY1S5BSFt8Q mass-media] e magistratura puntano l'indice contro gli [[anarchici]], ma in realtà è una '''[http://www.uonna.it/libro.htm strage di Stato]'''. Tre giorni dopo, l'[[anarchico]] Giuseppe Pinelli sarà defenestrato dal 4° piano della questura di Milano durante un interrogatorio illegale (lo stato di fermo era scaduto).]]


Pinelli viene fermato poche ore dopo la [[strage di Piazza Fontana|strage]] del [[12 dicembre]] [[1969]] a Piazza Fontana. Viene interrogato per tre giorni e alla sera del terzo giorno viene trovato morto nel cortile della questura, dopo essere precipitato dalla finestra della stanza dell'interrogatorio che si trova al quarto piano. La versione ufficiale parla di suicidio: gli inquirenti cercano di far credere che Pinelli si sia tolto la vita perché coinvolto nell'attentato. Non è vero, così come è falsa la ricostruzione delle ultime ore di interrogatorio.
Pinelli viene fermato poche ore dopo la [[strage di piazza Fontana|strage]] del [[12 dicembre]] [[1969]] a Piazza Fontana. Viene interrogato per tre giorni e alla sera del terzo giorno viene trovato morto nel cortile della questura, dopo essere precipitato dalla finestra della stanza dell'interrogatorio che si trova al quarto piano. La versione ufficiale parla di suicidio: gli inquirenti cercano di far credere che Pinelli si sia tolto la vita perché coinvolto nell'attentato. Non è vero, così come è falsa la ricostruzione delle ultime ore di interrogatorio.


=== Contesto storico e precedenti ===
=== Contesto storico e precedenti ===
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La sera del [[15 dicembre]] dopo 3 giorni di continui interrogatori, muore, volando dal 4° piano della questura, Giuseppe Pinelli. Aldo Palumbo, cronista de «l'Unità», mentre cammina sul piazzale della questura sente un tonfo, poi altri due: è un corpo che cade dall'alto, che batte sul primo cornicione del muro, rimbalza su quello sottostante e infine si schianta al suolo, per metà sul selciato del cortile e per metà sulla terra soffice dell'aiuola.
La sera del [[15 dicembre]] dopo 3 giorni di continui interrogatori, muore, volando dal 4° piano della questura, Giuseppe Pinelli. Aldo Palumbo, cronista de «l'Unità», mentre cammina sul piazzale della questura sente un tonfo, poi altri due: è un corpo che cade dall'alto, che batte sul primo cornicione del muro, rimbalza su quello sottostante e infine si schianta al suolo, per metà sul selciato del cortile e per metà sulla terra soffice dell'aiuola.


