Comunismo: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
16 byte aggiunti ,  12:20, 28 ott 2023
nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
 
(21 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 6: Riga 6:
=== Le origini ===  
=== Le origini ===  
[[File:Red flag waving.png|thumb|left|200px|La bandiera rossa è il simbolo adottato dalla [[marxismo|corrente marxista]].]]
[[File:Red flag waving.png|thumb|left|200px|La bandiera rossa è il simbolo adottato dalla [[marxismo|corrente marxista]].]]
La prima formulazione di una società comunista è attribuibile a [[Platone]], che nella città ideale disegnata nella Repubblica prevedeva la soppressione della proprietà privata e dell'istituzione familiare per annullare ogni conflitto tra interesse privato e [[Stato]]; tale modello si applicava tuttavia alla sola élite dirigente, mentre mancava ogni riferimento a una emancipazione dei ceti inferiori. È comunque con l'avvento del cristianesimo che fiorirono i primi ideali comunistici di carattere universale: i dettami evangelici, per quanto attenuati dalle esortazioni di s. Paolo a vivere docilmente la propria condizione sociale, indussero le prime comunità cristiane a mettere in comune i beni materiali <ref>cfr. Atti degli Apostoli, 2,44-45; 4,34-37; 5,1-4</ref>. Questi precedenti ispirarono in una certa misura le esperienze dell'ordine francescano e dei movimenti ereticali dei secc. XII-XIV (catari, valdesi, fratelli apostolici di fra' Dolcino, predicazione di Gioacchino da Fiore). Ancora nei primi anni del "500" [[Thomas Müntzer]], il capo dei contadini protestanti, gli [[anabattismo|anabattisti]] in lotta contro i loro principi, esortò a restaurare l'uguaglianza delle comunità cristiane delle origini.
La prima formulazione di una società comunista è attribuibile a [[Platone]], che nella città ideale disegnata nella Repubblica prevedeva la soppressione della proprietà privata e dell'istituzione familiare per annullare ogni conflitto tra interesse privato e [[Stato]]; tale modello si applicava tuttavia alla sola élite dirigente, mentre mancava ogni riferimento a una emancipazione dei ceti inferiori. È comunque con l'avvento del cristianesimo che fiorirono i primi ideali comunistici di carattere universale: i dettami evangelici, per quanto attenuati dalle esortazioni di s. Paolo a vivere docilmente la propria condizione sociale, indussero le prime comunità cristiane a mettere in comune i beni materiali <ref>cfr. Atti degli Apostoli, 2,44-45; 4,34-37; 5,1-4</ref>. Questi precedenti ispirarono in una certa misura le esperienze dell'ordine francescano e dei movimenti ereticali dei s ecc. XII-XIV (catari, valdesi, fratelli apostolici di fra' Dolcino, predicazione di Gioacchino da Fiore). Ancora nei primi anni del "500" [[Thomas Müntzer]], il capo dei contadini protestanti, gli [[anabattismo|anabattisti]] in lotta contro i loro principi, esortò a restaurare l'uguaglianza delle comunità cristiane delle origini.
[[File:Guerin.JPG|thumb|250px|[[Daniel Guérin]]]]
[[File:Guerin.JPG|thumb|250px|[[Daniel Guérin]]]]
È doveroso sottolineare che il termine comunismo indica l'adesione a principi di classe che contraddistinguono tutta la sinistra rivoluzionaria (compreso il pensiero anarchico), indipendentemente dalle scuole di pensiero. Sono stati gli anarchici, di fatto, ad adottare per primi su larga scala il termine comunismo.  
È doveroso sottolineare che il termine comunismo indica l'adesione a principi di classe che contraddistinguono tutta la sinistra rivoluzionaria (compreso il pensiero anarchico), indipendentemente dalle scuole di pensiero. Sono stati gli anarchici, di fatto, ad adottare per primi su larga scala il termine comunismo.  
Riga 12: Riga 12:
La sua assunzione cosciente anzi ha rappresentato una maturazione precoce del movimento anarchico, che è passato dalla fase [[collettivismo|collettivista]], cui era ancora legato [[Michail Bakunin| Bakunin]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno in misura del proprio lavoro'''''»), alla fase veramente [[egualitarismo| egualitaria]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni'''''»).
La sua assunzione cosciente anzi ha rappresentato una maturazione precoce del movimento anarchico, che è passato dalla fase [[collettivismo|collettivista]], cui era ancora legato [[Michail Bakunin| Bakunin]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno in misura del proprio lavoro'''''»), alla fase veramente [[egualitarismo| egualitaria]] («'''''da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni'''''»).


