Michele Schirru: differenze tra le versioni

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[[Image:Schirru.jpg|thumb|right|Michele Schirru]]'''Michele Schirru''' (Padria, Sassari, [[19 ottobre]] [[1899]] - Roma, [[29 maggio]] [[1931]]), é stato un anarchico sardo condannato a morte per aver progettato l’uccisione di [[Benito Mussolini|Mussolini]].
[[Image:Schirru.jpg|thumb|right|Michele Schirru]]'''Michele Schirru''' (Padria, Sassari, [[19 ottobre]] [[1899]] - Roma, [[29 maggio]] [[1931]]), é stato un anarchico sardo condannato a morte per aver progettato l'uccisione di [[Benito Mussolini|Mussolini]].
Schirru appartenne a quel folto gruppo di [[antifascismo |anti-fascisti]] che durante il ventennio di dittatura fascista tentarono di uccidere Mussolini: [[Tito Zaniboni]], [[Violet Gibson]], [[Gino Lucetti]], [[Anteo Zamboni]] ed [[Angelo Sbardellotto]].
Schirru appartenne a quel folto gruppo di [[antifascismo |anti-fascisti]] che durante il ventennio di dittatura fascista tentarono di uccidere Mussolini: [[Tito Zaniboni]], [[Violet Gibson]], [[Gino Lucetti]], [[Anteo Zamboni]] ed [[Angelo Sbardellotto]].


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Rilasciato, in quello stesso anno viene chiamato a svolgere i tre anni di [[esercito|servizio militare]], di cui 14 mesi li passerà  al fronte. Partecipa alla guerra con la speranza che da imperialista si trasformi in guerra di liberazione degli oppressi prima e [[rivoluzione sociale]] poi<ref name="edizioni2">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]</ref>. Al termine del "grande massacro" rimane nella penisola, a Torino, dove incontra altri compagni che gli permettono di conoscere meglio e approfondire i principi e la storia del pensiero anarchico <ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528</ref>. Sino ad allora si era definito socialista, ma da questo momento inizierà  la vera e proprio militanza nel [[movimento anarchico]]:
Rilasciato, in quello stesso anno viene chiamato a svolgere i tre anni di [[esercito|servizio militare]], di cui 14 mesi li passerà  al fronte. Partecipa alla guerra con la speranza che da imperialista si trasformi in guerra di liberazione degli oppressi prima e [[rivoluzione sociale]] poi<ref name="edizioni2">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]</ref>. Al termine del "grande massacro" rimane nella penisola, a Torino, dove incontra altri compagni che gli permettono di conoscere meglio e approfondire i principi e la storia del pensiero anarchico <ref name="dizionario">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528</ref>. Sino ad allora si era definito socialista, ma da questo momento inizierà  la vera e proprio militanza nel [[movimento anarchico]]:
:«Allora la mia mente che s’apriva conobbe l’ideale anarchico, la sua bellezza, la sua grandezza. E il socialismo mi parve una povera cosa con le sue preoccupazioni politiche, con le sue battaglie elettorali, con le sue paure di turbare le laboriose digestioni di lor signori. Il mio era un temperamento ribelle, la mia era una coscienza, se pure in formazione, tutta tesa verso un completo ideale di libertà  e di giustizia; e nei libri e negli opuscoli anarchici, così vibranti di entusiasmo, trovavo le parole e i pensieri che perfettamente esprimevano il mio stato d’animo e le mie speranze. Così divenni anarchico.» <ref name=" edi ">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno ''Testamento'', «Uccidere il tiranno»]</ref>
:«Allora la mia mente che s'apriva conobbe l'ideale anarchico, la sua bellezza, la sua grandezza. E il socialismo mi parve una povera cosa con le sue preoccupazioni politiche, con le sue battaglie elettorali, con le sue paure di turbare le laboriose digestioni di lor signori. Il mio era un temperamento ribelle, la mia era una coscienza, se pure in formazione, tutta tesa verso un completo ideale di libertà  e di giustizia; e nei libri e negli opuscoli anarchici, così vibranti di entusiasmo, trovavo le parole e i pensieri che perfettamente esprimevano il mio stato d'animo e le mie speranze. Così divenni anarchico.» <ref name=" edi ">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno ''Testamento'', «Uccidere il tiranno»]</ref>