Nella stanza dell'interrogatorio sono presenti il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno, che saranno tutti per "meriti" elevati di grado. Il questore Marcello Guida, nel [[1942]] uomo di fiducia di Benito Mussolini e direttore del confino politico di Ventotene, già 20 minuti dopo, durante una conferenza a cui partecipano anche il dott. Antonino Allegra (responsabile dell'ufficio politico della questura) e il Commissario Calabresi, dichiara che «improvvisamente il Pinelli ha compiuto un balzo felino verso la finestra, che per il caldo era stata lasciata socchiusa, e si è lanciato nel vuoto». <ref>[http://www.ecn.org/ponte/doss12/pinelli/pinellicorriere.html Colpo di scena: un fermato si uccide in questura.], Corriere della Sera, 16 dicembre 1969</ref> Secondo alcune fonti della [[polizia]], il ferroviere [[anarchico]] si sarebbe suicidato dopo aver gridato l'ormai celebre frase «È la fine dell'anarchia!», ammettendo di fatto una propria responsabilità che l'avrebbe portato al suicidio perché «l'alibi era crollato».  
Nella stanza dell'interrogatorio sono presenti il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno, che saranno tutti per "meriti" elevati di grado. Il questore Marcello Guida, nel [[1942]] uomo di fiducia di Benito Mussolini e direttore del confino politico di Ventotene, già 20 minuti dopo, durante una conferenza a cui partecipano anche il dott. Antonino Allegra (responsabile dell'ufficio politico della questura) e il Commissario Calabresi, dichiara che «improvvisamente il Pinelli ha compiuto un balzo felino verso la finestra, che per il caldo era stata lasciata socchiusa, e si è lanciato nel vuoto». <ref>''[http://www.ecn.org/ponte/doss12/pinelli/pinellicorriere.html Colpo di scena: un fermato si uccide in questura]'', Corriere della Sera, 16 dicembre 1969</ref> Secondo alcune fonti della [[polizia]], il ferroviere [[anarchico]] si sarebbe suicidato dopo aver gridato l'ormai celebre frase «È la fine dell'anarchia!», ammettendo di fatto una propria responsabilità che l'avrebbe portato al suicidio perché «l'alibi era crollato».  
[[File:manifpin.gif|thumb|400px|Manifesto dell'[[USI]]-[[AIT]] in occasione del quarantennale della [[strage di Piazza Fontana]] e dell'uccisione di Giuseppe Pinelli, [[anarchico]] e militante [[USI]].]]
[[File:manifpin.gif|thumb|400px|Manifesto dell'[[USI]]-[[AIT]] in occasione del quarantennale della [[strage di piazza Fontana]] e dell'uccisione di Giuseppe Pinelli, [[anarchico]] e militante [[USI]].]]
L'ultimo compagno ad aver visto Pinelli in vita, nonché unico testimone, è [[Pasquale Valitutti]], anch'egli presente in questura in attesa di essere interrogato. [[Pasquale Valitutti|Valitutti]] in sede processuale dichiara che il commissario Calabresi era presente nella stanza da dove cadde Pinelli:
L'ultimo compagno ad aver visto Pinelli in vita, nonché unico testimone, è [[Pasquale Valitutti]], anch'egli presente in questura in attesa di essere interrogato. [[Pasquale Valitutti|Valitutti]] in sede processuale dichiara che il commissario Calabresi era presente nella stanza da dove cadde Pinelli:
:«Hanno riempito la questura di Milano di tantissimi [[anarchici]] e di tanto in tanto li interrogavano, li mandavano a casa, qualcuno lo mandavano a casa senza interrogarlo; arriva la sera del 15 dicembre e siamo rimasti solo io e Pino Pinelli, gli altri erano tutti andati a casa. Vediamo insieme come era il posto: l'ufficio politico della questura di Milano era un appartamento: c'era una porta di ingresso, c'era un lungo corridoio, su questo corridoio da un solo lato c'erano varie stanze. Io ero in una stanza che era più vicina alla porta d'ingresso rispetto alla stanza vicina dove poi sarebbe stato stato interrogato Pino. È sera tardi, non c'è riscaldamento, non c'è assolutamente nessuno, c'è un silenzio agghiacciante. Sono seduto al tavolo con Pino, lui è tranquillissimo, serenissimo. Lui è un compagno più grande di me e mi incoraggiava [...] Verso le 10 e mezzo vengono e portano Pino per l'interrogatorio. Erano il commissario Calabresi, altri due. Io resto solo, assolutamente solo nella stanza. Davanti a me non c'è una finestra o una porta. Ho una parete completamente aperta, con una grande apertura, con quattro finestre, molto più basse delle finestre, su un corridoio, completamente vuoto davanti a me. Da questo corridoio passano, portando Pino, Calabresi e gli altri, e vanno nella stanza vicino. Chi dice che Calabresi non era in quella stanza sta mentendo, nel più spudorato dei modi. Calabresi è entrato in quella stanza, è entrato insieme agli altri, nessuno più uscito. Io ve l'assicuro, era notte fonda, c'era un silenzio incredibile, qualunque passo, qualunque rumore rimbombava, era impossibile sbagliarsi, lui era in quella stanza. [...] Qualcosa è successo in quella stanza. Dopo circa 20 minuti ho sentito un rumore. Io non voglio fare retorica, era un rumore sordo, muto, cupo, io non sapevo cosa fosse, non sapevo proprio, neanche lontanamente avevo immaginato che cos'era quel rumore, e subito immediatamente vengono due poliziotti, mi mettono con la faccia contro la parete e mi dicono "si è buttato" allora realizzo che quel rumore era il corpo di Pino che cadeva, che moriva, un rumore sordo, cupo, bruttissimo... e nessuno è uscito da quella stanza fino a quel momento, nessuno». <ref>[http://www.ecn.org/ponte/documenti/valitutti.php Testimonianza di Valitutti], [http://www.youtube.com/watch?v=XBoMMScJsMY Testimonianza audio di Valitutti]</ref>
:«Hanno riempito la questura di Milano di tantissimi [[anarchici]] e di tanto in tanto li interrogavano, li mandavano a casa, qualcuno lo mandavano a casa senza interrogarlo; arriva la sera del 15 dicembre e siamo rimasti solo io e Pino Pinelli, gli altri erano tutti andati a casa. Vediamo insieme come era il posto: l'ufficio politico della questura di Milano era un appartamento, c'era una porta di ingresso, c'era un lungo corridoio, su questo corridoio da un solo lato c'erano varie stanze. Io ero in una stanza che era più vicina alla porta d'ingresso rispetto alla stanza vicina dove poi sarebbe stato interrogato Pino. È sera tardi, non c'è riscaldamento, non c'è assolutamente nessuno, c'è un silenzio agghiacciante. Sono seduto al tavolo con Pino, lui è tranquillissimo, serenissimo. Lui è un compagno più grande di me e mi incoraggiava [...] Verso le 10 e mezzo vengono e portano Pino per l'interrogatorio. Erano il commissario Calabresi, altri due. Io resto solo, assolutamente solo nella stanza. Davanti a me non c'è una finestra o una porta. Ho una parete completamente aperta, con una grande apertura, con quattro finestre, molto più basse delle finestre, su un corridoio, completamente vuoto davanti a me. Da questo corridoio passano, portando Pino, Calabresi e gli altri, e vanno nella stanza vicino. Chi dice che Calabresi non era in quella stanza sta mentendo nel più spudorato dei modi. Calabresi è entrato in quella stanza, è entrato insieme agli altri, nessuno più uscito. Io ve l'assicuro, era notte fonda, c'era un silenzio incredibile, qualunque passo, qualunque rumore rimbombava, era impossibile sbagliarsi, lui era in quella stanza. Dopo circa un'ora che lui era in quella stanza, che c'era Pino in quella stanza, che non avevo sentito nulla, quindi saranno state le 11 e mezzo, grosso modo, in quella stanza succede qualcosa che io ho sempre descritto nel modo più oggettivo, più serio, scrupoloso: dei rumori, un trambusto, come una rissa, come se si rovesciassero dei mobili, delle sedie, delle voci concitate. Non ho sentito quello che hanno detto e non mi sono inventato quello che hanno detto, non l'ho sentito e non l'ho detto, non ho detto una virgola che non sia la più chiara e assoluta verità. Qualcosa è successo in quella stanza. Dopo circa 20 minuti ho sentito un rumore. Io non voglio fare retorica, era un rumore sordo, muto, cupo, io non sapevo cosa fosse, non sapevo proprio, neanche lontanamente avevo immaginato che cos'era quel rumore, e subito immediatamente vengono due poliziotti, mi mettono con la faccia contro la parete e mi dicono "si è buttato". Allora realizzo che quel rumore era il corpo di Pino che cadeva, che moriva, un rumore sordo, cupo, bruttissimo... e nessuno è uscito da quella stanza fino a quel momento, nessuno». <ref>[http://www.ecn.org/ponte/documenti/valitutti.php Testimonianza di Valitutti]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=XBoMMScJsMY Testimonianza audio di Valitutti]</ref>


