Franco Serantini: differenze tra le versioni

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[[Image:Serantini.jpg|thumb|Franco Serantini]]
[[Image:Serantini.jpg|thumb|Ritratto di Franco Serantini]]
'''Franco Serantini''' (Cagliari, [[16 Luglio]] [[1951]] - Pisa, [[7 maggio]] [[1972]]), è stato un anarchico pisano morto il [[7 maggio]] [[1972]] dopo un violento pestaggio poliziesco avvenuto qualche giorno prima durante una manifestazione [[antifascismo|antifascista]].
'''Franco Serantini''' (Cagliari, [[16 Luglio]] [[1951]] - Pisa, [[7 maggio]] [[1972]]), è stato un anarchico pisano morto il [[7 maggio]] [[1972]] dopo un violento pestaggio poliziesco avvenuto qualche giorno prima durante una manifestazione [[antifascismo|antifascista]].


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=== L'infanzia ===
=== L'infanzia ===


'''Franco Serantini''' nasce a Cagliari il [[16 Luglio]] del [[1951]]. Abbandonato al brefotrofio di "Infanzia abbandonata" della sua città natale, deve forse il suo nome e cognome ad un qualche ufficiale di [[Stato]] civile o ad un qualche religioso che apprezzava uno scrittore romagnolo autore di romanzi pittoreschi ottocenteschi che all'epoca aveva una certa celebrità, Franco Serantini <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo,'' Einaudi, pag 2</ref>. Nel brefotrofio vi resta sino al [[16 maggio]] [[1953]], quando viene dato in affidamento a due coniugi siciliani: Giovanni Ciotta, figlio di braccianti e guardia di pubblica sicurezza che all'epoca lavorava nel capoluogo sardo, e Rosa Alaimo, figlia di un piccolo possidente terriero. I due sono genitori affettuosi col bambino, ma quando alla madre adottiva viene diagnosticato un tumore la famiglia fa rientro al paese natale, Campobello di Licata. Dopo la morte della madre, il piccolo Franco diviene motivo di tensione familiare; Giovanni Ciotta ottiene il trasferimento del bambino a Caltanisetta, vorrebbe che gli fosse concessa l'affiliazione del bambino e fa domanda all'Amministrazione provinciale di Cagliari, a cui Franco ufficialmente era affidato. La richiesta viene però rigettata a causa di un cavillo burocratico. Il bambino vorrebbe essere preso in affidamento anche dai nonni materni (Maria Bruscato e Giovanni Alaimo) ed allora, il [[13 dicembre]] [[1955]], sentito anche il parere dei fratelli adottivi (Santo e Carmelina), l'Amministrazione affida ufficialmente Franco alla sua nuova famiglia. <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'', Einaudi, pag 7</ref>
'''Franco Serantini''' nasce a Cagliari il [[16 Luglio]] del [[1951]]. Abbandonato al brefotrofio di "Infanzia abbandonata" della sua città natale, deve forse il suo nome e cognome ad un qualche ufficiale di [[Stato]] civile o ad un qualche religioso che apprezzava uno scrittore romagnolo autore di romanzi pittoreschi ottocenteschi che all'epoca aveva una certa celebrità, Franco Serantini <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo,'' Einaudi, pag. 2</ref>. Nel brefotrofio vi resta sino al [[16 maggio]] [[1953]], quando viene dato in affidamento a due coniugi siciliani: Giovanni Ciotta, figlio di braccianti e guardia di pubblica sicurezza che all'epoca lavorava nel capoluogo sardo, e Rosa Alaimo, figlia di un piccolo possidente terriero. I due sono genitori affettuosi col bambino, ma quando alla madre adottiva viene diagnosticato un tumore la famiglia fa rientro al paese natale, Campobello di Licata. Dopo la morte della madre, il piccolo Franco diviene motivo di tensione familiare; Giovanni Ciotta ottiene il trasferimento del bambino a Caltanisetta, vorrebbe che gli fosse concessa l'affiliazione del bambino e fa domanda all'Amministrazione provinciale di Cagliari, a cui Franco ufficialmente era affidato. La richiesta viene però rigettata a causa di un cavillo burocratico. Il bambino vorrebbe essere preso in affidamento anche dai nonni materni (Maria Bruscato e Giovanni Alaimo) ed allora, il [[13 dicembre]] [[1955]], sentito anche il parere dei fratelli adottivi (Santo e Carmelina), l'Amministrazione affida ufficialmente Franco alla sua nuova famiglia. <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'', Einaudi, pag. 7</ref>


