Antonin Artaud: differenze tra le versioni

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{{citazione|Io rinnego il battesimo, la patria, la scienza, il verbo, la letteratura, i rituali, la liturgia, le esperienze, la pedagogia, l'insegnamento, la legge, le leggi, la prova, la salvezza. Non credo al valore della salvezza. Non rinnego la poesia, la musica, la pittura, il teatro, la danza, il canto, la muratura, la falegnameria, l'arte dei fabbro, il lavoro, lo sforzo, il dolore, i fatti, le prove. Non voglio più vedere i corpi degli uomini mutilarsi nelle guerre e nei massacri, non voglio più vedere corpi di esseri umani imprigionati nei feretri.|Antonin Artaud (da ''Igiunzione'')}}
{{citazione|Io rinnego il battesimo, la patria, la scienza, il verbo, la letteratura, i rituali, la liturgia, le esperienze, la pedagogia, l'insegnamento, la legge, le leggi, la prova, la salvezza. Non credo al valore della salvezza. Non rinnego la poesia, la musica, la pittura, il teatro, la danza, il canto, la muratura, la falegnameria, l'arte dei fabbro, il lavoro, lo sforzo, il dolore, i fatti, le prove. Non voglio più vedere i corpi degli uomini mutilarsi nelle guerre e nei massacri, non voglio più vedere corpi di esseri umani imprigionati nei feretri.|Antonin Artaud (da ''Igiunzione'')}}


Artaud ha non solo pensato ma vissuto un [[anarchismo]] fatto di tensioni organiche, in quanto tali non riconducibili a nessun ordine politico e a nessuno schieramento. La sua costante polemica anticapitalista e antiborghese non può essere ridotta ad una interpretazione in chiave [[socialista]] <ref>«Non credo si possa arrivare a ridar vita al mondo in cui viviamo, e non credo neppure che valga la pena aggrapparsi ad esso; ma propongo qualcosa per uscire dal marasma, invece di continuare a gemere sul marasma, e sulla noia, l'inerzia e la stupidità di ogni cosa» (da '''''Basta con i capolavori''''' - '''''Il teatro e il suo doppio''''').</ref>, il suo antinazionalismo, il suo antiscientismo, il suo antiaccademismo, la sua [[anomia]], la sua visione antipatriarcale, il suo [[antimilitarismo]] e il suo antiproibizionismo <ref>In una lettera da Rodez del [[1945]], Artaud afferma che l'esigenza di proibire l'uso delle droghe nasce dal desiderio di impedire un recupero della totalità organica dell'individuo, per costringerlo a vivere in un perenne stato di insoddisfazione e di incompletezza.</ref> sono emanazione diretta del suo spirito e/o della sua ricerca teatrale, non filtrati da una coscienza ideologica, così come la sua [[antipsichiatria]] sorge spontaneamente dalla sua condizione umana. Un'[[anarchia]] sui generis quella propugnata da Artaud, simboleggiata dal re Eliogabalo e incarnata dal suicidato della società Van Gogh <ref>«Van Gogh era una di quelle nature dotate di una lucidità superiore che permette loro, in ogni circostanza, di vedere più lontano, infinitamente e pericolosamente più lontano del reale immediato e apparente dei fatti» (da ''Van Gogh, il suicidato della società'').</ref>, suo alter ego.
Artaud ha non solo pensato ma vissuto un [[anarchismo]] fatto di tensioni organiche, in quanto tali non riconducibili a nessun ordine politico e a nessuno schieramento. La sua costante polemica anticapitalista e antiborghese non può essere ridotta ad una interpretazione in chiave [[socialista]] <ref>«Non credo si possa arrivare a ridar vita al mondo in cui viviamo, e non credo neppure che valga la pena aggrapparsi ad esso; ma propongo qualcosa per uscire dal marasma, invece di continuare a gemere sul marasma, e sulla noia, l'inerzia e la stupidità di ogni cosa» (da '''''Basta con i capolavori''''' - '''''Il teatro e il suo doppio''''').</ref>, il suo antinazionalismo, il suo antiscientismo, il suo antiaccademismo, la sua [[anomia]], la sua visione antipatriarcale, il suo [[antimilitarismo]] e il suo antiproibizionismo <ref>In una lettera da Rodez del [[1945]], Artaud afferma che l'esigenza di proibire l'uso delle droghe nasce dal desiderio di impedire un recupero della totalità organica dell'individuo, per costringerlo a vivere in un perenne stato di insoddisfazione e di incompletezza.</ref> sono emanazione diretta del suo spirito e/o della sua ricerca teatrale, non filtrati da una coscienza ideologica, così come la sua [[antipsichiatria]] sorge spontaneamente dalla sua condizione umana. Un'[[anarchia]] sui generis quella propugnata da Artaud, simboleggiata dal re Eliogabalo e incarnata dal suicidato della società Van Gogh <ref>«Van Gogh era una di quelle nature dotate di una lucidità superiore che permette loro, in ogni circostanza, di vedere più lontano, infinitamente e pericolosamente più lontano del reale immediato e apparente dei fatti» (da '''''Van Gogh, il suicidato della società''''').</ref>, suo alter ego.


