Anarchismo insurrezionale: differenze tra le versioni

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[[Image:Pisacane.jpg|right|thumb|left|[[Carlo Pisacane]]]]
[[Image:Pisacane.jpg|right|thumb|left|[[Carlo Pisacane]]]]
L'insurrezionalismo in [[Italia]] si è sviluppato seguendo tre grandi linee di tendenza:
L'insurrezionalismo in [[Italia]] si è sviluppato seguendo tre grandi linee di tendenza: '''insurrezionalismo per la [[rivoluzione sociale]]''', '''insurrezioni individuali''' e '''insurrezione informale'''.


1) '''Insurrezionalismo per la [[rivoluzione sociale]]'''. I primi moti rivoluzionari a carattere sociale si ebbero durante il Risorgimento, un processo storico sicuramente a carattere nazionale ma contenente anche rivendicazioni di carattere sociale, come esplicitamente rivendicato da [[Carlo Pisacane]] nella sua spedizione a Sapri.
=== Insurrezionalismo per la [[rivoluzione sociale]] ===
I primi moti rivoluzionari a carattere sociale si ebbero durante il Risorgimento, un processo storico sicuramente a carattere nazionale ma contenente anche rivendicazioni di carattere sociale, come esplicitamente rivendicato da [[Carlo Pisacane]] nella sua spedizione a Sapri.


: «Le cospirazioni, i complotti, i tentativi d'insurrezione, sono a mio avviso, la serie dei fatti attraverso ai quali l'[[Italia]] va alla sua meta (l'Unità). L'intervento delle baionette a Milano ha prodotto una propaganda ben più efficace, che non mille volumi di scritti di dottrinarî, che sono la vera peste della nostra patria e di tutto il mondo. V'hanno taluni che dicono, la rivoluzione debba essere fatta dal paese. Questo è incontrastabile. Ma il paese si compone d'individui; e se tutti aspettassero tranquillamente il giorno della rivoluzione senza prepararla col mezzo della cospirazione, giammai la rivoluzione scoppierebbe» ([[Carlo Pisacane]],  [http://digilander.iol.it/hales/testamento.htm ''Il Testamento''])
: «Le cospirazioni, i complotti, i tentativi d'insurrezione, sono a mio avviso, la serie dei fatti attraverso ai quali l'[[Italia]] va alla sua meta (l'Unità). L'intervento delle baionette a Milano ha prodotto una propaganda ben più efficace, che non mille volumi di scritti di dottrinarî, che sono la vera peste della nostra patria e di tutto il mondo. V'hanno taluni che dicono, la rivoluzione debba essere fatta dal paese. Questo è incontrastabile. Ma il paese si compone d'individui; e se tutti aspettassero tranquillamente il giorno della rivoluzione senza prepararla col mezzo della cospirazione, giammai la rivoluzione scoppierebbe» ([[Carlo Pisacane]],  [http://digilander.iol.it/hales/testamento.htm ''Il Testamento''])
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:«... noi vogliamo una rivoluzione profonda, che trasformi tutte le condizioni della vita, che metta tutto il popolo, cioè tutti gl'individui che formano il popolo, in grado di concorrere direttamente alla costituzione delle nuove forme di convivenza sociale, e perciò dall'insurrezione'' ''noi non ci aspettiamo, non possiamo aspettarci, l'attuazione immediata e generale delle nostre idee, ma solo la creazione di circostanze più favorevoli alla nostra propaganda ed alla nostra azione, il principio insomma della nostra Rivoluzione. E questo noi potremo conseguire, poiché, quando il'' ''governo attuale sarà abbattuto da una insurrezione [...] noi non prometteremo al popolo di fare il suo bene, ma lo spingeremo a farselo da se stesso, a prendere possesso della ricchezza, a esercitare di fatto la libertà conquistata... » [[Image:Schirru.jpg|thumb|left|[[Michele Schirru]]]]([[Malatesta]], - [https://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana''])
:«... noi vogliamo una rivoluzione profonda, che trasformi tutte le condizioni della vita, che metta tutto il popolo, cioè tutti gl'individui che formano il popolo, in grado di concorrere direttamente alla costituzione delle nuove forme di convivenza sociale, e perciò dall'insurrezione'' ''noi non ci aspettiamo, non possiamo aspettarci, l'attuazione immediata e generale delle nostre idee, ma solo la creazione di circostanze più favorevoli alla nostra propaganda ed alla nostra azione, il principio insomma della nostra Rivoluzione. E questo noi potremo conseguire, poiché, quando il'' ''governo attuale sarà abbattuto da una insurrezione [...] noi non prometteremo al popolo di fare il suo bene, ma lo spingeremo a farselo da se stesso, a prendere possesso della ricchezza, a esercitare di fatto la libertà conquistata... » [[Image:Schirru.jpg|thumb|left|[[Michele Schirru]]]]([[Malatesta]], - [https://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana''])
2) '''Insurrezioni individuali'''. Il fallimento delle rivolte sociali spinse molti individualisti ad [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|insorgere violentemente contro singoli obiettivi]]: nel [[1878]] [[Giovanni Passannante]] tentò d'uccidere il re [[Umberto I]]; nel [[1892]] [[Pietro Acciarito]] provò pur'egli a metter fine alla vita del monarca, ma senza riuscirci; il [[31 luglio]] [[1900]], finalmente, [[Gaetano Bresci]] riuscì dove Passannante e Acciarito avevano fallito.  
 