Quando Maria Bruscatto si ammala, tenendo conto anche del fatto che Giovanni Alaimo era ormai anziano e che i loro figli erano emigrati al Nord o in America, viene chiesto di ricoverare Franco in un nuovo istituto, giacché nessuno della famiglia, pur essendo sinceramente affezionati, poteva più occuparsi di lui. L'Amministrazione provinciale, nell'aprile [[1960]], ordina che Franco Serantini venga affidato all'Istituto Buon Pastore di Cagliari. <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'',, Einaudi, pag 9</ref>
Quando Maria Bruscatto si ammala, tenendo conto anche del fatto che Giovanni Alaimo era ormai anziano e che i loro figli erano emigrati al Nord o in America, viene chiesto di ricoverare Franco in un nuovo istituto, giacché nessuno della famiglia, pur essendo sinceramente affezionati, poteva più occuparsi di lui. L'Amministrazione provinciale, nell'aprile [[1960]], ordina che Franco Serantini venga affidato all'Istituto Buon Pastore di Cagliari. <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'',, Einaudi, pag. 9</ref>


Nel capoluogo sardo frequenta le scuole medie con scarso profitto, viene bocciato in seconda media. È un ragazzo timido, chiuso e taciturno, desideroso di ricevere affetto, cosa che le suore evidentemente non riescono a dargli. A quindici anni il rapporto con le suore è insostenibile, i litigi sono continui e nei primi mesi del [[1968]] l'Istituto si rivolge al tribunale dei minorenni, esprimendo l'impossibilità ad ospitare ancora Franco Serantini nel loro istituto. Malgrado adducano motivazioni disciplinari, una delle ragioni dell'insofferenza delle suore potrebbe anche essere che a quell'età, all'epoca, le amministrazioni provinciali smettevano di pagare la retta.
Nel capoluogo sardo frequenta le scuole medie con scarso profitto, viene bocciato in seconda media. È un ragazzo timido, chiuso e taciturno, desideroso di ricevere affetto, cosa che le suore evidentemente non riescono a dargli. A quindici anni il rapporto con le suore è insostenibile, i litigi sono continui e nei primi mesi del [[1968]] l'Istituto si rivolge al tribunale dei minorenni, esprimendo l'impossibilità ad ospitare ancora Franco Serantini nel loro istituto. Malgrado adducano motivazioni disciplinari, una delle ragioni dell'insofferenza delle suore potrebbe anche essere che a quell'età, all'epoca, le amministrazioni provinciali smettevano di pagare la retta.
<ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'',, Einaudi, pag 13, 14</ref>
<ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'',, Einaudi, pag. 13, 14</ref>


