Adalgisa Fochi: differenze tra le versioni
Jump to navigation
Jump to search
K2 (discussione | contributi) Nessun oggetto della modifica |
K2 (discussione | contributi) |
||
Riga 5: | Riga 5: | ||
Adalgisa fu la figlia del medico e garibaldino Camillo Fochi, che partecipò all'impresa dei Mille, e di Carolina Gallenga, di sentimenti mazziniani. Maestra elementare, si trovava in vacanza in Valtellina, dove conobbe e sposò Stefano Berneri, già vedovo con figli e impiegato nel comune di Corteno, in provincia di Brescia. | Adalgisa fu la figlia del medico e garibaldino Camillo Fochi, che partecipò all'impresa dei Mille, e di Carolina Gallenga, di sentimenti mazziniani. Maestra elementare, si trovava in vacanza in Valtellina, dove conobbe e sposò Stefano Berneri, già vedovo con figli e impiegato nel comune di Corteno, in provincia di Brescia. | ||
Camillo nacque nel [[1897]] e i suoi genitori si separarono molto presto. A causa della sua attività di insegnante, madre e figlio dovettero cambiare più volte residenza. Di idee socialiste, Adalgisa scrisse racconti per bambini (''La penna d'oro'' del 1902 e ''La scopa di zia Tecla'' del 1904) e tenne conferenze nell'Università popolare di Reggio Emilia (tra le quali ''L'eredità in relazione alla responsabilità dei genitori'' e ''Esaminandi ed esaminatori''), dove il figlio frequentò la [[scuola]] superiore, in difesa dell'infanzia abbandonata. A tal proposito pubblicò diversi saggi, come ''Figli di nessuno'', ''Fanciulli infelici'' o ''Salviamo | Camillo nacque nel [[1897]] e i suoi genitori si separarono molto presto. A causa della sua attività di insegnante, madre e figlio dovettero cambiare più volte residenza. Di idee socialiste, Adalgisa scrisse racconti per bambini (''La penna d'oro'' del 1902 e ''La scopa di zia Tecla'' del 1904) e tenne conferenze nell'Università popolare di Reggio Emilia (tra le quali ''L'eredità in relazione alla responsabilità dei genitori'' e ''Esaminandi ed esaminatori''), dove il figlio frequentò la [[scuola]] superiore, in difesa dell'infanzia abbandonata. A tal proposito pubblicò diversi saggi, come ''Figli di nessuno'', ''Fanciulli infelici'' o ''Salviamo il fanciullo''. Nel [[1927]] pubblicò l'opera teatrale in un atto intitolato ''Uno stratagemma da affamate''. | ||
Durante il [[Fascismo|regime fascista]], essendosi rifiutata di giurare fedeltà al re come da obbligo di dipendente dello [[Stato]], raggiunse il figlio già esule a [[Parigi]] con la moglie [[Giovanna Caleffi]], prendendosi cura delle due nipoti [[Maria Luisa Berneri|Maria Luisa]] e [[Giliana Berneri|Giliana]]. Rimase a Parigi anche dopo la morte del figlio, rientrando a Reggio Emilia alla fine della guerra, e in Italia pubblicò due libri dedicati al figlio, ''Con te, figlio mio!'', e ''La mamma. In difesa di Camillo Berneri (contro i detrattori ed i calunniatori)''. | Durante il [[Fascismo|regime fascista]], essendosi rifiutata di giurare fedeltà al re come da obbligo di dipendente dello [[Stato]], raggiunse il figlio già esule a [[Parigi]] con la moglie [[Giovanna Caleffi]], prendendosi cura delle due nipoti [[Maria Luisa Berneri|Maria Luisa]] e [[Giliana Berneri|Giliana]]. Rimase a Parigi anche dopo la morte del figlio, rientrando a Reggio Emilia alla fine della guerra, e in Italia pubblicò due libri dedicati al figlio, ''Con te, figlio mio!'', e ''La mamma. In difesa di Camillo Berneri (contro i detrattori ed i calunniatori)''. |