Barcellona, maggio 1937: la controrivoluzione stalinista: differenze tra le versioni

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Furono scontri molto gravi che videro la vittoria degli stalinisti anche per colpa di un certo timore dei dirigenti della [[Confederación Nacional del Trabajo]], che per paura di rompere il fronte antifascista non ebbero il coraggio di sostenere lo [[spontaneismo]] rivoluzionario della base anarchica catalana che era scesa in strada per difendere la rivoluzione dalle ingerenze degli stalinisti e delle istituzioni.  
Furono scontri molto gravi che videro la vittoria degli stalinisti anche per colpa di un certo timore dei dirigenti della [[Confederación Nacional del Trabajo]], che per paura di rompere il fronte antifascista non ebbero il coraggio di sostenere lo [[spontaneismo]] rivoluzionario della base anarchica catalana che era scesa in strada per difendere la rivoluzione dalle ingerenze degli stalinisti e delle istituzioni.  


Fu la fine della [[rivoluzione sociale]] e l'inizio della controrivoluzione guidata dal PSUC in Catalogna e dal PCE nel resto della nazione, tendente a marginalizzare prima e reprimere poi gli anarchici e i comunisti non stalinisti del [[POUM]]. Il bilancio finale di queste giornate fu di circa 500 morti, gran parte dei quali erano anarchici ([[Camillo Berneri]], [[Francesco Barbieri]], [[Alfredo Martinez]], [[Juan Rua]]ecc.) e militanti del [[POUM]].
Fu la fine della [[rivoluzione sociale]] e l'inizio della controrivoluzione guidata dal PSUC in Catalogna e dal PCE nel resto della nazione, tendente a marginalizzare prima e reprimere poi gli anarchici e i comunisti non stalinisti del [[POUM]]. Il bilancio finale di queste giornate fu di circa 500 morti, gran parte dei quali erano anarchici ([[Camillo Berneri]], [[Francesco Barbieri]], [[Alfredo Martinez]], [[Juan Rua]] ecc.) e militanti del [[POUM]].


== Contesto politico==
== Contesto politico==
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Il [[25 aprile]], una forza di Carabineros (responsabile del controllo di frontiera sotto la Seconda Repubblica), su ordine di [[Juan Negrin]], Ministro dell'Economia, obbligava le pattuglie della [[CNT spagnola|CNT]] a ceder loro il [[potere]] di controllo sulla frontiera di Puigcerdá, una regione divenuta centro di spionaggio, falsificazione di passaporti e passaggi di frontiera illegali. Dopo uno scontro violento, dove il sindaco di Puigcerdá, Antonio Martín, e molti dei suoi uomini furono uccisi, i carabinieri presero il possesso degli uffici doganali. Juan Negrin in seguito ampliò il controllo del governo su altri uffici doganali con la [[Francia]].  
Il [[25 aprile]], una forza di Carabineros (responsabile del controllo di frontiera sotto la Seconda Repubblica), su ordine di [[Juan Negrin]], Ministro dell'Economia, obbligava le pattuglie della [[CNT spagnola|CNT]] a ceder loro il [[potere]] di controllo sulla frontiera di Puigcerdá, una regione divenuta centro di spionaggio, falsificazione di passaporti e passaggi di frontiera illegali. Dopo uno scontro violento, dove il sindaco di Puigcerdá, Antonio Martín, e molti dei suoi uomini furono uccisi, i carabinieri presero il possesso degli uffici doganali. Juan Negrin in seguito ampliò il controllo del governo su altri uffici doganali con la [[Francia]].  


Allo stesso tempo, la Guardia nazionale repubblicana e la Guardia d'assalto furono inviati a Figueras e in altre città del nord della Catalogna per sostituire le pattuglie della [[CNT spagnola|CNT]]. A Barcellona, dove iniziava a prospettarsi il conflitto armato tra anarchici e membri del [[POUM]], da un lato, ed il governo e i comunisti, dall'altro, giunse il [[26 aprile]] lo scrittore [[George Orwell]] che immediatamente entrò nelle milizie del [[POUM]]. Ciascun campo aveva il proprio deposito d'armi e di munizioni; possedeva anche nascondigli ed edifici fortificati da utilizzare quando il conflitto interno al fronte repubblicano sarebbe esploso. Si trattava infatti di tempo, ma lo scontro prima o poi sarebbe arrivato. Il [[1° maggio]], giornata della festa dei lavoratori, si svolse nella calma assoluta: l'UGT e la CNT avevano accettato di sospendere le parate per non causare disordini.
Allo stesso tempo, la Guardia nazionale repubblicana e la Guardia d'assalto furono inviati a Figueras e in altre città del nord della Catalogna per sostituire le pattuglie della [[CNT spagnola|CNT]]. A Barcellona, dove iniziava a prospettarsi il conflitto armato tra anarchici e membri del [[POUM]], da un lato, ed il governo e i comunisti, dall'altro, giunse il [[26 aprile]] lo scrittore [[George Orwell]] che immediatamente entrò nelle milizie del [[POUM]]. Ciascun campo aveva il proprio deposito d'armi e di munizioni; possedeva anche nascondigli ed edifici fortificati da utilizzare quando il conflitto interno al fronte repubblicano sarebbe esploso. Si trattava infatti di tempo, ma lo scontro prima o poi sarebbe arrivato. Il [[1° maggio]], giornata della festa dei lavoratori, si svolse nella calma assoluta: l'UGT e la [[CNT]] avevano accettato di sospendere le parate per non causare disordini.


== Cronologia degli eventi ==
== Cronologia degli eventi ==
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[[File:Domingo Ascaso Abadía.jpg|thumb|left|160 px|[[Domingo Ascaso Abadía]], morto nelle barricate di Barcellona il 4 maggio.]]
[[File:Domingo Ascaso Abadía.jpg|thumb|left|160 px|[[Domingo Ascaso Abadía]], morto nelle barricate di Barcellona il 4 maggio.]]


Barcellona si risvegliò con numerose barricate per le strade, i negozi e gli edifici più importanti erano protetti da guardie armate degli anarchici scesi in strada a difendere la [[rivoluzione spagnola|rivoluzione]]. Gruppi armati di anarchici attaccarono la caserma della Guardia d'Assalto, ricevendo un'altrettanto dura risposta da parte dei comunisti fedeli al [[PSUC]] e al governo. La maggior parte del proletariato insorto sosteneva la rivolta contro gli stalinisti e la Generalitat, nonostante fosse grande il timore che ciò comportasse l'inizio di una guerra civile nella guerra civile. Alle 11:00 i delegati della CNT si riunirono e presero la decisione di riportare la calma per le strade. Nel frattempo, i leader anarchici [[García Oliver]] e [[Federica Montseny]] lessero alla radio un comunicato in cui si invitavano le masse anarchiche insorte a deporre le armi e tornare al lavoro.  
Barcellona si risvegliò con numerose barricate per le strade, i negozi e gli edifici più importanti erano protetti da guardie armate degli anarchici scesi in strada a difendere la [[rivoluzione spagnola|rivoluzione]]. Gruppi armati di anarchici attaccarono la caserma della Guardia d'Assalto, ricevendo un'altrettanto dura risposta da parte dei comunisti fedeli al [[PSUC]] e al governo. La maggior parte del proletariato insorto sosteneva la rivolta contro gli stalinisti e la Generalitat, nonostante fosse grande il timore che ciò comportasse l'inizio di una guerra civile nella guerra civile. Alle 11:00 i delegati della [[CNT]] si riunirono e presero la decisione di riportare la calma per le strade. Nel frattempo, i leader anarchici [[García Oliver]] e [[Federica Montseny]] lessero alla radio un comunicato in cui si invitavano le masse anarchiche insorte a deporre le armi e tornare al lavoro.  
:«Lavoratori! [...] Noi non siamo responsabili di ciò che sta accadendo. Noi non stiamo attaccando nessuno. Noi ci stiamo solo difendendo [...] Deponete le armi! Ricordate, siamo fratelli! [...] Se combattiamo tra di noi siamo condannati alla sconfitta»
:«Lavoratori! [...] Noi non siamo responsabili di ciò che sta accadendo. Noi non stiamo attaccando nessuno. Noi ci stiamo solo difendendo [...] Deponete le armi! Ricordate, siamo fratelli! [...] Se combattiamo tra di noi siamo condannati alla sconfitta»
[[Jacinto Toryho]], direttore di Solidaridad Obrera, si esprimete conformemente alla posizione dei due anarchici. Giunsero a Barcellona tutti i ministri anarchici insieme a Mariano Rodríguez Vázquez, "Marianet" (segretario del comitato nazionale della [[CNT]]), [[Pascual Tomás]] e [[Carlos Hernández]] (del comitato esecutivo dell'[[UGT]]). Nessuno di loro cercò il confronto con i comunisti, ma tutti volevano riportare la calma. In seguito [[Federica Montseny]] disse che i disordini scoppiarono inaspettatamente, cogliendo di sorpresa al dirigenza anarco-sindacalista spagnola.
[[Jacinto Toryho]], direttore di Solidaridad Obrera, si esprimete conformemente alla posizione dei due anarchici. Giunsero a Barcellona tutti i ministri anarchici insieme a Mariano Rodríguez Vázquez, "Marianet" (segretario del comitato nazionale della [[CNT]]), [[Pascual Tomás]] e [[Carlos Hernández]] (del comitato esecutivo dell'[[UGT]]). Nessuno di loro cercò il confronto con i comunisti, ma tutti volevano riportare la calma. In seguito [[Federica Montseny]] disse che i disordini scoppiarono inaspettatamente, cogliendo di sorpresa al dirigenza anarco-sindacalista spagnola.
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La Sezione bolscevico-leninista della Spagna, gruppo ufficiale IV Internazionale, <ref>Per quanto il [[PCE]] tentò di far passare il [[POUM]] come un partito legato a [[Lev Trotskij|Trotzky]], in realtà tra i repubblicani i trotzkisti erano rappresentati dal Gruppo (o Cellula) ''Le Soviet'' strutturata dall'italiano [[Nicola Di Bartolomeo]] (nome di battaglia Fosco) e dalla ''Sección Bolchevique-Leninista de España'', strutturata nel novembre [[1936]] in Barcellona da Manuel Fernández Grandizo, nome di battaglia G. Munis, considerata la sezione spagnola ufficiale della [[IV Internazionale]] che tentò invano di entrare nel [[POUM]] di Andreas Nin (la tattica dell'"entrismo" era spesso applicata dai trotskisti).</ref> distribuì nelle barricate diversi volantini dal titolo ''Viva l'offensiva rivoluzionaria'', in cui si poteva leggere:  
La Sezione bolscevico-leninista della Spagna, gruppo ufficiale IV Internazionale, <ref>Per quanto il [[PCE]] tentò di far passare il [[POUM]] come un partito legato a [[Lev Trotskij|Trotzky]], in realtà tra i repubblicani i trotzkisti erano rappresentati dal Gruppo (o Cellula) ''Le Soviet'' strutturata dall'italiano [[Nicola Di Bartolomeo]] (nome di battaglia Fosco) e dalla ''Sección Bolchevique-Leninista de España'', strutturata nel novembre [[1936]] in Barcellona da Manuel Fernández Grandizo, nome di battaglia G. Munis, considerata la sezione spagnola ufficiale della [[IV Internazionale]] che tentò invano di entrare nel [[POUM]] di Andreas Nin (la tattica dell'"entrismo" era spesso applicata dai trotskisti).</ref> distribuì nelle barricate diversi volantini dal titolo ''Viva l'offensiva rivoluzionaria'', in cui si poteva leggere:  
: «Viva l'offensiva rivoluzionaria - Senza compromessi - Disarmo della GNR e dei reazionari della Guardia d'Assalto - Il tempismo è cruciale - La prossima volta sarà troppo tardi - Sciopero generale in tutti le industrie non necessarie per la guerra fino alle dimissioni del governo reazionario – Solo il potere proletario può assicurare la vittoria militare - Armamento della classe operaia - Viva l'unità d'azione CNT-FAI-POUM - Viva il Fronte Rivoluzionario proletariato -. Nelle officine, fabbriche, barricate, ecc: Comitati di difesa Rivoluzionario.» <ref>[http://es.wikipedia.org/wiki/Jornadas_de_Mayo_de_1937#4_de_mayo Jornadas de Mayo]</ref>
: «Viva l'offensiva rivoluzionaria - Senza compromessi - Disarmo della GNR e dei reazionari della Guardia d'Assalto - Il tempismo è cruciale - La prossima volta sarà troppo tardi - Sciopero generale in tutti le industrie non necessarie per la guerra fino alle dimissioni del governo reazionario – Solo il potere proletario può assicurare la vittoria militare - Armamento della classe operaia - Viva l'unità d'azione CNT-FAI-POUM - Viva il Fronte Rivoluzionario proletariato - Nelle officine, fabbriche, barricate, ecc: Comitati di difesa Rivoluzionaria». <ref>[http://es.wikipedia.org/wiki/Jornadas_de_Mayo_de_1937#4_de_mayo Jornadas de Mayo]</ref>


===5 maggio===
===5 maggio===
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[[File:Amigo pueblo.jpg|thumb|290 px|left|''[[El Amigo del Pueblo]]'', giornale de ''[[Los Amigos de Durruti]]'', un gruppo contrario alla "linea morbida" della [[CNT spagnola|CNT]]]]
[[File:Amigo pueblo.jpg|thumb|290 px|left|''[[El Amigo del Pueblo]]'', giornale de ''[[Los Amigos de Durruti]]'', un gruppo contrario alla "linea morbida" della [[CNT spagnola|CNT]]]]
Nel pomeriggio, invece, ripresero i combattimenti. In un cinema perirono diverse guardie durante gli scontri con giovani anarchici. [[Sesé Antonio]], segretario generale dell'UGT e nuovo membro del consiglio ad interim della Generalitat della Catalogna, fu assassinato mentre si recava a ricevere l'incarico. Forse si trattò di una morte accidentale, ma altri ipotizzarono il suo assassinio come rappresaglia dell'omicidio di [[Domingo Ascaso]].
Nel pomeriggio, invece, ripresero i combattimenti. In un cinema perirono diverse guardie durante gli scontri con giovani anarchici. [[Sesé Antonio]], segretario generale dell'UGT e nuovo membro del consiglio ad interim della Generalitat della Catalogna, fu assassinato mentre si recava a ricevere l'incarico. Forse si trattò di una morte accidentale, ma altri ipotizzarono il suo assassinio come rappresaglia dell'omicidio di [[Domingo Ascaso]].
[[Image:Inseparables.jpg|thumb|220 px|Manifesto della [[CNT]]-[[FAI]] e della [[FIJL]]: «'''la guerra e la rivoluzione sono inseparabili'''»]]  
[[Image:Inseparables.jpg|thumb|220 px|Manifesto della [[CNT-FAI]] e della [[FIJL]]: «'''la guerra e la rivoluzione sono inseparabili'''»]]  
Nello stesso tempo, una forza di circa 5000 militanti, la maggior parte di loro guardie d'assalto, partirono da Madrid e Valencia con destinazione Barcellona sotto il comando dell'anarchico Emilio Torres. Di notte due cacciatorpedinieri repubblicani, accompagnati dalla corazzata ''Jaime I'', giunsero a Barcellona da Valencia con un cospicuo numero di uomini armati; Prieto, infatti, era riuscito a superare l'avversione di Largo Caballero ad agire con tutte le sue forze a disposizione. Al diffondersi della notizia, molti lavoratori ritornarono al lavoro. A Tarragona, miliziani di [[Estat Català]], [[Esquerra Republicana de Catalunya|ERC]] e [[PSUC]], attaccarono la sede locale della [[FIJL]].
Nello stesso tempo, una forza di circa 5000 militanti, la maggior parte di loro guardie d'assalto, partirono da Madrid e Valencia con destinazione Barcellona sotto il comando dell'anarchico Emilio Torres. Di notte due cacciatorpedinieri repubblicani, accompagnati dalla corazzata ''Jaime I'', giunsero a Barcellona da Valencia con un cospicuo numero di uomini armati; Prieto, infatti, era riuscito a superare l'avversione di Largo Caballero ad agire con tutte le sue forze a disposizione. Al diffondersi della notizia, molti lavoratori ritornarono al lavoro. A Tarragona, miliziani di [[Estat Català]], [[Esquerra Republicana de Catalunya|ERC]] e [[PSUC]], attaccarono la sede locale della [[FIJL]].


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== Note ==
== Note ==
<references/>


<references/>
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*[[George Orwell]], ''Omaggio alla Catalogna'', traduzione di Riccardo Duranti, collana Classici Moderni, Oscar Mondadori, 1993, pp. 268, cap. 12 + 2 Appendici eda,  
*[[George Orwell]], ''Omaggio alla Catalogna'', traduzione di Riccardo Duranti, collana Classici Moderni, Oscar Mondadori, 1993, pp. 268, cap. 12 + 2 Appendici eda,  
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