===A Pisa: prima il marxismo e poi l'anarchismo===
===A Pisa: prima il marxismo e poi l'anarchismo===
Franco ha diciassette anni, il Tribunale dei minori riconosce che il ragazzo «ha una assoluta carenza affettiva» e che dovrebbe essere aiutato «con un trattamento affettuosamente comprensivo e sostenitore». L'incredibile contraddizione del Tribunale sta nel fatto che per curare questa carenza affettiva, la sentenza emessa dal giudice minorile stabilisce che Franco debba essere rinchiuso in un riformatorio <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'', Einaudi, pag 15</ref>.
Franco ha diciassette anni, il Tribunale dei minori riconosce che il ragazzo «ha una assoluta carenza affettiva» e che dovrebbe essere aiutato «con un trattamento affettuosamente comprensivo e sostenitore». L'incredibile contraddizione del Tribunale sta nel fatto che per curare questa carenza affettiva, la sentenza emessa dal giudice minorile stabilisce che Franco debba essere rinchiuso in un riformatorio <ref>Corrado Stajano, ''Il sovversivo'', Einaudi, pag. 15</ref>.
[[Image:Franco_Serantini.jpg |left|260 px|thumb|Franco Serantini durante una manifestazione]]
[[Image:Franco_Serantini.jpg |left|260 px|thumb|Franco Serantini durante una manifestazione]]
Dopo essere stato psicoanalizzato per un mese intero a Firenze, Franco Serantini viene affidato all'istituto di rieducazione maschile Pietro Thouar di Pisa, in regime di semilibertà (è bene precisare che Franco Serantini era incensurato). Nella città toscana riprende gli studi, consegue la licenza media alla scuola statale Fibonacci e poi frequenta la scuola di contabilità aziendale. Con l'esplosione della contestazione, Franco si avvicina agli ambienti della [[sinistra]], frequentando prima le sedi delle Federazioni giovanili comunista e socialista e poi quella di [[Lotta continua]] (LC). Durante il periodo di questa militanza politica, insieme ad una ventina di ragazzi, Serantini è protagonista dell'esperienza del Mercato rosso, al CEP (quartiere popolare pisano). L'idea del gruppetto è quella di comprare merce ai mercati generali per poi rivenderla a prezzo di costo agli abitanti del quartiere. Il mercato, che si teneva nell'area del piazzale Giovanni XXIII, viene inteso dai giovani militanti di LC come un modo per aiutare la povera gente e, contemporaneamente, per entrare in contatto diretto con loro, invitandola poi a partecipare alle riunioni che [[Lotta continua]] teneva ogni domenica pomeriggio.
Dopo essere stato psicoanalizzato per un mese intero a Firenze, Franco Serantini viene affidato all'istituto di rieducazione maschile Pietro Thouar di Pisa, in regime di semilibertà (è bene precisare che Franco Serantini era incensurato). Nella città toscana riprende gli studi, consegue la licenza media alla scuola statale Fibonacci e poi frequenta la scuola di contabilità aziendale. Con l'esplosione della contestazione, Franco si avvicina agli ambienti della [[sinistra]], frequentando prima le sedi delle Federazioni giovanili comunista e [[socialista]] e poi quella di [[Lotta continua]] (LC). Durante il periodo di questa militanza politica, insieme ad una ventina di ragazzi, Serantini è protagonista dell'esperienza del Mercato rosso, al CEP (quartiere popolare pisano). L'idea del gruppetto è quella di comprare merce ai mercati generali per poi rivenderla a prezzo di costo agli abitanti del quartiere. Il mercato, che si teneva nell'area del piazzale Giovanni XXIII, viene inteso dai giovani militanti di LC come un modo per aiutare la povera gente e, contemporaneamente, per entrare in contatto diretto con loro, invitandola poi a partecipare alle riunioni che [[Lotta continua]] teneva ogni domenica pomeriggio.


Il mercato però attira le ira di commercianti, di [[Fascismo|fascisti]] e della polizia, mentre il PCI pare più attento a non perdere l'appoggio dei commercianti che a sostenere il gruppo di giovani di cui faceva parte Serantini. Il [[16 settembre]] [[1971]] la polizia irrompe al CEP, nel tentativo di sgomberare il mercatino abusivo carica violentemente i ragazzi e ne trattiene in stato di fermo alcuni. Finisce in questo modo l'avventura del mercato.  
Il mercato però attira le ira di commercianti, di [[Fascismo|fascisti]] e della polizia, mentre il PCI pare più attento a non perdere l'appoggio dei commercianti che a sostenere il gruppo di giovani di cui faceva parte Serantini. Il [[16 settembre]] [[1971]] la polizia irrompe al CEP, nel tentativo di sgomberare il mercatino abusivo carica violentemente i ragazzi e ne trattiene in stato di fermo alcuni. Finisce in questo modo l'avventura del mercato.  