Prima che sul finire del XIX secolo gli anarchici adottassero l'aggettivo comunista, esso era relegato ad alcune sette utopistiche. I [[marxismo|marxisti]] lo avevano assunto inizialmente, tant'è che [[Karl Marx]] ed [[Friedrich Engels]], proprio per il piccolo gruppo di tedeschi emigrati in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] uniti nella "Lega dei Comunisti", scrissero nel [[1848]] il ''[[Manifesto del Partito Comunista]]''. Ma successivamente ripiegarono in tutti i paesi sul termine socialdemocrazia. Solo dopo [[La Rivoluzione Russa |la rivoluzione russa]] dell'ottobre [[1917]] nei partiti marxisti di tutto il mondo tornerà l'aggettivo comunista, quando i comunisti anarchici lo avevano già utilizzato da mezzo secolo all'incirca in totale analogia con [[anarchismo]] di classe.
Prima che sul finire del XIX secolo gli anarchici adottassero l'aggettivo comunista, esso era relegato ad alcune sette utopistiche. I [[marxismo|marxisti]] lo avevano assunto inizialmente, tant'è che [[Karl Marx]] ed [[Friedrich Engels]], proprio per il piccolo gruppo di tedeschi emigrati in [[Gran Bretagna|Inghilterra]] uniti nella "Lega dei Comunisti", scrissero nel [[1848]] il ''[[Manifesto del Partito Comunista]]''. Ma successivamente ripiegarono in tutti i paesi sul termine socialdemocrazia. Solo dopo [[La Rivoluzione russa |la rivoluzione russa]] dell'ottobre [[1917]] nei partiti marxisti di tutto il mondo tornerà l'aggettivo comunista, quando i comunisti anarchici lo avevano già utilizzato da mezzo secolo all'incirca in totale analogia con [[anarchismo]] di classe.


=== Utopie e cambiamenti economici ===  
=== Utopie e cambiamenti economici ===  


Le prime [[Utopia (concetto)|utopie]] comuniste in senso proprio furono esposte nei secc. XVI e XVII (in coincidenza con l'affermazione della classe borghese, lo sviluppo delle manifatture e la crisi di molte comunità rurali). In quel contesto s. [[Tommaso Moro]] scrisse ([[1516]]) "Utopia", isola ideale dove non esistevano proprietà privata e denaro, i beni appartenevano allo [[Stato]], i cittadini lavoravano sei ore al giorno e l'ordinamento era democratico ed elettivo. L'ideale di un mondo organizzato per soddisfare i bisogni della comunità e non quelli egoistici dei singoli trovò nuova voce un secolo dopo negli scritti di [[Tommaso Campanella]] (''[[La città del sole]]'', [[1643]]). Le aspirazioni a un nuovo ordine sociale furono alla base, verso la metà del '600, del movimento inglese degli "zappatori" ([[diggers]]), ala estrema del movimento radical-democratico dei "livellatori" (levellers ): essi ponevano come premessa imprescindibile per l'eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali la soppressione della proprietà terriera (scritti di [[Gerrard Winstanley]]). Nel [[1649]] il loro tentativo di comunità rurale fu represso con le armi.
Le prime [[Utopia (concetto)|utopie]] comuniste in senso proprio furono esposte nei s ecc. XVI e XVII (in coincidenza con l'affermazione della classe borghese, lo sviluppo delle manifatture e la crisi di molte comunità rurali). In quel contesto s. [[Tommaso Moro]] scrisse ([[1516]]) "Utopia", isola ideale dove non esistevano proprietà privata e denaro, i beni appartenevano allo [[Stato]], i cittadini lavoravano sei ore al giorno e l'ordinamento era democratico ed elettivo. L'ideale di un mondo organizzato per soddisfare i bisogni della comunità e non quelli egoistici dei singoli trovò nuova voce un secolo dopo negli scritti di [[Tommaso Campanella]] (''[[La città del sole]]'', [[1643]]). Le aspirazioni a un nuovo ordine sociale furono alla base, verso la metà del '600, del movimento inglese degli "zappatori" ([[diggers]]), ala estrema del movimento radical-democratico dei "livellatori" (levellers ): essi ponevano come premessa imprescindibile per l'eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali la soppressione della proprietà terriera (scritti di [[Gerrard Winstanley]]). Nel [[1649]] il loro tentativo di comunità rurale fu represso con le armi.


