Enrico Baj: differenze tra le versioni

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'''Enrico Baj''' (Milano, [[31 ottobre]] [[1924]] - Vergiate, Varese, [[16 giugno]] [[2003]]) è stato un pittore, grafico, scultore e saggista libertario italiano.  
'''Enrico Baj''' (Milano, [[31 ottobre]] [[1924]] - Vergiate, Varese, [[16 giugno]] [[2003]]) è stato un pittore, grafico, scultore e saggista [[libertario]] italiano.  


{{citazione|Io penso che l'arte moderna in se stessa nasca da una pulsione anarchica.|Enrico Baj}}
{{citazione|Io penso che l'arte moderna in se stessa nasca da una pulsione anarchica.|Enrico Baj}}
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Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica <ref name ="arma">Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.</ref>, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica <ref name ="arma"></ref>, contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «'''generali'''» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che, memori dell'«Ubu roi» di Jarry, rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del [[potere]] e dell'[[autoritarismo]]) e nelle «'''parate militari'''» degli anni Sessanta <ref name="Como">Il [[21 settembre]] [[1969]] Baj sfida una pubblica piazza per una performance di denuncia politica: nel centro di Como, durante l'evento ''Campo Urbano'', proclama il colpo di [[Stato]] fra lo stupore dei passanti.</ref> e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli'''''  ([[1972]]), '''''Nixon Parade''''' ([[1974]]) e l''''''Apocalisse''''' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nel dicembre del [[1987]], in un'aula della facoltà di Architettura, a Milano, il [[Centro Studi Libertari]] organizza lo spettacolo ''Re Ubu a Chernobyl (oppure: Da Pinelli all'Apocalisse)'', in cui le sagome di Baj (sagome di generali e di altri «mostri ordinari e straordinari») vengono animate da un gruppo di mimi. <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=143&pag=143_13.html ''Re Ubu a Chernobyl''], di Marina Padovese e Fabio Santin</ref> Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna.  
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica <ref name ="arma">Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.</ref>, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica <ref name ="arma"></ref>, contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «'''generali'''» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che, memori dell'«Ubu roi» di Jarry, rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del [[potere]] e dell'[[autoritarismo]]) e nelle «'''parate militari'''» degli anni Sessanta <ref name="Como">Il [[21 settembre]] [[1969]] Baj sfida una pubblica piazza per una performance di denuncia politica: nel centro di Como, durante l'evento ''Campo Urbano'', proclama il colpo di [[Stato]] fra lo stupore dei passanti.</ref> e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli'''''  ([[1972]]), '''''Nixon Parade''''' ([[1974]]) e l''''''Apocalisse''''' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nel dicembre del [[1987]], in un'aula della facoltà di Architettura, a Milano, il [[Centro Studi Libertari]] organizza lo spettacolo ''Re Ubu a Chernobyl (oppure: Da Pinelli all'Apocalisse)'', in cui le sagome di Baj (sagome di generali e di altri «mostri ordinari e straordinari») vengono animate da un gruppo di mimi. <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=143&pag=143_13.html ''Re Ubu a Chernobyl''], di Marina Padovese e Fabio Santin</ref> Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna.  


Degli anni Novanta sono i cicli delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem", che vogliono esprimere il [[primitivismo]] moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano. Tra il gennaio e il marzo del [[1993]] Baj sperimenta un'esperienza politica da assessore alla cultura del comune di Varese (non immune da critiche provenienti dall'ambiente anarchico <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=198&pag=198_02.htm ''Eretici ma anarchici''], di Maria Matteo</ref>), presto conclusasi, a causa della sua refrattarietà ai compromessi, con le sue dimissioni. <ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/16/varese-baj-si-dimette-da-assessore.html Varese, ''Baj si dimette da assessore'']</ref>  
Degli anni Novanta sono i cicli delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem", che vogliono esprimere il [[primitivismo]] moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano. Tra il gennaio e il marzo del [[1993]] Baj sperimenta un'esperienza politica da assessore alla cultura del comune di Varese (non immune da critiche provenienti dall'ambiente anarchico <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=198&pag=198_02.htm ''Eretici ma anarchici''], di Maria Matteo</ref>), presto conclusasi, a causa della sua refrattarietà ai compromessi, con le sue dimissioni. <ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/16/varese-baj-si-dimette-da-assessore.html ''Varese, Baj si dimette da assessore'']</ref> Nel [[1996]] Baj crea un grande monumento in memoria di [[Bakunin]], di cui è realizzato un piccolo multiplo di quaranta esemplari: il monumento è presentato a un convegno al Monte Verità di Ascona, in [[Svizzera]], il [[5 ottobre]]. <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=232&pag=232_06.htm ''Bakunin ad Ascona''], di Zampanò</ref>
 
