Belgrado Pedrini: differenze tra le versioni

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Rimesso in [[libertà ]] prosegue la sua militanza [[antifascismo|antifascista]]. Una sera del '42, assieme ai compagni [[Giovanni Zava]] e [[Gino Giorgi]], disarma e chiaffeggia un gruppettto di cinque fascisti che lo costringe a rifugiarsi a Milano, dove viene nuovamente sorpreso con i compagni anarchici mentre è intento ad affiggere manifesti che chiamano gli italiani all'insurrezione contro il conflitto in atto. Ne nasce uno scontro a fuoco con i poliziotti ma Pedrini, Zava e Giorgi riescono a dileguarsi e a salire su un treno merci con il quale raggiungono Genova prima e La Spezia poi. Attivamente ricercati dall'[[OVRA]]<ref>[http://cronologia.leonardo.it/storia/a1927g.htm OVRA]</ref> e definiti dal «Popolo d'Italia» «malfattori e sabotatori della resistenza morale delel forze armate», i tre vengono intercettati da alcuni agenti in una pensione della città  ligure. Nasce un conflitto a fuoco che si prottrae per ore e che alla fine porterà  all'arresto dei tre anarchici, gravemente feriti, e alla morte di un polizotto.
Rimesso in [[libertà ]] prosegue la sua militanza [[antifascismo|antifascista]]. Una sera del '42, assieme ai compagni [[Giovanni Zava]] e [[Gino Giorgi]], disarma e chiaffeggia un gruppettto di cinque fascisti che lo costringe a rifugiarsi a Milano, dove viene nuovamente sorpreso con i compagni anarchici mentre è intento ad affiggere manifesti che chiamano gli italiani all'insurrezione contro il conflitto in atto. Ne nasce uno scontro a fuoco con i poliziotti ma Pedrini, Zava e Giorgi riescono a dileguarsi e a salire su un treno merci con il quale raggiungono Genova prima e La Spezia poi. Attivamente ricercati dall'[[OVRA]]<ref>[http://cronologia.leonardo.it/storia/a1927g.htm OVRA]</ref> e definiti dal «Popolo d'Italia» «malfattori e sabotatori della resistenza morale delel forze armate», i tre vengono intercettati da alcuni agenti in una pensione della città  ligure. Nasce un conflitto a fuoco che si prottrae per ore e che alla fine porterà  all'arresto dei tre anarchici, gravemente feriti, e alla morte di un polizotto.


Dopo essere stati tradotti nel [[carcere]] di La Spezia, vengono portati in quello di Massa, dove li attende la probabile condanna alla fucilazione. Per loro fortuna nel giugno [[1944]], alcuni partigiani della formazione "Elio" riesce a liberarli dal carcere e Belgrado sceglie allora di unirsi a loro nella [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]]. Pedrini prende parte a diverse azioni di [[sabotaggio]] e di attacco ai nazifascisti nelle zone apuane , azioni che contribuiranno alla loro defintiva sconfitta.
Dopo essere stati tradotti nel [[carcere]] di La Spezia, vengono portati in quello di Massa, dove li attende la probabile condanna alla fucilazione. Per loro fortuna nel giugno [[1944]], alcuni partigiani della formazione "Elio" riesce a liberarli dal carcere e Belgrado sceglie allora di unirsi a loro nella [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza]]. Pedrini prende parte a diverse azioni di [[sabotaggio]] e di attacco ai nazifascisti nelle zone apuane, azioni che contribuiranno alla loro defintiva sconfitta.


===Il dopo guerra: il carcere e il ritorno alla libertà  ===
===Il dopo guerra: il carcere e il ritorno alla libertà  ===