Aspetti libertari dell'impresa di Fiume: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - "[à][\s][”]" con "à”")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][]]" con "à]")
Riga 33: Riga 33:
'''Per quanto concerne le altre questioni, la "Carta" prevedeva:'''
'''Per quanto concerne le altre questioni, la "Carta" prevedeva:'''


#'''Lavoro''': si auspicava la necessità  di elevare le masse dal lavoro bruto e condurle verso una nuova dimensione di [[libertà ]] e spiritualità;  
#'''Lavoro''': si auspicava la necessità  di elevare le masse dal lavoro bruto e condurle verso una nuova dimensione di [[libertà]] e spiritualità;  
#'''[[La proprietà ]]''': «nessuna proprietà  può essere riservata alla persona quasi fosse una sua parte; [...] Unico titolo legittimo su qualsiasi mezzo di produzione e di scambio è il lavoro»;
#'''[[La proprietà]]''': «nessuna proprietà  può essere riservata alla persona quasi fosse una sua parte; [...] Unico titolo legittimo su qualsiasi mezzo di produzione e di scambio è il lavoro»;
#'''L'istruzione''': gratuita, a livello elementare e per tutti i cittadini, a prescindere dal sesso; era previsto per tutti un insegnamento musicale di alto livello;
#'''L'istruzione''': gratuita, a livello elementare e per tutti i cittadini, a prescindere dal sesso; era previsto per tutti un insegnamento musicale di alto livello;
#'''La [[libertà ]]''': garantite quelle di stampa, riunione e associazione); garantiti anche i diritti politici (suffragio universale maschile e femminile), civili (riconoscimento del divorzio, già  esistente al momento dell'arrivo dei legionari) e sociali (diritto all'assistenza e alla previdenza sociale);  
#'''La [[libertà]]''': garantite quelle di stampa, riunione e associazione); garantiti anche i diritti politici (suffragio universale maschile e femminile), civili (riconoscimento del divorzio, già  esistente al momento dell'arrivo dei legionari) e sociali (diritto all'assistenza e alla previdenza sociale);  


#'''La questione femminile''': riconoscimento alle donne della parità  salariale e riconoscimento di ogni [[sessualità |libertà  sessuale]];
#'''La questione femminile''': riconoscimento alle donne della parità  salariale e riconoscimento di ogni [[sessualità |libertà  sessuale]];
Riga 44: Riga 44:
Il Trattato di Rapallo del [[12 novembre]] [[1920]] aveva dichiarato Fiume città -[[Stato]] indipendente. Gabriele d'Annunzio, che l'[[8 settembre]] aveva pubblicato la Carta del Carnaro, non aveva accettato il trattato e s'era rifiutato categoricamente di lasciare la città. I legionari fiumani erano stati peraltro traditi anche da Benito Mussolini, che aveva definito il trattato «l'unica soluzione possibile». In questo stato d'isolamento, si aprivano così le porte per la fine della Reggenza.
Il Trattato di Rapallo del [[12 novembre]] [[1920]] aveva dichiarato Fiume città -[[Stato]] indipendente. Gabriele d'Annunzio, che l'[[8 settembre]] aveva pubblicato la Carta del Carnaro, non aveva accettato il trattato e s'era rifiutato categoricamente di lasciare la città. I legionari fiumani erano stati peraltro traditi anche da Benito Mussolini, che aveva definito il trattato «l'unica soluzione possibile». In questo stato d'isolamento, si aprivano così le porte per la fine della Reggenza.


