Corrado Quaglino: differenze tra le versioni

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'''La redazione di [[Umanità Nova]]'''  
'''La redazione di [[Umanità Nova]]'''  
:«Facevo una rubrica su «[[Umanità Nova]]», ''Sotto il tallone del militarismo''. Avevo rapporti con i soldati, venivano giù e mi riempivano una borsa di pelle sgangherata... me la riempivano di pallottole. Io la prendevo sotto il braccio e andavo alla redazione di «[[Umanità Nova]]» a piedi. Poi un altro mi portava il moschetto avviluppato nel giornale che sembrava una scopa. Io lo prendevo e lo portavo lì. La situazione era [[rivoluzionaria]], ma mancava l'intellighentzia, mancavano gli uomini. [[Malatesta]] era l'uomo, ma era vecchio. [[Malatesta]] si illudeva... non voleva la [[violenza]]. La redazione a Milano era in uno sgabuzzino, in una casa abitata, al primo piano. Dopo è venuta la crisi, c'erano pochi soldi. A Milano avevamo la linotype mandata dai compagni di Boston. Era l'America che teneva su il giornale. Avevamo come amministratrice una donna di grande valore, [[Nella Giacomelli]], una maestra, era tirata. Facevamo sulle 50.000 copie, e si mandavano in Emilia, in Toscana... A Milano eravamo in cinque [[Malatesta]], [[Gigi Damiani|Damiani]], [[Carlo Frigerio|Frigerio]], Porcelli e Quaglino, cinque. Io ero capocronista. A Roma, poi, soldi non ce ne avevamo più [''«Umanità Nova» esce come quotidiano dal febbraio del [[1920]] a metà agosto del [[1922]]; dal [[19 agosto]] del [[1922]] diventa settimanale, ma chiude il [[2 dicembre]] dello stesso anno. Fondata a Milano, dal [[3 luglio]] [[1921]] viene stampata a Roma – ndr'']. Si trattava di trasformarlo in settimanale... c'ero io, c'era [[Carlo Frigerio|Frigerio]] Porcelli e c'era Agostinelli che era un caro uomo, un anconetano. Il settimanale poi è finito ed è uscito «[[Pensiero e Volontà]]», che lo faceva [[Malatesta]]. [[Malatesta]] ha sempre avuto il pallino della [[volontà]], diceva che per fare la [[rivoluzione]] ci voleva la [[volontà]]».
:«Facevo una rubrica su «[[Umanità Nova]]», ''Sotto il tallone del militarismo''. Avevo rapporti con i soldati, venivano giù e mi riempivano una borsa di pelle sgangherata... me la riempivano di pallottole. Io la prendevo sotto il braccio e andavo alla redazione di «[[Umanità Nova]]» a piedi. Poi un altro mi portava il moschetto avviluppato nel giornale che sembrava una scopa. Io lo prendevo e lo portavo lì. La situazione era [[rivoluzionaria]], ma mancava l'intellighentzia, mancavano gli uomini. [[Malatesta]] era l'uomo, ma era vecchio. [[Malatesta]] si illudeva... non voleva la [[violenza]]. La redazione a Milano era in uno sgabuzzino, in una casa abitata, al primo piano. Dopo è venuta la crisi, c'erano pochi soldi. A Milano avevamo la linotype mandata dai compagni di Boston. Era l'America che teneva su il giornale. Avevamo come amministratrice una donna di grande valore, [[Nella Giacomelli]], una maestra, era tirata. Facevamo sulle 50.000 copie, e si mandavano in Emilia, in Toscana... A Milano eravamo in cinque [[Malatesta]], [[Gigi Damiani|Damiani]], [[Carlo Frigerio|Frigerio]], [[Francesco Porcelli|Porcelli]] e Quaglino, cinque. Io ero capocronista. A Roma, poi, soldi non ce ne avevamo più [''«Umanità Nova» esce come quotidiano dal febbraio del [[1920]] a metà agosto del [[1922]]; dal [[19 agosto]] del [[1922]] diventa settimanale, ma chiude il [[2 dicembre]] dello stesso anno. Fondata a Milano, dal [[3 luglio]] [[1921]] viene stampata a Roma – ndr'']. Si trattava di trasformarlo in settimanale... c'ero io, c'era [[Carlo Frigerio|Frigerio]], [[Francesco Porcelli|Porcelli]] e c'era [[Cesare Agostinelli|Agostinelli]] che era un caro uomo, un anconetano. Il settimanale poi è finito ed è uscito «[[Pensiero e Volontà]]», che lo faceva [[Malatesta]]. [[Malatesta]] ha sempre avuto il pallino della [[volontà]], diceva che per fare la [[rivoluzione]] ci voleva la [[volontà]]».


==Note==
==Note==
<references/>
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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Storia del movimento libertario in Italia]]
*[[Storia del movimento libertario in Italia]]