Banca: differenze tra le versioni

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Proprio per fronteggiare gli esosi costi dello [[Stato]] moderno, nel ‘600 nacquero anche banche pubbliche (es. Banca di Amsterdam) o comunque in parte controllate dai governi. Così lo [[Stato]] garantiva i depositi e si garantiva anche una buona reperibilità  di fondi. Nel [[1694]] il Parlamento inglese creò la Banca d'Inghilterra, che aveva i seguenti poteri: raccogliere finanziamenti da investire, comprare e vendere oro e argento e soprattutto battere moneta, compresi biglietti a vista (banconote). Questo suo monopolio era però sotto il controllo del Parlamento.
Proprio per fronteggiare gli esosi costi dello [[Stato]] moderno, nel ‘600 nacquero anche banche pubbliche (es. Banca di Amsterdam) o comunque in parte controllate dai governi. Così lo [[Stato]] garantiva i depositi e si garantiva anche una buona reperibilità  di fondi. Nel [[1694]] il Parlamento inglese creò la Banca d'Inghilterra, che aveva i seguenti poteri: raccogliere finanziamenti da investire, comprare e vendere oro e argento e soprattutto battere moneta, compresi biglietti a vista (banconote). Questo suo monopolio era però sotto il controllo del Parlamento.


La Banca d'Inghilterra, come la Banca di [[Francia]] e [[Germania]], non fu inizialmente, come solitamente si dice, una vera e propria banca di stato o della corona, ma fu fondata da un gruppo di ricchi artigiani, mercanti e aristocratici guidati da Sir William Paterson nel [[1694]]. La banca era più o meno posta sotto il controllo del Parlamento inglese. Nazionalizzata il [[1° marzo]] [[1946]] come conseguenza della Seconda Guerra Mondiale, la Banca d'Inghilterra nacque per fornire credito allo stato, il quale pagava interessi troppo alti, dal 12 al 20%, ai ricchi mercanti della Compagnia delle Indie Orientali. Le politiche del governo erano indirizzate a favorire gli interessi dei mercanti stessi che gli prestavano soldi ad interessi esorbitanti, per questo fu necessario avere una banca che gli garantisse fondi facilmente reperibili:
La Banca d'Inghilterra, come la Banca di [[Francia]] e [[Germania]], non fu inizialmente, come solitamente si dice, una vera e propria banca di stato o della corona, ma fu fondata da un gruppo di ricchi artigiani, mercanti e aristocratici guidati da Sir William Paterson nel [[1694]]. La banca era più o meno posta sotto il controllo del Parlamento inglese. Nazionalizzata il [[1° marzo]] [[1946]] come conseguenza della Seconda Guerra Mondiale, la Banca d'Inghilterra nacque per fornire credito allo stato, il quale pagava interessi troppo alti, dal 12 al 20%, ai ricchi mercanti della Compagnia delle Indie Orientali. Le politiche del governo erano indirizzate a favorire gli interessi dei mercanti stessi che gli prestavano soldi ad interessi esorbitanti, per questo fu necessario avere una banca che gli garantisse fondi facilmente reperibili:
:«La Banca d'Inghilterra prestava denaro al governo all'8%; fu autorizzata a stampare banconote che circolavano come denaro. Il pagamento sull'interesse sul debito pubblico, garantito dal Parlamento, richiese una tassazione pesante, che vide il trasferimento della ricchezza dei più poveri e dei proprietari terrieri nelle mani della classe finanziaria. Il debito nazionale costituisce l'unico possesso collettivo della maggior parte dei popoli moderni: più ricchi sono, più sono indebitati.» <ref>[http://digilander.libero.it/moses/rivindu8.html La rivoluzione industriale. Capitolo 8: capitale, banche e capitalisti]</ref>
:«La Banca d'Inghilterra prestava denaro al governo all'8%; fu autorizzata a stampare banconote che circolavano come denaro. Il pagamento sull'interesse sul debito pubblico, garantito dal Parlamento, richiese una tassazione pesante, che vide il trasferimento della ricchezza dei più poveri e dei proprietari terrieri nelle mani della classe finanziaria. Il debito nazionale costituisce l'unico possesso collettivo della maggior parte dei popoli moderni: più ricchi sono, più sono indebitati.» <ref>[http://digilander.libero.it/moses/rivindu8.html La rivoluzione industriale. Capitolo 8: capitale, banche e capitalisti]</ref>


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{{vedi|Banca del Tempo}}
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{{vedi anche|Economia del dono}}
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La Banca del Tempo (abbreviato, BdT) non è una vera e propria banca, bensì è un'associazione che si basa sullo scambio gratuito di "tempo". L'obiettivo è scambiarsi servizi mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze: es. ciascun socio mette a disposizione qualche ora del suo tempo per fornire un servizio ad un altro socio. Le "ore" vengono così "calcolate" e "accreditate". Il socio creditore potrà  poi essere rimborsato dal suo credito dalla stessa persona o anche da un'altra. Tutti gli scambi sono gratuiti.
La Banca del Tempo (abbreviato, BdT) non è una vera e propria banca, bensì è un'associazione che si basa sullo scambio gratuito di "tempo". L'obiettivo è scambiarsi servizi mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze: es. ciascun socio mette a disposizione qualche ora del suo tempo per fornire un servizio ad un altro socio. Le "ore" vengono così "calcolate" e "accreditate". Il socio creditore potrà  poi essere rimborsato dal suo credito dalla stessa persona o anche da un'altra. Tutti gli scambi sono gratuiti.
===Banca Etica===
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{{vedi|Banca Etica}}
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