Enrico Zambonini: differenze tra le versioni

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[[File:Zambonini.jpg|thumb|500 px|Zambonini (da sinistra a destra) in Libia (1913/19) Belgio (1928/32) Barcellona (1934) e sul fronte d'Aragona (1936)]]'''Enrico Zambonini''' (Villa Minozzo, Reggio Emilia, [[28 aprile]] [[1893]] – Reggio Emilia, [[30 gennaio]] [[1944]]), detto ''Fain/Lucifero'', è stato un anarchico e un [[antifascismo|antifascista]] italiano.<ref>[http://www.pollicinognus.it/Joomla/images/PollicinoGnus/2008/160-apr08-monografico.PDF Articolo in parte estratto dalla monografia su Zambonini]</ref>  
[[File:Zambonini.jpg|thumb|500 px|Zambonini (da sinistra a destra) in Libia (1913/19) Belgio (1928/32) Barcellona (1934) e sul fronte d'Aragona (1936)]]'''Enrico Zambonini''' (Villa Minozzo, Reggio Emilia, [[28 aprile]] [[1893]] – Reggio Emilia, [[30 gennaio]] [[1944]]), detto ''Fain/Lucifero'', è stato un anarchico e un [[antifascismo|antifascista]] italiano.<ref>[https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Articolo in parte estratto dalla monografia su Zambonini]</ref>  
==Biografia ==
==Biografia ==


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Al momento dello scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] Zambonini si trova a Barcellona: partecipa ai primi eventi ed inizia la militanza nella [[CNT]]-[[FAI]] ed è tra i primissimi aderenti della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], con i quali partecipa alla battaglia di Almudevar e Huesca:
Al momento dello scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] Zambonini si trova a Barcellona: partecipa ai primi eventi ed inizia la militanza nella [[CNT]]-[[FAI]] ed è tra i primissimi aderenti della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], con i quali partecipa alla battaglia di Almudevar e Huesca:
:«Alla proclamazione della repubblica in Spagna, alcuni di questi esiliati erano venuti nel nostro paese (...). Gli [[anarchici]], nella loro maggioranza, avevano preferito fermarsi in Catalogna, ben accolti nella organizzazione della [[CNT]]. Tra di essi si era distinto [[Fosco Falaschi]], uomo di 50 anni, di una certa levatura intellettuale esule dal 1925 ed espulso dalla [[Francia]], donde era passato in [[Argentina]], ove aveva pubblicato il giornale «Protesta». Costretto ad uscire anche da quella nazione si era stabilito a Barcellona, pubblicando articoli in «S[[olidariedad Obrera]]» e in «[[Tierra y Libertad]]». Intorno a lui s'era riunita una piccola cellula anarchica nella quale figuravano tra gli altri: [[Gino Baloschi]], [[Lorenzo Giusti]], [[Settimo Guerrini]], [[Maria Margherite]], [[Giuseppe Pessel]] ed Enrico Zambonini (detto Lucifero), mogliato con una catalana. Tutti questi avevano preso parte ai combattimenti in Barcellona quando s'era prodotto l'“alzamiento” (sollevamento, insurrezione...), incorporandosi in seguito alle colonne ch'erano partite per l'Aragona.  Quasi contemporaneamente avevano varcato la frontiera altri anarchici italiani con in testa [[Camillo  Berneri]], i quali avevano organizzato in  Barcellona una ''Sezione  Italiana'' i cui componenti s'erano aggregati alle [[Colonna Buenaventura Durruti|Colonne Durruti]], [[Colonna Ascaso|Ascaso]] ed [[Colonna Ortiz|Ortiz]].  Nella loro bandiera figurava la seguente frase: "'''''Nostra patria è il mondo intiero, nostra legge è la libertà.'''''"» <ref>Tratto da “La colonna italiana sul fronte di Huesca”, di Josè Luis Perez (J. L .Alcofar), in Rivista “Historia Y Vida” ([http://www.pollicinognus.it/Joomla/images/PollicinoGnus/2008/160-apr08-monografico.PDF  Monografia su Enrico Zambonini])</ref>
:«Alla proclamazione della repubblica in Spagna, alcuni di questi esiliati erano venuti nel nostro paese (...). Gli [[anarchici]], nella loro maggioranza, avevano preferito fermarsi in Catalogna, ben accolti nella organizzazione della [[CNT]]. Tra di essi si era distinto [[Fosco Falaschi]], uomo di 50 anni, di una certa levatura intellettuale esule dal 1925 ed espulso dalla [[Francia]], donde era passato in [[Argentina]], ove aveva pubblicato il giornale «Protesta». Costretto ad uscire anche da quella nazione si era stabilito a Barcellona, pubblicando articoli in «S[[olidariedad Obrera]]» e in «[[Tierra y Libertad]]». Intorno a lui s'era riunita una piccola cellula anarchica nella quale figuravano tra gli altri: [[Gino Baloschi]], [[Lorenzo Giusti]], [[Settimo Guerrini]], [[Maria Margherite]], [[Giuseppe Pessel]] ed Enrico Zambonini (detto Lucifero), mogliato con una catalana. Tutti questi avevano preso parte ai combattimenti in Barcellona quando s'era prodotto l'“alzamiento” (sollevamento, insurrezione...), incorporandosi in seguito alle colonne ch'erano partite per l'Aragona.  Quasi contemporaneamente avevano varcato la frontiera altri anarchici italiani con in testa [[Camillo  Berneri]], i quali avevano organizzato in  Barcellona una ''Sezione  Italiana'' i cui componenti s'erano aggregati alle [[Colonna Buenaventura Durruti|Colonne Durruti]], [[Colonna Ascaso|Ascaso]] ed [[Colonna Ortiz|Ortiz]].  Nella loro bandiera figurava la seguente frase: "'''''Nostra patria è il mondo intiero, nostra legge è la libertà.'''''"» <ref>Tratto da “La colonna italiana sul fronte di Huesca”, di Josè Luis Perez (J. L .Alcofar), in Rivista “Historia Y Vida” ([https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Monografia su Enrico Zambonini])</ref>


Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf  Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto.
Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf  Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto.
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: «Rifiutò i conforti religiosi e sollevando il pugno chiuso urlò: "W l'anarchia!"» <ref>in ''Vita, battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944)'', di Antonio Zambonelli, 2°edizione Febbraio 2008</ref>
: «Rifiutò i conforti religiosi e sollevando il pugno chiuso urlò: "W l'anarchia!"» <ref>in ''Vita, battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944)'', di Antonio Zambonelli, 2°edizione Febbraio 2008</ref>


Sulla fine fatta dal suo cadavere esistono diverse versioni: secondo il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' sarebbe stato sepellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove si trovano i resti dei fratelli Cervi. Il Circolo Culturale Enrico Zambonini di Villa Minozzo (RE) sostiene invece che «le ossa di Fain andarono, come quelle di Lorca, disperse in fosse comuni e a tutt'oggi (Aprile 2008) risulta ancora vittima civile nel Sacrario ai caduti in Piazza a Villa Minozzo» <ref>[http://www.pollicinognus.it/Joomla/images/PollicinoGnus/2008/160-apr08-monografico.PDF Monografia su Zambonini]</ref>. Dopo la sua morte un distaccamento partigiano prenderà  il suo nome, in omaggio alla sua coerenza [[antifascismo|antifascista]].
Sulla fine fatta dal suo cadavere esistono diverse versioni: secondo il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' sarebbe stato sepellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove si trovano i resti dei fratelli Cervi. Il Circolo Culturale Enrico Zambonini di Villa Minozzo (RE) sostiene invece che «le ossa di Fain andarono, come quelle di Lorca, disperse in fosse comuni e a tutt'oggi (Aprile 2008) risulta ancora vittima civile nel Sacrario ai caduti in Piazza a Villa Minozzo» <ref>[https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Monografia su Zambonini]</ref>. Dopo la sua morte un distaccamento partigiano prenderà  il suo nome, in omaggio alla sua coerenza [[antifascismo|antifascista]].


== Le motivazioni della condanna a morte ==
== Le motivazioni della condanna a morte ==
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