=== Le menzogne delle autorità e l'accusa degli anarchici ===
=== Le menzogne delle autorità e l'accusa degli anarchici ===
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L'assassinio di Giuseppe Pinelli comportò l'apertura di una prima inchiesta che si concluse con una archiviazione. Il [[24 giugno]] [[1971]] la vedova di Pinelli presentò una nuova denuncia, che comportò l'apertura di una nuova inchiesta assegnata al giudice Gerardo D'Ambrosio.
L'assassinio di Giuseppe Pinelli comportò l'apertura di una prima inchiesta che si concluse con una archiviazione. Il [[24 giugno]] [[1971]] la vedova di Pinelli presentò una nuova denuncia, che comportò l'apertura di una nuova inchiesta assegnata al giudice Gerardo D'Ambrosio.


Intanto, gli ambienti [[anarchici]] e della sinistra portarono avanti avanti una campagna mediatica contro il commissario. Calabresi fu assassinato il [[17 maggio]] [[1972]]. L'assassinio del Commissario incise anche nelle indagini sulla [[strage di Piazza Fontana]].
Intanto, gli ambienti [[anarchici]] e della sinistra portarono avanti avanti una campagna mediatica contro il commissario. Calabresi fu assassinato il [[17 maggio]] [[1972]]. L'assassinio del Commissario incise anche nelle indagini sulla [[strage di piazza Fontana]].


Il [[27 ottobre]] [[1975]] si concluse l'istruttoria iniziata 4 anni prima: nonostante le evidenti prove, l'assenza del commissario dalla stanza al momento della caduta di Pinelli fu ritenuta credibile <ref>Il magistrato Gerardo D'Ambrosio scrisse nella sentenza: «L'istruttoria lascia tranquillamente ritenere che il commissario Calabresi non era nel suo ufficio al momento della morte di Pinelli».</ref> e l'unico testimone, [[Pasquale Valitutti]], non venne mai ascoltato. Tutti gli indagati (il commissario Calabresi, i [[poliziotti]] Vito Panessa, Giuseppe Caracuta, Carlo Mainardi, Piero Mucilli ed il tenente dei carabinieri Savino Lo Grano) vennero prosciolti da ogni accusa:
Il [[27 ottobre]] [[1975]] si concluse l'istruttoria iniziata 4 anni prima: nonostante le evidenti prove, l'assenza del commissario dalla stanza al momento della caduta di Pinelli fu ritenuta credibile <ref>Il magistrato Gerardo D'Ambrosio scrisse nella sentenza: «L'istruttoria lascia tranquillamente ritenere che il commissario Calabresi non era nel suo ufficio al momento della morte di Pinelli».</ref> e l'unico testimone, [[Pasquale Valitutti]], non venne mai ascoltato. Tutti gli indagati (il commissario Calabresi, i [[poliziotti]] Vito Panessa, Giuseppe Caracuta, Carlo Mainardi, Piero Mucilli ed il tenente dei carabinieri Savino Lo Grano) vennero prosciolti da ogni accusa:
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==Il ricordo di Pinelli==
==Il ricordo di Pinelli==
[[File:Pinelli_0.jpg|thumb|200px|left|Ritratto di [[Clifford Harper]].]]
[[File:Pinelli A.jpg|miniatura|400px|Giuseppe Pinelli durante una conferenza.]]
[[File:Pinelli A.jpg|miniatura|400px|Giuseppe Pinelli durante una conferenza.]]
La figura di Pinelli è stata presa a simbolo dell'opposizione al [[potere]] costituito in genere ed in particolare al [[potere]] [[poliziesco]].
La figura di Pinelli è stata presa a simbolo dell'opposizione al [[potere]] costituito in genere ed in particolare al [[potere]] [[poliziesco]].
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Negli anni sono infatti state composte diverse canzoni su Pinelli, come ''[http://www.nelvento.net/pinelli.html La ballata del Pinelli]'', scritta da G. Barozzi, F. Lazzarini, U. Zavanella (giovani [[anarchici]] mantovani) la sera stessa dei funerali e successivamente rielaborata, ampliata e musicata da [[Joe Fallisi]]. Ogni anno, a Milano, si organizzano diverse manifestazioni per non dimenticare Pinelli e la [[strage di piazza Fontana]], nel cui luogo è stata apposta una lapide che recita: «A Giuseppe Pinelli, ferroviere [[anarchico]] ucciso innocente nei locali della questura di Milano».
Negli anni sono infatti state composte diverse canzoni su Pinelli, come ''[http://www.nelvento.net/pinelli.html La ballata del Pinelli]'', scritta da G. Barozzi, F. Lazzarini, U. Zavanella (giovani [[anarchici]] mantovani) la sera stessa dei funerali e successivamente rielaborata, ampliata e musicata da [[Joe Fallisi]]. Ogni anno, a Milano, si organizzano diverse manifestazioni per non dimenticare Pinelli e la [[strage di piazza Fontana]], nel cui luogo è stata apposta una lapide che recita: «A Giuseppe Pinelli, ferroviere [[anarchico]] ucciso innocente nei locali della questura di Milano».


Alla vicenda di Pinelli si è ispirata anche un'opera teatrale di [[Dario Fo]]: ''[http://strano.net/stragi/tstragi/anarc/index.html Morte accidentale di un anarchico]'' (ma in realtà il riferimento quasi esplicito che viene fatto è per [[Andrea Salsedo]]). L'opera pittorica di [[Enrico Baj]], che doveva essere esposta a Milano lo stesso giorno dell'omicidio Calabresi, intitolata ''[[I Funerali di Pinelli]]'', si ispira anch'essa a questi eventi.
Alla vicenda di Pinelli si è ispirata anche un'opera teatrale di [[Dario Fo]]: ''[http://strano.net/stragi/tstragi/anarc/index.html Morte accidentale di un anarchico]'' (in realtà il riferimento quasi esplicito è ad [[Andrea Salsedo]]). L'opera pittorica di [[Enrico Baj]], che doveva essere esposta a Milano lo stesso giorno dell'omicidio Calabresi, intitolata ''[[I Funerali dell'anarachico Pinelli]]'', si ispira anch'essa a questi eventi.


