Pubblico Dominio Antiscadenza: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - "se stesso" con "sé stesso")
m (Sostituzione testo - ", ecc." con "ecc.")
Riga 20: Riga 20:
Si parte dalla considerazione che, per quanto possa sembrare inedita e originale una qualsiasi opera d'ingegno di un qualsivoglia autore, tuttavia essa non si può mai ritenere di sua esclusiva competenza tale da consentirgli un eventuale diritto di [[proprietà intellettuale]]; di fatto tale opera scaturisce, direttamente o indirettamente, dalla serie numerosa di stimoli che sono alla base del vivere sociale e delle relazioni con gli altri oltreché dal sapere già acquisito e consolidato dal quale ognuno di noi continuamente attinge.
Si parte dalla considerazione che, per quanto possa sembrare inedita e originale una qualsiasi opera d'ingegno di un qualsivoglia autore, tuttavia essa non si può mai ritenere di sua esclusiva competenza tale da consentirgli un eventuale diritto di [[proprietà intellettuale]]; di fatto tale opera scaturisce, direttamente o indirettamente, dalla serie numerosa di stimoli che sono alla base del vivere sociale e delle relazioni con gli altri oltreché dal sapere già acquisito e consolidato dal quale ognuno di noi continuamente attinge.
   
   
I sostenitori del [[PDA]], sono inoltre convinti che, tra le professioni esercitabili in una libera società ideale, quella dell'intellettuale "retribuito" non sia eticamente accettabile o quanto meno sia da evitare, soprattutto per i rischi di strumentalizzazione e i danni da subordinazione e da servilismo che tale attività, se esercitata per il mero profitto, inevitabilmente arreca ed ha arrecato all'umanità. L'attività intellettuale retribuita, ha generato storicamente le note figure gerarchiche dei vari "professionisti dell'ingegno" quali notai, avvocati, giuristi, docenti, politici, ecc..., che hanno agito, nella maggioranza dei casi, per consolidare il potere politico dei governanti in cambio di quei privilegi, per conservare i quali, bisognava perpetuare un clima generale di sottocultura, di subordinazione politico-economica e quindi di asservimento sociale nei confronti della moltitudine e dei meno abbienti.
I sostenitori del [[PDA]], sono inoltre convinti che, tra le professioni esercitabili in una libera società ideale, quella dell'intellettuale "retribuito" non sia eticamente accettabile o quanto meno sia da evitare, soprattutto per i rischi di strumentalizzazione e i danni da subordinazione e da servilismo che tale attività, se esercitata per il mero profitto, inevitabilmente arreca ed ha arrecato all'umanità. L'attività intellettuale retribuita, ha generato storicamente le note figure gerarchiche dei vari "professionisti dell'ingegno" quali notai, avvocati, giuristi, docenti, politiciecc..., che hanno agito, nella maggioranza dei casi, per consolidare il potere politico dei governanti in cambio di quei privilegi, per conservare i quali, bisognava perpetuare un clima generale di sottocultura, di subordinazione politico-economica e quindi di asservimento sociale nei confronti della moltitudine e dei meno abbienti.


Alla luce di tali considerazioni e soprattutto consapevoli della valenza [[gerarchia|gerarchica]] e anticulturale che si cela dietro una qualunque "tutela legale dei diritti d'autore", che di fatto è solo una forma di controllo sociale ed economica atta a regolamentare e strumentalizzare la libera circolazione delle idee, i sostenitori del [[PDA]] si oppongono quindi alla "proprietà intellettuale" in maniera radicale, non solo nei confronti del [[Copyright|full-copyright]], ma anche di tutte quelle forme di copyright limitato rappresentato dalle "licenze di permesso d'autore" come [[Open Source]], l'[[Open Content]] e [[Copyleft]]. Queste ultime, pur ammettendo alcuni diritti di utilizzazione dell'opera, tuttavia continuano a difendere la proprietà del diritto d'autore del copyright e non sono altro che manifestazioni della New Economy e Net Economy, vale a dire quelle nuove innumerevoli opportunità di business di un'economia rinnovata ma sempre basata sui "dogmi" della Old Economy del mero profitto.
Alla luce di tali considerazioni e soprattutto consapevoli della valenza [[gerarchia|gerarchica]] e anticulturale che si cela dietro una qualunque "tutela legale dei diritti d'autore", che di fatto è solo una forma di controllo sociale ed economica atta a regolamentare e strumentalizzare la libera circolazione delle idee, i sostenitori del [[PDA]] si oppongono quindi alla "proprietà intellettuale" in maniera radicale, non solo nei confronti del [[Copyright|full-copyright]], ma anche di tutte quelle forme di copyright limitato rappresentato dalle "licenze di permesso d'autore" come [[Open Source]], l'[[Open Content]] e [[Copyleft]]. Queste ultime, pur ammettendo alcuni diritti di utilizzazione dell'opera, tuttavia continuano a difendere la proprietà del diritto d'autore del copyright e non sono altro che manifestazioni della New Economy e Net Economy, vale a dire quelle nuove innumerevoli opportunità di business di un'economia rinnovata ma sempre basata sui "dogmi" della Old Economy del mero profitto.
Riga 28: Riga 28:
Il [[PDA]] è contro il copyright della proprietà intellettuale sotto tutte le sue forme e contrasta quella tendenza errata di considerare l'[[anticopyright]] come una opposizione non solo totale ma anche parziale ai diritti d'autore (vedi copyright limitato = solo alcuni diritti d'autore riservati).
Il [[PDA]] è contro il copyright della proprietà intellettuale sotto tutte le sue forme e contrasta quella tendenza errata di considerare l'[[anticopyright]] come una opposizione non solo totale ma anche parziale ai diritti d'autore (vedi copyright limitato = solo alcuni diritti d'autore riservati).


