Il Risveglio Anarchico: differenze tra le versioni

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:«Quel che favorisce i nemici dei nostri compagni è soprattutto l'importanza presa dal Partito Comunista, che prima del [[19 luglio]] era minuscola frazione in [[Spagna]] ed ora già spadroneggia, come lo provò l'ultima crisi della Generalità catalana. I più [...] dimenticano [...] l'attitudine ambigua del [[bolscevismo]], che nel mondo intero protestava contro il blocco della [[Spagna]], mentre Litvinoff con l'aderirvi lo giustificava. E non si chiedono angosciati se da un momento all'altro non possono essere vittime di un tradimento come lo fu l'[[Etiopia]], quando la [[Russia]] per la prima propose di rinunciare alle sanzioni contro Mussolini, sanzioni che non aveva del resto mai seriamente applicate». <ref>''Vederci chiaro'', n. 966, del 3 febbraio 1937; cfr. anche ''Parliamo chiaro'', n. 961, del 28 novembre 1936.</ref>
:«Quel che favorisce i nemici dei nostri compagni è soprattutto l'importanza presa dal Partito Comunista, che prima del [[19 luglio]] era minuscola frazione in [[Spagna]] ed ora già spadroneggia, come lo provò l'ultima crisi della Generalità catalana. I più [...] dimenticano [...] l'attitudine ambigua del [[bolscevismo]], che nel mondo intero protestava contro il blocco della [[Spagna]], mentre Litvinoff con l'aderirvi lo giustificava. E non si chiedono angosciati se da un momento all'altro non possono essere vittime di un tradimento come lo fu l'[[Etiopia]], quando la [[Russia]] per la prima propose di rinunciare alle sanzioni contro Mussolini, sanzioni che non aveva del resto mai seriamente applicate». <ref>''Vederci chiaro'', n. 966, del 3 febbraio 1937; cfr. anche ''Parliamo chiaro'', n. 961, del 28 novembre 1936.</ref>


Sui primi del ’37, comunque, per l’organo ginevrino non v’erano più dubbi che le forze controrivoluzionarie stessero per avere un netto sopravvento; sicché, dopo la caduta di Malaga ed un’ulteriore constatazione che « la guerra italo-tedesca contro la Spagna continua col tacito consenso di Francia ed Inghilterra, che fingono di non vedere », Bertoni dovette prendere atto, con amarezza, che « la tragedia spagnola non permette più illusioni di sorta » (Guerra civile, sociale e rivoluzionaria, n. 967, del 26 febb. 1937). Circa tre mesi più tardi, commentando la notizia dell’assassinio di C. Berneri, aggiungeva: « È inutile che i nostri compagni spagnoli tentino di diminuire l’amara verta: la controrivoluzione ha avuto un primo innegabile successo; il popolo rivoluzionario viene disarmato e la forza poliziesca del governo borghese è notevolmente accresciuta. Diciamo borghese, esclusiva- mente borghese, perchè anche i sedicenti comunisti che lo compongono hanno espressamente dichiarato di volere far ritorno al capitalismo, e di non mirare ad una rivoluzione sociale, e l’hanno provato con un ostinato lavorio di restaurazione in tutti i campi Ma fra non molto cadranno le maschere e risulterà evidente la manovra controrivoluzionaria eseguita dagli staliniani per conto proprio e del capitalismo inglese e francese » (Camillo Berneri e la Controrivoluzione, n. 974, del 29 mag. 1937).
Sui primi del [[1937]], comunque, per l'organo ginevrino non v'erano più dubbi che le forze controrivoluzionarie stessero per avere un netto sopravvento; sicché, dopo la caduta di Malaga ed un'ulteriore constatazione che «la guerra italo-tedesca contro la [[Spagna]] continua col tacito consenso di [[Francia]] ed [[Inghilterra]], che fingono di non vedere», [[Luigi Bertoni|Bertoni]] dovette prendere atto, con amarezza, che «la tragedia spagnola non permette più illusioni di sorta». <ref>''Guerra civile, sociale e rivoluzionaria'', n. 967, del 26 febbraio 1937.</ref> Circa tre mesi più tardi, commentando la notizia dell'assassinio di [[Camillo Berneri]], aggiungeva: «È inutile che i nostri compagni spagnoli tentino di diminuire l'amara verità: la controrivoluzione ha avuto un primo innegabile successo; il popolo [[rivoluzionario]] viene disarmato e la forza [[poliziesca]] del governo borghese è notevolmente accresciuta. Diciamo borghese, esclusivamente borghese, perché anche i sedicenti comunisti che lo compongono hanno espressamente dichiarato di volere far ritorno al [[capitalismo]], e di non mirare ad una [[rivoluzione]] sociale, e l'hanno provato con un ostinato lavorio di restaurazione in tutti i campi [...]. Ma fra non molto cadranno le maschere e risulterà evidente la manovra controrivoluzionaria eseguita dagli staliniani per conto proprio e del [[capitalismo]] inglese e francese». <ref>''Camillo Berneri e la Controrivoluzione'', n. 974, del 29 maggio 1937.</ref>


Da segnalare è altresì l’ampia documentazione fornita dal giornale, lungo questo arco di mesi, sull’andamento delle operazioni militari e corredata, per di più, da notizie di prima mano ed analisi dal vivo, della situazione, fatte pervenire dalla Spagna, dai corrispondenti del foglio ginevrino (tra i più assidui, ricordo « Tranquillo » [Giuseppe Ruozzi] e Domenico Ludovici).
Da segnalare è altresì l'ampia documentazione fornita dal giornale, lungo questo arco di mesi, sull’andamento delle operazioni militari e corredata, per di più, da notizie di prima mano ed analisi dal vivo, della situazione, fatte pervenire dalla Spagna, dai corrispondenti del foglio ginevrino (tra i più assidui, ricordo « Tranquillo » [Giuseppe Ruozzi] e Domenico Ludovici).


Interessante da seguire, per una maggiore comprensione della posizione, non solo ideologica ma anche tattica, del foglio di Bertoni, è altresì l’intervento nella polemica scatenatasi negli ambienti libertari, alla notizia che le organizzazioni anarchiche e anarco-sindacaliste, avevano accettato di partecipare al governo della Generalitat di Catalogna e, quindi, a quello centrale di Madrid. All’intransigenza dell’ala « purista » che si era affrettata a scagliare anatemi contro i compagni spagnoli, il cui cedimento era stato interpretato come un’abiura all’« ideologia antistatale », Il Risveglio oppose una più serena e tollerante comprensione per l’operato dei propri correligionari — costretti ad agire, sottolineava, in condizioni del tutto particolari ed in pratica sotto la pressione di « un vero e proprio ricatto, Madrid disponendo sola d’armi e di denaro » — ma non celando, per questo, perplessità e riserve, anche sul terreno dei principi. « Confessiamo — si legge, infatti, nel già cit. editoriale Questioni spinose — che si tratta di un esperimento che c’inspira seri timori, malgrado l’intera fiducia negli uomini. Sappiamo che il governo attuale di Spagna differisce assai da un governo ordinario, ma quanto avremmo preferito la partecipazone ad un semplice Consiglio di difesa, la cui esistenza è limitata al periodo di guerra». Tuttavia — vi si aggiungeva, subito dopo — « per aver visto le cose da vicino ed essere stati informati della reale situazione, noi non condanniamo i nostri saliti o piuttosto scesi … al potere. Necessità non ha legge. Cosa immaginare di più drammatico d’una richiesta per telefono dal fronte di munizioni, a cui non si può rispondere con l’immediato invio? E a cosa non ci si sobbarcherebbe per essere invece in grado di darvi seguito? È così che va posta la questione e non altrimenti, se non si vogliono fare delle vane dissertazioni e pronunciare invece un equo giudizio ».
Interessante da seguire, per una maggiore comprensione della posizione, non solo ideologica ma anche tattica, del foglio di Bertoni, è altresì l’intervento nella polemica scatenatasi negli ambienti libertari, alla notizia che le organizzazioni anarchiche e anarco-sindacaliste, avevano accettato di partecipare al governo della Generalitat di Catalogna e, quindi, a quello centrale di Madrid. All’intransigenza dell’ala « purista » che si era affrettata a scagliare anatemi contro i compagni spagnoli, il cui cedimento era stato interpretato come un’abiura all’« ideologia antistatale », Il Risveglio oppose una più serena e tollerante comprensione per l’operato dei propri correligionari — costretti ad agire, sottolineava, in condizioni del tutto particolari ed in pratica sotto la pressione di « un vero e proprio ricatto, Madrid disponendo sola d’armi e di denaro » — ma non celando, per questo, perplessità e riserve, anche sul terreno dei principi. « Confessiamo — si legge, infatti, nel già cit. editoriale Questioni spinose — che si tratta di un esperimento che c’inspira seri timori, malgrado l’intera fiducia negli uomini. Sappiamo che il governo attuale di Spagna differisce assai da un governo ordinario, ma quanto avremmo preferito la partecipazone ad un semplice Consiglio di difesa, la cui esistenza è limitata al periodo di guerra». Tuttavia — vi si aggiungeva, subito dopo — « per aver visto le cose da vicino ed essere stati informati della reale situazione, noi non condanniamo i nostri saliti o piuttosto scesi … al potere. Necessità non ha legge. Cosa immaginare di più drammatico d’una richiesta per telefono dal fronte di munizioni, a cui non si può rispondere con l’immediato invio? E a cosa non ci si sobbarcherebbe per essere invece in grado di darvi seguito? È così che va posta la questione e non altrimenti, se non si vogliono fare delle vane dissertazioni e pronunciare invece un equo giudizio ».