Celso Persici: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Militante anarchico sin da ragazzo, diviene membro attivo della [[Unione Sindacale Italiana]] di Bazzano, in provincia di Bologna - insieme tra gli altri ad [[Armando Borghi]], [[Luigi Fabbri]], [[Gino Balestri]], [[Primo Proni]], Emilio Predieri, ecc-, prende parte il [[4 dicembre]] [[1919]], dopo un'assemblea tenutasi nel suo paese natale, ad un movimento di rivolta.  
Militante anarchico sin da ragazzo, diviene membro attivo della [[Unione Sindacale Italiana]] di Bazzano, in provincia di Bologna - insieme tra gli altri ad [[Armando Borghi]], [[Luigi Fabbri]], [[Gino Balestri]], [[Primo Proni]], Emilio Predieri, ecc-, prende parte il [[4 dicembre]] [[1919]], dopo un'assemblea tenutasi nel suo paese natale, ad un movimento di rivolta.  
Persici è uno dei più giovai militanti dell'«Unione Giovanile Rivoluzionaria» (UGR), nata durante il congresso del'[[Unione Sindacale Italiana|USI]] tenutosi a Parma dal [[20 dicembre|20]] e [[22 dicembre]] [[1919]]. Collabora con «[[Umanità Nova]]» e «[[Guerra di Classe]]». Arrestato insieme a una sessantina di persone, viene processato il [[6 marzo]] [[1920]] ed è condannato a 8 mesi di prigione, che sconterà nel carcere di San Giovanni in Monte di Bologna.  
Persici è uno dei più giovai militanti dell'«Unione Giovanile Rivoluzionaria» (UGR), nata durante il congresso del'[[Unione Sindacale Italiana|USI]] tenutosi a Parma dal [[20 dicembre|20]] e [[22 dicembre]] [[1919]]. Collabora con «[[Umanità Nova]]» e «[[Guerra di Classe]]». Arrestato insieme a una sessantina di persone, viene processato il [[6 marzo]] [[1920]] ed è condannato a 8 mesi di prigione, che sconterà nel carcere di San Giovanni in Monte di Bologna.  


tra il 1920 e il 1923 viene nominato segretario della Borsa di Lavoro locale. Il [[27 maggio]] del [[1921]] viene condannato a otto mesi e 22 giorni di detenzione. Nel [[1923]], dopo le azioni fasciste contro la sua famiglia e lui stesso, si reca in esilio in [[Francia]]. A Parigi e Marsiglia, si unisce ad altri rifugiati italiani  ([[Gino Balestri]], [[Edoardo Angeli]], la famiglia Giglioli, [[Emilio Predieri]], [[Antonio Persici]], la famiglia Berneri, la famiglia Fabbri, [[Pio Turroni]], [[Umberto Marzocchi]], [[Aurelio Chessa]], ecc.) per formare una cooperativa di muratori e permettere ai compagni di avere del lavoro e dei documenti. I guadagni sono versati al movimento anarchico. Prenderà parte così alla costruzione del casinò di Vichy e di St Jean-de-Luz. Dopo due anni a Nizza, si trasferisce a Marsiglia. Sorvegliato dalla [[polizia]] (eviterà per poco un rapimento in vista di consegnarlo segretamente alla polizia di Mussolini), viene arrestato e poi espulso dalla [[Francia]].
tra il 1920 e il 1923 viene nominato segretario della Borsa di Lavoro locale. Il [[27 maggio]] del [[1921]] viene condannato a otto mesi e 22 giorni di detenzione. Nel [[1923]], dopo le azioni fasciste contro la sua famiglia e lui stesso, si reca in esilio in [[Francia]]. A Parigi e Marsiglia, si unisce ad altri rifugiati italiani  ([[Gino Balestri]], [[Edoardo Angeli]], la famiglia Giglioli, [[Emilio Predieri]], [[Antonio Persici]], la famiglia Berneri, la famiglia Fabbri, [[Pio Turroni]], [[Umberto Marzocchi]], [[Aurelio Chessa]], ecc.) per formare una cooperativa di muratori e permettere ai compagni di avere del lavoro e dei documenti. I guadagni sono versati al movimento anarchico. Prenderà parte così alla costruzione del casinò di Vichy e di St Jean-de-Luz. Dopo due anni a Nizza, si trasferisce a Marsiglia. Sorvegliato dalla [[polizia]] (eviterà per poco un rapimento in vista di consegnarlo segretamente alla polizia di Mussolini), viene arrestato e poi espulso dalla [[Francia]].