Nel [[1996]] Baj crea un grande monumento in memoria di [[Bakunin]], di cui è realizzato un piccolo multiplo di quaranta esemplari: il monumento è presentato a un convegno al Monte Verità di Ascona, in [[Svizzera]], il [[5 ottobre]].


Baj muore a Vergiate (Varese) il [[16 giugno]] [[2003]].
Baj muore a Vergiate (Varese) il [[16 giugno]] [[2003]].
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==La Patafisica libertaria di Enrico Baj==
==La Patafisica libertaria di Enrico Baj==
{{citazione|La Patafisica, come l'arte, difende il principio della libertà e della libertà esistenziale e raccomanda proprio l'immaginario della fantasia quale migliore arma di difesa per preservare almeno l'autonomia del nostro pensiero. La Patafisica è una forma di resistenza all'oppressione in quanto tale. Proprio perché vi è un'oppressione a livello di potere, vi è un'oppressione al livello anche culturale, è evidente che ormai l'industria e l'organizzazione culturale sono opprimenti ed è anche evidente che si svolgono solo secondo modelli che sono quelli che piacciono al Grande Fratello. Quindi noi vediamo che l'oppressione, che va dall'asservimento dell'individuo e dei suoi comportamenti ai media e alla diffusione estrema di un sistema di produzione e di consumo forzato, è presente ovunque.|Enrico Baj (da ''Che cos'è la Patafisica?'')}}
{{citazione|La Patafisica, come l'[[arte]], difende il principio della [[libertà]] e della [[libertà]] esistenziale e raccomanda proprio l'immaginario della fantasia quale migliore arma di difesa per preservare almeno l'autonomia del nostro pensiero. La Patafisica è una forma di resistenza all'oppressione in quanto tale. Proprio perché vi è un'oppressione a livello di potere, vi è un'oppressione al livello anche culturale, è evidente che ormai l'industria e l'organizzazione culturale sono opprimenti ed è anche evidente che si svolgono solo secondo modelli che sono quelli che piacciono al Grande Fratello. Quindi noi vediamo che l'oppressione, che va dall'asservimento dell'individuo e dei suoi comportamenti ai media e alla diffusione estrema di un sistema di produzione e di consumo forzato, è presente ovunque.|Enrico Baj (da ''Che cos'è la Patafisica?'')}}
[[File:Baj Ubu.jpg|thumb|left|200px|Baj davanti al suo Ubu Re.]]
Baj, il "patapittore", come lo definì il poeta Jean-Clarence Lambert, è uno tra i più fervidi seguaci di Alfred Jarry e della sua '''Patafisica''', sposa i contenuti di questa «scienza delle soluzioni immaginarie» portandoli a vessillo del proprio universo culturale. Baj matura negli anni una sua visione della Patafisica che proietta nella propria opera e che utilizza come arma contro le contraddizioni e le costrizioni del mondo e della società. L'irriverenza, l'ironia e il gusto del paradosso, propri di questa scienza, costituiscono per l'artista gli «anticorpi dell'uomo contemporaneo contro l'oppressione e la massificazione della burocrazia, dei codici fiscali, postali, telefonici, bancomatici, internettici eccetera». La Patafisica, che Baj riassume col motto «imago ergo sum», in opposizione alla razionalità matematica cartesiana, è nello stesso tempo musa e linfa vitale che rinnova e rinvigorisce la forza dell'immaginazione. Per Baj, infatti, il pittore, come il patafisico, rifiuta le spiegazioni scientifiche definitive, non riconoscendone alcuna valenza morale o estetica. Allo stesso modo egli azzera con la fantasia, facoltà «che può valicare le più alte vette e superare ogni difficoltà», la comune tensione a trovare una soluzione logica a ogni problema.
 
=== Ubu Re e il dottor Faustroll===
'''Ubu Re''', personaggio principale di Alfred Jarry, rappresenta per Baj «l'eresia, la satira, la demitizzazione e la contestazione della distruzione [...] del concetto di [[autoritarismo]], talmente è goffa, ridicola, assurda, contraddittoria, paradossale la figura di questo truculento [...] indubitabilmente la più efficace derisione e la più grande merdrificazione <ref>''Ubu Roi'', opera teatrale di Alfred Jarry, si apre con «Merdre» («Merdra»), parola pronunciata da Père Ubu.</ref> del [[potere]] e della fede nel [[potere]]».


Baj, il "patapittore", come lo definì il poeta Jean-Clarence Lambert, è uno tra i più fervidi seguaci di Alfred Jarry e della sua '''Patafisica''', sposa i contenuti di questa «scienza delle soluzioni immaginarie» portandoli a vessillo del proprio universo culturale. Baj matura negli anni una sua visione della Patafisica che proietta nella propria opera e che utilizza come arma contro le contraddizioni e le costrizioni del mondo e della società. L'irriverenza, l'ironia e il gusto del paradosso, propri di questa scienza, costituiscono per l'artista gli «anticorpi dell'uomo contemporaneo contro l'oppressione e la massificazione della burocrazia, dei codici fiscali, postali, telefonici, bancomatici, internettici eccetera». La Patafisica, che Baj riassume col motto «imago ergo sum», in opposizione alla razionalità matematica cartesiana, è nello stesso tempo musa e linfa vitale che rinnova e rinvigorisce la forza dell'immaginazione. Per Baj, infatti, il pittore, come il patafisico, rifiuta le spiegazioni scientifiche definitive, non riconoscendone alcuna valenza morale o estetica. Allo stesso modo egli azzera con la fantasia, facoltà «che può valicare le più alte vette e superare ogni difficoltà», la comune tensione a trovare una soluzione logica a ogni problema.
Un altro personaggio di Jarry, il '''dottor Faustroll''', rappresenta per Baj una sorta di anarchizzazione della scienza e del [[potere]] scientifico: «Di fronte alle scienze esatte o tecniche che già si preparavano a dominare l'uomo, riducendolo a una nuova forma di schiavitù definibile come dipendenza psicotecnica, Jarry, per bocca di Faustroll, inventa la Patafisica, che è la scienza per antonomasia, quindi non più la scienza chimica, la scienza matematica, la scienza fisica o la medicina, ribattezzata "merdicina", bensì l'unica vera scienza. [...] Patafisica che è la scienza delle soluzioni immaginarie [...] con un rimando [...] all'immaginario, ai poteri creativi dell'immaginazione, di fronte alla logica dell'imposizione paradigmatica che le scienze cominciavano a profilare chiaramente come presupposto per la percezione e l'appropriazione del mondo».


==Note==
==Note==
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==Bibliografia==
==Bibliografia==
[[File:Bajbak.jpg|thumb|200px|Locandina del convegno tenuto il [[5 ottobre]] [[1996]] al Monte Verità di Ascona.]]
*Enrico Baj, ''Impariamo la pittura, Tutto ciò che serve per diventare un grande artista, o un allegro falsario, o un pittore che fa sul serio e vuole divertirsi'', Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1987
*Enrico Baj, ''Impariamo la pittura, Tutto ciò che serve per diventare un grande artista, o un allegro falsario, o un pittore che fa sul serio e vuole divertirsi'', Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1987
*Enrico Baj, ''Cose, fatti e persone'', Milano, Elèuthera, 1988
*Enrico Baj, ''Cose, fatti e persone'', Milano, Elèuthera, 1988
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*Enrico Baj, ''Patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie'', Milano, Bompiani, 1982
*Enrico Baj, ''Patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie'', Milano, Bompiani, 1982
*Enrico Baj, Vincenzo Accame, Brunella Eruli, ''Jarry e la Patafisica: arte, letteratura, spettacolo'', Comune di Milano, 1983
*Enrico Baj, Vincenzo Accame, Brunella Eruli, ''Jarry e la Patafisica: arte, letteratura, spettacolo'', Comune di Milano, 1983
*Enrico Baj, ''Che cos'è la Patafisica?'', Milano, Edizioni L'Affranchi, 1994
*Enrico Baj, ''Che cos'è la Patafisica?'', Salorino (Svizzera), Edizioni L'Affranchi, 1994


==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Arte e Anarchia]]
*[[Arte e anarchia]]


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
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