Della vicenda Pinelli si occupò lungamente [[Camilla Cederna]], giornalista di fama, che pubblicò la sua testimonianza in un libro intitolato ''Pinelli. La finestra sulla strage'', edito nel [[1971]] e ripubblicato nel [[2004]]. Eccone un estratto (lettera di [[Giuseppe Gozzini]], il primo obiettore di coscienza cattolico, amico del Pinelli):
Della vicenda Pinelli si occupò lungamente Camilla Cederna, giornalista di fama che pubblicò la sua testimonianza in un libro intitolato ''Pinelli. La finestra sulla strage'', edito nel [[1971]] e ripubblicato nel [[2004]]. Eccone un estratto (lettera di [[Giuseppe Gozzini]], il primo obiettore di coscienza cattolico, amico di Pinelli):
: «Aveva seguito gli sviluppi del mio processo negli ambienti cattolici (soprattutto fiorentini) ed era come affascinato dal tipo di testimonianza. Conosceva, e non per sentito dire, movimenti e gruppi che si ispiravano alla non-violenza e voleva discutere con me sulle possibilità che la non-violenza diventasse strumento d'azione politica e l'obiezione di coscienza stile di vita, impegno sociale permanente. Io gli parlavo di società basata sull'egoismo istituzionalizzato, di disordine costituito, di lotta di classe e lui mi riportava oltre le formule, alla radice dei problemi, incrollabile nella sua fede nell'uomo e nella necessità di edificare l'uomo nuovo, lavorando dal basso. Poi ci vedemmo in molte altre occasioni e i punti fermi della nostra amicizia divennero don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, due preti scomodi, che hanno lasciato il segno e non solo nella [[chiesa]]. Viveva del suo lavoro, povero come gli uccelli dell'aria, solido negli affetti, assetato di amicizia, e gli amici li scuoteva con la sua inesauribile carica umana. Le etichette non mi sono mai piaciute. Quella che hanno appioppato a Pinelli: [[anarchico individualista]], è melensa, per non dire sconcia. Si è sempre battuto infatti contro l'individualismo delle coscienze addomesticate: lui, ateo, aiutava i cristiani a credere (e lo possono testimoniare tanti miei amici cattolici); lui, operaio, insegnava agli intellettuali a pensare, finalmente liberi da schemi asfittici. Non ignorava le radici sociali dell'ingiustizia, ma non aveva fiducia nei mutamenti radicali, nelle "rivoluzioni" che lasciano gli uomini come prima. Paziente, candido, scoperto nel suo quotidiano impegno, era lontano dagli estremismi alla moda, dalle ideologie che riempiono la testa ma lasciano vuoto il cuore. Stavo bene con lui, anche per questo».


: «Aveva seguito gli sviluppi del mio processo negli ambienti cattolici (soprattutto fiorentini) ed era come affascinato dal tipo di testimonianza. Conosceva, e non per sentito dire, movimenti e gruppi che si ispiravano alla non-violenza e voleva discutere con me sulle possibilità che la non-violenza diventasse strumento d'azione politica e l'obiezione di coscienza stile di vita, impegno sociale permanente. Io gli parlavo di società basata sull'egoismo istituzionalizzato, di disordine costituito, di lotta di classe e lui mi riportava oltre le formule, alla radice dei problemi, incrollabile nella sua fede nell'uomo e nella necessità di edificare l'uomo nuovo, lavorando dal basso. Poi ci vedemmo in molte altre occasioni e i punti fermi della nostra amicizia divennero don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, due preti scomodi, che hanno lasciato il segno e non solo nella chiesa. Viveva del suo lavoro, povero come gli uccelli dell'aria, solido negli affetti, assetato di amicizia, e gli amici li scuoteva con la sua inesauribile carica umana. Le etichette non mi sono mai piaciute. Quella che hanno appioppato a Pinelli: anarchico individualista, è melensa, per non dire sconcia. Si è sempre battuto infatti contro l'individualismo delle coscienze addomesticate: lui, ateo, aiutava i cristiani a credere (e lo possono testimoniare tanti miei amici cattolici); lui operaio, insegnava agli intellettuali a pensare, finalmente liberi da schemi asfittici. Non ignorava le radici sociali dell'ingiustizia, ma non aveva fiducia nei mutamenti radicali, nelle "rivoluzioni" che lasciano gli uomini come prima. Paziente, candido, scoperto nel suo quotidiano impegno, era lontano dagli estremismi alla moda, dalle ideologie che riempiono la testa ma lasciano vuoto il cuore. Stavo bene con lui, anche per questo.»
Il poeta [[anarchico]] genovese [[Riccardo Mannerini]] ha scritto la canzone ''Ballata per un ferroviere'', che i [[media]] hanno rifiutato di trasmettere, in cui si può leggere:
:«Un ferroviere era quel tale che per morire scelse Natale. Da una finestra entrò nella storia che parla di fame, non certo di gloria [...] All'alba non muore soltanto la notte, muore anche l'uomo e il suo divenire, e il sangue caldo che bagna il selciato è un discorso appena iniziato [...] Ma quando la sorte è puntigliosa arriva la morte in forma curiosa che gli procura, umano aeroplano un volo notturno da un quarto piano e lo riduce in quattro e quattr'otto in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto».


Il poeta anarchico genovese [[Riccardo Mannerini]] scrive la canzone "[[Ballata per un ferroviere]]", che i [[media]] rifiuteranno di trasmettere, in cui si può leggere:
Un'altra opera importante in ricordo di "Pino" è stato il film ''[https://www.youtube.com/watch?v=5XNq01FWuuA Documenti su Giuseppe Pinelli]'', un lungometraggio del [[1970]] composto da due parti: la prima, diretta da Elio Petri, intitolata ''Ipotesi su Giuseppe Pinelli'' o ''Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli'', la seconda, diretta da Nelo Risi, intitolata ''Giuseppe Pinelli''.
: «Un ferroviere era quel tale che per morire scelse Natale. Da una finestra entrò nella storia che parla di fame, non certo di gloria...»


: «All'alba non muore soltanto la notte, muore anche l'uomo e il suo divenire, e il sangue caldo che bagna il selciato è un discorso appena iniziato...»
===Il ''Teatro Pinelli''===
 
A Messina, un gruppo di cittadini riunitisi sotto il nome di ''Assemblea Antifascista'', ha occupato il vecchio Teatro in Fiera, abbandonato da 17 anni, e lo ha intitolato alla memoria di Giuseppe Pinelli. L'occupazione è avvenuta proprio il [[15 dicembre]] [[2012]], dunque nella giornata in cui si commemora la sua morte, per contrastare una manifestazione regionale, in realtà fallita, dei [[fascisti]] di Forza Nuova. Dopo lo sgombero del teatro, avvenuto il [[14 febbraio]] [[2013]], il ''Teatro Pinelli'' è diventato itinerante, iniziando a scorazzare per la città di Messina, denunciando l'abbandono e l'incuria dei beni comuni. Dal [[25 aprile]], altra data simbolica, il ''Teatro Pinelli'' ha trovato una sua nuova sede, La Casa del Portuale.
: «Ma quando la sorte è puntigliosa arriva la morte in forma curiosa che gli procura, umano aeroplano un volo notturno da un quarto piano e lo riduce in quattro e quattr'otto in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto...»
 
Un'altra opera importante in suo ricordo è stato il film [[Documenti su Giuseppe Pinelli]], un lungometraggio del [[1970]] composto da due parti: la prima, diretta da Elio Petri, intitolata ''Ipotesi su Giuseppe Pinelli'' o ''Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli'', e la seconda, diretta da Nelo Risi, intitolata ''Giuseppe Pinelli''.
===Il "Teatro Pinelli"===
Recentemente a Messina, un gruppo di cittadini riunitisi sotto il nome di "assemblea antifascista", ha occupato il vecchio Teatro in Fiera, abbandonato da 17 anni, e lo ha intitolato alla memoria di Giuseppe Pinelli. L'occupazione è avvenuta proprio il [[15 dicembre]] [[2012]], dunque nella giornata in cui si commemora la sua morte, per contrastare una manifestazione regionale, in realtà fallita, dei fascisti di Forza Nuova. Dopo lo sgombero del Teatro, avvenuto il [[14 febbraio]] [[2013]], il "Teatro Pinelli" è diventato itinerante, iniziando a scorazzare per la città di Messina, denunciando l'abbandono e l'incuria dei beni comuni. Dal [[25 aprile]], altra data simbolica, il Teatro Pinelli ha trovato una sua nuova sede, La Casa del Portuale.


===La questione della targa===
===La questione della targa===
[[Image:Pinelli3.jpg|left|thumb|300px|Le due targhe in memoria di Giuseppe Pinelli.]]
[[Image:Pinelli3.jpg|left|thumb|300px|Le due targhe in memoria di Giuseppe Pinelli.]]
[[File:Tp3.jpg|miniatura|500px|A sinistra l'iscrizione originaria, a destra quella del Comune di Milano.]]
[[File:Tp3.jpg|miniatura|500px|A sinistra l'iscrizione originaria, a destra quella del Comune di Milano.]]
Ha suscitato polemiche la decisione del Comune di Milano di sostituire la targa dedicata a Giuseppe Pinelli, posta in Piazza Fontana. La precedente, apposta dal [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa|circolo anarchico Ponte della Ghisolfa]], si riferiva a Pinelli come "ucciso innocente". Quella apposta dal comune recita invece "innocente morto tragicamente". La targa era stata già sostituita nel 2004 dagli anarchici milanesi a causa dello stato di disfacimento dell'originale esposto per oltre trent'anni al clima meneghino.
[[File:Tp4.jpg|miniatura|300px|Targa del Comune di Milano del [[2019]].]]
[[Image:Francobollo_Pinelli.jpg|left|150px|thumb|Il francobollo delle "Avamposte Italiane" dedicato a Pinelli.]]
Ha suscitato polemiche la decisione del Comune di Milano di sostituire la targa dedicata a Giuseppe Pinelli, posta in Piazza Fontana. La precedente, apposta dal [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa|circolo anarchico Ponte della Ghisolfa]], si riferiva a Pinelli come «'''ucciso innocente'''». Quella apposta dal Comune recita invece «'''innocente morto tragicamente'''». La targa era stata già sostituita nel [[2004]] dagli [[anarchici]] milanesi a causa dello stato di disfacimento dell'originale esposto per oltre trent'anni al clima meneghino.
 
La sostituzione della targa, avvenuta improvvisamente e di notte (ufficialmente per evitare gli incidenti che una sostituzione annunciata avrebbe potuto procurare) è stata considerata da alcuni esponenti del mondo [[anarchico]] e della sinistra come un'operazione elettorale dovuta alle imminenti elezioni politiche ed elezioni amministrative per il sindaco, il quale aveva tuttavia promesso alla vedova Calabresi di sostituire la targa prima della fine del suo mandato.
 
Il [[23 Marzo]] [[2006]], gli [[anarchici]] del [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa|Ponte della Ghisolfa]] hanno ricollocato in Piazza Fontana la loro targa, completa della dicitura originale. Per tanto, ora in quel luogo vi sono due targhe che commemorano Giuseppe Pinelli.


La sostituzione della targa, avvenuta improvvisamente e di notte (ufficialmente per evitare possibili incidenti che una sostituzione annunciata avrebbe potuto procurare) è stata considerata da alcuni esponenti del mondo anarchico e della sinistra come un'operazione elettorale dovuta alle imminenti elezioni politiche ed elezioni amministrative per il sindaco, il quale aveva tuttavia promesso alla vedova Calabresi di sostituire la targa prima della fine del suo mandato.
Il sindaco Albertini, dopo questa ricollocazione, ha chiesto alla giustizia civile di far rimuovere nuovamente la targa degli [[anarchici]], sostenendo che, per decenni «è stata tollerata una targa che occupava abusivamente il suolo pubblico», negando la possibilità di mediazione sul testo presente sulla lapide del Comune.


Il [[23 Marzo]] [[2006]], gli anarchici del [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa|Ponte della Ghisolfa]] hanno ricollocato in piazza Fontana la loro targa, completa della dicitura originale. Per tanto, ora in quel luogo vi sono due targhe che commemorano Giuseppe Pinelli.
Nel marzo del [[2019]] l'assessore del Comune di Milano De Corato ha rinnovato la richiesta di rimozione della targa degli [[anarchici]]. <ref>''[http://www.askanews.it/cronaca/2020/03/04/milano-de-corato-togliere-lapide-abusiva-che-ricorda-pinelli-pn_20200304_00218/ Milano, De Corato: togliere lapide “abusiva” che ricorda Pinelli]''</ref>


Il sindaco Albertini, dopo questa ricollocazione, ha chiesto alla giustizia civile di far rimuovere nuovamente la targa degli anarchici, sostenendo che, per decenni «è stata tollerata una targa che occupava abusivamente il suolo pubblico», negando la possibilità di mediazione sul testo presente sulla lapide del comune.
Nel dicembre dello stesso anno, in occasione del cinquantenario della morte di Pinelli, il Comune di Milano ha inaugurato una nuova targa (contestualmente alla cerimonia di piantumazione di un albero nel suo quartiere, San Siro), in cui non si fa cenno al luogo della morte dell'[[anarchico]], definito, più genericamente, «'''18^ Vittima innocente in seguito alla Strage di Piazza Fontana'''».