Dopo alcuni litigi con il gruppo dirigente pisano di LC, anche a causa della vicenda del mercato, l'intolleranza di Franco Serantini verso ogni forma di [[autoritarismo]] lo spinge su posizioni legate all'[[anarchismo]]. Nella seconda metà del [[1970]] comincia a frequentare la sede del [[Gruppo anarchico Giuseppe Pinelli]], che ha la sede presso la [[Federazione Anarchica Pisana]] (aderente ai [[Gruppi di Iniziativa Anarchcia|GIA]]) in via S. Martino n° 48, dove conosce anziani militanti come [[Cafiero Ciuti]], il prof. [[Renzo Vanni]] e altri libertari, giovani e meno giovani, del luogo. Inizia anche a leggere libri anarchici di [[Kropotkin]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]] che gli presta il prof. Vanni. Franco è molto attivo, partecipa a diverse iniziative e quando [[Renzo Vanni]] trova il [[bando di Almirante]] (un documento controfirmato da [[Giorgio Almirante]] che il [[17 maggio]] [[1944]] imponeva la condanna a morte per i renitenti alla leva.), nel giugno [[1971]], è lui stesso ad annunciarlo a [[Luciano Della Mea]], [[antifascista]] e militante storico della sinistra pisana del quale era divenuto amico tempo prima. Ed è sempre lui che si incarica di farne delle fotocopie.
Dopo alcuni litigi con il gruppo dirigente pisano di LC, anche a causa della vicenda del mercato, l'intolleranza di Franco Serantini verso ogni forma di [[autoritarismo]] lo spinge su posizioni legate all'[[anarchismo]]. Nella seconda metà del [[1970]] comincia a frequentare la sede del [[Gruppo anarchico Giuseppe Pinelli]], che ha la sede presso la [[Federazione Anarchica Pisana]] (aderente ai [[Gruppi di Iniziativa Anarchcia|GIA]]) in via S. Martino n° 48, dove conosce anziani militanti come [[Cafiero Ciuti]], il prof. [[Renzo Vanni]] e altri libertari, giovani e meno giovani, del luogo. Inizia anche a leggere libri anarchici di [[Kropotkin]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]] che gli presta il prof. Vanni. Franco è molto attivo, partecipa a diverse iniziative e quando [[Renzo Vanni]] trova il [[bando di Almirante]] (un documento controfirmato da [[Giorgio Almirante]] che il [[17 maggio]] [[1944]] imponeva la condanna a morte per i renitenti alla leva.), nel giugno [[1971]], è lui stesso ad annunciarlo a [[Luciano Della Mea]], [[antifascista]] e militante storico della sinistra pisana del quale era divenuto amico tempo prima. Ed è sempre lui che si incarica di farne delle fotocopie.