Alla vigilia di Natale del [[1920]], il nuovo governo Giolitti ordinò al Gen. Caviglia la presa di forza della città  con un violento cannoneggiamento dal mare sulle installazioni militari e di governo, appoggiato anche da un gruppo non molto numeroso di squadristi [[Fascismo|fascisti]] <ref> Lo storico [[Eros Francescangeli]] afferma che l'esercito fu coadiuvato da squadristi fascisti, cosa possibile, visto il comportamento di [[Benito Mussolini]] nel contesto, ma che non trova altre conferme, almeno sino ad oggi. Quel che è certo è che [[Horst Venturi]] distrusse quel poco che rimaneva dello "[[Stato]] Libero di Fiume" esautorando la gestione Zanella. [[Horst Venturi]] fu il più duro applicatore dei metodi [[Fascismo|fascisti]], eliminando la "vecchia guardia rivoluzionaria" fascista di tipo "dannunziano", procedendo alla formazione del fascio locale sul modello di quello di Trieste, costituendo perciò gruppi di squadristi "ripulitori" ed arrivando persino a chiedere ed a ottenere che le funzioni religiose non potessero essere svolte in lingua slavo-croata; "preparando il terreno", con tali vessazioni e crimini squadristi, sia verso locali che verso italiani oppositori, a quelle che furono le foibe. '''Approfondimenti''': [http://www.unionesegrate.it/ante1.html Sintesi antefatti con documenti vari]</ref> <ref> Una memoria storica assolutamente monca, dimentica del [[fascismo]] e della politica antislava praticata dal Regime (già  nel [[1926]] ogni attività  culturale e linguistica slava fu assolutamente proibita); dimentica della guerra di conquista fascista ([[1941]]) contro il Regno di Jugoslavia (e fu una guerra durissima anche contro la popolazione civile slava); dimentica dei campi di concentramento fascisti per gli sloveni di Gonars, dell'Isola di Arbe, Cairo Montenotte (si legga Spartaco Capogreco «I campi del Duce», Einaudi) ecc. Una storia infame quella del fascismo di frontiera che è stata fatta pagare agli italiani dei confini... Proprio questi italiani, ai quali mi onoro di appartenere essendo io un profugo doc, sembrano inerti rispetto alle nefandezze del fascismo (da [http://www.slov.it/cgi-bin/leggi.pl?edizione=28-02-2005& file=07.txt Una storia infame quella del fascismo di frontiera]) </ref>. Lo stesso D'Annunzio rimase lievemente ferito e dopo sei giorni di scontri Fiume capitolò definitivamente. Il "Vate", dopo il rifiuto di [[Mussolini]] a sostenerlo in quel fatale [[1919]] e il capovolgimento di fronte del [[1920]], ne ignorerà  di fatto l'[[autorità ]] fino alla morte <ref> [http://digilander.libero.it/fiammecremisi da Fiamme Cremisi]</ref>.
Alla vigilia di Natale del [[1920]], il nuovo governo Giolitti ordinò al Gen. Caviglia la presa di forza della città  con un violento cannoneggiamento dal mare sulle installazioni militari e di governo, appoggiato anche da un gruppo non molto numeroso di squadristi [[Fascismo|fascisti]] <ref> Lo storico [[Eros Francescangeli]] afferma che l'esercito fu coadiuvato da squadristi fascisti, cosa possibile, visto il comportamento di [[Benito Mussolini]] nel contesto, ma che non trova altre conferme, almeno sino ad oggi. Quel che è certo è che [[Horst Venturi]] distrusse quel poco che rimaneva dello "[[Stato]] Libero di Fiume" esautorando la gestione Zanella. [[Horst Venturi]] fu il più duro applicatore dei metodi [[Fascismo|fascisti]], eliminando la "vecchia guardia rivoluzionaria" fascista di tipo "dannunziano", procedendo alla formazione del fascio locale sul modello di quello di Trieste, costituendo perciò gruppi di squadristi "ripulitori" ed arrivando persino a chiedere ed a ottenere che le funzioni religiose non potessero essere svolte in lingua slavo-croata; "preparando il terreno", con tali vessazioni e crimini squadristi, sia verso locali che verso italiani oppositori, a quelle che furono le foibe. '''Approfondimenti''': [http://www.unionesegrate.it/ante1.html Sintesi antefatti con documenti vari]</ref> <ref> Una memoria storica assolutamente monca, dimentica del [[fascismo]] e della politica antislava praticata dal Regime (già  nel [[1926]] ogni attività  culturale e linguistica slava fu assolutamente proibita); dimentica della guerra di conquista fascista ([[1941]]) contro il Regno di Jugoslavia (e fu una guerra durissima anche contro la popolazione civile slava); dimentica dei campi di concentramento fascisti per gli sloveni di Gonars, dell'Isola di Arbe, Cairo Montenotte (si legga Spartaco Capogreco «I campi del Duce», Einaudi) ecc. Una storia infame quella del fascismo di frontiera che è stata fatta pagare agli italiani dei confini... Proprio questi italiani, ai quali mi onoro di appartenere essendo io un profugo doc, sembrano inerti rispetto alle nefandezze del fascismo (da [http://www.slov.it/cgi-bin/leggi.pl?edizione=28-02-2005& file=07.txt Una storia infame quella del fascismo di frontiera]) </ref>. Lo stesso D'Annunzio rimase lievemente ferito e dopo sei giorni di scontri Fiume capitolò definitivamente. Il "Vate", dopo il rifiuto di [[Mussolini]] a sostenerlo in quel fatale [[1919]] e il capovolgimento di fronte del [[1920]], ne ignorerà  di fatto l'[[autorità]] fino alla morte <ref> [http://digilander.libero.it/fiammecremisi da Fiamme Cremisi]</ref>.


Dopo il bombardamento di Fiume, D'Annunzio invitò il popolo italiano a «sollevarsi e compiere infine giustizia». A questo appello solo alcuni risposero, tra cui gli anarchici [[Aurelio Tromba]], [[Ettore Aguggini]], [[Antonio Pietropaolo]], [[Annunzio Filippi]] (fratello di [[Bruno Filippi]]), organizzando un velleitario tentativo insurrezionale che però terminò con l'arresto, il [[28 dicembre]] [[1920]], di 30 persone (12 saranno rilasciate quasi immediatamente), anche se in seguito il processo ridimensionerà  il progetto insurrezionale (tutti assolti tranne Cerati, condannato lievemente per il possesso di una rivoltella, e Filippi, condannato a due anni). <ref name="anarcotico">Fonte: www.anarcotico.net (sito web non più consultabile)</ref><ref>Bisogna ricordare che i futuristi fiumani avevano a loro volta solidarizzato con [[Malatesta]] e compagni che erano stati arrestati qualche mese prima dalle [[autorità ]] italiane per i fatti legati alla strage del [[Teatro Diana]].</ref>
Dopo il bombardamento di Fiume, D'Annunzio invitò il popolo italiano a «sollevarsi e compiere infine giustizia». A questo appello solo alcuni risposero, tra cui gli anarchici [[Aurelio Tromba]], [[Ettore Aguggini]], [[Antonio Pietropaolo]], [[Annunzio Filippi]] (fratello di [[Bruno Filippi]]), organizzando un velleitario tentativo insurrezionale che però terminò con l'arresto, il [[28 dicembre]] [[1920]], di 30 persone (12 saranno rilasciate quasi immediatamente), anche se in seguito il processo ridimensionerà  il progetto insurrezionale (tutti assolti tranne Cerati, condannato lievemente per il possesso di una rivoltella, e Filippi, condannato a due anni). <ref name="anarcotico">Fonte: www.anarcotico.net (sito web non più consultabile)</ref><ref>Bisogna ricordare che i futuristi fiumani avevano a loro volta solidarizzato con [[Malatesta]] e compagni che erano stati arrestati qualche mese prima dalle [[autorità]] italiane per i fatti legati alla strage del [[Teatro Diana]].</ref>


Dopo la "liberazione", Fiume rimarrà  "città -[[Stato]]" (Stato libero di Fiume), secondo quanto era stato definito dal trattato di Rapallo nel settembre precedente, sino al [[1924]], quando Mussolini la annesse al territorio italiano.  
Dopo la "liberazione", Fiume rimarrà  "città -[[Stato]]" (Stato libero di Fiume), secondo quanto era stato definito dal trattato di Rapallo nel settembre precedente, sino al [[1924]], quando Mussolini la annesse al territorio italiano.  
Riga 60: Riga 60:
Essi erano i negatori della morale, coloro che gridano SI alla vita e ai valori superiori, quelli incarnati da Dioniso: danza, riso, leggerezza. Essi spesso si richiamavano a [[Nietzsche]], ma non perchè appartenessero alla destra retrograda e nazionalista, bensì perchè del filosofo tedesco essi recepivano un aspetto libertario e nemico dello ''status quo''. Per questo al dovere essi preferivano il piacere, alla tradizione la trasgressione, al culto del lavoro quello di lavorare il meno possibile; il ribellismo, la [[amore libero|libertà  sessuale]], l'omosessualità, l'uso della droga, il nudismo, il rifiuto delle [[carcere|carceri]] e della [[psichiatria]], erano tutti valori che avrebbero dovuto cotituire le fondamenta di una nuova società, ma come abbiamo visto le cannonate del Natle di sangue spazzarono via definitivamente quest'[[utopia]].
Essi erano i negatori della morale, coloro che gridano SI alla vita e ai valori superiori, quelli incarnati da Dioniso: danza, riso, leggerezza. Essi spesso si richiamavano a [[Nietzsche]], ma non perchè appartenessero alla destra retrograda e nazionalista, bensì perchè del filosofo tedesco essi recepivano un aspetto libertario e nemico dello ''status quo''. Per questo al dovere essi preferivano il piacere, alla tradizione la trasgressione, al culto del lavoro quello di lavorare il meno possibile; il ribellismo, la [[amore libero|libertà  sessuale]], l'omosessualità, l'uso della droga, il nudismo, il rifiuto delle [[carcere|carceri]] e della [[psichiatria]], erano tutti valori che avrebbero dovuto cotituire le fondamenta di una nuova società, ma come abbiamo visto le cannonate del Natle di sangue spazzarono via definitivamente quest'[[utopia]].
===Rapporti con gli anarchici e l'anarchismo===
===Rapporti con gli anarchici e l'anarchismo===
L'ala rivoluzionaria dei legionari, se non propriamente anarchica, fu notevolmente influenzata dall'[[anarchia]] e da tutte le correnti rivoluzionarie della sinistra come il [[bolscevismo]]. Queste influenze sono peraltro evidenziate dal tentativo da parte di questi fiumani di contattare [[Errico Malatesta]] (quando nel [[1920]] l'anarchico fu arrestato insieme ad altri militanti, molti futuristi e legionari gli mandarono la propria [[solidarietà ]]), i socialisti rivoluzionari e persino [[Lenin]]. Il giornale «La Testa di Ferro», diretto da [[Mario Carli]], divenne il loro organo ufficiale.
L'ala rivoluzionaria dei legionari, se non propriamente anarchica, fu notevolmente influenzata dall'[[anarchia]] e da tutte le correnti rivoluzionarie della sinistra come il [[bolscevismo]]. Queste influenze sono peraltro evidenziate dal tentativo da parte di questi fiumani di contattare [[Errico Malatesta]] (quando nel [[1920]] l'anarchico fu arrestato insieme ad altri militanti, molti futuristi e legionari gli mandarono la propria [[solidarietà]]), i socialisti rivoluzionari e persino [[Lenin]]. Il giornale «La Testa di Ferro», diretto da [[Mario Carli]], divenne il loro organo ufficiale.
[[File:Bandieraliberarepubblicadifiume.JPG|195px|thumb|left|Altra bandiera della Reggenza Italiana del Carnaro.]]
[[File:Bandieraliberarepubblicadifiume.JPG|195px|thumb|left|Altra bandiera della Reggenza Italiana del Carnaro.]]
In giugno i redattori de «[[La testa di ferro]]» riportarono una nota in cui annunciavano la presenza del giornalista anarchico [[Randolfo Vella]] di «[[Umanità  Nova]]», giunto a Fiume per studiare il fiumanesimo:  
In giugno i redattori de «[[La testa di ferro]]» riportarono una nota in cui annunciavano la presenza del giornalista anarchico [[Randolfo Vella]] di «[[Umanità  Nova]]», giunto a Fiume per studiare il fiumanesimo:  
Riga 90: Riga 90:
[[File:Gramsci.png|thumb|150 px|[[Antonio Gramsci]]]]
[[File:Gramsci.png|thumb|150 px|[[Antonio Gramsci]]]]
[[File:Lenin CL Colour.jpg|left|150 px|thumb|[[Lenin]]]]
[[File:Lenin CL Colour.jpg|left|150 px|thumb|[[Lenin]]]]
La miglior definizione del rapporto fra il [[Fascismo|fascismo]] e l'Impresa di Fiume la diede [[Emilio Lussu]] (che comunque non aveva alcuna simpatia personale per Gabriele D'annunzio), conosciuto e rispettato combattente [[antifascismo|antifascista]], in un'intervista a Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro dedicato alle [[formazioni di difesa proletaria]] ed in particolare agli [[Arditi del Popolo]]. [[Emilio Lussu]] <ref>Lussu guarda con un interesse, che del resto è reciproco, ai legionari fiumani e alla loro impresa, come dimostra la lettera a lui spedita da [[Alceste De Ambris]], capo di gabinetto di D'Annunzio. Ma, con ciò, non si può certo dire che egli sia stato influenzato propriamente dal nazionalismo italiano, come accadde invece a Orano e Cao, nella versione demagogica dannunziana e corradiniana; tantomeno da quella elitistica e aristocratica di Prezzolini e Papini. Anzi, respinge i concetti tradizionali di nazione e patria e scrive con piglio quasi marxiano nel 1921: «L'immensa schiera dei nostri contadini non aveva Patria» ([http://www.sotziu.it/lussu/lussu_-_francioni.htm Circolo [[Giustizia e Libertà ]] di Cagliari]) </ref> scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali che avevano maturato una concezione [[internazionalismo|internazionalista]] in trincea... «Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani, si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare... Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo... Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» <ref> Da intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro sulla storia degli Arditi del Popolo] </ref>.
La miglior definizione del rapporto fra il [[Fascismo|fascismo]] e l'Impresa di Fiume la diede [[Emilio Lussu]] (che comunque non aveva alcuna simpatia personale per Gabriele D'annunzio), conosciuto e rispettato combattente [[antifascismo|antifascista]], in un'intervista a Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro dedicato alle [[formazioni di difesa proletaria]] ed in particolare agli [[Arditi del Popolo]]. [[Emilio Lussu]] <ref>Lussu guarda con un interesse, che del resto è reciproco, ai legionari fiumani e alla loro impresa, come dimostra la lettera a lui spedita da [[Alceste De Ambris]], capo di gabinetto di D'Annunzio. Ma, con ciò, non si può certo dire che egli sia stato influenzato propriamente dal nazionalismo italiano, come accadde invece a Orano e Cao, nella versione demagogica dannunziana e corradiniana; tantomeno da quella elitistica e aristocratica di Prezzolini e Papini. Anzi, respinge i concetti tradizionali di nazione e patria e scrive con piglio quasi marxiano nel 1921: «L'immensa schiera dei nostri contadini non aveva Patria» ([http://www.sotziu.it/lussu/lussu_-_francioni.htm Circolo [[Giustizia e Libertà]] di Cagliari]) </ref> scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali che avevano maturato una concezione [[internazionalismo|internazionalista]] in trincea... «Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani, si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare... Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo... Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria...» <ref> Da intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagliaferri, autore di ''Morte alla morte'', libro sulla storia degli Arditi del Popolo] </ref>.


Il [[6 gennaio]] [[1921]], su «L'Ordine Nuovo», [[Antonio Gramsci]] scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari...: «L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità  umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità  della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità  e la libertà  delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito ad ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità  senza precedenti.»
Il [[6 gennaio]] [[1921]], su «L'Ordine Nuovo», [[Antonio Gramsci]] scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari...: «L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità  umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità  della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità  e la libertà  delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito ad ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità  senza precedenti.»
Riga 224: Riga 224:
La persecuzione ha però il merito di riavvicinare gli [[antifascismo|antifascisti]] dei due popoli, che riprenderanno i contatti al confino e nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra di Spagna]]. Questa, iniziata il [[18 luglio]] [[1936]], permette alle due etnie di antifascisti di ritrovarsi e combattere fianco a fianco i fascisti di [[Franco]]. Fra i combattenti si segnalano i friulani fratelli Marvin Romano, Albino e Giuseppe <ref>[http://www.dsmilano.it/segrate/antefatti/giumarvin.gif Foto di Giuseppe Marvin], [http://www.dsmilano.it/segrate/antefatti/framarvin.gif Foto dei fratelli Marvin, da sinistra, in piedi: Albino Marvin, Ilio Barontini e Antonio Roasio; seduti: Romano Marvin e Anello Poma]</ref>. Quest'ultimo, come molti reduci dalla [[Spagna]], si arruolerà  nella Legione Straniera francese, combatterà  a Narvick in [[Norvegia]], dove verrà  decorato per il valore, raggiungerà  i partigiani in [[Francia]] e cadrà  fucilato dai tedeschi a St. Germain du Corbeis; Albino, gravemente ferito in [[Spagna]] sarà  curato in URSS quindi paracadutato in [[Slovenia]] dove diverrà  capo di stato maggiore della Divisione Garibaldi Natisone; Romano si unirà  alle Brigate garibaldine della zona di Gorizia e resterà  con queste fino alla Liberazione.
