Pubblico Dominio Antiscadenza: differenze tra le versioni

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== Il PDA è anche contro le licenze Copyzero, CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0==
== Il PDA è anche contro le licenze Copyzero, CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0==


Il PDA è un anticopyright e la "rinuncia ai diritti d'autore" è finalizzata a combattere i diritti di utilizzazione delle opere d'ingegno ed in particolare quelli relativi allo scopo di lucro, che esistono solo in virtù alla proprietà intellettuale e che vengono salvaguardati dalle licenze del permesso d'autore tramite l'applicazione legale del copyright, ivi compresa quella copyleft del [[Licenza Copyzero 1.0 - testo integrale|Copyzero 1.0]], con la quale, ad esempio, il licenziante autorizza il licenziatario ad esercitare tutti i diritti sull'opera ivi compreso il "''diritto di utilizzare a scopo di lucro l'opera''" (art. 5 punto b) che, pertanto, non sono esercitabili in maniera esclusiva.<br /> L'ultima versione [http://www.costozero.org/licenze/licenza_CopyZero_X_2.3.pdf Licenza CopyZero X v. 2.3], nella sua grande versatilità di licenza multiopzionale, rappresenta addirittura un passo indietro rispetto alla non esclusività dell'esercizio dei diritti trasmessi ed alla gratuità del diritto alla comunicazione: il licenziante può compilarla stando comodamente al computer e scegliendo di trasferire solo quei diritti che desidera, spuntando con delle "X" apposite caselle vuote predisposte(diritti che per default non essendo spuntati sarebbero in pratica tutti riservati in partenza) e teoricamente far diventare tale licenza anche un "full-copyright di libera scelta" (tutti i diritti riservati) qualora il licenziante dovesse per esempio decidere di non trasferire il diritto di lucro, quello di opera derivata, ecc. o permettere addirittura al licenziatario di apporre misure tecnologiche di protezione.
Il PDA è un anticopyright e la "rinuncia ai diritti d'autore" è finalizzata a combattere i diritti di utilizzazione delle opere d'ingegno ed in particolare quelli relativi allo scopo di lucro, che esistono solo in virtù alla proprietà intellettuale e che vengono salvaguardati dalle licenze del permesso d'autore tramite l'applicazione legale del copyright, ivi compresa quella copyleft del [[Licenza Copyzero 1.0 - testo integrale|Copyzero 1.0]], con la quale, ad esempio, il licenziante autorizza il licenziatario ad esercitare tutti i diritti sull'opera ivi compreso il "''diritto di utilizzare a scopo di lucro l'opera''" (art. 5 punto b) che, pertanto, non sono esercitabili in maniera esclusiva.<br /> L'ultima versione [http://www.costozero.org/licenze/licenza_CopyZero_X_2.3.pdf Licenza CopyZero X v. 2.3], nella sua grande versatilità di licenza multiopzionale, rappresenta addirittura un passo indietro rispetto alla non esclusività dell'esercizio dei diritti trasmessi ed alla gratuità del diritto alla comunicazione: il licenziante può compilarla stando comodamente al computer e scegliendo di trasferire solo quei diritti che desidera, spuntando con delle "X" apposite caselle vuote predisposte (diritti che per default non essendo spuntati sarebbero in pratica tutti riservati in partenza) e teoricamente far diventare tale licenza anche un "full-copyright di libera scelta" (tutti i diritti riservati) qualora il licenziante dovesse per esempio decidere di non trasferire il diritto di lucro, quello di opera derivata, ecc. o permettere addirittura al licenziatario di apporre misure tecnologiche di protezione.


Un discorso a parte meritano le licenze [http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/deed.it CC0 1.0 Universal] e [http://creativecommons.org/publicdomain/mark/1.0/deed.it Public Domain Mark 1.0] che rappresentano in pratica quel pubblico dominio valido a livello internazionale in america ed in altri paesi europei. Tali licenze sono state confezionate "ad arte" dai giuristi della Common Creative non certo per permettere una libera e gratuita divulgazione delle opere, bensì per consentire e facilitare lo scopo di lucro delle opere ad esse collegate, nell'intento di espropriare l'autore finanche della paternità dell'opera medesima.  
Un discorso a parte meritano le licenze [http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/deed.it CC0 1.0 Universal] e [http://creativecommons.org/publicdomain/mark/1.0/deed.it Public Domain Mark 1.0] che rappresentano in pratica quel pubblico dominio valido a livello internazionale in america ed in altri paesi europei. Tali licenze sono state confezionate "ad arte" dai giuristi della Common Creative non certo per permettere una libera e gratuita divulgazione delle opere, bensì per consentire e facilitare lo scopo di lucro delle opere ad esse collegate, nell'intento di espropriare l'autore finanche della paternità dell'opera medesima.  
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