Scuola cinica

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La scuola cinica appartiene al ceppo degli insegnamenti socratici, da cui derivarono diverse scuole filosofiche: la scuola megarica, la scuola eleo-eretriaca e quella scuola cirenaica e appunto la scuola cinica.

Storia del cinismo

Diogene di Sinope (dettaglio de La scuola degli ateniesi di Raffaello)

L'iniziatore del cinismo fu Antistene di Atene, prima allievo di Gorgia da Lentini e poi di Socrate. Il nome Cinici viene indubbiamente dallo stile di vita predicato e messo in pratica: "cani", ovvero una vita istintiva, semplice fino alla sfacciataggine. Ma non è escluso che la parola abbia preso a circolare perché la sede della scuola era collocata in un ginnasio chimato Cinosarge.

Il cinico più famoso, noto come il Socrate pazzo, fu certamente Diogene di Sinope, allievo di Antistene. Proprio Diogene, del resto portò all'estremo il disprezzo della scuola cinica per ogni costume e convenzione, desiderando mostrare quanto fosse auspicabile un ritorno integrale alla natura. Nella sua vita c'era, senza dubbio, una fortissima componente provocatoria, qualcosa che voleva dar da pensare ai superficiali ateniesi incatenati agli agi del vivere civile (fu il primo a dichiararsi cittadino del mondo).

Il fondatore della scuola cinica, Antistene di Atene, sviluppò soprattutto il lato pragmatico della dottrina di Socrate insistendo sull'importanza dell'autodominio (enkrà teia) e dell'autosufficenza (autarcheia), ossia dell'autogestione, che si raggiunge solo con la virtù. Diede grande importanza all'esercizio (askesi, da cui ascetismo) come preliminare a qualsiasi autosufficenza e di questa parlò come il massimo bene. Certamente non propagandò la mendicità, anche se visse in quelle condizioni per lunghi periodi.

In politica fu sia contro la tirannide, negatrice della libertà, ma anche contro la democrazia, fondata sull'incompetenza di chi è chiamato a decidere. Il vero insegnamento di Antistene si può quindi ricondurre ad un monito: mantenere la dignità e l'autosufficienza critica anche nei momenti della più intensa integrazione sociale.

«Non seguire il gregge, non cedere alle passioni».

Il cinismo come precursore dell'anarchismo

I cinici negavano il valore di ogni convenzione sociale e di ogni distinzione, negavano il valore della cultura, proclamavano che patria di tutti gli uomini è il mondo, sostenevano la necessità per l'uomo di essere autarchico, cioè di bastare a sè stesso, procurandosi da solo soltanto tutto ciò che è strettamente indispensabile.

Si può considerare il cinico l'archetipo del moderno anarchico, del contestatore, quando non addirittura l'antesignano della filosofia punk. Il cinico rifiutava infatti l'incivilimento, e con esso l'autorità politica, le tradizioni e le convenzioni sociali, il tutto condito con una buona dose di individualismo.

Bibliografia

  • Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei più celebri filosofi, testo greco a fronte, Bompiani, Milano 2005
  • Marcello Gigante, Cinismo ed Epicureismo, Bibliopolis 1992
  • Giovanni Reale, Storia della filosofia greca e romana. Vol. 5: Cinismo, epicureismo, stoicismo, Bompiani 2004

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