Buenaventura Durruti: differenze tra le versioni

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: «L'importante non é il posto di responsabile. L'importante è la vigilianza della base per obbligare quelli in alto a fare il loro dovere senza morire nella burocrazia».
: «L'importante non é il posto di responsabile. L'importante è la vigilianza della base per obbligare quelli in alto a fare il loro dovere senza morire nella burocrazia».


Contemporaneamente aderisce anche al gruppo "[[Los Justicieros]]", partecipando alla progettazione, mai portata a termine, di un attentato contro il Re Alfonso XIII. Nel [[1922]], a Barcellona, Los Justicieros assume il nome di "[[Los Solidarios]]" ("I Solidali"), di cui fanno parte anche [[Juan Garcia Oliver]] e [[Francisco Ascaso]], che si rende protagonista di numerose [[azione diretta |azioni dirette]] volte ad attaccare il [[capitalismo |sistema capitalistico]] spagnolo. Le più “significative” saranno: una rapina al Banco di Spagna di Gijon e l'implicazione nell’uccisione del cardinale Romero, colpito per ritorsione in seguito all'assassinio dell’anarchico [[Salvador Segui]], nonché perché uno dei principali finanziatori dei "pistoleros" (gruppo paramilitare al servizio del padronato).
Contemporaneamente aderisce anche al gruppo "[[Los Justicieros]]", partecipando alla progettazione, mai portata a termine, di un attentato contro il Re Alfonso XIII. Nel [[1922]], a Barcellona, Los Justicieros assume il nome di "[[Los Solidarios]]" ("I Solidali"), di cui fanno parte anche [[Juan Garcia Oliver]] e [[Francisco Ascaso]], che si rende protagonista di numerose [[azione diretta |azioni dirette]] volte ad attaccare il [[capitalismo |sistema capitalistico]] spagnolo. Le più “significative” saranno: una rapina al Banco di Spagna di Gijon e l'implicazione nell’uccisione del cardinale Romero, colpito per ritorsione in seguito all'assassinio dell’anarchico [[Salvador Segui]], nonché perché uno dei principali finanziatori dei "pistoleros" (gruppo paramilitare al servizio del padronato).


Buenaventura Durruti, braccato dalla “giustizia” spagnola, è costretto ad emigrare in SudAmerica, insieme a [[Francisco Ascaso]] e ad altri compagni de [[Los Solidarios]] con cui fonda il gruppo "[[Los Errantes]]" (Gli Erranti), che ricalcano le stesse orme di "espropriazione popolare". Ricercato, insieme ai suoi compagni, da molte polizie del mondo, ritorna clandestinamente in [[Francia]], dove viene fermato il [[25 giugno]] [[1926]]. A Durruti, [[Francisco Ascaso]] e [[Gregorio Jover]] viene loro imputata la progettazione di un attentato contro il re di [[Spagna]], Alfonso XII, in visita a Parigi.  
Buenaventura Durruti, braccato dalla “giustizia” spagnola, è costretto ad emigrare in SudAmerica, insieme a [[Francisco Ascaso]] e ad altri compagni de [[Los Solidarios]] con cui fonda il gruppo "[[Los Errantes]]" (Gli Erranti), che ricalcano le stesse orme di "espropriazione popolare". Ricercato, insieme ai suoi compagni, da molte polizie del mondo, ritorna clandestinamente in [[Francia]], dove viene fermato il [[25 giugno]] [[1926]]. A Durruti, [[Francisco Ascaso]] e [[Gregorio Jover]] viene loro imputata la progettazione di un attentato contro il re di [[Spagna]], Alfonso XII, in visita a Parigi.  


Grazie alla mobilitazione e alla strenua difesa operata da [[Louis Lecoin]], [[Henri Torres]] e [[Sébastien Faure]], tutto il gruppo anarchico è liberato il [[14 luglio]] [[1927]] con l'obbligo di lasciare immediatamente il territorio della [[Francia]]. Ritornerà  in [[Spagna]] solamente nel [[1931]]. Lo stesso giorno fa la conoscenza di [[Emilienne Morin]] alla Libreria Internazionale anarchica di Parigi e diviene il suo compagno. Così, la stessa Morin, racconterà  il loro incontro:
Grazie alla mobilitazione e alla strenua difesa operata da [[Louis Lecoin]], [[Henri Torres]] e [[Sébastien Faure]], tutto il gruppo anarchico è liberato il [[14 luglio]] [[1927]] con l'obbligo di lasciare immediatamente il territorio della [[Francia]]. Ritornerà  in [[Spagna]] solamente nel [[1931]]. Lo stesso giorno fa la conoscenza di [[Emilienne Morin]] alla Libreria Internazionale anarchica di Parigi e diviene il suo compagno. Così, la stessa Morin, racconterà  il loro incontro:
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Durante gli anni della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) |Rivoluzione spagnola (1936-39)]] si conquista la fiducia degli anarchici spagnoli e non, soprattutto per il coraggio e l'instancabile attivismo non finalizzato ad obiettivi personali.
Durante gli anni della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) |Rivoluzione spagnola (1936-39)]] si conquista la fiducia degli anarchici spagnoli e non, soprattutto per il coraggio e l'instancabile attivismo non finalizzato ad obiettivi personali.


Il [[1 maggio|1° maggio]] [[1936]], durante il 3° congresso della [[CNT]], a Saragozza, viene denunciata l'inettitudine del governo e il pericolo del “golpe militare”. Gli anarchici si organizzano di conseguenza per armare il popolo e quando, il [[19 luglio]] (data d'inizio della Guerra Civile), la guarnigione militare di Barcellona si solleva contro i repubblicani viene sconfitta dal popolo in armi, cancellando di fatto il potere statale. Erano la [[CNT]] e la [[Federazione Anarchica Iberica|FAI]] ad essere "padroni assoluti" della situazione.  
Il [[1 maggio|1° maggio]] [[1936]], durante il 3° congresso della [[CNT]], a Saragozza, viene denunciata l'inettitudine del governo e il pericolo del “golpe militare”. Gli anarchici si organizzano di conseguenza per armare il popolo e quando, il [[19 luglio]] (data d'inizio della Guerra Civile), la guarnigione militare di Barcellona si solleva contro i repubblicani viene sconfitta dal popolo in armi, cancellando di fatto il potere statale. Erano la [[CNT]] e la [[Federazione Anarchica Iberica|FAI]] ad essere "padroni assoluti" della situazione.  


Durruti è tra i protagonisti principali di quell'esaltante periodo storico. Promuove la creazione del [[Comitato centrale di Milizie antifasciste della Catalogna]], che praticamente deteneva il “potere” (su basi libertarie) governativo. Il [[23 luglio]] del [[1936]] si mette a capo di 10000 anarchici, chiamati poi [[Colonna Durruti]], ottenendo numerose vittorie sul fronte Aragonese e  successivamente si sposta verso la capitale Madrid, pesantemente minacciata dai [[fascismo|fascisti]] franchisti. Quando la [[Colonna Durruti]], «marciando verso il fronte, attraversava un villaggio, per prima cosa i suoi consiglieri politici deponevano il giudice. I problemi locali venivano risolti in base alle seguenti tre domande: "Dov’è il tribunale? Dov’è il catasto coi registri? Dov’è la prigione?". Poi incendiavano gli atti giudiziari e i registri catastali e liberavano i prigionieri» <ref>H.M Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 192</ref>. In seguito venivano fatti riunire tutti gli abitanti del villaggio e si spiegavano loro i principi del [[comunismo libertario]].
Durruti è tra i protagonisti principali di quell'esaltante periodo storico. Promuove la creazione del [[Comitato centrale di Milizie antifasciste della Catalogna]], che praticamente deteneva il “potere” (su basi libertarie) governativo. Il [[23 luglio]] del [[1936]] si mette a capo di 10000 anarchici, chiamati poi [[Colonna Durruti]], ottenendo numerose vittorie sul fronte Aragonese e  successivamente si sposta verso la capitale Madrid, pesantemente minacciata dai [[fascismo|fascisti]] franchisti. Quando la [[Colonna Durruti]], «marciando verso il fronte, attraversava un villaggio, per prima cosa i suoi consiglieri politici deponevano il giudice. I problemi locali venivano risolti in base alle seguenti tre domande: "Dov’è il tribunale? Dov’è il catasto coi registri? Dov’è la prigione?". Poi incendiavano gli atti giudiziari e i registri catastali e liberavano i prigionieri» <ref>H.M Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 192</ref>. In seguito venivano fatti riunire tutti gli abitanti del villaggio e si spiegavano loro i principi del [[comunismo libertario]].
[[File:CNT FAI flag.png|left|thumb|]]
[[File:CNT FAI flag.png|left|thumb|]]
Talvolta i miliziani anarchici si lasciavano andare a violenze non sempre giustificabili (contro preti, persone ricche, presunti fascisti o addirittura che vestivano in maniera non conforme agli “standard” operai), frutto dell’odio covato da tempo o causa di miliziani dell'ultim'ora che ancora non avevano formato una coscienza tale da distinguere le violenze necessarie da quelle che potevano addirittura essere un boomerang per le sorti della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]]. Durruti cercava in ogni occasione di impedire che si eccedesse nelle violenze, tant’è che diverrà  una sorta di segretario della Colonna tale Jesus Arnal Pena, ovvero un prete cattolico che alcuni miliziani intendevano fucilare proprio in quanto prete, anche se nulla aveva a che fare con i [[fascismo|fascisti]], e che Durruti invece non solo salverà  ma porrà  addirittura sotto la sua protezione:
Talvolta i miliziani anarchici si lasciavano andare a violenze non sempre giustificabili (contro preti, persone ricche, presunti fascisti o addirittura che vestivano in maniera non conforme agli “standard” operai), frutto dell’odio covato da tempo o causa di miliziani dell'ultim'ora che ancora non avevano formato una coscienza tale da distinguere le violenze necessarie da quelle che potevano addirittura essere un boomerang per le sorti della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]]. Durruti cercava in ogni occasione di impedire che si eccedesse nelle violenze, tant’è che diverrà  una sorta di segretario della Colonna tale Jesus Arnal Pena, ovvero un prete cattolico che alcuni miliziani intendevano fucilare proprio in quanto prete, anche se nulla aveva a che fare con i [[fascismo|fascisti]], e che Durruti invece non solo salverà  ma porrà  addirittura sotto la sua protezione:


: «Non ho mai avuto la minima inclinazione per l’anarchia, e Durruti non ha mai avuto un segretario. Ero semplicemente scrivano della cancelleria della colonna. Ma devo ammettere che Durruti era un uomo retto, e quando certa gente lo diffama come assassino e delinquente, ebbene si tratta di calunniatori, e difenderò il mio amico contro simili menzogne […] Una volta trascinarono davanti a noi un uomo che, ai suoi tempi, aveva detenuto a Saragozza una carica piuttosto importante. Preferirei non dirne il nome. Doveva essere fucilato. Durruti fece chiamare i suoi custodi e domandò loro: “Come si è comportato quest’uomo nella sua proprietà ? Come ha trattato i contadini?” La risposta fu: “Non troppo male”.- “Allora, che volete? Si deve farlo fuori solo perché, un tempo, è stato ricco? Questa è idiozia”. Mi consegnò l’uomo e disse: “Bada che faccia il maestro nella scuola popolare del villaggio, e che lavori molto” […] Durante l’assedio di Huesca Durruti, con un piccolo Breguet, fece un volo di ricognizione sulla città . Era giorno di festa, e la gente usciva appunto dalla chiesa. Il pilota dell’aereo, il tenente Erguido, detto il Diavolo Rosso, domandò se dovesse buttare qualche bomba a mano. Durruti rifiutò di bombardare la popolazione civile» (Testimonianza di Jesus Arnal Pena <ref>H.M Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 47 e 156</ref>).
: «Non ho mai avuto la minima inclinazione per l’anarchia, e Durruti non ha mai avuto un segretario. Ero semplicemente scrivano della cancelleria della colonna. Ma devo ammettere che Durruti era un uomo retto, e quando certa gente lo diffama come assassino e delinquente, ebbene si tratta di calunniatori, e difenderò il mio amico contro simili menzogne […] Una volta trascinarono davanti a noi un uomo che, ai suoi tempi, aveva detenuto a Saragozza una carica piuttosto importante. Preferirei non dirne il nome. Doveva essere fucilato. Durruti fece chiamare i suoi custodi e domandò loro: “Come si è comportato quest’uomo nella sua proprietà ? Come ha trattato i contadini?La risposta fu: “Non troppo male”.- “Allora, che volete? Si deve farlo fuori solo perché, un tempo, è stato ricco? Questa è idiozia”. Mi consegnò l’uomo e disse: “Bada che faccia il maestro nella scuola popolare del villaggio, e che lavori molto” […] Durante l’assedio di Huesca Durruti, con un piccolo Breguet, fece un volo di ricognizione sulla città . Era giorno di festa, e la gente usciva appunto dalla chiesa. Il pilota dell’aereo, il tenente Erguido, detto il Diavolo Rosso, domandò se dovesse buttare qualche bomba a mano. Durruti rifiutò di bombardare la popolazione civile» (Testimonianza di Jesus Arnal Pena <ref>H.M Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 47 e 156</ref>).