=== Rivoluzione francese e rivoluzione industriale ===  
=== Rivoluzione francese e rivoluzione industriale ===  
[[File:Etiennecabet.jpg|left|thumb|180 px|Etienne Cabet]]
[[File:Etiennecabet.jpg|left|thumb|180 px|Étienne Cabet]]


Il pensiero illuminista portò un contributo fondamentale alla crescita delle idee comuniste. In particolare le elaborazioni di [[Jean Jacques Rousseau]] e di Morelly (che configuravano la proprietà privata il primo come degenerazione di un primitivo e ideale stato di natura, il secondo come origine di ogni difetto sociale) aprirono la strada al movimento guidato, in corrispondenza della [[La Rivoluzione Francese| rivoluzione francese]], da [[Babeuf]]: il "babuvismo" aspirava nella sostanza a un comunismo distributivo, a un sistema, cioè, in cui il potere politico si preoccupasse di organizzare pressoché integralmente l'attività economica e di distribuire con equità i prodotti del lavoro.  
Il pensiero illuminista portò un contributo fondamentale alla crescita delle idee comuniste. In particolare le elaborazioni di [[Jean Jacques Rousseau]] e di Morelly (che configuravano la proprietà privata il primo come degenerazione di un primitivo e ideale stato di natura, il secondo come origine di ogni difetto sociale) aprirono la strada al movimento guidato, in corrispondenza della [[La Rivoluzione Francese| rivoluzione francese]], da [[Babeuf]]: il "babuvismo" aspirava nella sostanza a un comunismo distributivo, a un sistema, cioè, in cui il potere politico si preoccupasse di organizzare pressoché integralmente l'attività economica e di distribuire con equità i prodotti del lavoro.  
Riga 25: Riga 25:
Nel [[1796]] la "[[congiura degli Eguali]]" di Babeuf pose le radici di quell'idea di "dittatura dell'insurrezione" (cioè la possibilità di ricorrere ad azioni politiche estreme per instaurare una società comunista), che tanto peso avrebbe avuto negli sviluppi ulteriori del movimento comunista. Tuttavia, le scuole di pensiero socialiste e comuniste che nella prima metà dell'800 fiorirono in risposta ai crescenti problemi economici e sociali provocati dalla rivoluzione industriale non percorsero la strada del babuvismo, mirando piuttosto a cambiamenti nonviolenti. Così [[Charles Fourier]] teorizzò i ''falansteri'' (piccole comunità autarchiche prive di contrasti di interesse), mentre [[Robert Owen]] progettò le comuni (villaggi agricoli fondati sulla cooperazione, costituiti su terre assegnate ai disoccupati).  
Nel [[1796]] la "[[congiura degli Eguali]]" di Babeuf pose le radici di quell'idea di "dittatura dell'insurrezione" (cioè la possibilità di ricorrere ad azioni politiche estreme per instaurare una società comunista), che tanto peso avrebbe avuto negli sviluppi ulteriori del movimento comunista. Tuttavia, le scuole di pensiero socialiste e comuniste che nella prima metà dell'800 fiorirono in risposta ai crescenti problemi economici e sociali provocati dalla rivoluzione industriale non percorsero la strada del babuvismo, mirando piuttosto a cambiamenti nonviolenti. Così [[Charles Fourier]] teorizzò i ''falansteri'' (piccole comunità autarchiche prive di contrasti di interesse), mentre [[Robert Owen]] progettò le comuni (villaggi agricoli fondati sulla cooperazione, costituiti su terre assegnate ai disoccupati).  


Da parte sua, [[Etienne Cabet]] immaginò invece un sistema rigorosamente comunista (privo di ogni forma di proprietà privata) a livello nazionale, reso possibile dalla soppressione di qualunque differenza sociale e dal controllo dei mezzi produttivi da parte della collettività. Il punto più alto di questa linea di pensiero venne raggiunto da [[Claude-Henri de Saint-Simon]], il primo a introdurre inequivocabilmente gli ideali comunistici nel nuovo mondo industriale: dalle idee di Saint-Simon emergeva chiaramente la condanna di una società in cui i pochi si arricchivano sfruttando il lavoro della maggioranza.
Da parte sua, [[Étienne Cabet]] immaginò invece un sistema rigorosamente comunista (privo di ogni forma di proprietà privata) a livello nazionale, reso possibile dalla soppressione di qualunque differenza sociale e dal controllo dei mezzi produttivi da parte della collettività. Il punto più alto di questa linea di pensiero venne raggiunto da [[Claude-Henri de Saint-Simon]], il primo a introdurre inequivocabilmente gli ideali comunistici nel nuovo mondo industriale: dalle idee di Saint-Simon emergeva chiaramente la condanna di una società in cui i pochi si arricchivano sfruttando il lavoro della maggioranza.