===La morte===
===La morte===
Prima delle elezioni del [[7 maggio]] [[1972]] si susseguono le iniziative dei vari partiti e movimenti politici. Sono giornate molto animate e "calde". Franco e gli anarchici decidono di partecipare ad una contestazione, indetta a Pisa per il [[5 maggio]] da [[Lotta Continua]], contro un comizio [[Fascismo|fascista]]. Durante la protesta [[antifascismo|antifascista]] la polizia comincia a caricare pesantemente i militanti della sinistra extraparlamentare che contestavano il comizio, per consentire al [[fascista]] Giuseppe Niccolai di portare a termine il suo discorso, causando decine di feriti e procedendo a 20 arresti.
Prima delle elezioni del [[7 maggio]] [[1972]] si susseguono le iniziative dei vari partiti e movimenti politici. Sono giornate molto animate e "calde". Franco e gli anarchici decidono di partecipare ad una contestazione, indetta a Pisa per il [[5 maggio]] da [[Lotta Continua]], contro un comizio [[Fascismo|fascista]]. Durante la protesta [[antifascismo|antifascista]] la polizia comincia a caricare pesantemente i militanti della sinistra extraparlamentare che contestavano il comizio, per consentire al [[fascista]] Giuseppe Niccolai di portare a termine il suo discorso, causando decine di feriti e procedendo a 20 arresti.
[[Image:serantini0101.jpg|thumb|Umanità Nova annuncia la morte di Franco Serantini (n. 17 del 13 maggio 1972)]]
[[Image:serantini0101.jpg|thumb|Umanità Nova annuncia la morte di Franco Serantini (n. 17 del 13 maggio 1972)]]
'''Franco, dopo essersi inspiegabilmente fermato di fronte ad una carica della polizia, viene raggiunto dai celerini del 2° e 3° plotone della Terza compagnia del I° raggruppamento celere di Roma, picchiato con una ferocia inaudita con i calci dei fucili, pugni e calci e quindi caricato su una camionetta in stato di arresto'''.
'''Franco, dopo essersi inspiegabilmente fermato di fronte ad una carica della polizia, viene raggiunto dai celerini del 2° e 3° plotone della Terza compagnia del I° raggruppamento celere di Roma, picchiato con una ferocia inaudita con i calci dei fucili, pugni e calci e quindi caricato su una camionetta in stato di arresto'''.
: «Erano circa le 20. Io mi trovavo alla finestra di un appartamento[...] in lungArno Gambacorti [...] Ho sentito le sirene delle camionette venire dalla parte del comune [...] si son fermate sotto la casa mia dalla parte delle spallette dell'Arno [...] sotto la mia finestra, una quindicina di celerini gli sono saltati addosso e hanno cominciato a picchiarlo con una furia incredibile. Avevano fatto un cerchio sopra di lui [...] si capiva che dovevano colpirlo sia con le mani che con i piedi, sia con i calci del fucile. Ad un tratto alcuni celerini [...] sono intervenuti sul gruppo di quelli che picchiavano, dicendo frasi di questo tipo: ''Basta, lo ammazzate!''[...] poi uno che sembrava un graduato <ref>Si tratta di Giuseppe Piromonte, commissario di Polizia. In seguito si dimetterà dal suo incarico e abbandonerà la polizia.</ref>è entrato nel mezzo e con un altro celerino lo hanno tirato su [...] lo hanno poi trascinato verso le camionette...» (Testimonianza di Moreno Papini, Lungarno Gambacorti n°12) <ref>Corrado Stajano, Il sovversivo, pag 86, 87</ref>
: «Erano circa le 20. Io mi trovavo alla finestra di un appartamento[...] in lungArno Gambacorti [...] Ho sentito le sirene delle camionette venire dalla parte del comune [...] si son fermate sotto la casa mia dalla parte delle spallette dell'Arno [...] sotto la mia finestra, una quindicina di celerini gli sono saltati addosso e hanno cominciato a picchiarlo con una furia incredibile. Avevano fatto un cerchio sopra di lui [...] si capiva che dovevano colpirlo sia con le mani che con i piedi, sia con i calci del fucile. Ad un tratto alcuni celerini [...] sono intervenuti sul gruppo di quelli che picchiavano, dicendo frasi di questo tipo: ''Basta, lo ammazzate!''[...] poi uno che sembrava un graduato <ref>Si tratta di Giuseppe Piromonte, commissario di Polizia. In seguito si dimetterà dal suo incarico e abbandonerà la polizia.</ref>è entrato nel mezzo e con un altro celerino lo hanno tirato su [...] lo hanno poi trascinato verso le camionette...» (Testimonianza di Moreno Papini, Lungarno Gambacorti n°12) <ref>Corrado Stajano, Il sovversivo, pag. 86, 87</ref>


Nonostante le condizioni fisiche in cui è stato ridotto dal pestaggio (aveva evidenti ecchimosi in tutto il corpo), viene trattenuto nel [[carcere]] Don Bosco ed interrogato dal magistrato Giovanni Sellaroli, al quale rivendica la propria appartenenza al [[movimento anarchico]]:
Nonostante le condizioni fisiche in cui è stato ridotto dal pestaggio (aveva evidenti ecchimosi in tutto il corpo), viene trattenuto nel [[carcere]] Don Bosco ed interrogato dal magistrato Giovanni Sellaroli, al quale rivendica la propria appartenenza al [[movimento anarchico]]:
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Le indagini furono due: la prima contro gli arrestati (tra cui, oltre a Serantini, c'erano 4 studenti greci, di cui uno - Tsolinas Evangelos - fu brutalmente pestato nonostante fosse poliomelitico); la seconda contro ignoti per la morte dell'anarchico. La prima indagine si concluse con il proscioglimento di tutti gli imputati, Serantini fu prosciolto in quanto morto. Egli era stato accusato di oltraggio (avrebbe urlato alle forze di polizia: «Porci!» e «Fascisti»), resistenza e violenza contro le forze dell'ordine. Le brevi indagini non dimostrarono mai se Serantini avesse o meno partecipato agli scontri; sicuramente stava nel cuore degli scontri, ma non vi sono prove se egli abbia o meno effettivamente partecipato al lancio di molotov o sassi contro le forze dell'ordine (anche per gli altri imputati fu impossibile dimostrare la loro effettiva partecipazione agli scontri). Le indagini misero anche in luce che egli si era del tutto inspiegabilmente fermato di fronte alla carica della polizia e per questo fu raggiunto e pestato a morte dalla polizia.
Le indagini furono due: la prima contro gli arrestati (tra cui, oltre a Serantini, c'erano 4 studenti greci, di cui uno - Tsolinas Evangelos - fu brutalmente pestato nonostante fosse poliomelitico); la seconda contro ignoti per la morte dell'anarchico. La prima indagine si concluse con il proscioglimento di tutti gli imputati, Serantini fu prosciolto in quanto morto. Egli era stato accusato di oltraggio (avrebbe urlato alle forze di polizia: «Porci!» e «Fascisti»), resistenza e violenza contro le forze dell'ordine. Le brevi indagini non dimostrarono mai se Serantini avesse o meno partecipato agli scontri; sicuramente stava nel cuore degli scontri, ma non vi sono prove se egli abbia o meno effettivamente partecipato al lancio di molotov o sassi contro le forze dell'ordine (anche per gli altri imputati fu impossibile dimostrare la loro effettiva partecipazione agli scontri). Le indagini misero anche in luce che egli si era del tutto inspiegabilmente fermato di fronte alla carica della polizia e per questo fu raggiunto e pestato a morte dalla polizia.