===''Eliogabalo o l'anarchico incoronato''===
===''Eliogabalo o l'anarchico incoronato''===
{{citazione|Non si tratta [...] di potrtare direttamente sulla scena idee metafisiche, ma di creare intorno a queste idee particolari tentazioni, vortici d'aria. L'umorismo con la sua [[anarchia]], la poesia con il suo simbolismo e le sue immagini, suggeriscono una prima nozione dei mezzi atti a canalizzare la tentazione di tali idee. [...] Né l'Umorismo, né la Poesia, né l'Immaginazione hanno alcun significato se non pervengono, attraverso una distruzione anarchica atta a produrre un prodigioso volo di forme che costituiscono tutto lo spettacolo, a rimettere organicamente in discussione l'uomo, le sue idee sulla realtà, la sua posizione poetica della realtà.|Antonin Artaud (da ''Il teatro della crudeltà, Primo manifesto'' - ''Il teatro e il suo doppio'')}}
{{citazione|Non si tratta [...] di potrtare direttamente sulla scena idee metafisiche, ma di creare intorno a queste idee particolari tentazioni, vortici d'aria. L'umorismo con la sua [[anarchia]], la poesia con il suo simbolismo e le sue immagini, suggeriscono una prima nozione dei mezzi atti a canalizzare la tentazione di tali idee. [...] Né l'Umorismo, né la Poesia, né l'Immaginazione hanno alcun significato se non pervengono, attraverso una distruzione anarchica atta a produrre un prodigioso volo di forme che costituiscono tutto lo spettacolo, a rimettere organicamente in discussione l'uomo, le sue idee sulla realtà, la sua posizione poetica della realtà.|Antonin Artaud (da ''Il teatro della crudeltà, Primo manifesto'' - ''Il teatro e il suo doppio'')}}


Il concetto di [[anarchia]] rappresentato da Eliogabalo <ref>'''Marco Aurelio Antonino Augusto''' (Marcus Aurelius Antoninus Augustus), nato come '''Sesto Vario Avito Bassiano''' (Sextus Varius Avitus Bassianus) ma meglio noto come '''Eliogabalo''' o '''Elagabalo''' (Heliogabalus o Elagabalus), è stato un imperatore romano di origine siriana, appartenente alla dinastia dei Severi, che regnò dal 218 al 222, anno della sua tragica morte (fu assassinato).</ref> possiede due volti contraddittori solo in apparenza: l'[[anarchia]] è il Caos che sovverte la realtà, ma al tempo stesso l'[[anarchia]] è l'equilibrio che regna nell'Ordine, nell'Uno. I passi di seguito riportati sottolineano questa caratteristica:
Il concetto di [[anarchia]] rappresentato da Eliogabalo <ref>'''Marco Aurelio Antonino Augusto''' (Marcus Aurelius Antoninus Augustus), nato come '''Sesto Vario Avito Bassiano''' (Sextus Varius Avitus Bassianus) ma meglio noto come '''Eliogabalo''' o '''Elagabalo''' (Heliogabalus o Elagabalus), è stato un imperatore romano (di origine siriana) appartenente alla dinastia dei Severi, il quale regnò dal 218 al 222, anno della sua tragica morte (fu assassinato).</ref> possiede due volti contraddittori solo in apparenza: l'[[anarchia]] è il Caos che sovverte la realtà, ma al tempo stesso l'[[anarchia]] è l'equilibrio che regna nell'Ordine, nell'Uno. I passi di seguito riportati sottolineano questa caratteristica:


:«Eliogabalo è un anarchico-nato che sopporta male la corona, e tutti '''i suoi atti di re sono gli atti di un anarchico nato, nemico pubblico dell'ordine, che è un nemico dell'ordine pubblico'''; ma la sua [[anarchia]], egli la pratica prima di tutto in se stesso e contro se stesso, e l'[[anarchia]] che introduce nel governo di Roma, si può ben dire che la predica con l'esempio e che l'ha pagata a caro prezzo dovuto».
:«Eliogabalo è un anarchico-nato che sopporta male la corona, e tutti '''i suoi atti di re sono gli atti di un anarchico nato, nemico pubblico dell'ordine, che è un nemico dell'ordine pubblico'''; ma la sua [[anarchia]], egli la pratica prima di tutto in se stesso e contro se stesso, e l'[[anarchia]] che introduce nel governo di Roma, si può ben dire che la predica con l'esempio e che l'ha pagata a caro prezzo dovuto».
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Artaud arriva «in Messico per scappare dalla civiltà europea, nata da sette o otto secoli di cultura borghese, e per odio di questa civiltà e di questa cultura». <ref name="mex">Da '''''Sono venuto in Messico per fuggire dalla civiltà europea...'''''</ref> In una delle conferenze messicane Artaud dichiara di fronte all'uditorio di essere giunto in [[Messico]] in cerca di uomini politici: nel teatro egli vede una possibilità di rinascita culturale che ha una dimensione eminentemente politica e terapeutica. Attraverso una «'''metafisica sperimentale'''» si tratta di trovare una cura per la malata civiltà europea. Nel teatro Artaud vede il luogo della formazione dell'umano e il luogo fondativo di ogni cultura. <ref>Artaud distingue tra istruzione e cultura: «La parola cultura [...] significa che la terra, l'humus profondo dell'uomo, è stata dissodata» (da '''''Basi universali della cultura'''''). «Ogni trasformazione culturale importante ha, come punto di partenza, un'idea rinnovata dell'uomo, coincide con una nuova ondata d'umanesimo. Ci si mette improvvisamente a coltivare l'uomo, proprio come si coltiverebbe un giardino fertile» (da '''''Che sono venuto a fare in Messico''''').</ref>
Artaud arriva «in Messico per scappare dalla civiltà europea, nata da sette o otto secoli di cultura borghese, e per odio di questa civiltà e di questa cultura». <ref name="mex">Da '''''Sono venuto in Messico per fuggire dalla civiltà europea...'''''</ref> In una delle conferenze messicane Artaud dichiara di fronte all'uditorio di essere giunto in [[Messico]] in cerca di uomini politici: nel teatro egli vede una possibilità di rinascita culturale che ha una dimensione eminentemente politica e terapeutica. Attraverso una «'''metafisica sperimentale'''» si tratta di trovare una cura per la malata civiltà europea. Nel teatro Artaud vede il luogo della formazione dell'umano e il luogo fondativo di ogni cultura. <ref>Artaud distingue tra istruzione e cultura: «La parola cultura [...] significa che la terra, l'humus profondo dell'uomo, è stata dissodata» (da '''''Basi universali della cultura'''''). «Ogni trasformazione culturale importante ha, come punto di partenza, un'idea rinnovata dell'uomo, coincide con una nuova ondata d'umanesimo. Ci si mette improvvisamente a coltivare l'uomo, proprio come si coltiverebbe un giardino fertile» (da '''''Che sono venuto a fare in Messico''''').</ref>


Secondo Artaud questa '''[[rivoluzione]] culturale''' può abbattere le fondamenta del '''[[capitalismo]]''' e del '''«macchinismo»''' <ref>«È contro questa frenesia di invenzioni che è attualmente importante reagire, contro questa frenesia che ha d'altronde prodotto l'industria chimica dei raccolti, la medicina dei laboratori, il macchinismo sotto tutte le sue forme ecc. Il macchinismo rende sterile ogni sforzo e conduce, insomma, a sminuire lo sforzo dell'uomo, a scoraggiare l'emulazione tra gli uomini e a rendere inutile e importuna ogni ricerca che miri alla qualità» (da '''''La cultura eterna del Messico''''').</ref>, ai quali il '''[[marxismo]]''' non è in grado di opporre sufficiente resistenza. Artaud vede, infatti, nel [[marxismo]] «un'ideologia menzognera, che caricatura il pensiero di Marx» <ref name="uomo">Da '''''L'uomo contro il destino'''''</ref>, il quale «è partito da un fatto ma si è vietato ogni metafisica» <ref name="uomo"></ref>: «La [[rivoluzione]] di [[Marx]] ha posto in modo tecnico il problema della [[rivoluzione]] sociale. Noialtri pensiamo che la [[rivoluzione]] sociale non è che un aspetto separato della [[rivoluzione]] totale e che considerare la [[rivoluzione]] esclusivamente sotto l'espetto sociale equivale ad impedire che sia condotta a buon fine». <ref name="mex"></ref> Nel socialismo scientifico, nel materialismo storico ciò che è fondamentale per Artaud (la cultura: «non c'è [[rivoluzione]] senza [[rivoluzione]] della cultura» <ref name="mex"></ref>) si pone, invece, come mero elemento sovrastrutturale. Per Artaud «spossessare i possidenti va bene, ma [è preferibile] togliere ad ogni uomo il gusto della proprietà». <ref name="mex"></ref> Artaud non crede «che l'analisi economica del mondo, che la riduzione di tutti i problemi del mondo al semplice fattore economico sia un buon mezzo» <ref name="mex"></ref>: «Il [[marxismo]] ha mal posto il problema della biologia umana. Nega il mondo della coscienza e io voglio che si entri armi alla mano nel mondo della coscienza perché la [[rivoluzione]] si faccia, anzitutto, in quel modo. [...] non c'è [[rivoluzione]] senza [[rivoluzione]] nella cultura, cioè senza una [[rivoluzione]] della cocienza moderna di fronte all'uomo, alla natura e alla vita. [...] Il mondo borghese non ha mai conosciuto la vita, ma ha sempre conosciuto la materia. [...] la cultura è legata al principio della vita che si muove. L'Europa [[capitalista]] crede alla cultura dei libri perché nella sua anima conservatrice ha della vita un'idea immobile». <ref name="mex"></ref>
Secondo Artaud questa '''[[rivoluzione]] culturale''' può abbattere le fondamenta del '''[[capitalismo]]''' e del '''«macchinismo»''' <ref>«È contro questa frenesia di invenzioni che è attualmente importante reagire, contro questa frenesia che ha d'altronde prodotto l'industria chimica dei raccolti, la medicina dei laboratori, il macchinismo sotto tutte le sue forme ecc. Il macchinismo rende sterile ogni sforzo e conduce, insomma, a sminuire lo sforzo dell'uomo, a scoraggiare l'emulazione tra gli uomini e a rendere inutile e importuna ogni ricerca che miri alla qualità» (da '''''La cultura eterna del Messico''''').</ref>, ai quali il '''[[marxismo]]''' non è in grado di opporre sufficiente resistenza. Artaud vede, infatti, nel [[marxismo]] «un'ideologia menzognera, che caricatura il pensiero di Marx» <ref name="uomo">Da '''''L'uomo contro il destino'''''</ref>, il quale «è partito da un fatto ma si è vietato ogni metafisica» <ref name="uomo"></ref>: «La [[rivoluzione]] di [[Marx]] ha posto in modo tecnico il problema della [[rivoluzione]] sociale. Noialtri pensiamo che la [[rivoluzione]] sociale non è che un aspetto separato della [[rivoluzione]] totale e che considerare la [[rivoluzione]] esclusivamente sotto l'espetto sociale equivale ad impedire che sia condotta a buon fine». <ref name="mex"></ref> Nel socialismo scientifico, nel materialismo storico ciò che è fondamentale per Artaud (la cultura: «non c'è [[rivoluzione]] senza [[rivoluzione]] della cultura» <ref name="mex"></ref>) si pone come mero elemento sovrastrutturale. Per Artaud, invece, «spossessare i possidenti va bene, ma [è preferibile] togliere ad ogni uomo il gusto della proprietà». <ref name="mex"></ref> Artaud non crede «che l'analisi economica del mondo, che la riduzione di tutti i problemi del mondo al semplice fattore economico sia un buon mezzo» <ref name="mex"></ref>: «Il [[marxismo]] ha mal posto il problema della biologia umana. Nega il mondo della coscienza e io voglio che si entri armi alla mano nel mondo della coscienza perché la [[rivoluzione]] si faccia, anzitutto, in quel modo. [...] non c'è [[rivoluzione]] senza [[rivoluzione]] nella cultura, cioè senza una [[rivoluzione]] della cocienza moderna di fronte all'uomo, alla natura e alla vita. [...] Il mondo borghese non ha mai conosciuto la vita, ma ha sempre conosciuto la materia. [...] la cultura è legata al principio della vita che si muove. L'Europa [[capitalista]] crede alla cultura dei libri perché nella sua anima conservatrice ha della vita un'idea immobile». <ref name="mex"></ref>


Si riportano due estratti dall'articolo intitolato '''''Anarchia sociale nell'arte''''':  
Si riportano due estratti dall'articolo intitolato '''''Anarchia sociale nell'arte''''':  
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==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==
[https://www.beneinst.it/media/media/Ebook/pdf/Antonin%20Artaud%20-%20Per%20gli%20analfabeti.pdf ''Per gli analfabeti''], raccolta di scritti di Antonin Artaud a cura di Marco Dotti.
[http://www.stradebianchelibri.com/uploads/3/0/4/4/30440538/artaud_antonin_-_per_gli_analfabeti.pdf ''Per gli analfabeti''], raccolta di scritti di Antonin Artaud a cura di Marco Dotti.


[[Categoria:Anarchici|Artaud, Antonin]]
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