L'anticopyright del PDA consiste nell'ignorare completamente il diritto dello Stato nel valore legale di tutti i diritti d'autore (morali, patrimoniali e connessi) perché considerati "inalienabili privilegi" e tale anticopyright viene esercitato, da parte dell'autore, in una forma contestatoria, attiva e unilaterale (quindi oppositiva in quanto alternativa allo Stato) che, nel pubblicare la propria opera in qualsiasi formato duplicabile (sia esso cartaceo, elettronico, ecc.) [[rinuncia ai diritti d'autore|rinuncia volontariamente a tutti i diritti d'autore]].<br /> Riguardo all'aspetto della paternità (diritto morale) i sostenitori del PDA, ritengono che essa sia una caratteristica connaturata all'opera in quanto libera espressione dell'autore e pertanto concettualmente inespropriabile ma, al tempo stesso, ininfluente dal punto di vista commerciale una volta che si è proceduto alla rinuncia dei diritti (patrimoniali) d'autore. A quel punto, la paternità dell'opera non generando alcun privilegio e non avendo alcun valore giuridico, assume una giusta rilevanza solo ai fini della pari dignità nell'ambito del libero e reciproco scambio tra individui di una collettività e il suo riconoscimento è naturale, convenzionale e certamente non assoggettabile ad una logica di "difesa legale".
L'anticopyright del PDA consiste nell'ignorare completamente il diritto dello Stato nel valore legale di tutti i diritti d'autore (morali, patrimoniali e connessi) perché considerati "inalienabili privilegi" e tale anticopyright viene esercitato, da parte dell'autore, in una forma contestatoria, attiva e unilaterale (quindi oppositiva in quanto alternativa allo Stato) che, nel pubblicare la propria opera in qualsiasi formato duplicabile (sia esso cartaceo, elettronicoecc.) [[rinuncia ai diritti d'autore|rinuncia volontariamente a tutti i diritti d'autore]].<br /> Riguardo all'aspetto della paternità (diritto morale) i sostenitori del PDA, ritengono che essa sia una caratteristica connaturata all'opera in quanto libera espressione dell'autore e pertanto concettualmente inespropriabile ma, al tempo stesso, ininfluente dal punto di vista commerciale una volta che si è proceduto alla rinuncia dei diritti (patrimoniali) d'autore. A quel punto, la paternità dell'opera non generando alcun privilegio e non avendo alcun valore giuridico, assume una giusta rilevanza solo ai fini della pari dignità nell'ambito del libero e reciproco scambio tra individui di una collettività e il suo riconoscimento è naturale, convenzionale e certamente non assoggettabile ad una logica di "difesa legale".


== Il PDA è anche contro le licenze Copyzero, CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0==
== Il PDA è anche contro le licenze Copyzero, CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0==


Il PDA è un anticopyright e la "rinuncia ai diritti d'autore" è finalizzata a combattere i diritti di utilizzazione delle opere d'ingegno ed in particolare quelli relativi allo scopo di lucro, che esistono solo in virtù alla proprietà intellettuale e che vengono salvaguardati dalle licenze del permesso d'autore tramite l'applicazione legale del copyright, ivi compresa quella copyleft del [[Licenza Copyzero 1.0 - testo integrale|Copyzero 1.0]], con la quale, ad esempio, il licenziante autorizza il licenziatario ad esercitare tutti i diritti sull'opera ivi compreso il "''diritto di utilizzare a scopo di lucro l'opera''" (art. 5 punto b) che, pertanto, non sono esercitabili in maniera esclusiva.<br /> L'ultima versione [http://www.costozero.org/licenze/licenza_CopyZero_X_2.3.pdf Licenza CopyZero X v. 2.3], nella sua grande versatilità di licenza multiopzionale, rappresenta addirittura un passo indietro rispetto alla non esclusività dell'esercizio dei diritti trasmessi ed alla gratuità del diritto alla comunicazione: il licenziante può compilarla stando comodamente al computer e scegliendo di trasferire solo quei diritti che desidera, spuntando con delle "X" apposite caselle vuote predisposte (diritti che per default non essendo spuntati sarebbero in pratica tutti riservati in partenza) e teoricamente far diventare tale licenza anche un "full-copyright di libera scelta" (tutti i diritti riservati) qualora il licenziante dovesse per esempio decidere di non trasferire il diritto di lucro, quello di opera derivata, ecc. o permettere addirittura al licenziatario di apporre misure tecnologiche di protezione.
Il PDA è un anticopyright e la "rinuncia ai diritti d'autore" è finalizzata a combattere i diritti di utilizzazione delle opere d'ingegno ed in particolare quelli relativi allo scopo di lucro, che esistono solo in virtù alla proprietà intellettuale e che vengono salvaguardati dalle licenze del permesso d'autore tramite l'applicazione legale del copyright, ivi compresa quella copyleft del [[Licenza Copyzero 1.0 - testo integrale|Copyzero 1.0]], con la quale, ad esempio, il licenziante autorizza il licenziatario ad esercitare tutti i diritti sull'opera ivi compreso il "''diritto di utilizzare a scopo di lucro l'opera''" (art. 5 punto b) che, pertanto, non sono esercitabili in maniera esclusiva.<br /> L'ultima versione [http://www.costozero.org/licenze/licenza_CopyZero_X_2.3.pdf Licenza CopyZero X v. 2.3], nella sua grande versatilità di licenza multiopzionale, rappresenta addirittura un passo indietro rispetto alla non esclusività dell'esercizio dei diritti trasmessi ed alla gratuità del diritto alla comunicazione: il licenziante può compilarla stando comodamente al computer e scegliendo di trasferire solo quei diritti che desidera, spuntando con delle "X" apposite caselle vuote predisposte (diritti che per default non essendo spuntati sarebbero in pratica tutti riservati in partenza) e teoricamente far diventare tale licenza anche un "full-copyright di libera scelta" (tutti i diritti riservati) qualora il licenziante dovesse per esempio decidere di non trasferire il diritto di lucro, quello di opera derivataecc. o permettere addirittura al licenziatario di apporre misure tecnologiche di protezione.


Un discorso a parte meritano le licenze [http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/deed.it CC0 1.0 Universal] e [http://creativecommons.org/publicdomain/mark/1.0/deed.it Public Domain Mark 1.0] che rappresentano in pratica quel pubblico dominio valido a livello internazionale in america ed in altri paesi europei. Tali licenze sono state confezionate "ad arte" dai giuristi della Common Creative non certo per permettere una libera e gratuita divulgazione delle opere, bensì per consentire e facilitare lo scopo di lucro delle opere ad esse collegate, nell'intento di espropriare l'autore finanche della paternità dell'opera medesima.  
Un discorso a parte meritano le licenze [http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/deed.it CC0 1.0 Universal] e [http://creativecommons.org/publicdomain/mark/1.0/deed.it Public Domain Mark 1.0] che rappresentano in pratica quel pubblico dominio valido a livello internazionale in america ed in altri paesi europei. Tali licenze sono state confezionate "ad arte" dai giuristi della Common Creative non certo per permettere una libera e gratuita divulgazione delle opere, bensì per consentire e facilitare lo scopo di lucro delle opere ad esse collegate, nell'intento di espropriare l'autore finanche della paternità dell'opera medesima.  
Riga 46: Riga 46:
Si sa bene che le case editrici sono quelle che ricavano fino al 90% dei profitti dalla pubblicazione delle opere d'ingegno, mentre solo il 10% (in molti casi anche molto meno) degli utili sono destinati all'autore.<br /> Ciò avviene perché l'editoria tradizionale, ricalca quel meccanismo economico-commerciale di [[potere]] fondato sulla "proprietà intellettuale" e che è alla base di una società capitalistica; vale a dire l'attività lucrativa tendente a concentrare la produzione di beni di consumo su un determinato, per quanto relativamente basso, numero di aziende, teoricamente in concorrenza leale tra loro (quando non in monopolio), beni che poi vengono acquistati dal resto della popolazione che li utilizza.
Si sa bene che le case editrici sono quelle che ricavano fino al 90% dei profitti dalla pubblicazione delle opere d'ingegno, mentre solo il 10% (in molti casi anche molto meno) degli utili sono destinati all'autore.<br /> Ciò avviene perché l'editoria tradizionale, ricalca quel meccanismo economico-commerciale di [[potere]] fondato sulla "proprietà intellettuale" e che è alla base di una società capitalistica; vale a dire l'attività lucrativa tendente a concentrare la produzione di beni di consumo su un determinato, per quanto relativamente basso, numero di aziende, teoricamente in concorrenza leale tra loro (quando non in monopolio), beni che poi vengono acquistati dal resto della popolazione che li utilizza.


Per risultare vantaggioso lo scambio commerciale deve quindi seguire un flusso "da pochi a molti" e ciò vale per tutti i settori commerciali compresi quelli della comunicazione (radiotelevisiva, della carta stampata, ecc.).  
Per risultare vantaggioso lo scambio commerciale deve quindi seguire un flusso "da pochi a molti" e ciò vale per tutti i settori commerciali compresi quelli della comunicazione (radiotelevisiva, della carta stampataecc.).  


Come è facilmente intuibile, l'[[Autoproduzioni|autoproduzione]], in tale ambito, gioca un ruolo controproducente e pertanto viene ostacolata.
Come è facilmente intuibile, l'[[Autoproduzioni|autoproduzione]], in tale ambito, gioca un ruolo controproducente e pertanto viene ostacolata.