La seconda indagine fu più complessa e si scontrò con i comportamenti omertosi delle forze di polizia e dei medici, degli infermieri e delle [[autorità]] del [[carcere]] Don Bosco. Ci fu inoltre un tentativo da parte del procuratore generale, Mario Calamari, di trasferire 3 magistrati di Magistratura democratica (l'associazione di sinistra dei magistrati dell'Associazione Nazionale Magistrati) per impedir loro di portare avanti alcune indagini, tra cui quella su Serantini, in cui venivano messe in luce gravi responsabilità ed illegalità delle forze dell'ordine e di uomini dello [[Stato]].
La seconda indagine fu più complessa e si scontrò con i comportamenti omertosi delle forze di polizia e dei medici, degli infermieri e delle [[autorità]] del [[carcere]] Don Bosco. Ci fu inoltre un tentativo da parte del procuratore generale, Mario Calamari, di trasferire 3 magistrati di Magistratura democratica (l'associazione di sinistra dei magistrati dell'Associazione Nazionale Magistrati) per impedir loro di portare avanti alcune indagini, tra cui quella su Serantini, in cui venivano messe in luce gravi responsabilità ed illegalità delle forze dell'ordine e di uomini dello [[Stato]].


Nel novembre [[1972]] il medico del [[carcere]] Alberto Mammoli ricevette comunque un avviso di procedimento per omicidio colposo, mentre il giudice istruttore Funaioli (uno dei magistrati che Calamari cercò di trasferire) si espresse in favore di un'azione penale contro Albini Amerigo e Lupo Vincenzo, capitano e maresciallo di PS del I° celere di Roma, e la guardia Colantoni Mario, per aver affermato il falso e taciuto «ciò che era a loro conoscenza [...] per assicurare l'impunità agli agenti responsabili dell'omicidio di Franco Serantini».
Nel novembre [[1972]] il medico del [[carcere]] Alberto Mammoli ricevette comunque un avviso di procedimento per omicidio colposo, mentre il giudice istruttore Funaioli (uno dei magistrati che Calamari cercò di trasferire) si espresse in favore di un'azione penale contro Albini Amerigo e Lupo Vincenzo, capitano e maresciallo di PS del I° celere di Roma, e la guardia Colantoni Mario, per aver affermato il falso e taciuto «ciò che era a loro conoscenza [...] per assicurare l'impunità agli agenti responsabili dell'omicidio di Franco Serantini».


Nella sentenza depositata nell'aprile [[1975]] il giudice Nicastro dichiarò «non doversi procedere in ordine al delitto di omicidio preterintenzionale in persona di Serantini Franco per esserne ignoti gli autori». Lupo e Mammoli vennero prosciolti. Albini e Colantoni, condannati per falsa testimonianza a 6 mesi e 10 giorni con la condizionale e la non iscrizione nel casellario giudiziale, furono assolti nel gennaio [[1977]]. Nel marzo dello stesso anno il dottor Mammoli venne ferito alle gambe da militanti di [[azione-rivoluzionaria|Azione Rivoluzionaria]].
Nella sentenza depositata nell'aprile [[1975]] il giudice Nicastro dichiarò «non doversi procedere in ordine al delitto di omicidio preterintenzionale in persona di Serantini Franco per esserne ignoti gli autori». Lupo e Mammoli vennero prosciolti. Albini e Colantoni, condannati per falsa testimonianza a 6 mesi e 10 giorni con la condizionale e la non iscrizione nel casellario giudiziale, furono assolti nel gennaio [[1977]]. Nel marzo dello stesso anno il dottor Mammoli venne ferito alle gambe da militanti di [[azione-rivoluzionaria|Azione Rivoluzionaria]].


Concludendo si può affermare che, nonostante formalmente non si siano trovati gli esecutori materiali dell'omicidio di Franco Serantini, a causa dei tanti "non ricordo" da parte degli uomini appartenenti ai vari apparati dello [[Stato]] (polizia, carceri e arte della magistratura), il procedimento ha dimostrato inequivocabilmente le responsabilità delle forze dell'ordine che si accanirono contro il giovane anarchico. Ha inoltre evidenziato la disumanità del magistrato (Sellaroli) che lo interrogò nonostante le varie ecchimosi che gli ricoprivano tutto il corpo (rilevati ufficialmente anche dall'autopsia) e la completa indifferenza di tutto il sistema carcerario di fronte all'agonia di Segantini, che fu ricoverato solo in punto di morte (un ricovero immediato gli avrebbe probabilmente salvato la vita). Ha scritto Corrado Stajano nel suo ''Il sovversivo. Vita e morte dell'anarchico Franco Serantini'':
Concludendo si può affermare che, nonostante formalmente non si siano trovati gli esecutori materiali dell'omicidio di Franco Serantini, a causa dei tanti "non ricordo" da parte degli uomini appartenenti ai vari apparati dello [[Stato]] (polizia, carceri e arte della magistratura), il procedimento ha dimostrato inequivocabilmente le responsabilità delle forze dell'ordine che si accanirono contro il giovane anarchico. Ha inoltre evidenziato la disumanità del magistrato (Sellaroli) che lo interrogò nonostante le varie ecchimosi che gli ricoprivano tutto il corpo (rilevati ufficialmente anche dall'autopsia) e la completa indifferenza di tutto il sistema carcerario di fronte all'agonia di Segantini, che fu ricoverato solo in punto di morte (un ricovero immediato gli avrebbe probabilmente salvato la vita). Ha scritto Corrado Stajano nel suo ''Il sovversivo. Vita e morte dell'anarchico Franco Serantini'':
:«Lo Stato, stupito dalle reazioni dell'opinione pubblica democratica in difesa di un uomo senza valore, un rifiutato sociale privo di ogni forza di scambio politico, si è obiettivaamente confessato colpevole. Lo accusano i suoi comportamenti, i suoi continui e impudenti tentativi di mascherare e di insabbiare le responsabilità e di chiudere un caso che ha assunto un valore di simbolo del rapporto tra cittadino e stato di diritto, fra autoritarismo e libertà».
:«Lo Stato, stupito dalle reazioni dell'opinione pubblica democratica in difesa di un uomo senza valore, un rifiutato sociale privo di ogni forza di scambio politico, si è obiettivaamente confessato colpevole. Lo accusano i suoi comportamenti, i suoi continui e impudenti tentativi di mascherare e di insabbiare le responsabilità e di chiudere un caso che ha assunto un valore di simbolo del rapporto tra cittadino e stato di diritto, fra autoritarismo e libertà».


== In ricordo di Serantini ==
== In ricordo di Serantini ==
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Queste sono solo alcune delle iniziative atte a promuovere la memoria di Franco Serantini: nel corso del tempo si susseguirono manifestazioni, articoli di giornali, circoli in suo ricordo ([[1982]] nasce il "[[circolo Franco Serantini]]"), scuole a lui intitolate ecc.
Queste sono solo alcune delle iniziative atte a promuovere la memoria di Franco Serantini: nel corso del tempo si susseguirono manifestazioni, articoli di giornali, circoli in suo ricordo ([[1982]] nasce il "[[circolo Franco Serantini]]"), scuole a lui intitolate ecc.


===Il monumento===
===Il monumento===
Nel maggio del [[1982]], in piazza San Silvestro, a Pisa, fu collocato un monumento in sua memoria che riporta la seguente scritta: «Franco Serantini / 1951-72 / Anarchico ventenne / colpito a morte dalla polizia / mentre si opponeva / ad un comizio fascista».
Nel maggio del [[1982]], in piazza San Silvestro, a Pisa, fu collocato un monumento in sua memoria che riporta la seguente scritta: «Franco Serantini / 1951-72 / Anarchico ventenne / colpito a morte dalla polizia / mentre si opponeva / ad un comizio fascista».
[[File:Frabib.jpg|thumb|230 px|Manifesto per l'inaugurazione della Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1979]]


===La Biblioteca Franco Serantini===
===La Biblioteca Franco Serantini===
Nel [[1979]] nasce la biblioteca Franco Serantini per ricordare la figura dell'anarchico assassinato dalla polizia a Pisa.
Nel [[1979]] nasce la «[[Biblioteca Franco Serantini]]» ([[BFS]]) per ricordare la figura dell'anarchico assassinato dalla polizia a Pisa.


La biblioteca è specializzata in storia del movimento anarchico dalle origini ai giorni nostri, del movimento operaio e sindacale, di quello [[antifascismo|antifascista]] e della [[gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]], dei movimenti studenteschi e di opposizione degli anni Sessanta e Settanta. <ref>'''Sito web''': [http://www.bfs.it/ Biblioteca Franco Serantini]</ref>
La biblioteca è specializzata in storia del movimento anarchico dalle origini ai giorni nostri, del movimento operaio e sindacale, di quello [[antifascismo|antifascista]] e della [[gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]], dei movimenti studenteschi e di opposizione degli anni Sessanta e Settanta. <ref>'''Sito web''': [http://www.bfs.it/ Biblioteca Franco Serantini]</ref>
==Note==
==Note==
<references/>
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===L'opera teatrale===
===L'opera teatrale===


*''[[Una morte legale]]'' di [[Christina Zoniou]] <ref>[http://www.bfs.it/teatro_sovversivo.html Una morte legale]</ref>
*''[[Una morte legale]]'' di [[Christina Zoniou]]


===Video===
===Video===
*[http://www.ngvision.org/mediabase/528 ''S'era tutti sovversivi''], documentario a cura di [[Giacomo Verde]] <ref>Il documentario è consultabile anche su youtube: ''[http://www.youtube.com/watch?v=_rDkX1YMVbQ I parte]'' (le altre 5 a seguire)</ref>
*[http://www.ngvision.org/mediabase/528 ''S'era tutti sovversivi''], documentario a cura di [[Giacomo Verde]] <ref>Il documentario è consultabile anche su youtube: ''[http://www.youtube.com/watch?v=_rDkX1YMVbQ I parte]'' (le altre 5 a seguire)</ref>
===== Note =====
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===Audio===
===Audio===
*''Wir, Franco Seratini'' (in tedesco) <ref>[http://taibo.podspot.de/ ''Wir, Franco Seratini'']</ref>
*[http://taibo.podspot.de/ ''Wir, Franco Seratini''] (in tedesco)
*''Ballata per Franco Serantini'', di [[Ivan Della Mea]], che ne compose due diverse versioni con diverse musica e parole ma dallo stesso titolo
*''Ballata per Franco Serantini'', di [[Ivan Della Mea]], che ne compose due diverse versioni con diverse musica e parole ma dallo stesso titolo
*I [[Contrasto]] (Hardcore punk da Cesena) nell'album ''Sentenza Condanna Di Vuota Comparsa'' inseriscono una canzone in onore di Franco Serantini.
*I [[Contrasto]] (Hardcore punk da Cesena) nell'album ''Sentenza Condanna Di Vuota Comparsa'' inseriscono una canzone in onore di Franco Serantini.


== Collegamenti esterni==
== Collegamenti esterni==
*[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/281/dossier.htm Su Franco Serantini: articolo n.1] (da "[[A-rivista]]")
*[http://www.arivista.org/?nr=281&pag=dossier.htm Su Franco Serantini] (da "[[A-rivista]]")
*[http://www.lanternerosse.it/libertaria3.htm Su Franco Serantini: articolo n.2] (da "Lanterne Rosse")


[[Categoria:Anarchici|Serantini, Franco]]
[[Categoria:Anarchici|Serantini, Franco]]
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