Gli attentati individualistici nella storia dell'anarchismo: differenze tra le versioni

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La storia del movimento anarchico è tuttora viva nella memoria collettiva anche perché alcuni suoi attentati furono diretti contro individui assurti, agli occhi della popolazione civile, a simbolo dell'oppressione. Molti di questi furono sovrani europei o esponenti di spicco di governi reazionari divenuti celebri nel mondo per la crudeltà con cui governavano il proprio paese, soggiogando le classi sociali più povere (basti ricordare le gesta di Sante Caserio, di Michele Angiolillo e dello stesso Gaetano Bresci). <ref>Per un breve excursus su alcuni celebri attentati anarchici si veda A. PETACCO, ''I terroristi fanno tremare i re'', in Storia Illustrata n. 191, Ed.. Mondadori, Milano ottobre 1973, pp. 55-64. </ref> Emblematico il caso di [[Sante Caserio]] <ref> Per ulteriori notizie su Caserio e sul suo gesto si veda P. C. MASINI, op. cit., pp. 39-54. 86 </ref>, un anarchico italiano che il [[24 giugno]] [[1894]] decise di eliminare il Presidente della Repubblica francese Sadi Carnot compiendo così, ai suoi occhi, un atto di solidarietà verso i compagni di fede francesi [[Auguste Vaillant]] ed [[Émile Henry]] (autori nei mesi precedenti di attentati e per questo condannati entrambi a morte) colpiti dalla reazione governativa. [[File:Auguste Vaillant.jpg|left|thumb|250px|[[Auguste Vaillant]], anarchico francese, lanciò una bomba alla Camera dei Deputati francese (9 dicembre 1893)]][[File:Émile Henry mugshot.jpg|thumb|right|300px|[[Émile Henry]], anarchico francese, fu autore di diversi attentati in [[Francia]].]] L'attentato Caserio fu un puro atto individuale perché solo un individuo ne fu l'artefice (anche se la polizia francese cercò in ogni modo di avvalorare la tesi del complotto per infiammare l'animo nazionalista dei francesi contro l'Italia), come solo un individuo ne rimase vittima. L'azione di [[Michele Angiolillo]] che l'[[8 agosto]] del [[1897]] uccise il Presidente del Consiglio spagnolo Canovas del Castillo, fu invece un autentico gesto punitivo, consapevole e responsabile. Infatti, a seguito della rivolta contadina di Jerez de la Frontera del 1892, il primo ministro spagnolo aveva promulgato delle leggi eccezionali per la repressione dell'[[anarchia]] che sembrarono restaurare l'inquisizione. Angiolillo, catturato ed imprigionato, durante il dibattimento processuale si definì un "giustiziere" che aveva sbarazzato la Spagna, l'Europa e il mondo intero, dall'individuo che impersonificava la ferocia religiosa, la crudeltà militare e la tirannia dei potere. <ref>Cfr. [[Pier Carlo Masini|P. C. MASINI]], op. cit., p. 115. </ref>
La storia del movimento anarchico è tuttora viva nella memoria collettiva anche perché alcuni suoi attentati furono diretti contro individui assurti, agli occhi della popolazione civile, a simbolo dell'oppressione. Molti di questi furono sovrani europei o esponenti di spicco di governi reazionari divenuti celebri nel mondo per la crudeltà con cui governavano il proprio paese, soggiogando le classi sociali più povere (basti ricordare le gesta di Sante Caserio, di Michele Angiolillo e dello stesso Gaetano Bresci). <ref>Per un breve excursus su alcuni celebri attentati anarchici si veda A. PETACCO, ''I terroristi fanno tremare i re'', in Storia Illustrata n. 191, Ed.. Mondadori, Milano ottobre 1973, pp. 55-64. </ref> Emblematico il caso di [[Sante Caserio]] <ref> Per ulteriori notizie su Caserio e sul suo gesto si veda P. C. MASINI, op. cit., pp. 39-54. 86 </ref>, un anarchico italiano che il [[24 giugno]] [[1894]] decise di eliminare il Presidente della Repubblica francese Sadi Carnot compiendo così, ai suoi occhi, un atto di solidarietà verso i compagni di fede francesi [[Auguste Vaillant]] ed [[Émile Henry]] (autori nei mesi precedenti di attentati e per questo condannati entrambi a morte) colpiti dalla reazione governativa. [[File:Auguste Vaillant.jpg|left|thumb|250px|[[Auguste Vaillant]], anarchico francese, lanciò una bomba alla Camera dei Deputati francese (9 dicembre 1893)]][[File:Émile Henry mugshot.jpg|thumb|right|300px|[[Émile Henry]], anarchico francese, fu autore di diversi attentati in [[Francia]].]] L'attentato Caserio fu un puro atto individuale perché solo un individuo ne fu l'artefice (anche se la polizia francese cercò in ogni modo di avvalorare la tesi del complotto per infiammare l'animo nazionalista dei francesi contro l'Italia), come solo un individuo ne rimase vittima. L'azione di [[Michele Angiolillo]] che l'[[8 agosto]] del [[1897]] uccise il Presidente del Consiglio spagnolo Canovas del Castillo, fu invece un autentico gesto punitivo, consapevole e responsabile. Infatti, a seguito della rivolta contadina di Jerez de la Frontera del 1892, il primo ministro spagnolo aveva promulgato delle leggi eccezionali per la repressione dell'[[anarchia]] che sembrarono restaurare l'inquisizione. Angiolillo, catturato ed imprigionato, durante il dibattimento processuale si definì un "giustiziere" che aveva sbarazzato la Spagna, l'Europa e il mondo intero, dall'individuo che impersonificava la ferocia religiosa, la crudeltà militare e la tirannia dei potere. <ref>Cfr. [[Pier Carlo Masini|P. C. MASINI]], op. cit., p. 115. </ref>
 