=== Il pensiero di Marx ed Engels ===  
=== Il pensiero di Marx ed Engels ===  
Riga 34: Riga 34:
Il progressivo scomparire dei ceti medi, assorbiti dalla dinamica industriale all'interno del proletariato, avrebbe alla fine messo l'una di fronte all'altra la ristretta élite di capitalisti e la stragrande maggioranza costituita dai lavoratori-proletari. Questi ultimi, forti del loro numero, avrebbero potuto imporre l'abbattimento della proprietà privata e instaurare una società senza classi, dove ognuno contribuisse in misura delle sue capacità e ricevesse secondo il suo bisogno.
Il progressivo scomparire dei ceti medi, assorbiti dalla dinamica industriale all'interno del proletariato, avrebbe alla fine messo l'una di fronte all'altra la ristretta élite di capitalisti e la stragrande maggioranza costituita dai lavoratori-proletari. Questi ultimi, forti del loro numero, avrebbero potuto imporre l'abbattimento della proprietà privata e instaurare una società senza classi, dove ognuno contribuisse in misura delle sue capacità e ricevesse secondo il suo bisogno.


'''Il movimento socialista dopo Marx andò differenziandosi in due grandi filoni''': da una parte chi vedeva il socialismo come il risultato del progressivo allargamento della democrazia borghese garantito dall'ineluttabile caduta del [[capitalismo]] per le sue contraddizioni interne; dall'altra, chi, soprattutto dopo la sanguinosa repressione della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]], sosteneva la necessità di una rottura rivoluzionaria che si ponesse il problema della conquista del potere da parte delle avanguardie del proletariato, forzando i tempi della storia e non delegando i destini del c. a indefiniti e spontanei processi economico-sociali. Lo scontro delle due linee percorse la storia dei partiti socialisti organizzati nella [[l'Internazionale dei lavoratori|Prima e nella Seconda Internazionale]] e arrivò a una definitiva divaricazione con la I guerra mondiale, vista da molti come la conferma dell'incapacità del [[capitalismo]] di risolvere le sue contraddizioni se non facendo precipitare il mondo in disastrosi conflitti. La [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione bolscevica]] del [[1917]] in [[Russia]] portò alla creazione del primo [[Stato]] socialista della storia e della [https://www.anarcopedia.org/index.php/l%27Internazionale_dei_lavoratori#L.27Internazionale_Comunista III Internazionale comunista] ([[1919]]): da quel momento la storia del comunismo divenne un continuo e spesso strumentale e incoerente intreccio di ideali e teorie da un lato, e realizzazioni politico-istituzionali dall'altro.
'''Il movimento [[socialista]] dopo Marx andò differenziandosi in due grandi filoni''': da una parte chi vedeva il socialismo come il risultato del progressivo allargamento della democrazia borghese garantito dall'ineluttabile caduta del [[capitalismo]] per le sue contraddizioni interne; dall'altra, chi, soprattutto dopo la sanguinosa repressione della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] del [[1871]], sosteneva la necessità di una rottura rivoluzionaria che si ponesse il problema della conquista del potere da parte delle avanguardie del proletariato, forzando i tempi della storia e non delegando i destini del c. a indefiniti e spontanei processi economico-sociali. Lo scontro delle due linee percorse la storia dei partiti socialisti organizzati nella [[l'Internazionale dei lavoratori|Prima e nella Seconda Internazionale]] e arrivò a una definitiva divaricazione con la Prima guerra mondiale, vista da molti come la conferma dell'incapacità del [[capitalismo]] di risolvere le sue contraddizioni se non facendo precipitare il mondo in disastrosi conflitti. La [[La Rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]] del [[1917]] in [[Russia]] portò alla creazione del primo [[Stato]] [[socialista]] della storia e della [[Associazione_Internazionale_dei_Lavoratori#L'Internazionale_Comunista|III Internazionale Comunista]] ([[1919]]): da quel momento la storia del comunismo divenne un continuo e spesso strumentale e incoerente intreccio di ideali e teorie da un lato, e realizzazioni politico-istituzionali dall'altro.


La storia del [[marxismo]] ha dato origine a diverse correnti di pensiero, tutte fondate su una diversa interpretazione degli scritti di Marx. Le più importanti sono: [[marxismo-leninismo]] ([[stalinismo]]), [[luxemburghismo]] ([[consiliarismo]]), [[trotzkismo]] e [[maoismo]].