Nel capoluogo piemontese, durante il luglio [[1919]] ([[20 luglio|20]]-[[21 luglio]]), Schirru è in prima fila nelle nuove agitazioni sociali che gli costano un nuovo periodo detentivo, quantunque per fortuna riuscirà  ad evitare il tribunale militare. Ritornato da disoccupato in Sardegna e deluso dal tradimento del PSI durante le [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche del 1919-20]], decide di emigrare negli [[USA|Stati Uniti d'America]]. Sbarca a New York il [[2 novembre]] [[1920]], stabilendosi nella "Grande mela" alla 187a strada n. 561e, salvo un periodo di residenza (dal 1920 al 1921) a Pittsfield, Massachusetts.<ref name="edizioni3">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]</ref>
Nel capoluogo piemontese, durante il luglio [[1919]] ([[20 luglio|20]]-[[21 luglio]]), Schirru è in prima fila nelle nuove agitazioni sociali che gli costano un nuovo periodo detentivo, quantunque per fortuna riuscirà  ad evitare il tribunale militare. Ritornato da disoccupato in Sardegna e deluso dal tradimento del PSI durante le [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche del 1919-20]], decide di emigrare negli [[USA|Stati Uniti d'America]]. Sbarca a New York il [[2 novembre]] [[1920]], stabilendosi nella "Grande mela" alla 187a strada n. 561e, salvo un periodo di residenza (dal 1920 al 1921) a Pittsfield, Massachusetts.<ref name="edizioni3">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]</ref>
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===Attività  politica negli Stati Uniti===
===Attività  politica negli Stati Uniti===
A Pittsfield, nel marzo del [[1921]], viene aggredito e ferito da quello che lui definisce un emissario del prete locale:
A Pittsfield, nel marzo del [[1921]], viene aggredito e ferito da quello che lui definisce un emissario del prete locale:
:«fui ferito ad una spalla ed al fianco sinistro. Il mio assalitore fu ferito da una palla di rivoltella ad un piede, ed io venni arrestato ed accusato di assalto con intento di uccidere. Liberato sotto cauzione di trecento dollari, evitai il processo assentandomi...io, l’aggredito, ero l’accusato; il mio aggressore, perché sicario di un prete, era l’accusatore. La giustizia dello Stato è uguale in tutti i paesi.  »<ref name=" edi ">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno ''Testamento'', «Uccidere il tiranno»]</ref>
:«fui ferito ad una spalla ed al fianco sinistro. Il mio assalitore fu ferito da una palla di rivoltella ad un piede, ed io venni arrestato ed accusato di assalto con intento di uccidere. Liberato sotto cauzione di trecento dollari, evitai il processo assentandomi...io, l'aggredito, ero l'accusato; il mio aggressore, perché sicario di un prete, era l'accusatore. La giustizia dello Stato è uguale in tutti i paesi.  »<ref name=" edi ">[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno ''Testamento'', «Uccidere il tiranno»]</ref>
[[File:Costantino Zonchello.jpg|thumb|left|[[Costantino Zonchello]]]]
[[File:Costantino Zonchello.jpg|thumb|left|[[Costantino Zonchello]]]]
Quando nel [[1922]] viene fondato il [[stampa anarchica|giornale anarchico]] «[[L'Adunata dei Refrattari]]», Michele Schirru si lega al gruppo, di cui fanno parte anche altri anarchici sardi, tra cui [[Salvatore Dettori]], [[Antonio Giuseppe Meloni]] e [[Costantino Zonchello]] (per un breve periodo questi sarà  anche direttore del giornale). Più tardi conoscerà  [[Raffaele Schiavina]], di cui peraltro diventerà  anche amico.
Quando nel [[1922]] viene fondato il [[stampa anarchica|giornale anarchico]] «[[L'Adunata dei Refrattari]]», Michele Schirru si lega al gruppo, di cui fanno parte anche altri anarchici sardi, tra cui [[Salvatore Dettori]], [[Antonio Giuseppe Meloni]] e [[Costantino Zonchello]] (per un breve periodo questi sarà  anche direttore del giornale). Più tardi conoscerà  [[Raffaele Schiavina]], di cui peraltro diventerà  anche amico.
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===Il ritorno in Italia per attentare alla vita di Mussolini===
===Il ritorno in Italia per attentare alla vita di Mussolini===