La persecuzione ha però il merito di riavvicinare gli [[antifascismo|antifascisti]] dei due popoli, che riprenderanno i contatti al confino e nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra di Spagna]]. Questa, iniziata il [[18 luglio]] [[1936]], permette alle due etnie di antifascisti di ritrovarsi e combattere fianco a fianco i fascisti di [[Franco]]. Fra i combattenti si segnalano i friulani fratelli Marvin Romano, Albino e Giuseppe <ref>[http://www.dsmilano.it/segrate/antefatti/giumarvin.gif Foto di Giuseppe Marvin], [http://www.dsmilano.it/segrate/antefatti/framarvin.gif Foto dei fratelli Marvin, da sinistra, in piedi: Albino Marvin, Ilio Barontini e Antonio Roasio; seduti: Romano Marvin e Anello Poma]</ref>. Quest'ultimo, come molti reduci dalla [[Spagna]], si arruolerà  nella Legione Straniera francese, combatterà  a Narvick in [[Norvegia]], dove verrà  decorato per il valore, raggiungerà  i partigiani in [[Francia]] e cadrà  fucilato dai tedeschi a St. Germain du Corbeis; Albino, gravemente ferito in [[Spagna]] sarà  curato in URSS quindi paracadutato in [[Slovenia]] dove diverrà  capo di stato maggiore della Divisione Garibaldi Natisone; Romano si unirà  alle Brigate garibaldine della zona di Gorizia e resterà  con queste fino alla Liberazione.


Tra il [[1927]] e il [[1929]] viene impressa un'accelerazione all'opera di italianizzazione: sono sciolte le organizzazioni culturali, ricreative ed economiche slovene e croate, le Casse rurali e le cooperative, quindi si passa al sistematico esproprio delle [[La proprietà |proprietà ]] terriere degli slavi, con pignoramenti ed altri sistemi "legali", quali l'impossibile rientro immediato da prestiti bancari.  
Tra il [[1927]] e il [[1929]] viene impressa un'accelerazione all'opera di italianizzazione: sono sciolte le organizzazioni culturali, ricreative ed economiche slovene e croate, le Casse rurali e le cooperative, quindi si passa al sistematico esproprio delle [[La proprietà |proprietà]] terriere degli slavi, con pignoramenti ed altri sistemi "legali", quali l'impossibile rientro immediato da prestiti bancari.  


Le [[La proprietà |proprietà ]] espropriate sono messe all'asta ed acquistate da un ente fascista appositamente costituito, denominato «Per la rinascita agraria delle Tre Venezie», con il pretesto di occuparsi della rinascita del territorio. In seguito il "Tre Venezie" assegna gli appezzamenti a coloni italiani importati da regioni limitrofe di chiara fede fascista o in stato di povertà. L'operazione dal punto di vista della produttività  non ha successo, tanto che gli ex proprietari slavi sono chiamati a fornire la mano d'opera come salariati sulle terre loro espropriate.  
Le [[La proprietà |proprietà]] espropriate sono messe all'asta ed acquistate da un ente fascista appositamente costituito, denominato «Per la rinascita agraria delle Tre Venezie», con il pretesto di occuparsi della rinascita del territorio. In seguito il "Tre Venezie" assegna gli appezzamenti a coloni italiani importati da regioni limitrofe di chiara fede fascista o in stato di povertà. L'operazione dal punto di vista della produttività  non ha successo, tanto che gli ex proprietari slavi sono chiamati a fornire la mano d'opera come salariati sulle terre loro espropriate.  


[[Elio Apih]] ([[1922]]-[[2005]]), uno fra i massimi storici triestini, ha descritto in [[Italia]] il [[Fascismo|fascismo]] e l'[[antifascismo]] nella Venezia Giulia compresa tra il [[1918]] e il [[1943]]. Ecco alcuni episodi indicativi che spiegano l'esasperazione a cui si pervenne per colpa del nazionalfascismo:
[[Elio Apih]] ([[1922]]-[[2005]]), uno fra i massimi storici triestini, ha descritto in [[Italia]] il [[Fascismo|fascismo]] e l'[[antifascismo]] nella Venezia Giulia compresa tra il [[1918]] e il [[1943]]. Ecco alcuni episodi indicativi che spiegano l'esasperazione a cui si pervenne per colpa del nazionalfascismo: