Alceste De Ambris: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - " a" con " a")
m (Sostituzione testo - " c" con " c")
Riga 27: Riga 27:


== De Ambris e la guerra ==
== De Ambris e la guerra ==
Il [[13 maggio]] [[1915]] De Ambris era a Parma per annunciare alla città dove era stato eletto deputato il suo voto per i crediti militari nella seduta della camera che si sarebbe tenuta il [[24 maggio]]. Sarà la seconda volta, dopo il giuramento di due anni prima, che entrerà in parlamento. Il giorno precedente, il [[23 maggio]], le truppe italiane erano entrate in guerra. De Ambris parte volontario per La Spezia, assegnato col grado di caporale al 2° reggimento Artiglieria da fortezza. Questa scelta, condivisa da tutti gli interventisti, era la naturale conseguenza della propaganda che essi avevano fatto ed una risposta ai socialisti pacifisti poco inclini a credere che alle loro idee avrebbero poi fatto seguire i fatti. Dall'ottobre 1915 apparvero su ''Il Popolo D'Italia'' sue corrispondenze quasi quotidiane dal fronte che infiammavano i giovani rivoluzionari interventisti di scuola sindacalista. Nel dicembre del [[1915]] approfittò di una licenza speciale, che si prolungò sino a fine gennaio, per organizzare diverse commemorazioni di [[Filippo Corridoni]], caduto durante un assalto alle linee austriache assieme ad altri volontari interventisti.
Il [[13 maggio]] [[1915]] De Ambris era a Parma per annunciare alla città dove era stato eletto deputato il suo voto per i crediti militari nella seduta della camera che si sarebbe tenuta il [[24 maggio]]. Sarà la seconda volta, dopo il giuramento di due anni prima, che entrerà in parlamento. Il giorno precedente, il [[23 maggio]], le truppe italiane erano entrate in guerra. De Ambris parte volontario per La Spezia, assegnato col grado di caporale al 2° reggimento Artiglieria da fortezza. Questa scelta, condivisa da tutti gli interventisti, era la naturale conseguenza della propaganda che essi avevano fatto ed una risposta ai socialisti pacifisti poco inclini a credere che alle loro idee avrebbero poi fatto seguire i fatti. Dall'ottobre 1915 apparvero su ''Il Popolo D'Italia'' sue corrispondenze quasi quotidiane dal fronte che infiammavano i giovani rivoluzionari interventisti di scuola sindacalista. Nel dicembre del [[1915]] approfittò di una licenza speciale, che si prolungò sino a fine gennaio, per organizzare diverse commemorazioni di [[Filippo Corridoni]], caduto durante un assalto alle linee austriache assieme ad altri volontari interventisti.


Queste scelte patriottiche del deputato socialista, leader del movimento sindacale parmense, creavano perplessità in qualche area dei militanti e si manifestavano critiche alla revisione teorica in atto. Ma per De Ambris non si trattava di negare la centralità dell'emancipazione operaia ma di legarla al più complessivo movimento di rinnovamento nazionale. Nel Convegno Nazionale Repubblicano di Roma del [[27 gennaio|27]] e [[28 gennaio]] [[1916]], alcuni compagni affini al leader sindacalista, che non era presente, sostennero le sue posizioni. In quel Convegno si discusse un Odg che, sulla questione movimento operaio ed esercito, chiedeva la «trasformazione immediata dell'esercito in Nazione Armata... e di favorire in ogni modo un movimento operaio a forte base ideale capace di imporre - senza illusioni riformiste - la soluzione delle questioni del lavoro e di preparare le ulteriori, definitive conquiste di libertà e di giustizia sociale». <ref>Serventi Longhi. Op. cit.</ref> In un successivo Congresso interventista del [[2 luglio|2]], [[3 luglio|3]] e [[4 luglio]] [[1917]] queste posizioni di De Ambris portarono ad una vera e propria resa dei conti fra l'orientamento sociale e repubblicano e quello nazionalista filomonarchico. Si votò un Odg che sosteneva che la guerra doveva sfociare in un governo di popolo.
Queste scelte patriottiche del deputato socialista, leader del movimento sindacale parmense, creavano perplessità in qualche area dei militanti e si manifestavano critiche alla revisione teorica in atto. Ma per De Ambris non si trattava di negare la centralità dell'emancipazione operaia ma di legarla al più complessivo movimento di rinnovamento nazionale. Nel Convegno Nazionale Repubblicano di Roma del [[27 gennaio|27]] e [[28 gennaio]] [[1916]], alcuni compagni affini al leader sindacalista, che non era presente, sostennero le sue posizioni. In quel Convegno si discusse un Odg che, sulla questione movimento operaio ed esercito, chiedeva la «trasformazione immediata dell'esercito in Nazione Armata... e di favorire in ogni modo un movimento operaio a forte base ideale capace di imporre - senza illusioni riformiste - la soluzione delle questioni del lavoro e di preparare le ulteriori, definitive conquiste di libertà e di giustizia sociale». <ref>Serventi Longhi. Op. cit.</ref> In un successivo Congresso interventista del [[2 luglio|2]], [[3 luglio|3]] e [[4 luglio]] [[1917]] queste posizioni di De Ambris portarono ad una vera e propria resa dei conti fra l'orientamento sociale e repubblicano e quello nazionalista filomonarchico. Si votò un Odg che sosteneva che la guerra doveva sfociare in un governo di popolo.