Angelo Sbardellotto: differenze tra le versioni

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Secondo la testimonianza del fratello, Angelo rimane profondamente turbato dalla vile uccisione avvenuta in paese, per mano [[Fascismo|fascista]], del [[socialista]] [[Edoardo Mattia]], il [[1 maggio|1° maggio]] [[1922]]. Da quel momento Angelo simpatizza per il [[socialismo]], ben presto però si avvicina all'[[anarchismo]] per mezzo della conoscenza di altri lavoratori immigrati politicizzati e grazie alle letture di libri e giornali anarchici. Nel [[1929]] entra a far parte del "comitato anarchico di Liegi", partecipando tra l'altro all'agitazione a favore di [[Sacco e Vanzetti]].  
Secondo la testimonianza del fratello, Angelo rimane profondamente turbato dalla vile uccisione avvenuta in paese, per mano [[Fascismo|fascista]], del [[socialista]] [[Edoardo Mattia]], il [[1 maggio|1° maggio]] [[1922]]. Da quel momento Angelo simpatizza per il [[socialismo]], ben presto però si avvicina all'[[anarchismo]] per mezzo della conoscenza di altri lavoratori immigrati politicizzati e grazie alle letture di libri e giornali anarchici. Nel [[1929]] entra a far parte del "comitato anarchico di Liegi", partecipando tra l'altro all'agitazione a favore di [[Sacco e Vanzetti]].  


Nel [[1928]] la madre, con l'ausilio della maestra, gli scrive per ordinargli di rientrare in [[Italia]], dato che era arrivata la cartolina per la chiamata alle armi. Angelo risponde polemicamente nei confronti dell'esercito e del [[Fascismo|fascismo]], dichiarando che, in quanto anarchico, non avrebbe in alcun modo «servito la [[patria]]». La madre, Giovanna, rimane sconvolta quando la maestra le legge la risposta del figlio. Chiede consiglio al parroco del paese e, uno dei due (non è chiaro se la madre o il parroco) segnalano alle [[autorità]] fasciste il contenuto della lettera: dichiarato renitente alla leva, viene iscritto dagli organi di polizia come ricercato nella ''Rubrica di Frontiera''; schedato (inizialmente come [[comunismo|comunista]]) e sorvegliato sin dal [[1929]] come attivista sovversivo, risultava inoltre abbonato ai giornali anarchici, di varia tendenza, quali «[[Il Risveglio]]», « [[Germinal]]», «[[Aurora]]», «[[L'Adunata dei Refrattari]]», «[[Il Monito]]» e «[[La Lotta Umana]]».
Nel [[1928]] la madre, con l'ausilio della maestra, gli scrive per ordinargli di rientrare in [[Italia]], dato che era arrivata la cartolina per la chiamata alle armi. Angelo risponde polemicamente nei confronti dell'esercito e del [[Fascismo|fascismo]], dichiarando che, in quanto anarchico, non avrebbe in alcun modo «servito la [[patria]]». La madre, Giovanna, rimane sconvolta quando la maestra le legge la risposta del figlio. Chiede consiglio al parroco del paese e, uno dei due (non è chiaro se la madre o il parroco) segnalano alle [[autorità]] fasciste il contenuto della lettera: dichiarato renitente alla leva, viene iscritto dagli organi di polizia come ricercato nella ''Rubrica di Frontiera''; schedato (inizialmente come [[comunismo|comunista]]) e sorvegliato sin dal [[1929]] come attivista sovversivo, risultava inoltre abbonato ai giornali anarchici, di varia tendenza, quali «[[Il Risveglio]]», « [[Germinal]]», «[[L'Aurora]]», «[[L'Adunata dei Refrattari]]», «[[Il Monito]]» e «[[La Lotta Umana]]».


=== L'arresto e la condanna a morte ===
=== L'arresto e la condanna a morte ===
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[[Categoria:Anarchici italiani|Sbardellotto, Angelo]]
[[Categoria:Anarchici italiani|Sbardellotto, Angelo]]
[[Categoria:Antifascisti|Sbardellotto, Angelo]]
[[Categoria:Antifascisti|Sbardellotto, Angelo]]
[[Categoria:Propagandisti del fatto|Sbardellotto, Angelo]]
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