Antonietta Griffith

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Antonietta Griffith (Lugano, Svizzera, 29 novembre 1896 - Bellinzona, Svizzera, 16 aprile 1980) è stata un'anarchica svizzera di origine italiana. Sposata due volte, entrambe con anarchici (prima con Giuseppe Bonaria e poi con Peretti), è conosciuta anche come Antonietta Bonaria ed Antonietta Peretti.

Biografia

Nata a Lugano dai cittadini italiani Giuseppe Griffith e Rosalia Fagandini, immediatamente dopo la separazione dei genitori Antonietta avrà nell'anarchico ticinese Antonio Gagliardi la figura maschile di riferimento. Nel 1898, proprio con Gagliardi e la madre, emigra prima a Zurigo, poi Basilea ed infine a Zurigo. Nel 1917 fa rientro a Lugano con la famiglia. Quattro anni dopo si stabilisce definitivamente a Bellinzona. Nel 1922 Antonietta si sposa con l'anarchico Giuseppe Bonaria, conosciuto anche per essere stato comproprietario con Gagliardi di un magazzino di commestibili/vini a Zurigo denominato “Risveglio”.

Negli anni Venti, quando l'Italia si trova in piena epoca fascista, la loro casa diventa un rifugio sicuro ed accogliente per gli esuli antifascisti italiani. Antonietta, Gagliardi, Bonaria ed altri compagni (es. Giuseppe Peretti, Carlo Vanza...) trovano loro documenti e denaro necessari per raggiungere la Francia, le Americhe o una nuova residenza sicura. Per quanto il "lavoro antifascista" compiuto dagli anarchici e dalle anarchiche come Antonietta sia stato minimizzato anche dagli stessi militanti del movimento anarchico, esso fu molto importante in quanto permise a molti antifascisti di sfuggire alla repressione fascista.

Rimasta vedova di Giuseppe Bonaria nel 1930, tre anni dopo sposa Giuseppe Peretti. Dopo la Seconda guerra mondiale partecipa al rinnovamento del movimento anarchico ticinese, sostiene finanziariamente il settimanale anarchico «Umanità Nova» e mantiene stretti contatti con i “vecchi compagni” d'un tempo, in particolare con Carlo Vanza e Clelia Dotta. Nuovamente vedova dal 1966, nel 1978 dà praticamente il via alle «Edizioni La Baronata» [1]di Lugano finanziando in maniera decisiva la pubblicazione dei primi due libri.

Muore a Bellinzona il 16 aprile 1980. Al suo funerale - un rito laico che si svolge tra lo sventolìo di bandiere nere, melodie del “Nabucco”, di “Addio Lugano Bella” ed altre canzoni anarchiche - partecipano numerosissimi anarchici ticinesi.

Alla sua morte lascia in eredità la sua casa di Ravecchia (frazione di Bellinzona) alla «Fondazione Antonietta e Giuseppe Peretti», con lo scopo «di devolvere il reddito della sostanza per i ¾ all'Ospedale San Giovanni di Bellinzona per il potenziamento delle attrezzature e dei mezzi clinici per la lotta e la cura contro il cancro per l'aiuto diretto a persone bisognose colpite da cancro, e per un ¼ alla Pro Infirmis a favore dei bambini poveri colpiti da paralisi cerebrale o minorati cerebrali». [2]

Note

Voci correlate