=== Insurrezioni individuali ===
Il fallimento delle rivolte sociali spinse molti individualisti ad [[Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo|insorgere violentemente contro singoli obiettivi]]: nel [[1878]] [[Giovanni Passannante]] tentò d'uccidere il re [[Umberto I]]; nel [[1892]] [[Pietro Acciarito]] provò pur'egli a metter fine alla vita del monarca, ma senza riuscirci; il [[31 luglio]] [[1900]], finalmente, [[Gaetano Bresci]] riuscì dove Passannante e Acciarito avevano fallito.  


Molti individualisti italiani compirono le loro azioni anche all'estero: [[Luigi Luccheni]], [[Sante Caserio]], [[Michele Angiolillo]] e [[Severino Di Giovanni]] (quest'ultimo emigrato in [[Argentina]] per sfuggire alla repressione [[Fascismo|fascista]]). Prima del [[fascismo]] [[Bruno Filippi]] e il suo gruppo compirono una serie di attentati volti a colpire [[Stato]] e capitale; durante il [[Fascismo|ventennio della dittatura di Mussolini]] molti anarchici teorizzarono e praticarono l'insurrezione violenta contro il "Duce", lo [[Stato]] fascista ([[Michele Schirru]], [[Gino Lucetti]],[[Anteo Zamboni]] e [[Angelo Sbardellotto]]) e tutti i suoi accoliti ([[Renzo Novatore]], gli [[Arditi del Popolo]] ecc.).
Molti individualisti italiani compirono le loro azioni anche all'estero: [[Luigi Luccheni]], [[Sante Caserio]], [[Michele Angiolillo]] e [[Severino Di Giovanni]] (quest'ultimo emigrato in [[Argentina]] per sfuggire alla repressione [[Fascismo|fascista]]). Prima del [[fascismo]] [[Bruno Filippi]] e il suo gruppo compirono una serie di attentati volti a colpire [[Stato]] e capitale; durante il [[Fascismo|ventennio della dittatura di Mussolini]] molti anarchici teorizzarono e praticarono l'insurrezione violenta contro il "Duce", lo [[Stato]] fascista ([[Michele Schirru]], [[Gino Lucetti]],[[Anteo Zamboni]] e [[Angelo Sbardellotto]]) e tutti i suoi accoliti ([[Renzo Novatore]], gli [[Arditi del Popolo]] ecc.).


3) '''Insurrezione informale'''. Più recentemente, hanno trovato nuova linfa con [[Alfredo Maria Bonanno]] le teorie sull'insurrezionalismo informale, fondato sulla ricerca di una conciliazione tra organizzatori e antiorganizzatori, proponendo come soluzione i «[[gruppi d'affinità]]», che sono un'aggregazione temporanea di singole individualità riunitesi per portare avanti un progetto avente obiettivi variegati e tendenzialmente limitati nel tempo.
=== Insurrezione informale ===
Più recentemente, hanno trovato nuova linfa con [[Alfredo Maria Bonanno]] le teorie sull'insurrezionalismo informale, fondato sulla ricerca di una conciliazione tra organizzatori e antiorganizzatori, proponendo come soluzione i «[[gruppi d'affinità]]», che sono un'aggregazione temporanea di singole individualità riunitesi per portare avanti un progetto avente obiettivi variegati e tendenzialmente limitati nel tempo.


:«... Siamo rivoluzionari. Il mio scopo non è trovare lavoro alla gente, non me ne importa nulla. Io voglio lottare con chi cerca un lavoro perché lo voglio spingere a capire che è possibile, con certi mezzi, obbligare lo Stato a fare un passo indietro e continuare nell'attacco fino alla distruzione totale dello Stato (...) La nostra lotta armata si basa sui principi della semplicità, dell'azione diretta, della riproducibilità, della polverizzazione, della generalizzazione dell'attacco (...). In quanto anarchici, siamo per il massimo coinvolgimento possibile della gente nel processo di liberazione, che deve per forza essere fatto violento» ([[Alfredo Maria Bonanno]]).
:«... Siamo rivoluzionari. Il mio scopo non è trovare lavoro alla gente, non me ne importa nulla. Io voglio lottare con chi cerca un lavoro perché lo voglio spingere a capire che è possibile, con certi mezzi, obbligare lo Stato a fare un passo indietro e continuare nell'attacco fino alla distruzione totale dello Stato (...) La nostra lotta armata si basa sui principi della semplicità, dell'azione diretta, della riproducibilità, della polverizzazione, della generalizzazione dell'attacco (...). In quanto anarchici, siamo per il massimo coinvolgimento possibile della gente nel processo di liberazione, che deve per forza essere fatto violento» ([[Alfredo Maria Bonanno]]).