Enrico Baj: differenze tra le versioni

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'''Enrico Baj''' (Milano, [[31 ottobre]] [[1924]] - Vergiate, Varese, [[16 giugno]] [[2003]]) è stato un pittore, grafico, scultore e saggista anarchico italiano.  
[[File:Baj2.jpg|thumb|450px|left|Enrico Baj]]
'''Enrico Baj''' (Milano, [[31 ottobre]] [[1924]] - Vergiate, Varese, [[16 giugno]] [[2003]]) è stato un pittore, grafico, scultore e saggista [[libertario]] italiano.  


{{citazione|Io penso che l'arte moderna in se stessa nasca da una pulsione anarchica.|Enrico Baj}}
{{citazione|Io penso che l'arte moderna in se stessa nasca da una pulsione anarchica.|Enrico Baj}}


== Biografia ==
== Biografia ==
[[File:Baj2.jpg|thumb|450px|left|Enrico Baj]]
[[File:Baj_Bak.jpg|thumb|200px|left|Monumento a [[Michail Bakunin]] ([[1996]]).]]
[[File:Baj4.jpg|thumb|400px|Enrico Baj fotografato da Berengo Gardin durante il "colpo di [[Stato]]" <ref name="Como"></ref> di Como del [[1969]].]]
Fra i più importanti artisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta, nasce a Milano nel [[1924]]. Dopo il diploma al Liceo Classico inizia gli studi di Medicina presso l'Università degli Studi di Milano, per abbandonarli dopo la Seconda guerra mondiale a favore della Facoltà di Giurisprudenza (che completa diventando avvocato) e dell'Accademia di Belle Arti di Brera, che frequenta parallelamente.
Fra i più importanti artisti italiani degli anni Cinquanta e Sessanta, nasce a Milano nel [[1924]]. Dopo il diploma al Liceo Classico inizia gli studi di Medicina presso l'Università degli Studi di Milano, per abbandonarli dopo la Seconda guerra mondiale a favore della Facoltà di Giurisprudenza (che completa diventando avvocato) e dell'Accademia di Belle Arti di Brera, che frequenta parallelamente.


Nel [[1951]] tiene la prima mostra personale alla ''Galleria San Fedele'' di Milano, dove espone opere informali. Nel [[1952]], insieme a Sergio Dangelo, firma il ''Manifesto della Pittura Nucleare'' e, nel [[1954]], insieme ad Asger Jorn, fonda il ''Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste'', schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel [[1957]] firma il ''Manifesto Contro lo Stile'', che vuole affermare l'irripetibilità dell’opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein.
Nel [[1951]] tiene la prima mostra personale alla ''Galleria San Fedele'' di Milano, dove espone opere informali. Nel [[1952]], insieme a Sergio Dangelo, firma il ''Manifesto della Pittura Nucleare'' e, nel [[1954]], insieme ad Asger Jorn, fonda il ''Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste'', schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel [[1957]] firma il ''Manifesto Contro lo Stile'', che vuole affermare l'irripetibilità dell'opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein.
[[File:Baj4.jpg|thumb|250px|Enrico Baj fotografato da Berengo Gardin durante il "colpo di [[Stato]]" <ref name="Como"></ref> di Como del [[1969]].]]
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica <ref name ="arma">Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.</ref>, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica <ref name ="arma"></ref>, contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «'''generali'''» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che, memori dell'«Ubu roi» di Jarry, rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del [[potere]] e dell'[[autoritarismo]]) e nelle «'''parate militari'''» degli anni Sessanta <ref name="Como">Il [[21 settembre]] [[1969]] Baj sfida una pubblica piazza per una performance di denuncia politica: nel centro di Como, durante l'evento ''Campo Urbano'', proclama il colpo di [[Stato]] fra lo stupore dei passanti.</ref> e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli'''''  ([[1972]]), '''''Nixon Parade''''' ([[1974]]) e l''''''Apocalisse''''' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna.  


Degli anni Novanta sono i cicli delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem", che vogliono esprimere il primitivismo moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano. Nel [[1996]] Baj crea un grande monumento in omaggio a [[Bakunin]], di cui è realizzato un piccolo multiplo di quaranta esemplari.
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica <ref name ="arma">Baj considerava l'ironia, la satira e la denuncia di costume l'arma intellettuale più corrosiva e duratura.</ref>, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica <ref name ="arma"></ref>, contrassegnata da un forte impegno civile, che si esprime nei «'''generali'''» (individui appena abbozzati, volgari, tronfi, che, memori dell'«Ubu roi» di Jarry, rappresentano l'arroganza, la tracotanza, la grossolanità del [[potere]] e dell'[[autoritarismo]]) e nelle «'''parate militari'''» degli anni Sessanta <ref name="Como">Il [[21 settembre]] [[1969]] Baj sfida una pubblica piazza per una performance di denuncia politica: nel centro di Como, durante l'evento ''Campo Urbano'', proclama il colpo di [[Stato]] fra lo stupore dei passanti.</ref> e ancor più nelle opere degli anni Settanta: come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli'''''  ([[1972]]), '''''Nixon Parade''''' ([[1974]]) e l''''''Apocalisse''''' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nel dicembre del [[1987]], in un'aula della facoltà di Architettura, a Milano, il [[Centro Studi Libertari]] organizza lo spettacolo ''Re Ubu a Chernobyl (oppure: Da Pinelli all'Apocalisse)'', in cui le sagome di Baj (sagome di generali e di altri «mostri ordinari e straordinari») vengono animate da un gruppo di mimi. <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=143&pag=143_13.html ''Re Ubu a Chernobyl''], di Marina Padovese e Fabio Santin</ref> Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna.  


Numerosi furono i rapporti dell'artista con poeti e letterati italiani e stranieri, che portarono a varie collaborazioni e alla realizzazione di diversi libri d'artista, corredati di stampe o multipli originali.
Degli anni Novanta sono i cicli delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem", che vogliono esprimere il [[primitivismo]] moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano. Tra il gennaio e il marzo del [[1993]] Baj sperimenta un'esperienza politica da assessore alla cultura del comune di Varese (non immune da critiche provenienti dall'ambiente anarchico <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=198&pag=198_02.htm ''Eretici ma anarchici''], di Maria Matteo</ref>), presto conclusasi, a causa della sua refrattarietà ai compromessi, con le sue dimissioni. <ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/16/varese-baj-si-dimette-da-assessore.html ''Varese, Baj si dimette da assessore'']</ref> Nel [[1996]] Baj crea un grande monumento in memoria di [[Bakunin]], di cui è realizzato un piccolo multiplo di quaranta esemplari: il monumento è presentato a un convegno al Monte Verità di Ascona, in [[Svizzera]], il [[5 ottobre]]. <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=232&pag=232_06.htm ''Bakunin ad Ascona''], di Zampanò</ref>


Baj muore a Vergiate (Varese) il [[16 giugno]] [[2003]]. L'archivio dell'artista è conservato presso l'''Archivio del '900'' del ''MART'' (''Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto'').
Baj muore a Vergiate (Varese) il [[16 giugno]] [[2003]].
Numerosi sono stati i rapporti di Baj con poeti e letterati italiani e stranieri, che hanno portato a varie collaborazioni e alla realizzazione di diversi libri d'artista, corredati di stampe o multipli originali. L'archivio dell'artista è conservato presso l'''Archivio del '900'' del ''MART'' (''Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto'').


== Le opere di denuncia sociale ==
== Le opere di denuncia sociale ==
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=== ''L'Apocalisse'' ([[1979]]) ===
=== ''L'Apocalisse'' ([[1979]]) ===
[[File:Baj apocalisse.jpg|thumb|200px|Un personaggio de ''L'Apocalisse'' ([[1979]]).]]
[[File:Mangiagiduglie.jpg|thumb|200px|Sagoma del ''Mangiagiduglie'' (la giduglia è un simbolo patafisico), uno dei mirabili mostri de ''L'Apocalisse'' ([[1979]]).]]
A cavallo tra gli anni '70 e '80 Baj dà vita a un'opera monumentale: ''L'Apocalisse'', una giostra di creature maligne e grottesche, un carosello di mostruosità esuberanti, un abisso psichedelico di danze macabre concepite per essere lo specchio di un mondo in degrado, viziato dal benessere a tal punto da non accorgersi del gorgo che lo inghiotte. La denuncia ai mali della contemporaneità sferrata da Baj a suon di linguacce e gestacci, di nomi osceni e irriverenti fa riflettere sulle miserie dell'umanità e su quell'ansia di [[potere]] che ha corrotto anche i suoi personaggi più mansueti, trasformandoli in piccoli demoni. Sullo sfondo della società dei consumi, il male per Baj è il qualunquismo, la logica mediatica che spegne le coscienze, il potere economico che diffonde falsi terrori.
A cavallo tra gli anni '70 e '80 Baj dà vita a un'opera monumentale e "riprogrammabile": ''L'Apocalisse'', una giostra di creature maligne e grottesche, un carosello di mostruosità esuberanti, un abisso psichedelico di danze macabre concepite per essere lo specchio di un mondo in degrado, viziato dal benessere a tal punto da non accorgersi del gorgo che lo inghiotte. La denuncia ai mali della contemporaneità sferrata da Baj a suon di linguacce e gestacci, di nomi osceni e irriverenti fa riflettere sulle miserie dell'umanità e su quell'ansia di [[potere]] che ha corrotto anche i suoi personaggi più mansueti, trasformandoli in piccoli demoni. Sullo sfondo della società dei consumi, il male per Baj è il qualunquismo, la logica mediatica che spegne le coscienze, il potere economico che diffonde falsi terrori.
 
==La Patafisica libertaria di Enrico Baj==
{{citazione|La Patafisica, come l'[[arte]], difende il principio della [[libertà]] e della [[libertà]] esistenziale e raccomanda proprio l'immaginario della fantasia quale migliore arma di difesa per preservare almeno l'autonomia del nostro pensiero. La Patafisica è una forma di resistenza all'oppressione in quanto tale. Proprio perché vi è un'oppressione a livello di potere, vi è un'oppressione al livello anche culturale, è evidente che ormai l'industria e l'organizzazione culturale sono opprimenti ed è anche evidente che si svolgono solo secondo modelli che sono quelli che piacciono al Grande Fratello. Quindi noi vediamo che l'oppressione, che va dall'asservimento dell'individuo e dei suoi comportamenti ai media e alla diffusione estrema di un sistema di produzione e di consumo forzato, è presente ovunque.|Enrico Baj (da ''Che cos'è la Patafisica?'')}}
[[File:Baj Ubu.jpg|thumb|left|200px|Baj davanti al suo Ubu Re.]]
Baj, il "patapittore", come lo definì il poeta Jean-Clarence Lambert, è uno tra i più fervidi seguaci di Alfred Jarry e della sua '''Patafisica''', sposa i contenuti di questa «scienza delle soluzioni immaginarie» portandoli a vessillo del proprio universo culturale. Baj matura negli anni una sua visione della Patafisica che proietta nella propria opera e che utilizza come arma contro le contraddizioni e le costrizioni del mondo e della società. L'irriverenza, l'ironia e il gusto del paradosso, propri di questa scienza, costituiscono per l'artista gli «anticorpi dell'uomo contemporaneo contro l'oppressione e la massificazione della burocrazia, dei codici fiscali, postali, telefonici, bancomatici, internettici eccetera». La Patafisica, che Baj riassume col motto «imago ergo sum», in opposizione alla razionalità matematica cartesiana, è nello stesso tempo musa e linfa vitale che rinnova e rinvigorisce la forza dell'immaginazione. Per Baj, infatti, il pittore, come il patafisico, rifiuta le spiegazioni scientifiche definitive, non riconoscendone alcuna valenza morale o estetica. Allo stesso modo egli azzera con la fantasia, facoltà «che può valicare le più alte vette e superare ogni difficoltà», la comune tensione a trovare una soluzione logica a ogni problema.
 
=== Ubu Re e il dottor Faustroll===
'''Ubu Re''', personaggio principale di Alfred Jarry, rappresenta per Baj «l'eresia, la satira, la demitizzazione e la contestazione della distruzione [...] del concetto di [[autoritarismo]], talmente è goffa, ridicola, assurda, contraddittoria, paradossale la figura di questo truculento [...] indubitabilmente la più efficace derisione e la più grande merdrificazione <ref>''Ubu Roi'', opera teatrale di Alfred Jarry, si apre con «Merdre» («Merdra»), parola pronunciata da Père Ubu.</ref> del [[potere]] e della fede nel [[potere]]».
 
Un altro personaggio di Jarry, il '''dottor Faustroll''', rappresenta per Baj una sorta di anarchizzazione della scienza e del [[potere]] scientifico: «Di fronte alle scienze esatte o tecniche che già si preparavano a dominare l'uomo, riducendolo a una nuova forma di schiavitù definibile come dipendenza psicotecnica, Jarry, per bocca di Faustroll, inventa la Patafisica, che è la scienza per antonomasia, quindi non più la scienza chimica, la scienza matematica, la scienza fisica o la medicina, ribattezzata "merdicina", bensì l'unica vera scienza. [...] Patafisica che è la scienza delle soluzioni immaginarie [...] con un rimando [...] all'immaginario, ai poteri creativi dell'immaginazione, di fronte alla logica dell'imposizione paradigmatica che le scienze cominciavano a profilare chiaramente come presupposto per la percezione e l'appropriazione del mondo».


