Francesco Ghezzi: differenze tra le versioni
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=== Giovane anarco-sindacalista === | === Giovane anarco-sindacalista === | ||
Inizia a lavorare a sette anni e a 16 si accosta alle idee anarchiche. Tra il [[1914]] e il [[1921]], in qualità | Inizia a lavorare a sette anni e a 16 si accosta alle idee anarchiche. Tra il [[1914]] e il [[1921]], in qualità di membro dell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI), partecipa attivamente alla protesta politica e alle lotta anti-imperialiste. Nel luglio [[1917]], per evitare la chiamata alle armi, oltrepassa il confine di Luino e ripara a a Zurigo. Qui, impiegato come tornitore e pulitore d'argento, frequenta gli [[anarchismo svizzero|ambienti rivoluzionari]] del fuoriuscitismo che ruotano intorno alla Libreria internazionale. Nel frattempo la polizia italiana lo annota come «agente dell'Austria con l'incarico di esplicare propaganda disfattista». | ||
Il [[29 novembre]] [[1918]] viene arrestato e imprigionato (assieme a [[Mario Castagna]], [[Giacomo Magni]], [[Eugenio Giuseppe Macchi]], [[Angelo Pozzi]] e [[Carlo Restelli]]) per aver organizzato e partecipato all'insurrezione di Zurigo, ma viene rilasciato anche grazie ad un'intensa campagna di stampa che gli esprime [[solidarietà]]. Essendo non colpevole, gli viene riconosciuta un'indennità | Il [[29 novembre]] [[1918]] viene arrestato e imprigionato (assieme a [[Mario Castagna]], [[Giacomo Magni]], [[Eugenio Giuseppe Macchi]], [[Angelo Pozzi]] e [[Carlo Restelli]]) per aver organizzato e partecipato all'insurrezione di Zurigo, ma viene rilasciato anche grazie ad un'intensa campagna di stampa che gli esprime [[solidarietà]]. Essendo non colpevole, gli viene riconosciuta un'indennità di 600 franchi, ma poi viene ugualmente espulso dal paese. | ||
===In esilio: Russia, Germania e di nuovo Russia=== | ===In esilio: Russia, Germania e di nuovo Russia=== | ||
Rientrato in [[Italia]], dopo l'attentato di [[Bruno Filippi]] al Teatro di Milano del [[1921]], la [[repressione]] anti-anarchica lo costringe alla fuga in [[Russia]], dove, sempre come delegato dell'[[USI]], partecipa all'internazionale sindacale ''Profintern'' (Internazionale Rossa dei Sindacati del Lavoro); il rapporto tra gli [[anarco-sindacalisti]] e i leader comunisti sono molto tesi, il ''Profintern'' nega ogni [[autonomia]] al [[sindacato]] e gli arresti sono abbastanza numerosi. Grazie alla protesta formale da parte di [[Emma Goldman]] e [[Alexander Berkman]], Ghezzi ed altri compagni vengono rilasciati. | Rientrato in [[Italia]], dopo l'attentato di [[Bruno Filippi]] al Teatro di Milano del [[1921]], la [[repressione]] anti-anarchica lo costringe alla fuga in [[Russia]], dove, sempre come delegato dell'[[USI]], partecipa all'internazionale sindacale ''Profintern'' (Internazionale Rossa dei Sindacati del Lavoro); il rapporto tra gli [[anarco-sindacalisti]] e i leader comunisti sono molto tesi, il ''Profintern'' nega ogni [[autonomia]] al [[sindacato]] e gli arresti sono abbastanza numerosi. Grazie alla protesta formale da parte di [[Emma Goldman]] e [[Alexander Berkman]], Ghezzi ed altri compagni vengono rilasciati. | ||
