Regis Debray: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - "à " con "à ")
m (Sostituzione testo - "anzichè" con "anziché")
Riga 7: Riga 7:
Socialista, nello stesso anno, insieme ad una cinquantina di [[guerriglia|guerriglieri]] partecipa al fallito tentativo di [[rivoluzione]] in [[Bolivia]] di [[Ernesto Che Guevara]]. Debray, insieme ad un certo Ciro Bustos, viene fatto prigioniero dalle milizie boliviane il [[20 aprile]] [[1967]] e grazie all'intervento di Charles De Gaulle liberato quattro anni dopo. Qualche mese dopo, l'assassinio di [[Che Guevara]] ([[9 ottobre]] [[1967]]), scatenerà una serie di sospetti e accuse di essere un delatore (si veda il capitolo seguente).  
Socialista, nello stesso anno, insieme ad una cinquantina di [[guerriglia|guerriglieri]] partecipa al fallito tentativo di [[rivoluzione]] in [[Bolivia]] di [[Ernesto Che Guevara]]. Debray, insieme ad un certo Ciro Bustos, viene fatto prigioniero dalle milizie boliviane il [[20 aprile]] [[1967]] e grazie all'intervento di Charles De Gaulle liberato quattro anni dopo. Qualche mese dopo, l'assassinio di [[Che Guevara]] ([[9 ottobre]] [[1967]]), scatenerà una serie di sospetti e accuse di essere un delatore (si veda il capitolo seguente).  


Tornato in [[Francia]] dopo il rilascio, Debray inizia a maturare una forma di rispetto nei confronti di uno [[Stato]] forte e autorevole, svolgendo attività politica come consigliere speciale del presidente François Mitterand per sette anni. Nel [[1993]], deluso dalla falsità di uno [[Stato]]-immagine, tutto intento a cercare il [[consenso]] anzichè risolvere i problemi delle masse, abbandona definitivamente la politica.
Tornato in [[Francia]] dopo il rilascio, Debray inizia a maturare una forma di rispetto nei confronti di uno [[Stato]] forte e autorevole, svolgendo attività politica come consigliere speciale del presidente François Mitterand per sette anni. Nel [[1993]], deluso dalla falsità di uno [[Stato]]-immagine, tutto intento a cercare il [[consenso]] anziché risolvere i problemi delle masse, abbandona definitivamente la politica.


Si dedica con impegno alla [[filosofia]] e alla strutturazione di una nuova disciplina, la [[mediologia]], da lui proposta nel [[1989]] con il suo saggio ''Cours de médiologie générale'' (Corso di mediologia generale). Con questa disciplina egli intenderebbe «comprendere le dinamiche con cui vengono tramandate le tradizioni dei diversi gruppi sociali, alla luce dei condizionamenti a esse imposte da parte dei principali dispositivi impiegati: la scrittura, la stampa, la televisione e attualmente Internet» <ref>[http://www.zam.it/biografia_Regis_Debray Biografia Regis Debray]</ref>. In ''Lo Stato seduttore'', del [[1993]], Debray arriva a sostenere che se uno [[Stato]] è impregnato di forti ideologie politiche, come quella [[marxista]], o anche di forti legami con una qualsiasi [[religione]], come avviene nelle teocrazie, il rischio per la popolazione è la [[repressione]] generalizzata. In caso contrario il pericolo è quello di cadere in una depressione generalizzata, nella quale a farla da padrone è il potere della ricchezza e dell'immagine. Un ruolo determinante nella desacralizzazione delle immagini e nell'indebolimento del simbolismo di [[Stato]] è, secondo Debray, svolto dai [[media]] e dalla tv in particolare.
Si dedica con impegno alla [[filosofia]] e alla strutturazione di una nuova disciplina, la [[mediologia]], da lui proposta nel [[1989]] con il suo saggio ''Cours de médiologie générale'' (Corso di mediologia generale). Con questa disciplina egli intenderebbe «comprendere le dinamiche con cui vengono tramandate le tradizioni dei diversi gruppi sociali, alla luce dei condizionamenti a esse imposte da parte dei principali dispositivi impiegati: la scrittura, la stampa, la televisione e attualmente Internet» <ref>[http://www.zam.it/biografia_Regis_Debray Biografia Regis Debray]</ref>. In ''Lo Stato seduttore'', del [[1993]], Debray arriva a sostenere che se uno [[Stato]] è impregnato di forti ideologie politiche, come quella [[marxista]], o anche di forti legami con una qualsiasi [[religione]], come avviene nelle teocrazie, il rischio per la popolazione è la [[repressione]] generalizzata. In caso contrario il pericolo è quello di cadere in una depressione generalizzata, nella quale a farla da padrone è il potere della ricchezza e dell'immagine. Un ruolo determinante nella desacralizzazione delle immagini e nell'indebolimento del simbolismo di [[Stato]] è, secondo Debray, svolto dai [[media]] e dalla tv in particolare.