La storia del [[marxismo]] ha dato origine a diverse correnti di pensiero, tutte fondate su una diversa interpretazione degli scritti di Marx. Le più importanti sono: [[marxismo-leninismo]] ([[stalinismo]]), [[luxemburghismo]] ([[consiliarismo]]), [[trotzkismo]] e [[maoismo]].
Riga 40: Riga 40:
=== L'esperienza sovietica ===  
=== L'esperienza sovietica ===  
È indubbiamente la figura di [[Lenin|Nicolaj Lenin]], con la sua interpretazione teorico-pragmatica del marxismo (leninismo), a imporsi come protagonista di questa svolta. Entro il movimento rivoluzionario russo il gruppo bolscevico guidato da Lenin si distinse per il rifiuto dell'idea del crollo del [[capitalismo]] come frutto delle spontanee lotte economiche dei lavoratori e per la forte sottolineatura della consapevolezza teorica e della politica nella lotta rivoluzionaria.
È indubbiamente la figura di [[Lenin|Nicolaj Lenin]], con la sua interpretazione teorico-pragmatica del marxismo (leninismo), a imporsi come protagonista di questa svolta. Entro il movimento rivoluzionario russo il gruppo bolscevico guidato da Lenin si distinse per il rifiuto dell'idea del crollo del [[capitalismo]] come frutto delle spontanee lotte economiche dei lavoratori e per la forte sottolineatura della consapevolezza teorica e della politica nella lotta rivoluzionaria.
Veniva così a configurarsi il ruolo del Partito Comunista come avanguardia cosciente, interprete della classe operaia e garante della conquista del potere statale. Ben presto, dopo [[La Rivoluzione Russa|la rivoluzione russa del 1917]], il progetto di instaurazione di una [[democrazia]] operaia dei soviet lasciò il passo al monopolio del potere da parte del Partito Comunista, giustificato con la durezza dello scontro di classe interno e con l'"accerchiamento" della rivoluzione da parte delle potenze internazionali capitalistiche.  
Veniva così a configurarsi il ruolo del Partito Comunista come avanguardia cosciente, interprete della classe operaia e garante della conquista del potere statale. Ben presto, dopo [[La Rivoluzione russa|la rivoluzione russa del 1917]], il progetto di instaurazione di una [[democrazia]] operaia dei soviet lasciò il passo al monopolio del potere da parte del Partito Comunista, giustificato con la durezza dello scontro di classe interno e con l'"accerchiamento" della rivoluzione da parte delle potenze internazionali capitalistiche.  
[[File:1917petrogradsoviet assembly.jpg|thumb|right|300px|Il [[soviet]] di Pietrogrado nel 1917]]
[[File:1917petrogradsoviet assembly.jpg|thumb|right|300px|Il [[soviet]] di Pietrogrado nel 1917]]
Il regime comunista russo si caratterizzò per il fortissimo centralismo e per l'identificazione tra [[Stato]] e partito che tendevano ad annullare le libertà e i diritti individuali. I tratti autoritari furono parossisticamente accentuati dal sistema di potere creato da [[Stalin]] tra il [[1924]] e il [[1953]]: all'imposizione di una concezione monolitica del partito e al culto della personalità del capo, che spensero ogni possibilità di dibattito politico, unì drastiche persecuzioni contro avversari reali e potenziali. Queste misure apparentemente violente erano giustificabili dall'esigenza di costruire il «socialismo in un solo paese» in un contesto internazionale ostile, subordinando alle esigenze dello Stato sovietico quelle del movimento rivoluzionario in Occidente, contro la tesi di «rivoluzione permanente» avanzata da [[Lev Trotzkij]]. Mentre sotto Lenin si era sperimentata la convivenza tra regime [[collettivismo|collettivistico]] e forme di proprietà privata, specie nelle campagne, Stalin optò definitivamente per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e la pianificazione centrale dell'intera dinamica economica secondo "piani quinquennali", centrati sullo sviluppo accelerato dell'industria pesante. Su queste scelte si consumò la rottura tra [[Stalin]] e [[Nicolaj Bucharin]] e furono avviate le grandi "purghe" del partito e dello [[Stato]], che fecero milioni di vittime negli anni '30 (la repressione colpì anche gli anarchici, che già erano stati duramente repressi sin dai tempi di [[Kronstadt]]). Il Patto Molotov-Ribbentrop con il Terzo Reich consentì a Stalin di non entrare subito in guerra, permettendogli di riportare l'Unione Sovietica alla stessa estensione territoriale dell'Impero Russo con l'annessione di Polonia Orientale, Bessarabia, Stati Baltici e Karelia. In seguito all'apertura del Fronte Orientale, tuttavia, l'URSS giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta dei tedeschi, soprattutto grazie agli aiuti inviati da Churchill e Roosevelt; la vittoria nella Seconda guerra mondiale consentì l'imposizione del regime comunista prima nei paesi dell'Europa orientale rimasti sotto l'influenza dell'[[URSS]] (il famoso Patto di Varsavia), quindi, a seguito del processo di decolonizzazione, in alcuni [[Stato|Stati]] dell'Africa e del Sudest asiatico, sebbene questi ultimi furono più spesso appannaggio della Cina maoista.
