Comitato di Difesa della CNT

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Bandiera della CNT-FAI.

Il Comitato di Difesa della CNT è l'organizzazione difensiva che s'era data la Confederación Nacional del Trabajo a partire dal 1934. Dalle sue strutture sorsero poi le milizie antifasciste che nel luglio 1936 difesero Barcellona e la Catalogna dalle truppe fasciste al servizio di Francisco Franco.

Origine

Questi comitati furono l'organizzazione militare-politica-sociale clandestina della CNT in previsione della difesa del paese di fronte ad un colpo di Stato nazionalista che appariva ormai imminente. I suo predecessori sono stati i vari gruppi d'azione, come Los Solidarios, che difendevano gli attivisti sindacalisti e anarchici dalla violenza padronale dei pistoleros tra il 1917 e il 1923.

L'11 ottobre 1934, il Comitato Nazionale di Difesa abbandonò la tattica dei gruppi d'azione in favore di una più accurata e metodica preparazione rivoluzionaria. Elaborò un piano che tra le altre cose prevedeva:

«Non c'è rivoluzione senza preparazione. Bisogna finirla col pregiudizio dell'improvvisazione. L'errore di confidare nell'improvvisazione creativa delle masse ci è costato molto caro. Non si creano, come per generazione spontanea, i mezzi di guerra imprescindibili per combattere uno Stato che ha una grande esperienza, forte di armamenti e maggiore capacità offensiva e difensiva.»

Composizione e funzioni

Ascaso, Durruti e Jover.

La spina dorsale di ciascun gruppo di difesa contava su pochi elementi in grado di agire clandestinamente. Era costituita da sei militanti preparati, ognuno con funzioni molto specifiche:

  • Un segretario, incaricato di contattare altri quadri, creare nuovi gruppi ed elaborare informative.
  • Un secondo militante, incaricato dell'investigazione sulle persone, allo scopo di individuare e studiare il comportamento dei nemici del proletariato: clero, militari, sicari al servizio del sindacato dei pistoleros Libre.
  • Un addetto all'investigazione degli edifici, elaborazione di piani e statistiche.
  • Un responsabile dell'elaborazione di punti strategici e tattici per la lotta nelle strade.
  • Un incaricato di studiare il funzionamento dei servizi pubblici: luce, acqua, gas, riscaldamento
  • Un ultimo militante preposto alla ricerca di armi, soldi e generi alimentari.

Al numero ideale di sei, poteva aggiungersi qualche altro elemento in più, che occasionalmente si doveva occupare di compiti di grande importanza. Questi costituivano un nucleo rivoluzionario e quindi la clandestinità doveva essere assoluta. Dovevano essere in grado di mobilitare gruppi secondari più numerosi, i quali a loro volta dovevano esser capaci di far insorgere la popolazione.

I comitati agivano in ambiti ben circoscritti all'interno di ogni quartiere. Ognuno di essi aveva il suo Comitato di difesa che coordinava tutti i quadri di difesa e riceveva rapporti mensili da ognuno dei segretari del gruppo. Esisteva ovviamente un comitato regionale e nazionale nel quale erano inquadrati quei lavoratori che svolgevano un lavoro importante nell'ambito della comunicazione, come per esempio i ferrovieri, i camionisti, i telegrafi e i lavoratori della telefonia ecc. Molto importante erano anche le operazioni di infiltrazione, propaganda ed acquisizione di nuovi simpatizzanti.

In definitiva, le funzioni dei Comitati di Difesa erano essenzialmente due:

  1. Ottenere e mantenere le armi, custodirle e imparare ad utilizzarle in maniera efficace.
  2. La logistica, ovvero ottenere rifornimenti per la popolazione e creare mense popolari, arrivando fino alla creazione e mantenimento di ospedali, scuole e accademie.

Evoluzione del Comitato durante la rivoluzione

I dirigenti della CNT erano certi che la rivoluzione fosse prossima, quindi bisognava prepararsi ed evitare le improvvisazioni del biennio '32-'34. Si passò così dai gruppi d'azione come Los Solidarios alla formazione di vere e proprie cellule di base di un esercito rivoluzionario.

All'interno dell'organizzazione anarco-sindacalista iberica, durante il primo semestre nel 1936, si andò sviluppando un conflitto dialettico tra il gruppo Nosotros, che riteneva legittimo la presa del potere da parte degli anarchici, e tutti gli altri che bollavano queste teorie come anarco-bolscevismo. Le tesi di Nosotros trovavano spazio in Más Lejos, una rivista diretta da Eusebio Carbó Carbó, e alla quale collaboravano come redattori Jaime Balius e Mariano Viñuales. Questi saranno in seguito i fondatori del gruppo denominato Los Amigos de Durruti...

