Anarchici e potere nella rivoluzione spagnola: differenze tra le versioni

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Oggi, da quando l'[[anarchismo]] è diventata la parola del giorno nei circoli radicali, le differenze tra una società  basata sull'[[anarchismo]] e l'altra basata sui principi dell'[[ecologia sociale]] devono essere chiarite. L'autentico [[anarchismo]] mira soprattutto ad una emancipazione individuale da ogni coercizione [[etica]], politica e sociale. Tutto questo, però, crolla miseramente quando si affronta la questione del [[potere]], che è concreta ed estremamente importante, con cui si devono confrontare tutti i rivoluzionari quando vivono un periodo di agitazione sociale.
Oggi, da quando l'[[anarchismo]] è diventata la parola del giorno nei circoli radicali, le differenze tra una società  basata sull'[[anarchismo]] e l'altra basata sui principi dell'[[ecologia sociale]] devono essere chiarite. L'autentico [[anarchismo]] mira soprattutto ad una emancipazione individuale da ogni coercizione [[etica]], politica e sociale. Tutto questo, però, crolla miseramente quando si affronta la questione del [[potere]], che è concreta ed estremamente importante, con cui si devono confrontare tutti i rivoluzionari quando vivono un periodo di agitazione sociale.


Ma al di là  dal considerare come le persone, organizzate in assemblee popolari confederate, possano prendere il potere e creare una società  libertaria pienamente sviluppata, gli anarchici essenzialmente concepiscono il potere come una perversione maligna che deve essere distrutta. [[Proudhon]], per esempio, una volta disse che lui divideva e suddivideva il potere fino a che, di fatto, cessava di esistere. [[Proudhon]] poteva benissimo proporsi per la riduzione del governo alla più piccola entità  che potesse esercitare autorità  sull'[[individualità ]], tuttavia la sua affermazione perpetua l'illusione che il potere possa effettivamente cessare di esistere, un concetto tanto assurdo come l'idea che la gravità  possa essere abolita.
Ma al di là  dal considerare come le persone, organizzate in assemblee popolari confederate, possano prendere il potere e creare una società  libertaria pienamente sviluppata, gli anarchici essenzialmente concepiscono il potere come una perversione maligna che deve essere distrutta. [[Proudhon]], per esempio, una volta disse che lui divideva e suddivideva il potere fino a che, di fatto, cessava di esistere. [[Proudhon]] poteva benissimo proporsi per la riduzione del governo alla più piccola entità  che potesse esercitare autorità  sull'[[individualità]], tuttavia la sua affermazione perpetua l'illusione che il potere possa effettivamente cessare di esistere, un concetto tanto assurdo come l'idea che la gravità  possa essere abolita.


Le tragiche conseguenze di questa illusione, della quale l'anarchismo è stato gravato fin dalla sua nascita, possono essere meglio comprese esaminando un evento cruciale nella [[rivoluzione spagnola]] del [[1936]]. Il [[21 luglio]], i lavoratori della Catalogna e in particolare della sua capitale, Barcellona, sconfissero le forze del generale [[Francisco Franco]] e guadagnarono il controllo completo su una delle più grandi e industrializzate regioni della Spagna, incluse diverse grandi importanti città lungo la costa mediterranea e una grande area agricola. In parte, come tradizione libertaria del luogo, in parte come risultato dell'influenza esercitata dalla [[CNT-FAI]], il sindacato rivoluzionario di massa spagnolo, il proletariato catalano ha proceduto ad organizzare una vasta rete di assemblee di quartiere e comitati di difesa, distribuzione di forniture e trasporti, mentre in campagna i contadini più radicali (una parte considerevole della popolazione agricola) prendeva il potere e collettivizzava la terra. La Catalogna e la sua gente si tutelavano contro un eventuale contrattacco