Il regime comunista russo si caratterizzò per il fortissimo centralismo e per l'identificazione tra [[Stato]] e partito che tendevano ad annullare le libertà e i diritti individuali. I tratti autoritari furono parossisticamente accentuati dal sistema di potere creato da [[Stalin]] tra il [[1924]] e il [[1953]]: all'imposizione di una concezione monolitica del partito e al culto della personalità del capo, che spensero ogni possibilità di dibattito politico, unì drastiche persecuzioni contro avversari reali e potenziali. Queste misure apparentemente violente erano giustificabili dall'esigenza di costruire il «socialismo in un solo paese» in un contesto internazionale ostile, subordinando alle esigenze dello Stato sovietico quelle del movimento rivoluzionario in Occidente, contro la tesi di «rivoluzione permanente» avanzata da [[Lev Trotzkij]]. Mentre sotto Lenin si era sperimentata la convivenza tra regime [[collettivismo|collettivistico]] e forme di proprietà privata, specie nelle campagne, Stalin optò definitivamente per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura e la pianificazione centrale dell'intera dinamica economica secondo "piani quinquennali", centrati sullo sviluppo accelerato dell'industria pesante. Su queste scelte si consumò la rottura tra [[Stalin]] e [[Nicolaj Bucharin]] e furono avviate le grandi "purghe" del partito e dello [[Stato]], che fecero milioni di vittime negli anni '30 (la repressione colpì anche gli anarchici, che già erano stati duramente repressi sin dai tempi di [[Kronstadt]]). Il Patto Molotov-Ribbentrop con il Terzo Reich consentì a Stalin di non entrare subito in guerra, permettendogli di riportare l'Unione Sovietica alla stessa estensione territoriale dell'Impero Russo con l'annessione di Polonia Orientale, Bessarabia, Stati Baltici e Karelia. In seguito all'apertura del Fronte Orientale, tuttavia, l'URSS giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta dei tedeschi, soprattutto grazie agli aiuti inviati da Churchill e Roosevelt; la vittoria nella Seconda guerra mondiale consentì l'imposizione del regime comunista prima nei paesi dell'Europa orientale rimasti sotto l'influenza dell'[[URSS]] (il famoso Patto di Varsavia), quindi, a seguito del processo di decolonizzazione, in alcuni [[Stato|Stati]] dell'Africa e del Sudest asiatico, sebbene questi ultimi furono più spesso appannaggio della Cina maoista.