Raggiunge allora la [[Spagna]] dove prende parte per alcuni mesi dopo ([[19 luglio]] [[1936]]) ai combattimenti a Barcellona che fanno trionfare la [[rivoluzione]]. Organizza in seguito l'afflusso dei volontario e lavora alla sezione italiana del Comitato regionale della [[Federazione Anarchica Iberica|FAI]] a Barcellona a fianco di [[Camillo Berneri|Berneri ]] e di [[Francesco Barbieri|Barbieri]]. Ma dopo l'assassinio di quest'ultimi da parte degli stalinisti nel [[Barcellona, maggio 1937: la controrivoluzione stalinista|maggio del 1937]], ritorna in [[Francia]] dove vivrà clandestinamente a Brest per due anni.
Raggiunge allora la [[Spagna]] dove prende parte per alcuni mesi dopo ([[19 luglio]] [[1936]]) ai combattimenti a Barcellona che fanno trionfare la [[rivoluzione]]. Organizza in seguito l'afflusso dei volontario e lavora alla sezione italiana del Comitato regionale della [[Federazione Anarchica Iberica|FAI]] a Barcellona a fianco di [[Camillo Berneri|Berneri ]] e di [[Francesco Barbieri|Barbieri]]. Ma dopo l'assassinio di quest'ultimi da parte degli stalinisti nel [[Barcellona, maggio 1937: la controrivoluzione stalinista|maggio del 1937]], ritorna in [[Francia]] dove vivrà clandestinamente a Brest per due anni.


Ricercato dalla [[polizia]] francese, raggiunge, con il compagno [[Edmond Lelli]], la città di Marsiglia e s'imbarca per l'[[Algeria]] dove abita il loro amico [[Edoardo Angeli]]. Ma un giorno dopo il loro arrivo, sono arrestati insieme a lui. Celso e Lelli saranno imprigionati per un anno, essi raggiungeranno in seguito Casablanca in [[Marocco]] dove si associano alla resistenza marocchina.
Ricercato dalla [[polizia]] francese, raggiunge, con il compagno [[Edmond Lelli]], la città di Marsiglia e s'imbarca per l'[[Algeria]] dove abita il loro amico [[Edoardo Angeli]]. Ma un giorno dopo il loro arrivo, sono arrestati insieme a lui. Celso e Lelli saranno imprigionati per un anno, essi raggiungeranno in seguito Casablanca in [[Marocco]] dove si associano alla resistenza marocchina.


Dopo la Liberazione, Celso ritorna a Bologna dove raggiunge la sua compagna Libera Proni (1898-1973) e suo figlio [[Vertice Persici|Vertice]], anch'egli anarchico (1931-2000). Nel [[1947]], insieme a suo figlio, fa rientro a Marsiglia, dove l'anno seguente sostituirà [[Gusmano Mariani]] in qualità di responsabile della sottosegreteria dell'[[AIT- anarcosindcalista|AIT]] per l'Europa Occidentale. Negli anni sessanta, insieme a dei giovani libertari e a [[René Bianco]], partecipa ala fondazione della sezione marsigliese del [[CIRA|Centro Internazionale di Ricerca sull'Anarchismo]].  
Dopo la Liberazione, Celso ritorna a Bologna dove raggiunge la sua compagna Libera Proni (1898-1973) e suo figlio [[Vertice Persici|Vertice]], anch'egli anarchico (1931-2000). Nel [[1947]], insieme a suo figlio, fa rientro a Marsiglia, dove l'anno seguente sostituirà [[Gusmano Mariani]] in qualità di responsabile della sottosegreteria dell'[[AIT- anarcosindcalista|AIT]] per l'Europa Occidentale. Negli anni sessanta, insieme a dei giovani libertari e a [[René Bianco]], partecipa ala fondazione della sezione marsigliese del [[CIRA|Centro Internazionale di Ricerca sull'Anarchismo]].  


Infine si trasferisce a Nizza, dove è rimasto un militante anarchico sino alla sua morte avvenuta il [[15 settembre]] [[1988]].
Infine si trasferisce a Nizza, dove è rimasto un militante anarchico sino alla sua morte avvenuta il [[15 settembre]] [[1988]].