==Note==
==Note==
<references/>  
<references/>  
==Bibliografia==
[[File:Bajbak.jpg|thumb|200px|Locandina del convegno tenuto il [[5 ottobre]] [[1996]] al Monte Verità di Ascona.]]
*Enrico Baj, ''Impariamo la pittura, Tutto ciò che serve per diventare un grande artista, o un allegro falsario, o un pittore che fa sul serio e vuole divertirsi'', Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1987
*Enrico Baj, ''Cose, fatti e persone'', Milano, Elèuthera, 1988
*Enrico Baj, ''Cose dell'altro mondo'', Milano, Elèuthera, 1990
*Carlo Pirovano, ''Enrico Baj'', in ''La pittura in Italia'', ''Il Novecento/2: 1945-1990'', vol. 2, Milano, Electa, 1993
*''Conversazioni con Enrico Baj'', a cura di Luciano Caprile, Milano, Elèuthera, 1997
*''Baj/Bakunin, Atti del Convegno tenuto il 5 ottobre 1996 al Monte Verità di Ascona'', Lugano, La Baronata, 2000
*Enrico Baj e Paul Virilio, ''Discorso sull'orrore dell'arte'', Milano, Elèuthera, 2002
*''Bajidromeccamologia'', a cura di Enrico Crispolti, testi di Gillo Dorfles, Marcello Faletra, Firenze, Morgana Edizioni, 2004
*''GiocaBaj'', a cura di Enrico Crispolti, testi di Enrico Baj, cofanetto con libro e puzzle, Firenze, Morgana Edizioni, 2005
*Luciano Campanile e Roberta Cerini Baj, ''Baj: dalla materia alla figura'', Skira, 2010
=== Sulla Patafisica ===
*Enrico Baj, ''Patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie'', Milano, Bompiani, 1982
*Enrico Baj, Vincenzo Accame, Brunella Eruli, ''Jarry e la Patafisica: arte, letteratura, spettacolo'', Comune di Milano, 1983
*Enrico Baj, ''Che cos'è la Patafisica?'', Salorino (Svizzera), Edizioni L'Affranchi, 1994


==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Arte e Anarchia]]
*[[Arte e anarchia]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.arivista.org/riviste/Arivista/423/35.htm ''L'arte è libertà''], di Franco Bunčuga
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=375&pag=86.htm ''I funerali dell'anarchico Pinelli''], a cura della redazione di ''[[A - Rivista]]''
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=121&pag=121_07.html&key=arte%20come%20anarchia ''Arte come anarchia''], di Dario Bernardi e Fabio Santin (con intervista a Baj)
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=156&pag=156_18.html&key=a%20come%20arte ''A come arte''], di Marina Padovesee e Fabio Santin
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=130&pag=130_06.html ''I generali di Baj nel forte di Bard''], di Fabio Santin
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=142&pag=142_13.html&key=multa%20paucis ''Multa paucis''], di Enrico Baj
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=142&pag=142_16.html ''Nessuna differenza''], di Enrico Baj
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=232&pag=232_06.htm ''Bakunin ad Ascona''], di Zampanò
 
=== Sulla Patafisica ===
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=138&pag=138_19.html ''L'ascensione di Ubu''], di Enrico Baj
*[http://www.arivista.org/?nr=375&pag=89.htm ''Re Ubu a Chernobyl (1986)''], a cura del [[Centro Studi Libertari / Archivio Giuseppe Pinelli]]
*[http://www.arivista.org/index.php?nr=143&pag=143_13.html ''Re Ubu a Chernobyl''], di Marina Padovese e Fabio Santin (con intervista a Baj)
 
=== Video ===
*[https://www.youtube.com/watch?v=27Ha80xqcBA Documnetario su Enrico Baj (con interviste a Baj)]
*[https://www.youtube.com/watch?v=Js_80aUOfpU ''Lo Specchio del Cielo'' - Intervista a Enrico Baj]
*[https://www.youtube.com/watch?v=JOShw9LaFmE&t=31s Intervista ad Arturo Schwarz su Enrico Baj]  


[[Categoria:Anarchici|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Anarchici italiani|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Pittori|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Pittori|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Pittori italiani|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Pittori italiani|Baj, Enrico]]
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[[Categoria:Scrittori|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Scrittori|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Scrittori italiani|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Scrittori italiani|Baj, Enrico]]
[[Categoria:Antimilitaristi|Baj, Enrico]]
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