Riga 50: Riga 50:
===L'esperienza cubana===
===L'esperienza cubana===
[[File:M-26-7.png|150 px|left|thumb| Logo del Movimento 26 luglio]]
[[File:M-26-7.png|150 px|left|thumb| Logo del Movimento 26 luglio]]
Singolare è l'esperienza cubana, in cui il comunismo fu instaurato grazie ai rivoluzionari ''barbudos'' del [[movimento 26 luglio]] ([[Ernesto Che Guevara]], [[Fidel Castro]], [[Camilo Cinfuegos]], ecc.). La vittoria dei rivoluzionari e la cacciata del dittatore filo-statunitese Fulgencio Batista divenne "ufficiale" il [[2 gennaio]] [[1959]], quando la colonna del [[Che]] entra nella capitale di Cuba, La Habana, e occupa la fortezza militare "La Cabaña". Proprio qui, organizzò una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti. È la vittoria di Ernesto e dei suoi compagni. Nonostante l'embargo statunitense, gli attentati terroristici degli anticastristi <ref>Il più celebre terrorista anticastrista è «Luis Posada Carriles, considerato il Bin Laden dei Caraibi, vive a Miami in Florida. Fu arrestato nel 2005 e rilasciato nel 2007 per il reato di immigrazione clandestina. Cuba e il Venezuela ne chiedono l'estradizione, ma il suo avvocato ha chiesto asilo politico al governo degli Stati Uniti affermando che il suo cliente ha sostenuto gli interessi degli Stati Uniti per 40 anni. A Miami, tra gli autodefinitisi "esiliati cubani", Posada Carriles è considerato un eroe, un combattente della patria, un liberatore. Nel 2010 ha marciato per le strade di Miami in sostegno delle Damas de Blanco cubane.» (Fonte: Desde Cuba])</ref>), i diversi tentativi controrivoluzionari (il più celebre fu la cosiddetta Baia dei Porci <ref>[https://web.archive.org/web/20160307125423/http://pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/b/b004.htm la Baia dei Porci]</ref>), la morte del carismatico [[Che Guevara]] e il crollo del regime sovietico (che era il suo principale partner commerciale), il governo cubano ha resistito sino ad oggi. Nel corso di tutti questi anni il regime cubano si è via via involuto e per questo molte [[Che_Guevara#Critiche_anarchiche_al_.22Che.22|critiche al castrismo]] sono giunte anche da esponenti della sinistra rivoluzionaria e dagli anarchici in particolare.
Singolare è l'esperienza cubana, in cui il comunismo fu instaurato grazie ai rivoluzionari ''barbudos'' del [[movimento 26 luglio]] ([[Ernesto Che Guevara]], [[Fidel Castro]], [[Camilo Cinfuegos]] ecc.). La vittoria dei rivoluzionari e la cacciata del dittatore filo-statunitese Fulgencio Batista divenne "ufficiale" il [[2 gennaio]] [[1959]], quando la colonna del [[Che]] entra nella capitale di Cuba, La Habana, e occupa la fortezza militare "La Cabaña". Proprio qui, organizzò una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti. È la vittoria di Ernesto e dei suoi compagni. Nonostante l'embargo statunitense, gli attentati terroristici degli anticastristi <ref>Il più celebre terrorista anticastrista è «Luis Posada Carriles, considerato il Bin Laden dei Caraibi, vive a Miami in Florida. Fu arrestato nel 2005 e rilasciato nel 2007 per il reato di immigrazione clandestina. Cuba e il Venezuela ne chiedono l'estradizione, ma il suo avvocato ha chiesto asilo politico al governo degli Stati Uniti affermando che il suo cliente ha sostenuto gli interessi degli Stati Uniti per 40 anni. A Miami, tra gli autodefinitisi "esiliati cubani", Posada Carriles è considerato un eroe, un combattente della patria, un liberatore. Nel 2010 ha marciato per le strade di Miami in sostegno delle Damas de Blanco cubane.» (Fonte: Desde Cuba)</ref>), i diversi tentativi controrivoluzionari (il più celebre fu la cosiddetta Baia dei Porci <ref>[https://web.archive.org/web/20160307125423/http://pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/b/b004.htm la Baia dei Porci]</ref>), la morte del carismatico [[Che Guevara]] e il crollo del regime sovietico (che era il suo principale partner commerciale), il governo cubano ha resistito sino ad oggi. Nel corso di tutti questi anni il regime cubano si è via via involuto e per questo molte [[Che_Guevara#Critiche_anarchiche_al_.22Che.22|critiche al castrismo]] sono giunte anche da esponenti della sinistra rivoluzionaria e dagli anarchici in particolare.


=== Dalla destalinizzazione al crollo dei regimi dell'Est ===
=== Dalla destalinizzazione al crollo dei regimi dell'Est ===
Riga 90: Riga 90:


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*[[Karl Marx]], ''Friedrich Engels'', ''Opere complete'', voll. 50, Roma, Editori Riuniti, 1972-1991. <ref>In Italia l'edizione completa delle opere, prevista in 50 volumi si è fermata a 32 pubblicati fra il 1972 e il 1991 dagli Editori Riuniti [lasciati inediti i volumi XIII, XV, XVIII-XIX, XXI-XIV, XXVI-XXVIII, XXXI-XXXIII, XXXVII, XLV-XLVII e gli Indici]. - Nel 2008 la pubblicazione del volume XXII (luglio 1870 - ottobre 1871) è stata curata dall'Ed. Città del Sole di Napoli, mentre l'organizzazione politica Lotta Comunista ha pubblicato tre volumi dal 1874 al 1887 del carteggio</ref>
*[[Karl Marx]], ''Friedrich Engels'', ''Opere complete'', voll. 50, Roma, Editori Riuniti, 1972-1991 <ref>In Italia l'edizione completa delle opere, prevista in 50 volumi si è fermata a 32 pubblicati fra il 1972 e il 1991 dagli Editori Riuniti (lasciati inediti i volumi XIII, XV, XVIII-XIX, XXI-XIV, XXVI-XXVIII, XXXI-XXXIII, XXXVII, XLV-XLVII e gli Indici). Nel 2008 la pubblicazione del volume XXII (luglio 1870 - ottobre 1871) è stata curata dall'Ed. Città del Sole di Napoli, mentre l'organizzazione politica Lotta Comunista ha pubblicato tre volumi dal 1874 al 1887 del carteggio.</ref>
* ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/e/engels/il_manifesto_del_partito_comunista/pdf/il_man_p.pdf Karl Marx, Friedrich Engels - Manifesto del Partito Comunista, Londra, 1848]'' su Liber Liber.
* ''[https://www.liberliber.it/online/autori/autori-e/friedrich-engels/il-manifesto-del-partito-comunista-bettini/ Karl Marx, Friedrich Engels - Manifesto del Partito Comunista, Londra, 1848]'' su Liber Liber
* Edmund A. Walsh, ''Origine e sviluppo del comunismo mondiale'', Sperling & Kupfer, Milano, 1954
* Edmund A. Walsh, ''Origine e sviluppo del comunismo mondiale'', Sperling & Kupfer, Milano, 1954
* [[George Woodcock]], ''Storia delle idee e dei movimenti libertari'', Feltrinelli Editore, Milano, 1966.
* [[George Woodcock]], ''Storia delle idee e dei movimenti libertari'', Feltrinelli Editore, Milano, 1966
* [[Michail Bakunin]], ''[[Stato e Anarchia]]'', Feltrinelli, Milano 1968 (altre ed. 1972, 1996, 2004)  
* [[Michail Bakunin]], ''[[Stato e Anarchia]]'', Feltrinelli, Milano 1968 (altre ed. 1972, 1996, 2004)  
* [[Nicola Abbagnano]], "Comunismo", in ''Dizionario di filosofia'', UTET, Torino, 1971
* [[Nicola Abbagnano]], "Comunismo", in ''Dizionario di filosofia'', UTET, Torino, 1971
* [[Karl Marx]], [[Friedrich Engels]], ''Critica dell'anarchismo'', Torino, Einaudi, 1972
* [[Karl Marx]], [[Friedrich Engels]], ''Critica dell'anarchismo'', Torino, Einaudi, 1972
* Luciano Canfora, ''Marx e Engels sulle classi romane'', Bari, Dedalo, 1975.
* Luciano Canfora, ''Marx e Engels sulle classi romane'', Bari, Dedalo, 1975
* [[Erich Fromm]], ''Marx e Freud, Milano'', Il Saggiatore, 1978.
* [[Erich Fromm]], ''Marx e Freud, Milano'', Il Saggiatore, 1978
* [[Jacques Derrida]], ''Spettri di Marx. Stato del debito, lavoro del lutto e nuova Internazionale'', Milano, R. Cortina, 1994
* [[Jacques Derrida]], ''Spettri di Marx. Stato del debito, lavoro del lutto e nuova Internazionale'', Milano, R. Cortina, 1994
* [[François Furet]], ''Il passato di un'illusione: l'idea comunista nel XX secolo'', Arnoldo Mondadori Editore, 1995
* [[François Furet]], ''Il passato di un'illusione: l'idea comunista nel XX secolo'', Arnoldo Mondadori Editore, 1995
* Marcello Flores, ''In terra non c'è paradiso'', Baldini Castoldi Dalai Editore, 1998.
* Marcello Flores, ''In terra non c'è paradiso'', Baldini Castoldi Dalai Editore, 1998
* Filippo Pani, [[Salvo Vaccaro]], ''Atlanti della Filosofia - Il Pensiero Anarchico'', edizioni Demetra 1997
* Filippo Pani, [[Salvo Vaccaro]], ''Atlanti della Filosofia - Il Pensiero Anarchico'', edizioni Demetra 1997
* Robert Service, ''Compagni. Storia Globale del comunismo nel XX secolo'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & Figli|Laterza]], Bari, 2008
* Robert Service, ''Compagni. Storia Globale del comunismo nel XX secolo'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & Figli|Laterza]], Bari, 2008


*<references/>
===== Note bibliografiche =====
<references/>


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione