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=== Pactum dei Franchi e Magna Charta degli anglosassoni ===
=== Pactum dei Franchi e Magna Charta degli anglosassoni ===
Il ''pactum'' diffuso tra i [[Franchi]] e gli altri popoli teutonici, non è certamente un contratto sociale, ossia non ha la funzione di giustificare l'origine del consorzio civile, ma risponde ad esigenze meramente pratiche di obiettiva definizione dei limiti della sovranità . Esso è un contratto di governo.
Il ''pactum'' diffuso tra i [[Franchi]] e gli altri popoli teutonici, non è certamente un contratto sociale, ossia non ha la funzione di giustificare l'origine del consorzio civile, ma risponde ad esigenze meramente pratiche di obiettiva definizione dei limiti della sovranità. Esso è un contratto di governo.
L'uso di tali accordi tra sovrano e sudditi, il cui primo esempio storico ci è dato dai [[Visigoti]] in [[Spagna]] negli Atti del Quarto concilio di Toledo del [[633]], per arrivare fino al [[XIII secolo]] con la ''[[Magna Charta]]'' di [[Giovanni Senzaterra]], ci consente di affermare che il concetto assolutistico (hobbesiano) della ''solutio legibus'' del sovrano è ancora di là  da venire e costituirà  una delle conseguenze di un cambiamento generale degli assetti della società, dovuto all'accentramento del potere da parte del principe mediante la conquista del monopolio degli eserciti, e la simultanea perdita di potere contrattuale della nobiltà  feudale, e con la conseguente affermazione del diritto pubblico come strumento regolativo dei rapporti tra i poteri: “l'assimilazione dei diritti pubblici a quelli privati, e la natura reciproca del vincolo fra governanti e governante, esistevano nel sistema feudale molto più chiaramente che in qualunque altro; e questi due elementi erano necessari alla teoria del contratto. Essa non avrebbe potuto sorgere se non in un'età  in cui i diritti pubblici erano concepiti induttivamente, cioè inferiti dai diritti particolari dei signori che comandavano, e in un'età  dominata dall'idea del diritto privato; infatti la teoria del contratto presume l'esistenza di diritti privati e obblighi giuridici privati anteriori a tutti i diritti pubblici e alla stessa esistenza dello Stato”.
L'uso di tali accordi tra sovrano e sudditi, il cui primo esempio storico ci è dato dai [[Visigoti]] in [[Spagna]] negli Atti del Quarto concilio di Toledo del [[633]], per arrivare fino al [[XIII secolo]] con la ''[[Magna Charta]]'' di [[Giovanni Senzaterra]], ci consente di affermare che il concetto assolutistico (hobbesiano) della ''solutio legibus'' del sovrano è ancora di là  da venire e costituirà  una delle conseguenze di un cambiamento generale degli assetti della società, dovuto all'accentramento del potere da parte del principe mediante la conquista del monopolio degli eserciti, e la simultanea perdita di potere contrattuale della nobiltà  feudale, e con la conseguente affermazione del diritto pubblico come strumento regolativo dei rapporti tra i poteri: “l'assimilazione dei diritti pubblici a quelli privati, e la natura reciproca del vincolo fra governanti e governante, esistevano nel sistema feudale molto più chiaramente che in qualunque altro; e questi due elementi erano necessari alla teoria del contratto. Essa non avrebbe potuto sorgere se non in un'età  in cui i diritti pubblici erano concepiti induttivamente, cioè inferiti dai diritti particolari dei signori che comandavano, e in un'età  dominata dall'idea del diritto privato; infatti la teoria del contratto presume l'esistenza di diritti privati e obblighi giuridici privati anteriori a tutti i diritti pubblici e alla stessa esistenza dello Stato”.


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Il ''[[contratto]] sociale'' attribuisce sovranità  e [[autorità ]] (autorevolezza) inalienabile a tutto il corpo sociale, di conseguenza la sua idea è [[democrazia|democratica]]; e poiché la sovranità  è indivisibile, la [[democrazia]] per il quale propende è quella [[democrazia diretta|diretta]]: i governanti non sono padroni e nemmeno rappresentanti del popolo. Essi sono dei "commissari" che non decidono in nome del popolo, ma solo ed esclusivamente con la ratifica popolare.
Il ''[[contratto]] sociale'' attribuisce sovranità  e [[autorità ]] (autorevolezza) inalienabile a tutto il corpo sociale, di conseguenza la sua idea è [[democrazia|democratica]]; e poiché la sovranità  è indivisibile, la [[democrazia]] per il quale propende è quella [[democrazia diretta|diretta]]: i governanti non sono padroni e nemmeno rappresentanti del popolo. Essi sono dei "commissari" che non decidono in nome del popolo, ma solo ed esclusivamente con la ratifica popolare.


[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] è di conseguenza ostile all'idea dello [[Stato]] moderno che si andava consolidando, immaginando al suo posto una società  formata dalla [[federalismo|federazione]] di piccole comunità .
[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] è di conseguenza ostile all'idea dello [[Stato]] moderno che si andava consolidando, immaginando al suo posto una società  formata dalla [[federalismo|federazione]] di piccole comunità.


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