Nel [[1922]] si reca in [[Germania]] e partecipa alla costituzione dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori (anarco-sindacalista)|AIT-anarcosindacalista]]. Arrestato in [[Germania]], il governo italiano ne chiede l'estradizione per terrorismo, ma una massiccia campagna di [[solidarietà]] organizzata dall'avvocato Michel Frenckel gli evita la galera italiana, anche grazie al Ministro degli Esteri russo Narkomindel che certificherà | Nel [[1922]] si reca in [[Germania]] e partecipa alla costituzione dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori (anarco-sindacalista)|AIT-anarcosindacalista]]. Arrestato in [[Germania]], il governo italiano ne chiede l'estradizione per terrorismo, ma una massiccia campagna di [[solidarietà]] organizzata dall'avvocato Michel Frenckel gli evita la galera italiana, anche grazie al Ministro degli Esteri russo Narkomindel che certificherà la sua cittadinanza russa. Tra il [[1923]] e il [[1926]] lavora in una comunità agricola di Jalta (Russia) e sviluppa contatti con anarchici stranieri. Nel [[1926]] va a lavorare a Mosca come operaio, mantenendo i contatti con il movimento anarchico che operava in condizioni di semiclandestinità. Diventa amico in particolare di [[Nikolaj Lazarevic]] e [[Pierre Pascal]]. | ||
Con il filosofo [[Alexei Borovoi]] si unisce al gruppo del museo [[Kropotkin]], che rimarrà | Con il filosofo [[Alexei Borovoi]] si unisce al gruppo del museo [[Kropotkin]], che rimarrà attivo sino al [[1928]] e da cui sorgeranno due tendenze: gli ideologi e gli [[anarchismo mistico|anarcomistici]] guidati da [[Alexei Solonovitx]]. Alcuni fuoriusciti dal Museo Kropotkin fondano una nuova sezione della [[Croce Nera Anarchica]]; Ghezzi si occupa della gestione delle donazioni provenienti dall'estero. Tra il [[1929]] e il [[1930]], come risultato di una nuova ondata di arresti, l'anarchico milanese è accusato di attività controrivoluzionarie e di essere un «agente dell'ambasciata fascista»; il [[31 maggio]] [[1929]], vittima della [[repressione]] sovietica dell'autocrate Stalin, viene internato per tre anni a Suzdal', dove si ammala di tubercolosi rischiando la morte: alcuni amici e compagni ([[Nikolaj Lazarevic]], [[Luigi Fabbri]], [[Piere Monatte]], [[Ugo Fedeli]], [[Panaït Istrati]], [[Boris Souvarine]] e [[Jacques Mesnil]]) presentano allora una petizione in [[Francia]] e [[Svizzera]] <ref>La petizione è inviata allo scrittore [[Maksim Gor'kij]] perché interceda con Stalin</ref>, firmata pure da [[Romain Rolland]], ma i sovietici rispondono ancora una volta che Ghezzi è una spia dell'[[fascismo|ambasciata fascista]]. | ||
===La militanza anarchica durante lo stalinismo=== | ===La militanza anarchica durante lo stalinismo=== | ||
Grazie all'insistente campagna di [[solidarietà]], nel [[1931]], dopo essere stato mandato in esilio in Kazakistan, Ghezzi viene rilasciato con l'obbligo di rimanere in Unione Sovietica. Ritornato a Mosca, riprende il suo lavoro di operaio, si diploma all'Istituto Tecnico e si sposa con Olga Gaake. Da quest'unione nasce una figlia, Tat'jana. Nella capitale sovietica continua l'attivismo anarchico e mantiene i contatti con l'estero, fornendo la sua casa come rifugio agli antistalinisti russi ricercati dalla polizia segreta. Nel [[1933]], tramite la [[Croce Rossa Politica]], si impegna per il rilascio del trotzkysta Gurevich e aiuta la moglie esiliata di [[Victor Serge]], Liobov Rusakova-Kibaltxitx. Nel [[1936]] chiede ripetutamente di essere inviato come volontario nella [[rivoluzione spagnola|guerra di Spagna]], ma i permessi gli vengono negati nonostante la [[CNT spagnola|CNT]] avesse chiesto direttamente a [[Stalin]] di permettere a Ghezzi e ad altri prigionieri politici (es. [[Otello Gaggi]], [[Herman Sandormirski]]...) di unirsi a loro nelle lotte contro i [[franchismo|franchisti]]. | Grazie all'insistente campagna di [[solidarietà]], nel [[1931]], dopo essere stato mandato in esilio in Kazakistan, Ghezzi viene rilasciato con l'obbligo di rimanere in Unione Sovietica. Ritornato a Mosca, riprende il suo lavoro di operaio, si diploma all'Istituto Tecnico e si sposa con Olga Gaake. Da quest'unione nasce una figlia, Tat'jana. Nella capitale sovietica continua l'attivismo anarchico e mantiene i contatti con l'estero, fornendo la sua casa come rifugio agli antistalinisti russi ricercati dalla polizia segreta. Nel [[1933]], tramite la [[Croce Rossa Politica]], si impegna per il rilascio del trotzkysta Gurevich e aiuta la moglie esiliata di [[Victor Serge]], Liobov Rusakova-Kibaltxitx. Nel [[1936]] chiede ripetutamente di essere inviato come volontario nella [[rivoluzione spagnola|guerra di Spagna]], ma i permessi gli vengono negati nonostante la [[CNT spagnola|CNT]] avesse chiesto direttamente a [[Stalin]] di permettere a Ghezzi e ad altri prigionieri politici (es. [[Otello Gaggi]], [[Herman Sandormirski]]...) di unirsi a loro nelle lotte contro i [[franchismo|franchisti]]. | ||
Il [[5 novembre]] [[1937]] è arrestato nuovamente con la solita accusa di attività | Il [[5 novembre]] [[1937]] è arrestato nuovamente con la solita accusa di attività controrivoluzionaria nei luoghi di lavoro e di essere un sostenitore del [[nazismo]]. Le indagini durano circa un mese, durante il quale Ghezzi respinge tutte le accuse, compresa quella di essere filotrotskista. Fino alla sentenza di colpevolezza resta a Lubianka, prigione interna della [[NKVD]]. | ||
===Il gulag e la morte=== | ===Il gulag e la morte=== | ||
Il [[3 aprile]] [[1939]] il comitato speciale dell'[[NKVD]] lo condanna ad un anno di lavori forzati e due settimane dopo viene inviato nel gulag di Vorkuta (oltre il circolo Polare Artico), nonostante i medici gli avessero diagnosticato la tubercolosi. Nel [[1943]], un'altra sentenza dell'[[NKVD]] gli prolunga la detenzione, ma sarà | Il [[3 aprile]] [[1939]] il comitato speciale dell'[[NKVD]] lo condanna ad un anno di lavori forzati e due settimane dopo viene inviato nel gulag di Vorkuta (oltre il circolo Polare Artico), nonostante i medici gli avessero diagnosticato la tubercolosi. Nel [[1943]], un'altra sentenza dell'[[NKVD]] gli prolunga la detenzione, ma sarà del tutto inutile perché Francesco Ghezzi muore il [[3 agosto]] [[1942]] (Vorkuta, Komi, Russia). | ||
== La riabilitazione postuma == | == La riabilitazione postuma == | ||
Nel [[1956]], su richiesta della moglie Olga Gaake, Nikita Khruscov accetta di riaprire il caso riguardante Ghezzi e si stabilisce che le sue confessioni e le le testimonianze contro di lui furono estore con la tortura. Il [[21 maggio]] [[1956]] un tribunale di Mosca dichiara che «le prove a suo carico erano insufficienti», Ghezzi viene di fatto riabilitato e cade l'accusa di essere un controrivoluzionario. <ref>Stessa riabilitazione postuma riceverà | Nel [[1956]], su richiesta della moglie Olga Gaake, Nikita Khruscov accetta di riaprire il caso riguardante Ghezzi e si stabilisce che le sue confessioni e le le testimonianze contro di lui furono estore con la tortura. Il [[21 maggio]] [[1956]] un tribunale di Mosca dichiara che «le prove a suo carico erano insufficienti», Ghezzi viene di fatto riabilitato e cade l'accusa di essere un controrivoluzionario. <ref>Stessa riabilitazione postuma riceverà l'anarchico [[Otello Gaggi]]</ref> | ||
Il [[28 settembre]] [[1994]], la Procura di Mosca riconobbe «vittima di repressioni politiche» anche la figlia di Ghezzi, Tat'jana Ghezzi Stepanova. | Il [[28 settembre]] [[1994]], la Procura di Mosca riconobbe «vittima di repressioni politiche» anche la figlia di Ghezzi, Tat'jana Ghezzi Stepanova. |