Schirru intende far qualcosa per fermare il regime fascista e per questo decide di far rientro in [[Italia]], dove vi giunge nel gennaio [[1930]]. Nel mese seguente é già  a le Havre, in Francia. Di qui si sposta a Parigi, poi nei pressi di Avignone (dove risiedono padre, madre e fratelli) ed infine a Milano, dove prende contatti con diversi compagni con i quali discute dei suoi propositi <ref name="edizioni4">Mentre si trova a Milano, si concretizza la liberazione di un compagno anarchico ([[Romeo Asara]]) dall'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era stato internato in seguito alla sua simulazione di pazzia dopo un arresto. Secondo alcuni tale evasione non fu mai realizzata perchè Asara sarebbe stato liberato dalle autorità , ma nel suo interrogatorio Miche Schirru a tal proposito afferma:«essendo stato arrestato un buon compagno milanese, e avendogli trovato nella sua abitazione degli attrezzi meccanici, ed altro materiale, forse da sospetti che la sbirraglia nutriva su lui, venne accusato per lo scoppio di Piazza Giulio Cesare. Seppe fare il matto, e fu ricoverato a Mombello (manicomio di Milano). Lo scopo era di farlo evadere. Corrompendo qualche guardiano se ciò fosse possibile, altrimenti con una scalata di muri. Tutto andò bene, ed ancora respira l’aria libera.» ([http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno])</ref>
Schirru intende far qualcosa per fermare il regime fascista e per questo decide di far rientro in [[Italia]], dove vi giunge nel gennaio [[1930]]. Nel mese seguente é già  a le Havre, in Francia. Di qui si sposta a Parigi, poi nei pressi di Avignone (dove risiedono padre, madre e fratelli) ed infine a Milano, dove prende contatti con diversi compagni con i quali discute dei suoi propositi <ref name="edizioni4">Mentre si trova a Milano, si concretizza la liberazione di un compagno anarchico ([[Romeo Asara]]) dall'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era stato internato in seguito alla sua simulazione di pazzia dopo un arresto. Secondo alcuni tale evasione non fu mai realizzata perchè Asara sarebbe stato liberato dalle autorità , ma nel suo interrogatorio Miche Schirru a tal proposito afferma:«essendo stato arrestato un buon compagno milanese, e avendogli trovato nella sua abitazione degli attrezzi meccanici, ed altro materiale, forse da sospetti che la sbirraglia nutriva su lui, venne accusato per lo scoppio di Piazza Giulio Cesare. Seppe fare il matto, e fu ricoverato a Mombello (manicomio di Milano). Lo scopo era di farlo evadere. Corrompendo qualche guardiano se ciò fosse possibile, altrimenti con una scalata di muri. Tutto andò bene, ed ancora respira l'aria libera.» ([http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno])</ref>
[[File:Schiavina1.jpg|thumb|160 px|left|[[Raffaele Schiavina]]]]
[[File:Schiavina1.jpg|thumb|160 px|left|[[Raffaele Schiavina]]]]
Fatto rientro nuovamente a Parigi, fa la spola tra la Francia, Bruxelles (qui il [[30 dicembre]] [[1930]] redige il suo ''Testamento''), Charleroi e Liegi. Proprio in [[Belgio]] prepara i due ordigni che gli sarebbero dovuto servire per l'attentato, mantenendo stabili contatti con [[Raffaele Schiavina]], [[Giuseppe Polidori]] (da cui riceve somme di denaro) e [[Emidio Recchioni]].
Fatto rientro nuovamente a Parigi, fa la spola tra la Francia, Bruxelles (qui il [[30 dicembre]] [[1930]] redige il suo ''Testamento''), Charleroi e Liegi. Proprio in [[Belgio]] prepara i due ordigni che gli sarebbero dovuto servire per l'attentato, mantenendo stabili contatti con [[Raffaele Schiavina]], [[Giuseppe Polidori]] (da cui riceve somme di denaro) e [[Emidio Recchioni]].
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Il progetto, seppur velelitario, é quello di uccidere il "Duce", sconfiggere il [[Fascismo|fascismo]] e innescare la [[rivoluzione sociale]]: accompagnato da Emilio Lussu alla stazione, da Parigi parte per l'[[Italia]] con due bombe (gennaio [[1931]]). Giunto a Roma il [[12 gennaio]] [[1931]], affitta una stanza presso l'Hotel Royal di via XX Settembre. <ref name="dizionario biografico">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528 e 529</ref>
Il progetto, seppur velelitario, é quello di uccidere il "Duce", sconfiggere il [[Fascismo|fascismo]] e innescare la [[rivoluzione sociale]]: accompagnato da Emilio Lussu alla stazione, da Parigi parte per l'[[Italia]] con due bombe (gennaio [[1931]]). Giunto a Roma il [[12 gennaio]] [[1931]], affitta una stanza presso l'Hotel Royal di via XX Settembre. <ref name="dizionario biografico">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 528 e 529</ref>


