Benjamin Tucker: differenze tra le versioni

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Qualsiasi [[autorità]] imposta al singolo senza il suo consenso rappresenta una pura e semplice usurpazione, a prescindere dal fatto che questa «sia esercitata da una persona su un'altra, come avviene nel caso di un delinquente comune, oppure da una persona singola su tutte le altre, come succede nel caso del despota o infine, da tutti contro un singolo, come avviene nelle nostre [[democrazia|democrazie]] moderne», ritenendo inoltre che ad ognuno deve essere garantito «il possesso dei prodotti del proprio lavoro e di quelli altrui acquistati senza frode e senza violenza».  
Qualsiasi [[autorità]] imposta al singolo senza il suo consenso rappresenta una pura e semplice usurpazione, a prescindere dal fatto che questa «sia esercitata da una persona su un'altra, come avviene nel caso di un delinquente comune, oppure da una persona singola su tutte le altre, come succede nel caso del despota o infine, da tutti contro un singolo, come avviene nelle nostre [[democrazia|democrazie]] moderne», ritenendo inoltre che ad ognuno deve essere garantito «il possesso dei prodotti del proprio lavoro e di quelli altrui acquistati senza frode e senza violenza».  


Il suo [[anarchismo]], cioè la sua condanna ad ogni forma di [[Stato]] e di dominio, discende dal rifiuto di accettare anche una sola eccezione al divieto d'aggressione dei diritti del prossimo. Lo [[Stato]] è infatti un'istituzione fortemente invasiva, poiché si regge su sulle imposte ottenute con la minaccia della forza armata, pretendendo un monopolio che potrebbe essere più giusto ed efficiente se svolto da individui singoli o associati. Lo [[Stato]] rappresenta uno strumento di dominio, che permette e garantisce lo sviluppo di [[monopolio|monopoli]] legali, tra i quali Tucker ne individua quattro principali: il "monopolio del credito", della "terra", delle "tariffe", e dei "brevetti". Tali monopoli di Stato tutelano i privilegi che i capitalisti usano per sfruttare i cittadini sia come lavoratori che come consumatori, mettendoli in condizione di scarsità  e bisogno per poter estorcergli più risorse possibili. <ref>[http://www.cinquecosebelle.it/cinque-padri-dell-anarchismo/ Cinque padri dell'anarchismo]</ref><ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Benjamin_Tucker Wikipedia]</ref>
Il suo [[anarchismo]], cioè la sua condanna ad ogni forma di [[Stato]] e di dominio, discende dal rifiuto di accettare anche una sola eccezione al divieto d'aggressione dei diritti del prossimo. Lo [[Stato]] è infatti un'istituzione fortemente invasiva, poiché si regge su sulle imposte ottenute con la minaccia della forza armata, pretendendo un monopolio che potrebbe essere più giusto ed efficiente se svolto da individui singoli o associati. Lo [[Stato]] rappresenta uno strumento di dominio, che permette e garantisce lo sviluppo di [[monopolio|monopoli]] legali, tra i quali Tucker ne individua quattro principali: il "monopolio del credito", della "terra", delle "tariffe", e dei "brevetti". Tali monopoli di Stato tutelano i privilegi che i capitalisti usano per sfruttare i cittadini sia come lavoratori che come consumatori, mettendoli in condizione di scarsità  e bisogno per poter estorcergli più risorse possibili. <ref>[http://www.cinquecosebelle.it/cinque-padri-dell-anarchismo/ Cinque padri dell'anarchismo]</ref> <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Benjamin_Tucker Wikipedia]</ref>


Il suo "socialismo anarchico", vuole estendere ad ogni ambito i principi della [[libera concorrenza]], in modo da abbassare al minimo i prezzi di ogni prodotto o servizio, fin quasi al livello del prezzo di produzione o di costo, come gli insegnò [[Josiah Warren]]. Il suo socialismo è da intendere come sinonimo di contrarietà  all'accumulo e concentrazione di capitale nelle mani di pochi individui. Se è pur vero che in alcuni articoli inveì contro il [[socialismo]], bisogna comprendere che in questo caso egli si riferiva al [[socialismo di Stato]], cioè all'accezione tipicamente [[marxista]] del termine.
Il suo "socialismo anarchico", vuole estendere ad ogni ambito i principi della [[libera concorrenza]], in modo da abbassare al minimo i prezzi di ogni prodotto o servizio, fin quasi al livello del prezzo di produzione o di costo, come gli insegnò [[Josiah Warren]]. Il suo socialismo è da intendere come sinonimo di contrarietà  all'accumulo e concentrazione di capitale nelle mani di pochi individui. Se è pur vero che in alcuni articoli inveì contro il [[socialismo]], bisogna comprendere che in questo caso egli si riferiva al [[socialismo di Stato]], cioè all'accezione tipicamente [[marxista]] del termine.