Anarchismo e Marxismo: differenze tra le versioni

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L'[[l'Internazionale dei lavoratori|Associazione internazionale dei lavoratori]], alla sua fondazione, era un'alleanza di numerosi gruppi socialisti, inclusi anarchici e marxisti. Le due parti avevano uno scopo comune: il superamento dello [[Stato]] borghese e delle ideologie dei comuni avversari politici (conservatori, protofascisti ed altri politicanti di destra). Ma ciascuno era critico nei confronti dell'altro ed il relativo conflitto ha in seguito preso corpo nelle diverse argomentazioni tra [[Bakunin]], come esponente delle idee anarchiche e [[Karl Marx]]. Nel [[1872]], un conflitto nella [[Prima Internazionale]] conduce all'espulsione di Bakunin e dei “bakunisti”, decisa da parte di [[Karl Marx|Marx]] al Congresso di Hague nel [[1872]].
L'[[l'Internazionale dei lavoratori|Associazione internazionale dei lavoratori]], alla sua fondazione, era un'alleanza di numerosi gruppi socialisti, inclusi anarchici e marxisti. Le due parti avevano uno scopo comune: il superamento dello [[Stato]] borghese e delle ideologie dei comuni avversari politici (conservatori, protofascisti ed altri politicanti di destra). Ma ciascuno era critico nei confronti dell'altro ed il relativo conflitto ha in seguito preso corpo nelle diverse argomentazioni tra [[Bakunin]], come esponente delle idee anarchiche e [[Karl Marx]]. Nel [[1872]], un conflitto nella [[Prima Internazionale]] conduce all'espulsione di Bakunin e dei “bakunisti”, decisa da parte di [[Karl Marx|Marx]] al Congresso di Hague nel [[1872]].


== Argomenti intorno alle sorti dello Stato. ==
== Argomenti intorno alle sorti dello Stato ==
Gli Stati-nazione si sono originati in Europa in seguito al [[trattato di Westfalia]] del [[1649]]. Gli studiosi di politica moderna descrivono lo [[Stato]] come «una comunità di uomini, stabiliti su di un proprio territorio e possedenti una organizzazione dalla quale scaturisca [...] una potenza suprema d'azione, di comando e di coercizione» <ref>Secondo Carré de Malberg in ''Contributi alla teoria dello Stato'' ([[1921]])</ref>. Ne deriva che lo [[Stato]] si definisce come un territorio, una popolazione chiamata “nazione” ed un'[[autorità]] che si esercita su di essa. Lo [[Stato]] è normalmente centralizzato e gerarchico. Esso governa attraverso le sue istituzioni e «apparirebbe come un'istituzione che, su un dato territorio, dispone del monopolio sull'uso legittimo della forza fisica», per utilizzare i termini proposti dal sociologo tedesco [[Max Weber]] nel suo saggio del [[1918]], ''La Vocazione del politico'' <ref>La citazione esatta è: «Per contro bisogna concepire lo Stato contemporaneo come una comunità umana che, nei limiti di un territorio determinato - la nozione di territorio è stata una delle sue caratteristiche - rivendica con successo, per il proprio tornaconto, il monopolio legittimo della violenza fisica», ''La Scienza e la politica'' (''Wissenschaft als Beruf'' et ''Politik als Beruf''), sezione ''La Vocazione della politica'' (''Politik als Beruf''), p.29 dell'archivio PDF disponible su [http://classiques.uqac.ca/classiques/Weber/savant_politique/Le_savant.html Les Classiques des sciences sociales]</ref>. Ciò significa che gli individui riconoscono l'[[autorità]] dello [[Stato]] accettando di obbedirgli: questa [[autorità]] è fondata sulla tradizione, il carisma del dirigente o, nella società moderna, sulla razionalità messa in opera da legalità e burocrazia. Sul piano giuridico, il criterio principale dello Stato è quello dell'esercizio della [[sovranità]], che è un potere incondizionato, da cui derivano tutti gli altri poteri. Ciò significa che nell'ambito del proprio territorio lo [[Stato]] dispone delle sue competenze e dei propri esecutori. La [[sovranità]] si definisce ugualmente, nel diritto, come la detenzione dell'autorità suprema, vale a dire di un potere assoluto (a cui tutti sono sottomessi) e incondizionato (che non dipende da chicchessia).
Gli Stati-nazione si sono originati in Europa in seguito al [[trattato di Westfalia]] del [[1649]]. Gli studiosi di politica moderna descrivono lo [[Stato]] come «una comunità di uomini, stabiliti su di un proprio territorio e possedenti una organizzazione dalla quale scaturisca [...] una potenza suprema d'azione, di comando e di coercizione» <ref>Secondo Carré de Malberg in ''Contributi alla teoria dello Stato'' ([[1921]])</ref>. Ne deriva che lo [[Stato]] si definisce come un territorio, una popolazione chiamata “nazione” ed un'[[autorità]] che si esercita su di essa. Lo [[Stato]] è normalmente centralizzato e gerarchico. Esso governa attraverso le sue istituzioni e «apparirebbe come un'istituzione che, su un dato territorio, dispone del monopolio sull'uso legittimo della forza fisica», per utilizzare i termini proposti dal sociologo tedesco [[Max Weber]] nel suo saggio del [[1918]], ''La Vocazione del politico'' <ref>La citazione esatta è: «Per contro bisogna concepire lo Stato contemporaneo come una comunità umana che, nei limiti di un territorio determinato - la nozione di territorio è stata una delle sue caratteristiche - rivendica con successo, per il proprio tornaconto, il monopolio legittimo della violenza fisica», ''La Scienza e la politica'' (''Wissenschaft als Beruf'' et ''Politik als Beruf''), sezione ''La Vocazione della politica'' (''Politik als Beruf''), p.29 dell'archivio PDF disponible su [http://classiques.uqac.ca/classiques/Weber/savant_politique/Le_savant.html Les Classiques des sciences sociales]</ref>. Ciò significa che gli individui riconoscono l'[[autorità]] dello [[Stato]] accettando di obbedirgli: questa [[autorità]] è fondata sulla tradizione, il carisma del dirigente o, nella società moderna, sulla razionalità messa in opera da legalità e burocrazia. Sul piano giuridico, il criterio principale dello Stato è quello dell'esercizio della [[sovranità]], che è un potere incondizionato, da cui derivano tutti gli altri poteri. Ciò significa che nell'ambito del proprio territorio lo [[Stato]] dispone delle sue competenze e dei propri esecutori. La [[sovranità]] si definisce ugualmente, nel diritto, come la detenzione dell'autorità suprema, vale a dire di un potere assoluto (a cui tutti sono sottomessi) e incondizionato (che non dipende da chicchessia).