[[File:Palmer_Bombing.jpg|thumb|200px|La casa del Procuratore Alexander Mitchell Palmer dopo l'attentato del [[Luigi Galleani|galleanista]] [[Carlo Valdinoci|Valdinoci]] ([[2 giugno]] [[1919]]) che perì nella prematura deflagrazione dell'ordigno.]]
[[Gaetano Bresci]] <ref> Per ulteriori informazioni su Bresci ed il regicidio si veda A. PETACCO,  
[[Gaetano Bresci]] <ref> Per ulteriori informazioni su Bresci ed il regicidio si veda A. PETACCO,  
''L'anarchico che venne dall'America'', Ed. Mondadori, Milano 1974. </ref>, che il 29 luglio 1900 uccise a Monza il Re d'Italia Umberto I, volle ricoprire lo stesso ruolo che pochi anni prima fu di Angiolillo affermando, durante il processo, di aver attentato al Capo dello Stato:
''L'anarchico che venne dall'America'', Ed. Mondadori, Milano 1974. </ref>, che il 29 luglio 1900 uccise a Monza il Re d'Italia Umberto I, volle ricoprire lo stesso ruolo che pochi anni prima fu di Angiolillo affermando, durante il processo, di aver attentato al Capo dello Stato:
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Fece dunque parte dell'azione e del bagaglio culturale dell'opposizione antimonarchica, di cui l'anarchismo era una componente, ed anche dello stesso Giuseppe Mazzini fin da metà dell'ottocento, l'uso della violenza come strumento di lotta politica. li suo impiego trovò legittimazione nell'idea secondo cui:
Fece dunque parte dell'azione e del bagaglio culturale dell'opposizione antimonarchica, di cui l'anarchismo era una componente, ed anche dello stesso Giuseppe Mazzini fin da metà dell'ottocento, l'uso della violenza come strumento di lotta politica. li suo impiego trovò legittimazione nell'idea secondo cui:
[[File:Palmer_Bombing.jpg|thumb|200px|La casa del Procuratore Alexander Mitchell Palmer dopo l'attentato del [[Luigi Galleani|galleanista]] [[Carlo Valdinoci|Valdinoci]] ([[2 giugno]] [[1919]]) che perì nella prematura deflagrazione dell'ordigno.]]
 
: «Coloro che non riconoscono come legittimo un ordinamento politico possono essere indotti a comportarsi nei confronti dello stato e delle persone che lo dirigono, come gli stati si comportano quando non si riconoscono reciprocamente e tendono al reciproco annientamento.» <ref> Dello stesso parere (circa l'utilità delle azioni violente) sarà Mussolini, prima che divenisse un fascista reazionario, il quale dichiarerà:"... persona vile il lanciatore solo perché si è disperso tra la folla? Ma non tentò anche Felice Orsini di nascondersi? E i terroristi russi non cercano di sfuggire, dopo fatto il colpo, all'arresto? Eroi-pazzi quelli che compiono atto individuale? Eroi quasi sempre, ma pazzi quasi mai. Pazzo un Angiolillo? Pazzo un Bresci? Ah no! Il loro atteggiamento ha strappato righe di ammirazione a giornalisti d'alta intelligenza. Non mettiamoci, giudicando questi uomini e gli atti da loro compiuti, sullo stesso piano della mentalità borghese e poliziesca. E non gettiamo noi socialisti le pietre della nostra lapidazione. Riconosciamo invece che gli atti individuali hanno il loro valore e qualche volta segnano l'inizio di profonde trasformazioni sociali". Da "Alcune interessanti opinioni di Mussolini. (''Il valore degli atti individuali'')", in «Il Martello», New York, 11 settembre 1926, tratto da Lotta di classe dei 16 luglio 1910. </ref>
: «Coloro che non riconoscono come legittimo un ordinamento politico possono essere indotti a comportarsi nei confronti dello stato e delle persone che lo dirigono, come gli stati si comportano quando non si riconoscono reciprocamente e tendono al reciproco annientamento.» <ref> Dello stesso parere (circa l'utilità delle azioni violente) sarà Mussolini, prima che divenisse un fascista reazionario, il quale dichiarerà:"... persona vile il lanciatore solo perché si è disperso tra la folla? Ma non tentò anche Felice Orsini di nascondersi? E i terroristi russi non cercano di sfuggire, dopo fatto il colpo, all'arresto? Eroi-pazzi quelli che compiono atto individuale? Eroi quasi sempre, ma pazzi quasi mai. Pazzo un Angiolillo? Pazzo un Bresci? Ah no! Il loro atteggiamento ha strappato righe di ammirazione a giornalisti d'alta intelligenza. Non mettiamoci, giudicando questi uomini e gli atti da loro compiuti, sullo stesso piano della mentalità borghese e poliziesca. E non gettiamo noi socialisti le pietre della nostra lapidazione. Riconosciamo invece che gli atti individuali hanno il loro valore e qualche volta segnano l'inizio di profonde trasformazioni sociali". Da "Alcune interessanti opinioni di Mussolini. (''Il valore degli atti individuali'')", in «Il Martello», New York, 11 settembre 1926, tratto da Lotta di classe dei 16 luglio 1910. </ref>