Qui conosce la ballerina Anna Lukowski, con cui si frequenta per un breve periodo trovandosi reciprocamente simpatici. Quando lo arrestano, il [[3 febbraio]] [[1931]], si trova in albergo (Albergo Colonna, via Due Macelli) proprio con lei. Mentre lo conducono al commissariato, Schirru impugna una rivoltella e tenta di suicidarsi, ma  senza "successo". Rimane però ferito e per questo verrà  ricoverato in ospedale. Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e corrispondenza varia. Inizialmente l'anarchico sostiene che quelle armi servivano per colpire alcuni [[Fascismo|fascisti]] del suo paese, solo successivamente, secondo la versione [[Fascismo|fascista]], ammette che aveva intenzione d’uccidere il Duce. Schirru aggiunse però che, consapevole delle difficoltà  dell’impresa, aveva oramai desistito dal proponimento di uccidere il Duce e si apprestava quindi a ripartire <ref name="Leto"> Va sottolineato nuovamente che trattasi della versione fornita dal [[Fascismo|regime fascista]]. Scrive [[Guido Leto]] (uno degli ultimi “capi” dell’OVRA, la [[polizia]] politica fascista ): «era chiaro – per una serie di elementi - che Schirru aveva già  da tempo desistito dal proponimento maturato in America». (Salvatortelli e Mira, ''Storia del fascismo'',  pag 540) </ref>.
Qui conosce la ballerina Anna Lukowski, con cui si frequenta per un breve periodo trovandosi reciprocamente simpatici. Quando lo arrestano, il [[3 febbraio]] [[1931]], si trova in albergo (Albergo Colonna, via Due Macelli) proprio con lei. Mentre lo conducono al commissariato, Schirru impugna una rivoltella e tenta di suicidarsi, ma  senza "successo". Rimane però ferito e per questo verrà  ricoverato in ospedale. Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e corrispondenza varia. Inizialmente l'anarchico sostiene che quelle armi servivano per colpire alcuni [[Fascismo|fascisti]] del suo paese, solo successivamente, secondo la versione [[Fascismo|fascista]], ammette che aveva intenzione d'uccidere il Duce. Schirru aggiunse però che, consapevole delle difficoltà  dell'impresa, aveva oramai desistito dal proponimento di uccidere il Duce e si apprestava quindi a ripartire <ref name="Leto"> Va sottolineato nuovamente che trattasi della versione fornita dal [[Fascismo|regime fascista]]. Scrive [[Guido Leto]] (uno degli ultimi “capi” dell'OVRA, la [[polizia]] politica fascista ): «era chiaro – per una serie di elementi - che Schirru aveva già  da tempo desistito dal proponimento maturato in America». (Salvatortelli e Mira, ''Storia del fascismo'',  pag 540) </ref>.


===Reazioni della stampa anarchica all'arresto===
===Reazioni della stampa anarchica all'arresto===
Immediatamente dopo il suo arresto, i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] dipingono Schirru come un eroe dell'[[antifascismo]] e dell'[[anarchismo]]: in ''Michele Schirru'', pubblicato su «[[Il Risveglio anarchico]]» l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchico sardo]] è catalogato come un "vendicatore" ([[21 febbraio]] [[1931]]); «[[L'Adunata dei Refrattari]]» lo dipinge come «l'incarnazione della rivolta integrale» (''Michele Schirru'', [[21 maggio]] [[1931]]); «[[Vogliamo!]]» scrive  che Michele Schirru «é l'eroe che balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà » (''Battaglie d'attualità  Michele Schirru'', gennaio-febbraio [[1931]]).<ref name="dizi">Dizionario Biografico degli Anarchici, 529</ref>
Immediatamente dopo il suo arresto, i [[stampa anarchica|giornali anarchici]] dipingono Schirru come un eroe dell'[[antifascismo]] e dell'[[anarchismo]]: in ''Michele Schirru'', pubblicato su «[[Il Risveglio anarchico]]» l'[[Storia dell'anarchismo sardo|anarchico sardo]] è catalogato come un "vendicatore" ([[21 febbraio]] [[1931]]); «[[L'Adunata dei Refrattari]]» lo dipinge come «l'incarnazione della rivolta integrale» (''Michele Schirru'', [[21 maggio]] [[1931]]); «[[Vogliamo!]]» scrive  che Michele Schirru «é l'eroe che balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà » (''Battaglie d'attualità  Michele Schirru'', gennaio-febbraio [[1931]]).<ref name="dizi">Dizionario Biografico degli Anarchici, 529</ref>


=== Il processo, la condanna e l’esecuzione ===
=== Il processo, la condanna e l'esecuzione ===


Michele Schirru viene giudicato da un tribunale speciale presieduto dal deputato fascista Guido Cristini. Il procedimento inizia il [[27 maggio]] [[1931]].
Michele Schirru viene giudicato da un tribunale speciale presieduto dal deputato fascista Guido Cristini. Il procedimento inizia il [[27 maggio]] [[1931]].
[[File:Michele Schirru (2).jpg|thumb|240 px|Michele Schirru col volto deturpato dallo sparo subito dopo l'arresto.]]
[[File:Michele Schirru (2).jpg|thumb|240 px|Michele Schirru col volto deturpato dallo sparo subito dopo l'arresto.]]
I giudici fascisti riescono ad aggravare la posizione dell'imputato, facendo credere che, al momento dell’arresto, egli intendesse sparare per uccidere e non per suicidarsi, cosa abbastanza inverosimile perché secondo le testimonianze il funzionario che lo aveva arrestato gli dava le spalle, al momento dello sparo e perché Schirru si ferisce alla faccia in seguito allo sparo<ref name="stori">Storia del fascismo, Salvatorelli e Mira, pag 540</ref>. Di diverso parere è però Garosci, che scrive: «In questura quando vide che sarebbe stato perquisito, non volle almeno morire senza essere vendicato: estrasse la rivoltella e sparò sugli agenti e sul commissario, ferendoli» <ref name="garosci">Garosci in "La vita di Carlo Rosselli" vol.I Vallecchi 1973 </ref>. Al di là  di tutto si può comunque immaginare che al momento dell'arresto ci sia stata una colluttazione e siano partiti alcuni spari in seguito alla stessa...
I giudici fascisti riescono ad aggravare la posizione dell'imputato, facendo credere che, al momento dell'arresto, egli intendesse sparare per uccidere e non per suicidarsi, cosa abbastanza inverosimile perché secondo le testimonianze il funzionario che lo aveva arrestato gli dava le spalle, al momento dello sparo e perché Schirru si ferisce alla faccia in seguito allo sparo<ref name="stori">Storia del fascismo, Salvatorelli e Mira, pag 540</ref>. Di diverso parere è però Garosci, che scrive: «In questura quando vide che sarebbe stato perquisito, non volle almeno morire senza essere vendicato: estrasse la rivoltella e sparò sugli agenti e sul commissario, ferendoli» <ref name="garosci">Garosci in "La vita di Carlo Rosselli" vol.I Vallecchi 1973 </ref>. Al di là  di tutto si può comunque immaginare che al momento dell'arresto ci sia stata una colluttazione e siano partiti alcuni spari in seguito alla stessa...