== Il francobollo dedicato a Pinelli ==
==Il francobollo dedicato a Pinelli ===
[[Image:Francobollo_Pinelli.jpg|right|150px|thumb|Il francobollo delle "Avamposte Italiane" dedicato a Pinelli.]]
Contemporaneamente al francobollo da 0,44 Euro dedicato al famigerato commissario di PS Luigi Calabresi, le ''Avamposte Italiane'' hanno diffuso un francobollo adesivo da 0,00 Euro per «Giuseppe Pinelli, defenestrato dalla questura il 16 12 1969», nel corso dell'interrogatorio condotto dallo stesso commissario Calabresi, alla ricerca di colpevoli [[anarchici]] per la [[strage di piazza Fontana]].
Contemporaneamente con il francobollo da 0,44 Euro dedicato al famigerato commissario di PS Luigi Calabresi, le [[Avamposte Italiane]] diffondono un francobollo adesivo da 0,00 Euro per "''Giuseppe Pinelli, defenestrato dalla questura di Milano 16-12-1969''", nel corso dell'interrogatorio condotto dallo stesso commissario Calabresi, alla ricerca di colpevoli anarchici per la strage di Piazza Fontana.


==Note==
==Note==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*Eduardo M. Di Giovanni, Marco Ligini, Edgardo Pellegrini. ''La strage di Stato. Controinchiesta''. Odradek, 2006 (edizione originale: Samonà e Savelli, 1970).  
*Eduardo M. Di Giovanni, Marco Ligini, Edgardo Pellegrini. ''La strage di Stato. Controinchiesta''. Odradek, 2006 (edizione originale: Samonà e Savelli, 1970).  
*Camilla Cederna, ''Pinelli. Una finestra sulla strage'', Il Saggiatore, 2004 (edizione originale 1971).
*Camilla Cederna, ''Pinelli. Una finestra sulla strage'', Il Saggiatore, 2004 (edizione originale: 1971).
*Adriano Sofri, ''Il malore attivo dell'anarchico Pinelli'', Palermo, Sellerio, 1996.
*Adriano Sofri, ''Il malore attivo dell'anarchico Pinelli'', Palermo, Sellerio, 1996.
*Corrado Stajano, Pier Carlo Masini, Amedeo Bertolo, ''Pinelli. La diciassettesima vittima'', BFS edizioni, 2007.  
*Corrado Stajano, Pier Carlo Masini, Amedeo Bertolo, ''Pinelli. La diciassettesima vittima'', BFS edizioni, 2007.  
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.socialismolibertario.it/pinelli.zip Pinelli. Una finestra sulla strage] (testo integrale)
*[http://omeka.bida.im/s/pinelli/page/home ''Una storia soltanto nostra, una storia di tutti''], progetto di digitalizzazione a cura del [[Centro Studi Libertari / Archivio Giuseppe Pinelli]]
*''[http://www.socialismolibertario.it/pinelli.zip Pinelli. Una finestra sulla strage]'', di Camilla Cederna (testo integrale)
*[http://www.centrostudilibertari.it/ Centro Studi Libertari / Archivio Giuseppe Pinelli]
*[http://www.centrostudilibertari.it/ Centro Studi Libertari / Archivio Giuseppe Pinelli]
*[http://isole.ecn.org/contropotere/giuseppe_pinelli.htm ''Chi ha ucciso Pinelli?'']
*''[http://isole.ecn.org/contropotere/giuseppe_pinelli.htm Chi ha ucciso Pinelli?]''
*[http://www.arivista.org/?nr=281&pag=39.htm Lavori su Pinelli]
*[http://www.arivista.org/?nr=281&pag=39.htm Lavori su Pinelli]
*[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2009/un44/art6295.html Giuseppe Pinelli: militante anarchico]
*''[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2009/un44/art6295.html Giuseppe Pinelli: militante anarchico]''
*[http://archive.is/q8Gd3 Giuseppe Pinelli page] dall'Anarchist Encyclopedia (in inglese)
*''[http://archive.is/q8Gd3 Giuseppe Pinelli page]'' (in inglese)
*[https://www.youtube.com/watch?v=m90i-eVWVbQ La morte dell'Anarchico Pinelli] (ricostruzione video, con, tra gli altri, Gian Maria Volonté e Renzo Montagnani, delle tre versioni ufficiali, avallate dalla magistratura, sulla morte di Pinelli)
*''[https://www.youtube.com/watch?v=m90i-eVWVbQ Ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli]'' (ricostruzione video delle tre versioni ufficiali avallate dalla magistratura sulla morte di Pinelli, a cura del Comitato Cineasti Italiani contro la Repressione)


[[Categoria:Anarchici|Pinelli, Giuseppe]]
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[[Categoria:Anarchici italiani|Pinelli, Giuseppe]]
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[[Categoria:Vittime dello Stato|Pinelli, Giuseppe]]
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