Anarchismo mistico: differenze tra le versioni

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== Il misticismo di Simone Weil ==
== Il misticismo di Simone Weil ==
[[File:Simone Weil.gif|thumb|[[Simone Weil]]]][[Simone Weil]] visse diverse esperienze mistiche, la prima fu proprio in Italia, in occasione di un viaggio che la portò a visitare Firenze, Roma e la basilica di S. Pietro. Ma ogni bellezza incontrata sino ad allora svanì di fronte al fascino dell'Umbria. Così racconto quell'esperienza ai suoi famigliari:
[[File:Simone Weil.gif|thumb|[[Simone Weil]]]][[Simone Weil]] visse diverse esperienze mistiche, la prima fu proprio in Italia, in occasione di un viaggio che la portò a visitare Firenze, Roma e la basilica di S. Pietro. Ma ogni bellezza incontrata sino ad allora svanì di fronte al fascino dell'Umbria. Così racconto quell'esperienza ai suoi famigliari:
: «Quando ho visto Perugia ed Assisi, tutto il resto dell'Italia si è cancellato per me. Mai avrei immaginato una simile campagna, una razza d'uomini. così splendida e degli oratorii così commoventi. Avete rischiato per poco di perdermi per sempre, perché sopra Assisi, a un ora e un quarto di strada, c'è un oratorio sulla montagna (parla dell'Eremo delle Carceri) antico eremitaggio di S. Francesco, dove un giovane francescano, raggiante di fede, fa da giuda... San Francesco sapeva scegliere i luoghi delle sue dimore. Non ho mai visto nulla di così dolce, sereno, felice, come la campagna umbra, vista da lassù»<ref>S. Pétrement, ''La vita di S. Weil'', Adelphi, Milano, 1994, p. 403</ref>
: «Quando ho visto Perugia ed Assisi, tutto il resto dell'Italia si è cancellato per me. Mai avrei immaginato una simile campagna, una razza d'uomini. così splendida e degli oratorii così commoventi. Avete rischiato per poco di perdermi per sempre, perché sopra Assisi, a un ora e un quarto di strada, c'è un oratorio sulla montagna (parla dell'Eremo delle Carceri) antico eremitaggio di S. Francesco, dove un giovane francescano, raggiante di fede, fa da giuda... San Francesco sapeva scegliere i luoghi delle sue dimore. Non ho mai visto nulla di così dolce, sereno, felice, come la campagna umbra, vista da lassù» <ref>S. Pétrement, ''La vita di S. Weil'', Adelphi, Milano, 1994, p. 403</ref>
Quest'esperienza di vera e propria portò Simone a cercare sempre più il contatto con il trascendente:
Quest'esperienza di vera e propria portò Simone a cercare sempre più il contatto con il trascendente:
:«Nel 1938 ho passato dieci giorni nell'abbazia di Solemes, dalla domenica delle Palme al martedì di Pasqua, seguendo tutte le funzioni. Un giovane inglese cattolico mi fece conoscere quel poeta inglese del 600 che venivano detti metafisici, più tardi nel leggerli vi ho scoperto una poesia intitolata “Amore”, l'ho imparata a memoria e spesso, nei momenti culminanti delle violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla, ponendovi la massima attenzione e aderendo con tutta l'anima alla tenerezza che essa racchiude. Credevo di recitarla soltanto come una bella poesia, mentre a mia insaputa quella recitazione, aveva la virtù di una preghiera, fu proprio mentre la stavo recitando che '''Cristo è disceso e mi ha presa'''».<ref>[http://www2.reggionet.it/pbergama/Costume_societa/fedelibera_weil.html La fede libera di Simone Weil]</ref>
:«Nel 1938 ho passato dieci giorni nell'abbazia di Solemes, dalla domenica delle Palme al martedì di Pasqua, seguendo tutte le funzioni. Un giovane inglese cattolico mi fece conoscere quel poeta inglese del 600 che venivano detti metafisici, più tardi nel leggerli vi ho scoperto una poesia intitolata “Amore”, l'ho imparata a memoria e spesso, nei momenti culminanti delle violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla, ponendovi la massima attenzione e aderendo con tutta l'anima alla tenerezza che essa racchiude. Credevo di recitarla soltanto come una bella poesia, mentre a mia insaputa quella recitazione, aveva la virtù di una preghiera, fu proprio mentre la stavo recitando che '''Cristo è disceso e mi ha presa'''». <ref>[http://www2.reggionet.it/pbergama/Costume_societa/fedelibera_weil.html La fede libera di Simone Weil]</ref>


== Anarchia e misticismo nella religione indù ==
== Anarchia e misticismo nella religione indù ==
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Per esser più chiari, Dio è considerato dagli induisti come formante il '''Tutto''', ''Brahman'', – l''''Assoluto''' (comprensione dello [[Stato]] in una concezione panteista ed enoteista <ref>L''''Enoteismo''' (dal greco antico εἷς "uno" e θεός "dio"), termine coniato da Max Müller, indica un tipo di religiosità  che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto; è pertanto una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo in cui viene venerata in particolar modo una singola divinità  senza tuttavia negare l'esistenza di altri dèi accanto ad essa: non viene quindi negata l'esistenza di altre divinità, ma ne viene sottolineata l'inferiorità.</ref>, ma anche politeista, monoteista e [[Ateismo|agnostica\atea]], molto lontana dalla concezione occidentale del politeismo o del monoteismo e agnosticismo\ateismo...), e ciascun essere umano, ciascun essere vivente deve essere considerato come un Dio possibile se diviene padrone di lui stesso e non degli altri o sottomettersi ad un altro, in quanto la divinità  sarebbe insita nel profondo di ogni essere vivente. In questo senso la visione religiosa indù è assai affine a quella tolsojana, non a caso Gandhi fece uno studio intenso del celebre scrittore russo. Gandhi, dopo aver letto ''Lettera a un Indù'', gli scrisse ben quattro volte, fra il [[1909]] e il [[1910]] <ref>[http://pdpace.interfree.it/s2_gazzeri.html Il magistero nonviolento di Tolstoj]</ref>, e ne resterà  inevitabilmente influenzato:
Per esser più chiari, Dio è considerato dagli induisti come formante il '''Tutto''', ''Brahman'', – l''''Assoluto''' (comprensione dello [[Stato]] in una concezione panteista ed enoteista <ref>L''''Enoteismo''' (dal greco antico εἷς "uno" e θεός "dio"), termine coniato da Max Müller, indica un tipo di religiosità  che prevede la preminenza di un dio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto il culto; è pertanto una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo in cui viene venerata in particolar modo una singola divinità  senza tuttavia negare l'esistenza di altri dèi accanto ad essa: non viene quindi negata l'esistenza di altre divinità, ma ne viene sottolineata l'inferiorità.</ref>, ma anche politeista, monoteista e [[Ateismo|agnostica\atea]], molto lontana dalla concezione occidentale del politeismo o del monoteismo e agnosticismo\ateismo...), e ciascun essere umano, ciascun essere vivente deve essere considerato come un Dio possibile se diviene padrone di lui stesso e non degli altri o sottomettersi ad un altro, in quanto la divinità  sarebbe insita nel profondo di ogni essere vivente. In questo senso la visione religiosa indù è assai affine a quella tolsojana, non a caso Gandhi fece uno studio intenso del celebre scrittore russo. Gandhi, dopo aver letto ''Lettera a un Indù'', gli scrisse ben quattro volte, fra il [[1909]] e il [[1910]] <ref>[http://pdpace.interfree.it/s2_gazzeri.html Il magistero nonviolento di Tolstoj]</ref>, e ne resterà  inevitabilmente influenzato:
: «Gli elementi anarchici nel pensiero di Gandhi non sono pochi, né secondari: e non sorprende, se si pensa che tra i suoi ispiratori vi sono un Thoreau e un Tolstoj. Raggiungere l'indipendenza, lo Swaraj, non significa per Gandhi creare uno stato a imitazione di quelli occidentali. Mandati via gli inglesi, il potere non dovrà  appartenere a una ristretta cerchia di politici, ma al popolo sparso nelle miriadi di villaggi. Dovrà  essere un potere diviso, condiviso, diffuso, strumento di uguaglianza e non di sopraffazione. Per la critica della proprietà, Gandhi può essere considerato un socialista - non aveva alcuna difficoltà  a definirsi tale egli stesso (in una occasione si definì anche comunista). Un socialista con “'''forti tendenze verso l'anarchia'''”, lo disse nel Nirmal Kumar Bose, ed è definizione che si può tener per buona - per quel che valgono le definizioni, ovviamente.» <ref>Antonio Vigilante, [http://minimokarma.blogsome.com/2008/07/04/vinova-e-lo-swaraj-anarchico/ Vinoba e lo Swaraj anarchico]</ref>
: «Gli elementi anarchici nel pensiero di Gandhi non sono pochi, né secondari: e non sorprende, se si pensa che tra i suoi ispiratori vi sono un Thoreau e un Tolstoj. Raggiungere l'indipendenza, lo Swaraj, non significa per Gandhi creare uno stato a imitazione di quelli occidentali. Mandati via gli inglesi, il potere non dovrà  appartenere a una ristretta cerchia di politici, ma al popolo sparso nelle miriadi di villaggi. Dovrà  essere un potere diviso, condiviso, diffuso, strumento di uguaglianza e non di sopraffazione. Per la critica della proprietà, Gandhi può essere considerato un socialista - non aveva alcuna difficoltà  a definirsi tale egli stesso (in una occasione si definì anche comunista). Un socialista con “'''forti tendenze verso l'anarchia'''”, lo disse nel Nirmal Kumar Bose, ed è definizione che si può tener per buona - per quel che valgono le definizioni, ovviamente.» <ref>Antonio Vigilante, [http://minimokarma.blogsome.com/2008/07/04/vinova-e-lo-swaraj-anarchico/ Vinoba e lo Swaraj anarchico]</ref>
==Note==
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<references/>
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-saggio-vladimir-bagrianski-gli-anarchici-mistici-russi-les-anarchistes-mystiques-russes-46829767.html Movimenti libertari. Vladimir Bagrianski, Gli anarchici mistici russi, 1996. ]
*[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-saggio-vladimir-bagrianski-gli-anarchici-mistici-russi-les-anarchistes-mystiques-russes-46829767.html Movimenti libertari. Vladimir Bagrianski, Gli anarchici mistici russi, 1996. ]
*[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/352/77.htm Anarchismo religioso], tratto da A-rivista anarchica
*[http://www.arivista.org/?nr=352&pag=77.htm Anarchismo religioso], tratto da A-rivista anarchica


[[Categoria:Anarchismo Religioso]]
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[[Categoria:Anarchismo in Russia]]
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