Pagine Libertarie

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Copertina dell'ultimo numero di Pagine Libertarie.

Pagine Libertarie è stata una «rivista quindicinale di critica e di coltura» pubblicata a Milano dal 16 giugno 1921 al 15 febbraio 1923.

Storia [1]

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Nichilismo (rivista).

Cessate le pubblicazioni di Nichilismo, in seguito a sopravvenuti dissensi fra compilatori e collaboratori, relativamente al contenuto ed alla linea programmatica del periodico, lo stesso gruppo redattore dava vita alla rivista Pagine Libertarie:

«Col cambiamento di titolo - si legge nell'articolo di presentazione - non annunciamo alcun nuovo programma. I compilatori di Pagine Libertarie sono ancora quelli di Nichilismo ed ognuno sa quali siano i loro convincimenti. Essi non sono attaccati al dogma teorico. Considerano l'anarchismo come una filosofia di vita e considerano gli anarchici come degli uomini reali che vivono nella vita d'ogni giorno e perciò composti di bene e di male come tutti gli altri uomini». [2]

In realtà, l'impostazione teorica dei due periodici fu sostanzialmente diversa, in conseguenza del progressivo allontanamento del direttore Carlo Molaschi dall'originaria posizione individualista (giudicata ora "a-rivoluzionaria"), fino all'accettazione del Programma dell'U.A.I., di cui sostiene ora la linea politica. Sollecitato da più parti a chiarire la propria posizione («... gli amici insistono, vogliono l'atto di fede, vogliono sapere il perché e il come... » ), Molaschi diede infine ragione del suo mutamento d'indirizzo, pubblicando una sorta di memoriale, nel quale tracciava la storia della propria evoluzione interiore e forniva inoltre i motivi che l'avevano indotto ad abbandonare le teorie individualistiche:

«Cominciò il mio distacco dagli altri pochi individualisti anarchici che fino allora m'erano stati compagni di fede e di battaglia. II dissidio era nato e s'approfondiva sempre più. Essi rimanevano inerti sulla teoria, io volevo procedere oltre, verso la realtà. Cominciavo a domandarmi se non fosse meglio spogliarsi dell'assoluto, della fredda negazione per frammischiarsi alle masse e tentare l'opera di educazione necessaria per preparare un mondo nuovo. La distruzione pura e semplice era un buon argomento filosofico, ma di fronte alla realtà della vita si frantumava come era frantumato il superuomo». [3]

Fra i collaboratori della rivista sono, in particolare, da ricordare: Luigi Fabbri [4] e Camillo Berneri (che nel corso degli ultimi numeri curò anche una rubrica di Consulenza bibliografica). [5] Contributi diversi inviarono, inoltre, Gigi Damiani («Simplicio»), Ottorino Manni, Renzo Novatore ed altri. Di Carlo Molaschi è ancora da ricordare: Attentati ed attentatori [6], in cui è tracciata la storia della propaganda col fatto fino al caso Bresci. In Appendice [7] compare L'evoluzione, la rivoluzione e l'Ideale anarchico di Élisée Reclus.

La rivista cessò le pubblicazioni il 15 febbraio 1923 (a. III, n. 2). Come è spiegato nell'allegato manifestino Agli amici, agli abbonati, ai lettori, quest'ultimo fascicolo, «per un colpo di testa della reazione», venne incriminato per l'editoriale Piaudite Cives e sequestrato in tipografia e potè essere distribuito solo tre mesi più tardi, una volta caduti i capi d'imputazione. Obiettive difficoltà - finanziarie e politiche, causa la recrudescenza del sistema repressivo fascista - avrebbero infine impedito il proseguimento delle pubblicazioni.

Note

  1. Fonte principale: Leonardo Bettini, Bibliografia dell'anarchismo
  2. Da "Nichilismo" a "Pagine Libertarie", a. I, n. 1, del 16 giu. 1921.
  3. Cfr. Dal Superuomo all'Umanità, a. II, n. 1 (15 gennaio 1922), pp. 19-23. Per le idee espresse da Pagine Libertarie, è invece sufficiente: Carlo Molaschi, La "nostra tesi", a. I, n. 9 (25 nov. 1921), p. 173 e seguenti.
  4. L'assurda pretesa comunista, a. I, n. 11 (25 dicembre 1921); Il movimento d'idee in Italia nel 1920, a. II, n. 4 e 5 (18 marzo e 8 aprile 1922); Anarchismo o Statalismo?, a. II, n. 7 (30 maggio 1922); Malinconie retrospettive, a. III, n. 2 (15 febbraio 1923).
  5. Il ritorno alla natura, a. I, n. 3 (20 luglio 1921); Il più tipico paradosso di G. G. Rousseau, a. I, n. 4 e 5; Una catena: l'abitudine, a. I, n. 9 (15 novembre 1921); Risposta a Mario Mariani, a. II, n. 5 (8 aprile 1922); Victor Hugo, a. II, n. 6 (1 maggio 1922); L'inconsistenza dell'immoralismo, a. II, n. 7 (30 maggio 1922); La crisi della Scuola Moderna e II mio zibaldone, a. III, n. 2 (15 febbraio 1923).
  6. Dal 5 agosto 1921 (a. I, n. 4) al 5 febbraio 1922 (a. II, n. 2).
  7. Dal 5 agosto 1921 (a. I, n. 4) all'8 aprile 1922 (a. II, n. 5).

Voci correlate

Collegamenti esterni