Ezio Taddei: differenze tra le versioni

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:«Insomma, feci di tutto per dimostrare che non volevo continuare nella strada del passato ma fu tutto inutile […] Eccellenza non so se la presente avrà  la stessa fortuna dell’altra inviata nel 1930, non le nascondo però che scrivendo l’ò sperato vivamente. Il devotissimo Ezio Taddei».
:«Insomma, feci di tutto per dimostrare che non volevo continuare nella strada del passato ma fu tutto inutile […] Eccellenza non so se la presente avrà  la stessa fortuna dell’altra inviata nel 1930, non le nascondo però che scrivendo l’ò sperato vivamente. Il devotissimo Ezio Taddei».


Non serve però a niente perché le persecuzioni a suo danno proseguiranno: il [[2 settembre]] è confinato per due anni per la sua attività  anarchica e il [[16 setetmbre|16]] la questura di Livorno rincara la dose sottolineando che si tratta di un pericoloso [[individuo]] che odio le [[autorità ]]. E’ internato presso l’isola di Ponza ma su sua richiesta di trasferimento in “continente”, nel dicembre [[1935]] è trasferito a Bernalda (prov. Matera). Il [[17 novembre]] [[1936]] c’è una nuova richiesta di arresto perché deve scontare ancora 10 giorni per istigazione all’odio fra classi sociali, il [[6 dicembre]] è quindi incarcerato a Pisticci. Rilasciato il [[12 dicembre|12]], dopo un certo tempo lascia anche Bernalda per tornare a Livorno ([[10 settembre]] [[1937]]) dove però lo aspetta un foglio di via obbligatorio.
Non serve però a niente perché le persecuzioni a suo danno proseguiranno: il [[2 settembre]] è confinato per due anni per la sua attività  anarchica e il [[16 setetmbre|16]] la questura di Livorno rincara la dose sottolineando che si tratta di un pericoloso [[individuo]] che odio le [[autorità ]]. È internato presso l’isola di Ponza ma su sua richiesta di trasferimento in “continente”, nel dicembre [[1935]] è trasferito a Bernalda (prov. Matera). Il [[17 novembre]] [[1936]] c’è una nuova richiesta di arresto perché deve scontare ancora 10 giorni per istigazione all’odio fra classi sociali, il [[6 dicembre]] è quindi incarcerato a Pisticci. Rilasciato il [[12 dicembre|12]], dopo un certo tempo lascia anche Bernalda per tornare a Livorno ([[10 settembre]] [[1937]]) dove però lo aspetta un foglio di via obbligatorio.
<ref name="tomo">Dizionario Biografico degli Anarchici italiani, Pag 593, 594</ref>
<ref name="tomo">Dizionario Biografico degli Anarchici italiani, Pag 593, 594</ref>


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Le crtiche però non gli impediscono di proseguire nella sua "nuova" vita. Insieme a [[Corrado Alvaro]], [[Francesco Jovine]] e [[Guido Piovene]], con cui ha stretto amicizia, scrive un lettera indirizzata al presidente Enrico De Nicola e pubblicata anche su molti giornali e non senza destare scandalo, in cui denuncia il comportamento degli statunitensi nei confronti dei "sovversivi" italiani e anche sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]].
Le crtiche però non gli impediscono di proseguire nella sua "nuova" vita. Insieme a [[Corrado Alvaro]], [[Francesco Jovine]] e [[Guido Piovene]], con cui ha stretto amicizia, scrive un lettera indirizzata al presidente Enrico De Nicola e pubblicata anche su molti giornali e non senza destare scandalo, in cui denuncia il comportamento degli statunitensi nei confronti dei "sovversivi" italiani e anche sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]].


Un giorno Taddei riceva un invito per partecipare ad un ricevimento all'Excelsior in onore degli scrittori francesi, a erano stati invitate anche celebrità  del calibro di [[André Gide]] e [[Albert Camus]]. E’ il maggio [[1956]] e quanto accade quel giorno lo racconta la sorella: «Allora finalmente andò via, montò sull'autobus, mi salutò ridendo, facendomi le boccacce. Avevo un fratello proprio particolare. Dice che poi quando ha varcato l'ingresso illuminato dell'Excelsior un commesso in livrea si è precipitato a prendere il cappotto di Ezio, che non glielo voleva dare. Dice che poi Ezio si sia sentito male quasi subito. Che l'hanno dovuto portare un ospedale. Dove i dottori hanno scosso il capo e addio Ezio. Gli hanno trovato il cuore ridotto come se glielo avessero calpestato». <ref name="splinder">[http://eziotaddei.splinder.com/ da Eziotaddei.splinder.com]</ref>
Un giorno Taddei riceva un invito per partecipare ad un ricevimento all'Excelsior in onore degli scrittori francesi, a erano stati invitate anche celebrità  del calibro di [[André Gide]] e [[Albert Camus]]. È il maggio [[1956]] e quanto accade quel giorno lo racconta la sorella: «Allora finalmente andò via, montò sull'autobus, mi salutò ridendo, facendomi le boccacce. Avevo un fratello proprio particolare. Dice che poi quando ha varcato l'ingresso illuminato dell'Excelsior un commesso in livrea si è precipitato a prendere il cappotto di Ezio, che non glielo voleva dare. Dice che poi Ezio si sia sentito male quasi subito. Che l'hanno dovuto portare un ospedale. Dove i dottori hanno scosso il capo e addio Ezio. Gli hanno trovato il cuore ridotto come se glielo avessero calpestato». <ref name="splinder">[http://eziotaddei.splinder.com/ da Eziotaddei.splinder.com]</ref>


Muore in questo modo Ezio Taddei, protagonista di una vita al contempo avventurosa, vivace e drammatica per motivi personali, familiari e per la congiuntura storica, ma nonostante il [[carcere]] subito la sua personalità  era tale che l'irriducibile impegno [[antifascismo|antifascista]] e il sostegno degli emarginati mai gli ha impedito di godersi molti piaceri della vita.
Muore in questo modo Ezio Taddei, protagonista di una vita al contempo avventurosa, vivace e drammatica per motivi personali, familiari e per la congiuntura storica, ma nonostante il [[carcere]] subito la sua personalità  era tale che l'irriducibile impegno [[antifascismo|antifascista]] e il sostegno degli emarginati mai gli ha impedito di godersi molti piaceri della vita.