Anarchia e diritto (di Pier Francesco Zarcone): differenze tra le versioni

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== La nuova organizzazione sociale e le caratteristiche di base del suo diritto ==
== La nuova organizzazione sociale e le caratteristiche di base del suo diritto ==


Chiarito preliminarmente che i "classici" non sono feticci da adorare acriticamente e dogmaticamente, bensì punti di riferimento utili per capire bene da dove si sia partiti, in modo da non perdere l'orientamento, va ricordato che - non a caso - «[[Proudhon]] e Bakunin aspirano a distruggere lo Stato, ma, attenzione, non il potere politico. Esso dovrà risolversi nelle istanze di base, dovrà essere esercitato da molti e armonici centri di decisione» con una formula «di democrazia diretta e di federalismo». <ref>J. GÓMEZ CASAS, ''Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo'', Milano 1975, p. 77.</ref> D'altro canto la ben nota espressione bakuniniana che rovescia lo schema [[liberale]] - affermando, in luogo della libertà altrui come limite della libertà individuale, che è invece la mia libertà ad avere bisogno della libertà degli altrui per realizzarsi ed esplicarsi - implica proprio la stretta interrelazione fra il singolo ed il contesto sociale.
Chiarito preliminarmente che i "classici" non sono feticci da adorare acriticamente e dogmaticamente, bensì punti di riferimento utili per capire bene da dove si sia partiti, in modo da non perdere l'orientamento, va ricordato che - non a caso - «[[Proudhon]] e [[Bakunin]] aspirano a distruggere lo Stato, ma, attenzione, non il potere politico. Esso dovrà risolversi nelle istanze di base, dovrà essere esercitato da molti e armonici centri di decisione» con una formula «di democrazia diretta e di federalismo». <ref>J. GÓMEZ CASAS, ''Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo'', Milano 1975, p. 77.</ref> D'altro canto la ben nota espressione bakuniniana che rovescia lo schema [[liberale]] - affermando, in luogo della libertà altrui come limite della libertà individuale, che è invece la mia libertà ad avere bisogno della libertà degli altrui per realizzarsi ed esplicarsi - implica proprio la stretta interrelazione fra il singolo ed il contesto sociale.


Prima di addentraci in questioni teoriche, alcune premesse ed alcune ipotesi politiche concrete.  
Prima di addentraci in questioni teoriche, alcune premesse ed alcune ipotesi politiche concrete.  
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«Tuttavia la società non deve affatto restare completamente disarmata contro gli individui parassiti, malfattori e nocivi. Dovendo essere il lavoro la base di tutti i diritti politici, la società [...] potrà privarne gli individui maggiorenni che non essendo né invalidi, né malati, né vecchi, vivranno a spese della carità pubblica o privata [...]. Essendo inalienabile la libertà di ogni individuo umano, la società non tollererà mai che qualunque individuo alieni giuridicamente la sua libertà [...]. Tutte le persone che avranno perso i loro diritti politici saranno anche private del diritto di allevare e terene presso di sé i loro figli. [...] Ogni individuo condannato dalle leggi di una qualunque società, comune provincia o nazione, conserverà il diritto di non sottomettersi alla pena che gli avrà inflitto, dichiarando che non vuole più far parte di questa società. Ma in questo caso, la società avrà a sua volta il diritto di espellerlo dal suo seno e di dichiararlo al di fuori della sua garanzia e protezione. Ricaduto così sotto la legge naturale occhio per occhio e dente per dente, almeno sul territorio occupato da questa società, il refrattario potrà essere spogliato, maltrattato, ed anche ucciso senza che quest'ultima se ne preoccupi». <ref name="dg">D. GUÉRIN, ''Né Dio né padrone'', Cremona 2001, p. 153.</ref>
«Tuttavia la società non deve affatto restare completamente disarmata contro gli individui parassiti, malfattori e nocivi. Dovendo essere il lavoro la base di tutti i diritti politici, la società [...] potrà privarne gli individui maggiorenni che non essendo né invalidi, né malati, né vecchi, vivranno a spese della carità pubblica o privata [...]. Essendo inalienabile la libertà di ogni individuo umano, la società non tollererà mai che qualunque individuo alieni giuridicamente la sua libertà [...]. Tutte le persone che avranno perso i loro diritti politici saranno anche private del diritto di allevare e terene presso di sé i loro figli. [...] Ogni individuo condannato dalle leggi di una qualunque società, comune provincia o nazione, conserverà il diritto di non sottomettersi alla pena che gli avrà inflitto, dichiarando che non vuole più far parte di questa società. Ma in questo caso, la società avrà a sua volta il diritto di espellerlo dal suo seno e di dichiararlo al di fuori della sua garanzia e protezione. Ricaduto così sotto la legge naturale occhio per occhio e dente per dente, almeno sul territorio occupato da questa società, il refrattario potrà essere spogliato, maltrattato, ed anche ucciso senza che quest'ultima se ne preoccupi». <ref name="dg">D. GUÉRIN, ''Né Dio né padrone'', Cremona 2001, p. 153.</ref>


Si dirà che Bakunin non è un dogma, e siamo d'accordo. Quel che qui interessa è che tali affermazioni provengono da un anarchico indubitato e di prestigio, con implicazioni di principio chiare ed importanti, per quanto per certi versi talune conseguenze appaiano fortemente datate.
Si dirà che [[Bakunin]] non è un dogma, e siamo d'accordo. Quel che qui interessa è che tali affermazioni provengono da un anarchico indubitato e di prestigio, con implicazioni di principio chiare ed importanti, per quanto per certi versi talune conseguenze appaiano fortemente datate.


Oltre all'ammissione delle norme sociali imperative, in Bakunin trova spazio pure l'aspetto sanzionatorio. La ricostruzione di certi passaggi del suo torrentizio ragionare (notoriamente egli non privilegiò la sistematica) non è sempre agevole: tuttavia, se da un lato sostenne la più ampia libertà associativa per qualunque fine, anche se contrario agli interessi sociali; da un altro lato chiaramente affermò che «In caso di mancato adempimento di un impegno liberamente contratto e anche in caso di attacco aperto e provato contro la proprietà, contro la persona, e soprattutto contro la libertà di un cittadino [...] la società infliggerà al delinquente indigeno o straniero le pene stabilite dalle sue leggi!» <ref name="dg"></ref>
Oltre all'ammissione delle norme sociali imperative, in [[Bakunin]] trova spazio pure l'aspetto sanzionatorio. La ricostruzione di certi passaggi del suo torrentizio ragionare (notoriamente egli non privilegiò la sistematica) non è sempre agevole: tuttavia, se da un lato sostenne la più ampia libertà associativa per qualunque fine, anche se contrario agli interessi sociali; da un altro lato chiaramente affermò che «In caso di mancato adempimento di un impegno liberamente contratto e anche in caso di attacco aperto e provato contro la proprietà, contro la persona, e soprattutto contro la libertà di un cittadino [...] la società infliggerà al delinquente indigeno o straniero le pene stabilite dalle sue leggi!» <ref name="dg"></ref>


Ed in [[James Guillaume]] il diritto sociale di coercizione a difesa del gruppo associato e dei suoi principi fondanti viene affermato con una nettezza di orientamenti anche strutturali che può stupire (o scandalizzare) chi sia abituato solo alle attuali affabulazioni di taluni anarchici:  
Ed in [[James Guillaume]] il diritto sociale di coercizione a difesa del gruppo associato e dei suoi principi fondanti viene affermato con una nettezza di orientamenti anche strutturali che può stupire (o scandalizzare) chi sia abituato solo alle attuali affabulazioni di taluni anarchici:  
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Tant'è che in quest'ottica [[Noam Chomsky]] ha potuto scrivere che «Gli anarchici, quelli a cui ci riferiamo [Bakunin e Kropotkin] hanno sempre creduto che il controllo della vita produttiva fosse condizione "sine qua non" per una vera e significativa pratica democratica». <ref>. N. CHOMSKY, ''Anarchia e Libertà - Scritti e interviste'', Roma 2003, p. 53.</ref> E controllo dell'economia vuol dire esercizio di autorità e gestione da parte dei lavoratori organizzati.
Tant'è che in quest'ottica [[Noam Chomsky]] ha potuto scrivere che «Gli anarchici, quelli a cui ci riferiamo [Bakunin e Kropotkin] hanno sempre creduto che il controllo della vita produttiva fosse condizione "sine qua non" per una vera e significativa pratica democratica». <ref>. N. CHOMSKY, ''Anarchia e Libertà - Scritti e interviste'', Roma 2003, p. 53.</ref> E controllo dell'economia vuol dire esercizio di autorità e gestione da parte dei lavoratori organizzati.


In termini strutturali l'organizzazione di un aggregato sociale anarchico è stata così sinteticamente rappresentata - ed in modo classico - da Chomsky: «una rete di consigli dei lavoratori e, al livello superiore, la rappresentanza di più fabbriche e di rami dell'industria e del commercio, e così successivamente, fino alle assemblee generali dei consigli dei lavoratori a livello regionale, nazionale e internazionale. Da un altro punto di vista, e su un altro versante, si può immaginare un sistema di governo basato su assemblee locali, a loro volta federate regionalmente, le quali si occupino dei problemi regionali, per esempio quelli concernenti l'occupazione, e quindi l'industria, il commercio, ecc., per passare poi al livello nazionale, alla confederazione delle nazioni, ecc.». <ref>. N. CHOMSKY, ''Anarchia e Libertà - Scritti e interviste'', Roma 2003, p. 60.</ref>
In termini strutturali l'organizzazione di un aggregato sociale anarchico è stata così sinteticamente rappresentata - ed in modo classico - da Chomsky: «una rete di consigli dei lavoratori e, al livello superiore, la rappresentanza di più fabbriche e di rami dell'industria e del commercio, e così successivamente, fino alle assemblee generali dei consigli dei lavoratori a livello regionale, nazionale e internazionale. Da un altro punto di vista, e su un altro versante, si può immaginare un sistema di governo basato su assemblee locali, a loro volta federate regionalmente, le quali si occupino dei problemi regionali, per esempio quelli concernenti l'occupazione, e quindi l'industria, il commercio ecc., per passare poi al livello nazionale, alla confederazione delle nazioni ecc.». <ref>. N. CHOMSKY, ''Anarchia e Libertà - Scritti e interviste'', Roma 2003, p. 60.</ref>


Niente a che vedere, quindi, con un mondo di monadi autonome che mal comunicano fra loro, bensì di molecole che entrano in sistemi vari le une con le altre per le gestione diretta degli interessi comuni e la oro difesa. Una realtà associativa nata da un'autentica rivoluzione sociale si sostanzierà come democrazia diretta radicale e diffusa, organizzata dal basso e dotata di tutti gli strumenti interni per la sua sussistenza.
Niente a che vedere, quindi, con un mondo di monadi autonome che mal comunicano fra loro, bensì di molecole che entrano in sistemi vari le une con le altre per le gestione diretta degli interessi comuni e la oro difesa. Una realtà associativa nata da un'autentica rivoluzione sociale si sostanzierà come democrazia diretta radicale e diffusa, organizzata dal basso e dotata di tutti gli strumenti interni per la sua sussistenza.
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E poiché i mondi non si fanno in un solo giorno, è appena il caso di far presente che di pari passo con l'eventuale consolidarsi della collettività libertaria federata - e nei limiti in cui essa non rischi di essere messa in gioco in quanto tale - potrà darsi luogo ad ampliamenti della sfera operativa individuale e sociale per coloro che proprio non vogliano aderire ai principi ed alle forme di svolgimento di questa collettività. Forse anche al punto di includere nella sfera della libera sperimentazione sociale anche, in certi casi, gli accordi con cui una persona si impegna nei confronti di un'altra non su un piano di eguaglianza e di reciprocità.
E poiché i mondi non si fanno in un solo giorno, è appena il caso di far presente che di pari passo con l'eventuale consolidarsi della collettività libertaria federata - e nei limiti in cui essa non rischi di essere messa in gioco in quanto tale - potrà darsi luogo ad ampliamenti della sfera operativa individuale e sociale per coloro che proprio non vogliano aderire ai principi ed alle forme di svolgimento di questa collettività. Forse anche al punto di includere nella sfera della libera sperimentazione sociale anche, in certi casi, gli accordi con cui una persona si impegna nei confronti di un'altra non su un piano di eguaglianza e di reciprocità.


Tuttavia tenendo presente due indicazioni del vecchio Bakunin. La prima, che è certa «l'impossibilità di successo di una rivoluzione nazionale isolata»; <ref>Riportato in D. GUÉRIN, ''Né Dio né padrone'', Cremona 2001, p. 147.</ref> e la seconda, che «La società non potrà impedire che un uomo o una donna, privi di ogni sentimento di dignità personale, si mettano, sotto contratto nei confronti di un altro individuo, in rapporto di servitù volontaria, ma essa li considererà come degli individui che vivono di carità privata, e di conseguenza privati del godimento dei diritti politici, per tutta la durata di questa servitù». <ref>Riportato in D. GUÉRIN, ''Né Dio né padrone'', Cremona 2001, p. 153.</ref>
Tuttavia tenendo presente due indicazioni del vecchio [[Bakunin]]. La prima, che è certa «l'impossibilità di successo di una rivoluzione nazionale isolata»; <ref>Riportato in D. GUÉRIN, ''Né Dio né padrone'', Cremona 2001, p. 147.</ref> e la seconda, che «La società non potrà impedire che un uomo o una donna, privi di ogni sentimento di dignità personale, si mettano, sotto contratto nei confronti di un altro individuo, in rapporto di servitù volontaria, ma essa li considererà come degli individui che vivono di carità privata, e di conseguenza privati del godimento dei diritti politici, per tutta la durata di questa servitù». <ref>Riportato in D. GUÉRIN, ''Né Dio né padrone'', Cremona 2001, p. 153.</ref>


Siffatto ambito non potrà che essere contenuto al massimo, considerando che l'asservimento derivante dal lavoro salariato è - insieme alla proprietà privata dei mezzi di produzione - una delle componenti di base del sistema capitalista, che i comunisti anarchici invece operano per distruggere e che è incompatibile con il principio fondamentale del lavoro liberamente svolto sotto il controllo dei medesimi produttori.
Siffatto ambito non potrà che essere contenuto al massimo, considerando che l'asservimento derivante dal lavoro salariato è - insieme alla proprietà privata dei mezzi di produzione - una delle componenti di base del sistema capitalista, che i comunisti anarchici invece operano per distruggere e che è incompatibile con il principio fondamentale del lavoro liberamente svolto sotto il controllo dei medesimi produttori.
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== Note ==
== Note ==
<references/>
<references/>
== Voci correlate ==
*[[Diritto]]
*[[Anarchismo e diritto (di Alexei Borovoi)]]
*[[Regole e anarchia]]
*[[L'anarchismo e il crimine (da endehors.org)]]
*[[La sanzione penale e il conflitto sociale (di Pio Marconi)]]
*[[Abolizione del carcere]]
== Collegamenti esterni ==
*''[http://anarcopedia.altervista.org/Anarchismo.pdf L'Anarchismo]'', di [[Paul Eltzbacher]], traduzione di [[Carlo Frigerio]]
*''[http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEN/02/1400/?#9 Morale, diritto e giustizia nella dottrina anarchica (prima parte)]'', di [[Luigi Fabbri]], da «[[Il Pensiero]]» - anno II - n. 14 - agosto 1904
*''[http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEN/02/1500/?#7 Morale, diritto e giustizia nella dottrina anarchica (seconda parte)]'', di [[Luigi Fabbri]], da «[[Il Pensiero]]» - anno II - n. 15 - agosto 1904
*''[http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/16/0700/#/10/ «Rivoluzione» e «diritto»]'', di [[Pierre Vidal]], da «[[Volontà]]» - anno XVI - n. 7 - luglio 1963
*''[http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/19/0600/?#13 Anarchismo e diritto]'', di [[Alexei Borovoi]], da «[[Volontà]]» - anno XIX - n. 6 - giugno 1966
*''[https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/10936/1/Malatesta_inTigor_13.pdf Errico Malatesta. Note per un diritto anarchico]'', di Marco Cossutta, Collana in/Tigor, Edizioni Università di Trieste, 2015


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