===La morte===
===La morte===
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Al suo funerale, il [[22 novembre]] a Barcellona, partecipa circa un milione persone, tutte desiderose di tributare il proprio omaggio ad un uomo protagonista di un pezzo importantissimo della storia di [[Spagna]].
Al suo funerale, il [[22 novembre]] a Barcellona, partecipa circa un milione persone, tutte desiderose di tributare il proprio omaggio ad un uomo protagonista di un pezzo importantissimo della storia di [[Spagna]].
Così le esequie di Durruti furono poi raccontate da [[Hanns-Erich  Kaminski]]:
Così le esequie di Durruti furono poi raccontate da [[Hanns-Erich  Kaminski]]:
: «I miliziani con il fucile al braccio, circondarono il catafalco... poi alcuni uomini della colonna Durruti che erano venuti da Madrid con la bara la portarono alla "casa" (l’ex-sede della Camera di Industria e commercio di Barcellona, '''N.d.R''') […] Il coperchio della bara fu tolto e Durruti apparve, sotto vetro, coricato sulla seta bianca con una sciarpa bianca avvolta intorno alla testa; aveva l’aria di un arabo […] Migliaia e migliaia di persone sfilarono davanti a Durruti per tutta la notte. Il giorno dopo, la mattina, ebbero luogo i funerali … era grandioso, sublime e bizzarro, poiché tutta quella folla non era diretta, non c'era né ordine né organizzazione; nulla funzionava, il caos era indescrivibile …alle dieci e mezza, coperto di una bandiera rossa e nera, lascia la “casa degli anarchici” sulle spalle dei miliziani della sua colonna […] No, non erano funerali regali, erano funerali popolari…funerali anarchici… Ai piedi della colonna di Cristoforo Colombo…furono pronunciate le orazioni funebri […] Era previsto che il corteo si sarebbe sciolto dopo i discorsi…fu impossibile seguire il programma […] Scendeva la notte…all’ultimo momento si decise di rimandare l’inumazione…soltanto il giorno dopo Durruti fu sotterrato.» <ref>[http://lorenzomazzoni.splinder.com/post/20285172/Funerale+di+Buenaventura+Durru I funerali di Durruti]</ref>
: «I miliziani con il fucile al braccio, circondarono il catafalco... poi alcuni uomini della colonna Durruti che erano venuti da Madrid con la bara la portarono alla "casa" (l’ex-sede della Camera di Industria e commercio di Barcellona, '''N.d.R''') […] Il coperchio della bara fu tolto e Durruti apparve, sotto vetro, coricato sulla seta bianca con una sciarpa bianca avvolta intorno alla testa; aveva l’aria di un arabo […] Migliaia e migliaia di persone sfilarono davanti a Durruti per tutta la notte. Il giorno dopo, la mattina, ebbero luogo i funerali … era grandioso, sublime e bizzarro, poiché tutta quella folla non era diretta, non c'era né ordine né organizzazione; nulla funzionava, il caos era indescrivibile …alle dieci e mezza, coperto di una bandiera rossa e nera, lascia la “casa degli anarchici” sulle spalle dei miliziani della sua colonna […] No, non erano funerali regali, erano funerali popolari…funerali anarchici… Ai piedi della colonna di Cristoforo Colombo…furono pronunciate le orazioni funebri […] Era previsto che il corteo si sarebbe sciolto dopo i discorsi…fu impossibile seguire il programma […] Scendeva la notte…all’ultimo momento si decise di rimandare l’inumazione…soltanto il giorno dopo Durruti fu sotterrato.» <ref>[http://lorenzomazzoni.splinder.com/post/20285172/Funerale+di+Buenaventura+Durru I funerali di Durruti]</ref>


== Dopo la morte: in ricordo di Durruti ==
== Dopo la morte: in ricordo di Durruti ==