Durante il dibattimento l’anarchico sardo dice che aveva progettato l’attentato «per le mie idee anarchiche, per i compagni confinati nelle isole, per la speranza che con  la caduta di Mussolini, cadesse tutto l’ordinamento politico dittatoriale e borghese della società ». Schirru ribadisce alla corte che ormai aveva abbandonato ogni proposito d’attentato perché “l’operazione” era per lui troppo difficoltosa.
Durante il dibattimento l'anarchico sardo dice che aveva progettato l'attentato «per le mie idee anarchiche, per i compagni confinati nelle isole, per la speranza che con  la caduta di Mussolini, cadesse tutto l'ordinamento politico dittatoriale e borghese della società ». Schirru ribadisce alla corte che ormai aveva abbandonato ogni proposito d'attentato perché “l'operazione” era per lui troppo difficoltosa.


Il suo avvocato Cesare D’Angeloantonio ('''avvocato d'ufficio, e quindi probabilmente non estraneo alle congetture fasciste''') - "proverà " a salvargli la vita, ma senza riuscirvi.
Il suo avvocato Cesare D'Angeloantonio ('''avvocato d'ufficio, e quindi probabilmente non estraneo alle congetture fasciste''') - "proverà " a salvargli la vita, ma senza riuscirvi.


La sentenza viene pronunciata alle 21 del  [[28 maggio]] [[1931]] e Schirru viene condannato alla  pena di morte in quanto: «Chi attenta alla vita del Duce attenta alla grandezza dell'[[Italia]], attenta all'umanità , perché il Duce appartiene all'umanità ».
La sentenza viene pronunciata alle 21 del  [[28 maggio]] [[1931]] e Schirru viene condannato alla  pena di morte in quanto: «Chi attenta alla vita del Duce attenta alla grandezza dell'[[Italia]], attenta all'umanità , perché il Duce appartiene all'umanità ».


L’avvocato presenta  domanda di grazia, ma questa non viene nemmeno inoltrata dal comandante a cui era stata affidata.
L'avvocato presenta  domanda di grazia, ma questa non viene nemmeno inoltrata dal comandante a cui era stata affidata.


Il [[29 maggio]] [[1931]], alle '''4:27''' viene eseguita la sentenza di morte. Mussolini volle che fossero 24 sardi volontari a sparare all’anarchico. Davanti al plotone d’esecuzione il giovane grida: «'''''Viva l’anarchia, viva la libertà , abbasso il fascismo'''''!». Non aveva ancora compiuto '''32 anni'''.
Il [[29 maggio]] [[1931]], alle '''4:27''' viene eseguita la sentenza di morte. Mussolini volle che fossero 24 sardi volontari a sparare all'anarchico. Davanti al plotone d'esecuzione il giovane grida: «'''''Viva l'anarchia, viva la libertà , abbasso il fascismo'''''!». Non aveva ancora compiuto '''32 anni'''.


== Reazioni all’esecuzione ==
== Reazioni all'esecuzione ==


Il quotidiano locale de «L’Unione Sarda», il giorno dopo l’esecuzione, dedica due piccole colonne all'accaduto:  
Il quotidiano locale de «L'Unione Sarda», il giorno dopo l'esecuzione, dedica due piccole colonne all'accaduto:  
: «All’alba di ieri la giustizia ha compiuto il suo corso: Michele Schirru è caduto sotto il piombo del plotone d’esecuzione». L’articolo proseguiva ricordando che si trattava «della sanzione fisica di una morte moralmente già  avvenuta». La colpa di Schirru era infatti doppia, oltre che anarchico egli si era anche ormai “americanizzato”, e in quanto tale non era degno di alcuna considerazione.
: «All'alba di ieri la giustizia ha compiuto il suo corso: Michele Schirru è caduto sotto il piombo del plotone d'esecuzione». L'articolo proseguiva ricordando che si trattava «della sanzione fisica di una morte moralmente già  avvenuta». La colpa di Schirru era infatti doppia, oltre che anarchico egli si era anche ormai “americanizzato”, e in quanto tale non era degno di alcuna considerazione.


«[[L'Adunata dei Refrattari]]» pubblica ''Il testamento di Michele Schirru'' esaltando «la nobiltà  dei suoi scopi» e «l'adamantina fierezza del suo carattere». «[[Studi sociali]]», [[stampa anarchica|giornale]] di Montevideo, lo paragona ad Oberdan ([[12 giugno]] [[1931]]), «[[Il Risveglio anarchico]]» ad un nuovo [[Gaetano Bresci]] (giugno [[1931]]), aggiungendo enfaticamente anche che «dietro Michele Schirru, giovane sentinella perduta, già  avanza la folla dei vendicatori e dei liberatori ignoti» ([[18 luglio]] [[1931]]). Anche [[Camillo Berneri]] lo esalta: «Egli era certo che il suo esempio non sarebbe stato infecondo, che la disfatta rispetto all'obiettivo dell'impresa poteva risolversi in una vittoria. Egli ha vinto infatti. Egli è più vivo che mai.» (Pubblicato da [[Carlo Frigerio]] in ''Almanacco libertario pro-vittime politiche'')<ref name="dizi">Dizionario Biografico degli Anarchici, 529</ref>.
«[[L'Adunata dei Refrattari]]» pubblica ''Il testamento di Michele Schirru'' esaltando «la nobiltà  dei suoi scopi» e «l'adamantina fierezza del suo carattere». «[[Studi sociali]]», [[stampa anarchica|giornale]] di Montevideo, lo paragona ad Oberdan ([[12 giugno]] [[1931]]), «[[Il Risveglio anarchico]]» ad un nuovo [[Gaetano Bresci]] (giugno [[1931]]), aggiungendo enfaticamente anche che «dietro Michele Schirru, giovane sentinella perduta, già  avanza la folla dei vendicatori e dei liberatori ignoti» ([[18 luglio]] [[1931]]). Anche [[Camillo Berneri]] lo esalta: «Egli era certo che il suo esempio non sarebbe stato infecondo, che la disfatta rispetto all'obiettivo dell'impresa poteva risolversi in una vittoria. Egli ha vinto infatti. Egli è più vivo che mai.» (Pubblicato da [[Carlo Frigerio]] in ''Almanacco libertario pro-vittime politiche'')<ref name="dizi">Dizionario Biografico degli Anarchici, 529</ref>.


Mesi dopo l'assassinio di Schirru, il [[2 novembre]], alcuni cittadini lasceranno due garofani rossi sulla sua tomba. Arrestati, saranno perseguitati a lungo. L’anno seguente, [[Angelo Sbardelloto]], considerato il suo vendicatore, attenterà  alla vita del '''Duce'''. Condannato a morte sarà  poi sepolto in incognito.
Mesi dopo l'assassinio di Schirru, il [[2 novembre]], alcuni cittadini lasceranno due garofani rossi sulla sua tomba. Arrestati, saranno perseguitati a lungo. L'anno seguente, [[Angelo Sbardelloto]], considerato il suo vendicatore, attenterà  alla vita del '''Duce'''. Condannato a morte sarà  poi sepolto in incognito.


In ''Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell’anarchico italo-americano fucilato per l’«intenzione» di uccidere Mussolini'', Giuseppe Galzerano scrive che Michele Schirru fu rinnegato dal padre, dal fratello prete e dalla sorella. È certamente vero che la sorella Antonietta, segretaria della sezione femminile del fascio di Pozzomaggiore, non solo rinnegò il fratello ma chiese anche il cambio del suo cognome in Esquirro <ref name="esquirro">Schirru è un cognome la cui origine risale allo spagnolo Esquirro</ref>, arrivando quindi, per puro fanatismo [[Fascismo|fascista]], alla negazione dei più elementari e naturali sentimenti umani. Al contrario, non corrisponde al vero che il padre lo abbia rinnegato, infatti, pur essendo molto lontano dalle idee del figlio, egli sostenne attivamente il Comitato di difesa, rimanendo sempre in relazione costante con [[Jean Bucco]] di Parigi, e spedendo al figlio i soldi che venivano dai compagni di Parigi e di New-York, che pubblicarono successivamente il testamento politico nel loro settimanale «[[L'Adunata dei Refrattari]]» <ref name="padre ">Lettera scritta dal padre di Michele ad un amico: «Caro Giuseppe, (...) siamo stati colpiti da una più dura sventura, il destino volle cosi. Michele fu condannato ingiustamente da quell'infame di Tribunale speciale alla pena di morte. Quel Tribunale violò la legge, lo condannò odiosamente per vendetta, poiché non solo Mussolini non uccise, ma neanche commise l'attentato (...). Egli aveva un coraggio da Leone».  ([http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Michele_Schirru Discussione wikipedia]) </ref>.
In ''Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell'anarchico italo-americano fucilato per l'«intenzione» di uccidere Mussolini'', Giuseppe Galzerano scrive che Michele Schirru fu rinnegato dal padre, dal fratello prete e dalla sorella. È certamente vero che la sorella Antonietta, segretaria della sezione femminile del fascio di Pozzomaggiore, non solo rinnegò il fratello ma chiese anche il cambio del suo cognome in Esquirro <ref name="esquirro">Schirru è un cognome la cui origine risale allo spagnolo Esquirro</ref>, arrivando quindi, per puro fanatismo [[Fascismo|fascista]], alla negazione dei più elementari e naturali sentimenti umani. Al contrario, non corrisponde al vero che il padre lo abbia rinnegato, infatti, pur essendo molto lontano dalle idee del figlio, egli sostenne attivamente il Comitato di difesa, rimanendo sempre in relazione costante con [[Jean Bucco]] di Parigi, e spedendo al figlio i soldi che venivano dai compagni di Parigi e di New-York, che pubblicarono successivamente il testamento politico nel loro settimanale «[[L'Adunata dei Refrattari]]» <ref name="padre ">Lettera scritta dal padre di Michele ad un amico: «Caro Giuseppe, (...) siamo stati colpiti da una più dura sventura, il destino volle cosi. Michele fu condannato ingiustamente da quell'infame di Tribunale speciale alla pena di morte. Quel Tribunale violò la legge, lo condannò odiosamente per vendetta, poiché non solo Mussolini non uccise, ma neanche commise l'attentato (...). Egli aveva un coraggio da Leone».  ([http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Michele_Schirru Discussione wikipedia]) </ref>.


== In memoria di Michele Schirru ==
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*Michele Schirru, ''[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]'', Edizioni Anarchismo, 2013
*Michele Schirru, ''[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/michele-schirru-uccidere-il-tiranno Uccidere il tiranno]'', Edizioni Anarchismo, 2013
*Luc Nemeth, ''La saison de la liberté. Mike Schirru et l'attentat anarchiste contre Mussolini, tome 1 : 1899 - février 1930 '', CreateSpace, 2011
*Luc Nemeth, ''La saison de la liberté. Mike Schirru et l'attentat anarchiste contre Mussolini, tome 1 : 1899 - février 1930 '', CreateSpace, 2011
*Giuseppe Galzerano, ''Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell’anarchico italo-americano fucilato per l’« intenzione » di uccidere Mussolini'', Galzerano Editore, 2006
*Giuseppe Galzerano, ''Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell'anarchico italo-americano fucilato per l'« intenzione » di uccidere Mussolini'', Galzerano Editore, 2006
*Giuseppe Fiori, ''Vita e morte di Michele Schirru (l'anarchico che pensò di uccidere Mussolini)'', Laterza, 1990
*Giuseppe Fiori, ''Vita e morte di Michele Schirru (l'anarchico che pensò di uccidere Mussolini)'', Laterza, 1990
*Michele Corsentino, ''Michele Schirru e l'attentato anarchico'', Ed. Anarchismo, Catania, 1990
*Michele Corsentino, ''Michele Schirru e l'attentato anarchico'', Ed. Anarchismo, Catania, 1990