Anarchia: differenze tra le versioni

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In questo senso possiamo individuare nella metodologia anarchica una duplice valenza; da un lato essa è momento propositivo e discriminante nei confronti dei movimenti tendenti alla liberazione, quindi metodologia "politica"; dall'altro è metodologia "scientifica" rispetto allo studio dei fenomeni sociali ed in particolare del rapporto individuo/[[Stato]].
In questo senso possiamo individuare nella metodologia anarchica una duplice valenza; da un lato essa è momento propositivo e discriminante nei confronti dei movimenti tendenti alla liberazione, quindi metodologia "politica"; dall'altro è metodologia "scientifica" rispetto allo studio dei fenomeni sociali ed in particolare del rapporto individuo/[[Stato]].


== L'anarchia non è un'ideologia <ref name="MC">Fonte principale: ''[https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/10936/1/Malatesta_inTigor_13.pdf Errico Malatesta. Note per un diritto anarchico]'', di Marco Cossutta, Collana in/Tigor, Edizioni Università di Trieste, 2015</ref>==
== L'anarchismo non è un'ideologia <ref name="MC">Fonte principale: ''[https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/10936/1/Malatesta_inTigor_13.pdf Errico Malatesta. Note per un diritto anarchico]'', di Marco Cossutta, Collana in/Tigor, Edizioni Università di Trieste, 2015</ref>==
Al pari del mondo delle scienze, '''la struttura ideologica si fonda sulla posizione di ipotesi interpretative della realtà''', ipotesi non necessariamente frutto di una osservazione empirica della stessa, ma protese ad offrire alla realtà una rappresentazione funzionale ad operare sulla stessa, tanto da individuare (e fondare sull'ipotesi assunta) delle '''leggi di evoluzione della realtà''', attraverso le quali prevederla e, quindi, dominarla. Ma si tratta a ben vedere di leggi (scientifiche) a cui si attribuisce (o si può attribuire) un valore universale soltanto offuscando (o dimenticando) la loro radice particolare, in quanto fondata fermamente ed esclusivamente nell'ipotesi convenzionalmente assunta. In questo senso, la struttura ideologica si riconnette «con la pretesa razionalistica che postula da un lato la '''riduzione di ogni forma di sapere umano alla conoscenza scientifica''' e che dall'altro, dimenticandone la natura convenzionale, vagheggia un '''padroneggiamento della natura e della storia da parte dell'uomo/scienziato'''». <ref>Francesco Gentile, ''Intelligenza politica e ragion di stato'', Milano, 1983, p. 195</ref> Così intesa, l'ideologia si presenta quale teoria interpretativa della realtà, teoria che prende le mosse da ipotesi convenzionalmente assunte e che dalle stesse si sviluppa per deduzione. In questo senso, l'ideologia, semplificando e racchiudendo la realtà all'interno delle convenzioni che le sono proprie, se si sviluppa in modo corretto rispetto agli assiomi che la caratterizzano e la distinguono dalle altre ideologie, produce un discorso scientifico sulla realtà, dotato (avuto riguardo alle proprie ipotesi) di senso. Se poi tali sviluppi potessero ritrovare verificazione empirica, la teoria (ideologia) dimostrerebbe la sua efficacia operativa attraverso il dominio della realtà e risulterebbe, perciò, una teoria valida anche da punto di vista empirico.  
Al pari del mondo delle scienze, '''la struttura ideologica si fonda sulla posizione di ipotesi interpretative della realtà''', ipotesi non necessariamente frutto di una osservazione empirica della stessa, ma protese ad offrire alla realtà una rappresentazione funzionale ad operare sulla stessa, tanto da individuare (e fondare sull'ipotesi assunta) delle '''leggi di evoluzione della realtà''', attraverso le quali prevederla e, quindi, dominarla. Ma si tratta a ben vedere di leggi (scientifiche) a cui si attribuisce (o si può attribuire) un valore universale soltanto offuscando (o dimenticando) la loro radice particolare, in quanto fondata fermamente ed esclusivamente nell'ipotesi convenzionalmente assunta. In questo senso, la struttura ideologica si riconnette «con la pretesa razionalistica che postula da un lato la '''riduzione di ogni forma di sapere umano alla conoscenza scientifica''' e che dall'altro, dimenticandone la natura convenzionale, vagheggia un '''padroneggiamento della natura e della storia da parte dell'uomo/scienziato'''». <ref>Francesco Gentile, ''Intelligenza politica e ragion di stato'', Milano, 1983, p. 195</ref> Così intesa, l'ideologia si presenta quale teoria interpretativa della realtà, teoria che prende le mosse da ipotesi convenzionalmente assunte e che dalle stesse si sviluppa per deduzione. In questo senso, l'ideologia, semplificando e racchiudendo la realtà all'interno delle convenzioni che le sono proprie, se si sviluppa in modo corretto rispetto agli assiomi che la caratterizzano e la distinguono dalle altre ideologie, produce un discorso scientifico sulla realtà, dotato (avuto riguardo alle proprie ipotesi) di senso. Se poi tali sviluppi potessero ritrovare verificazione empirica, la teoria (ideologia) dimostrerebbe la sua efficacia operativa attraverso il dominio della realtà e risulterebbe, perciò, una teoria valida anche da punto di vista empirico.  


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