attraverso la [[milizie anarchiche|milizia rivoluzionaria]], la quale, benchè fosse dotata di armi spesso arcaiche, era sufficientemente armata da poter sconfiggere un esercito ribelle e una forza di [[polizia]] ben preparata e ben attrezzata. Gli operai e i contadini della Catalogna, in verità, distrussero la macchina dello [[Stato]] borghese e crearono un governo o una politica radicalmente nuova in cui essi stessi potevano esercitare un controllo diretto sugli affari pubblici ed economici attraverso le proprie istituzioni. Diciamolo in termini chiari: presero il potere, non semplicemente cambiando il nome alle istituzioni oppressive esistenti, ma letteralmente frantumando le vecchie istituzioni e creandone di radicalmente nuove, la cui forma e sostanza ha dato alle masse il diritto di determinare effettivamente le attività  economiche e politiche della loro regione. <ref>Questi sindacalisti rivoluzionari concepivano i mezzi con i quali si era svolta questa trasformazione come una forma di [[azione diretta]]. A differenza delle sommosse, sassaiole e violenza che molti anarchici oggi lodano come una forma di "azione diretta", per loro questo termine significava attività  costruttive e ben organizzate direttamente connesse alla gestione degli affari pubblici. L'[[azione diretta]], dal loro punto di vista, significava la creazione di una nuova politica, la formazione di istituzioni popolari e la formulazione e promulgazione di leggi o regole, che è lo stesso, che i veri anarchici considerano un compendio di "autonomia" o "volontà " individuale.</ref>
Le tragiche conseguenze di questa illusione, della quale l'anarchismo è stato gravato fin dalla sua nascita, possono essere meglio comprese esaminando un evento cruciale nella [[rivoluzione spagnola]] del [[1936]]. Il [[21 luglio]], i lavoratori della Catalogna e in particolare della sua capitale, Barcellona, sconfissero le forze del generale [[Francisco Franco]] e guadagnarono il controllo completo su una delle più grandi e industrializzate regioni della Spagna, incluse diverse grandi importanti città lungo la costa mediterranea e una grande area agricola. In parte, come tradizione libertaria del luogo, in parte come risultato dell'influenza esercitata dalla [[CNT-FAI]], il sindacato rivoluzionario di massa spagnolo, il proletariato catalano ha proceduto ad organizzare una vasta rete di assemblee di quartiere e comitati di difesa, distribuzione di forniture e trasporti, mentre in campagna i contadini più radicali (una parte considerevole della popolazione agricola) prendeva il potere e collettivizzava la terra. La Catalogna e la sua gente si tutelavano contro un eventuale contrattacco attraverso la [[milizie anarchiche|milizia rivoluzionaria]], la quale, benchè fosse dotata di armi spesso arcaiche, era sufficientemente armata da poter sconfiggere un esercito ribelle e una forza di [[polizia]] ben preparata e ben attrezzata. Gli operai e i contadini della Catalogna, in verità, distrussero la macchina dello [[Stato]] borghese e crearono un governo o una politica radicalmente nuova in cui essi stessi potevano esercitare un controllo diretto sugli affari pubblici ed economici attraverso le proprie istituzioni. Diciamolo in termini chiari: presero il potere, non semplicemente cambiando il nome alle istituzioni oppressive esistenti, ma letteralmente frantumando le vecchie istituzioni e creandone di radicalmente nuove, la cui forma e sostanza ha dato alle masse il diritto di determinare effettivamente le attività  economiche e politiche della loro regione. <ref>Questi sindacalisti rivoluzionari concepivano i mezzi con i quali si era svolta questa trasformazione come una forma di [[azione diretta]]. A differenza delle sommosse, sassaiole e violenza che molti anarchici oggi lodano come una forma di "azione diretta", per loro questo termine significava attività  costruttive e ben organizzate direttamente connesse alla gestione degli affari pubblici. L'[[azione diretta]], dal loro punto di vista, significava la creazione di una nuova politica, la formazione di istituzioni popolari e la formulazione e promulgazione di leggi o regole, che è lo stesso, che i veri anarchici considerano un compendio di "autonomia" o "volontà " individuale.</ref>
[[File:Juan Garcia Oliver.jpg|thumb|left|250 px|[[Juan García Oliver]]]]
[[File:Juan Garcia Oliver.jpg|thumb|left|250 px|[[Juan García Oliver]]]]


Quasi automaticamente, i combattivi militanti della [[CNT spagnola|CNT]] diedero al loro sindacato l'[[autorità ]] per organizzare e fornire la direzione politica di un governo rivoluzionario. Nonostante la reputazione di indisciplina, la maggior parte dei membri del [[CNT spagnola|CNT]], o Cenetistas, erano più che anarchici, sindacalisti libertari; erano fortemente impegnati in un'organizzazione ben strutturata, democratica, ordinata e coordinata. Nel luglio del '36 attuarono, non solo per quanto riguarda l'ideologia, ma, nello specifico, crearono su propria iniziativa forme libertarie come i consigli e le assemblee di quartiere, di fabbrica e una varietà  incredibile di comitati estremamente combattivi. Così ruppero con qualsivoglia modello predefinito che era stato imposto dalle [[dogmatismo|ideologie dogmatiche]] del movimento rivoluzionario.
Quasi automaticamente, i combattivi militanti della [[CNT spagnola|CNT]] diedero al loro sindacato l'[[autorità]] per organizzare e fornire la direzione politica di un governo rivoluzionario. Nonostante la reputazione di indisciplina, la maggior parte dei membri del [[CNT spagnola|CNT]], o Cenetistas, erano più che anarchici, sindacalisti libertari; erano fortemente impegnati in un'organizzazione ben strutturata, democratica, ordinata e coordinata. Nel luglio del '36 attuarono, non solo per quanto riguarda l'ideologia, ma, nello specifico, crearono su propria iniziativa forme libertarie come i consigli e le assemblee di quartiere, di fabbrica e una varietà  incredibile di comitati estremamente combattivi. Così ruppero con qualsivoglia modello predefinito che era stato imposto dalle [[dogmatismo|ideologie dogmatiche]] del movimento rivoluzionario.
[[Image:Santillan.jpg|thumb|[[Diego Abad de Santillán]]]]
[[Image:Santillan.jpg|thumb|[[Diego Abad de Santillán]]]]
Il [[23 luglio]], due giorni dopo che i lavoratori avevano sconfitto la rivolta franchista locale, un plenum regionale catalano della [[CNT spagnola|CNT]]<ref>Altre fonti riportano che il plenum della CNT catalana si svolse il [[21 luglio]]</ref> si riunì a Barcellona per decidere cosa fare della politica che questi lavoratori avevano posto nelle mani del sindacato. Alcuni delegati della regione del Basso Llobregat (fuori città ) chiesero con forza che il plenum proclamasse il [[comunismo libertario]] e la fine del vecchio ordine politico e sociale: ciò vuol dire, i lavoratori che la [[CNT spagnola|CNT]] pretendeva di rappresentare, si offrirono di dar loro il potere che avevano preso e che i militanti dell'organizzazione avevano cominciato a trasformare.
Il [[23 luglio]], due giorni dopo che i lavoratori avevano sconfitto la rivolta franchista locale, un plenum regionale catalano della [[CNT spagnola|CNT]]<ref>Altre fonti riportano che il plenum della CNT catalana si svolse il [[21 luglio]]</ref> si riunì a Barcellona per decidere cosa fare della politica che questi lavoratori avevano posto nelle mani del sindacato. Alcuni delegati della regione del Basso Llobregat (fuori città ) chiesero con forza che il plenum proclamasse il [[comunismo libertario]] e la fine del vecchio ordine politico e sociale: ciò vuol dire, i lavoratori che la [[CNT spagnola|CNT]] pretendeva di rappresentare, si offrirono di dar loro il potere che avevano preso e che i militanti dell'organizzazione avevano cominciato a trasformare.