Durante il Plenum dei Gruppi Anarchici di Barcellona del giugno 1936, García Oliver elogiò la funzione dei comitati di difesa, dichiarando che tale modello doveva essere esteso a tutta la Spagna, andando così a costituire una sorta di esercito rivoluzionario in nuce. La maggior parte dei delegati ritenevano invece anarchicamente più coerente affidarsi allo spontaneismo rivoluzionairo delle masse.

Poche settimane dopo, nel luglio 1936, in risposta al colpo di Stato dei nazionalisti di Franco, i Comitati di Difesa si trasformarono in Milizie Popolari e in Comitati Rivoluzionari di quartiere. Questi ultimi, a Barcellona, nel momento caotico seguito al golpe di Franco, non solo organizzarono la resistenza, ma anche ospedali e mense popolari; requisirono mezzi di trasporto, armi, fabbriche ed edifici, arrestarono sospetti e crearono una rete di Comitati di approvvigionamento in ogni quartiere, coordinati da un Comitato Centrale per gli approvvigionamenti cittadini. Il 21 luglio la CNT diede il suo assenso alla formazione del Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste, un organismo interclassista che sostituiva la Generalitat catalana.

Di fatto, a partire dal dicembre 1936, i comitati di difesa congelarono le proprie attività in quanto esse venivano svolte dal CCMA. Fu una decisione presa dalla Federazione Locale dei Sindacati unici di Barcellona, ma non senza creare malumori tra i militanti che si vedevano espropriare della possibilità di influire direttamente, senza intermediari, nell'organizzazione rivoluzionaria della Catalogna.

Dopo lo scioglimento del CCMA e la sua sostituzione con un nuovo governo della Generalitat, un decreto del 4 marzo 1937 imponeva l'immediato scioglimento delle pattuglie di controllo, dando vita ad un Corpo unico di Sicurezza (formato dalla Guardia Civile e dalla Guardia d'Assalto [1]). A questo punto i sindacati decisero di riorganizzare i comitati di difesa e prepararsi ad uno scontro con le istituzioni che sembrava ormai inevitabile. L'11 aprile, durante il meeting all'arena La Monumental, la folla di anarchici cominciò ad intonare cori per la liberazione dell'anarchico Maroto e dei numerosi prigionieri antifascisti. Federica Montseny, intervenuta per arringare la folla, fu zittita a suon di fischi ed insulti. I burocrati del partito accusarono Los Amigos de Durruti di aver voluto sabotare l'evento. Il giorno seguente, durante la seconda sessione del plenum della CNT-FAI, fu deciso di ritirare tutti i cenetisti da qualsiasi incarico istituzionale e di ricostituire un Comitato rivoluzionario per il coordinamento della lotta armata e procedere immediatamente alla socializzazione dell'industria, del commercio e dell'agricoltura.

Quando il 3 maggio 1937 lo stalinista Eusebio Rodríguez Salas si pose alla testa di un gruppo di Guardie di Assalto ed attaccò la centrale telefonica di Barcellona, che dal 19 luglio 1936 era autogestita dalla CNT, le masse anarchiche insorsero ed in poche ore eressero barricate in tutta la città a difesa della rivoluzione. Non si può parlare però di spontaneismo anarchico, giacché la prontezza della reazione fu un merito dei comitati di difesa di quartiere.

«Le giornate di maggio a Barcellona hanno fatto rivivere alcuni organismi che, durante questi ultimi mesi, avevano svolto un certo ruolo nella capitale catalana e in alcune importanti località: i Comitati di Difesa. Si tratta di organismi principalmente di tipo tecnico-militare, formati dai sindacati della Cnt. Sono questi, in realtà, che hanno diretto la lotta e che costituivano, in ogni quartiere, il polo di attrazione e di organizzazione degli operai rivoluzionari».(Andrés Nin, segretario politico del POUM)

Scioglimento dei Comitati di Difesa

Con la vittoria degli stalinisti durante le giornate del maggio barcellonese, la restaurazione dell'ordine borghese-istituzionale e la marginalizzazione del movimento anarchico, le forze repressive nel giugno 1937 imposero lo scioglimento dei comitati di difesa. Essi però non si rassegnarono facilmente e sino al settembre 1937 fu un susseguirsi di occupazioni di edifici e successivi sgomberi da parte delle forze di polizia.

Note

  1. La Guardia de Asalto, denominata ufficialmente Cuerpo de Asalto, fu un corpo di polizia spagnolo creato durante la Seconda Repubblica con l'obiettivo di disporre di una forza di polizia atta a mantenere l'ordine pubblico e che fu fedelmente legata al regime repubblicano.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni