Confederalismo democratico

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Bandiera del Koma Civakên Kurdistán (Confederazione democratica del Kurdistan), l'organizzazione nata nell'ambito dell'evoluzione del PKK per realizzare il confederalismo democratico.

Il concetto del confederalismo democratico si basa su un proclama enunciato dal leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan Abdullah Öcalan [1] il 20 marzo 2005 e che funge da nuova base ideologica del movimento curdo (originariamente marxista-leninista) e delle organizzazioni ad esso affini. Il confederalismo democratico include alcune concezioni di ecologia sociale e le riflessioni di Immanuel Wallerstein e Fernand Braudel. La realizzazione pratica si orienta verso il modello del municipalismo libertario di Murray Bookchin.

Obiettivi

L'obiettivo è la costruzione di una società civile veramente democratica- ecologica per giungere ad una pace stabile nel Medio Oriente [2] senza dover scatenare guerre nè dover ridisegnare i confini geografici delle varie nazioni. In questo modo dovrebbero essere rispettate le varie culture e religioni locali. Secondo Murat Karayilan, presidente del Kongra Gel (evoluzione organizzativa del PKK), il principio fondamentale sarà «l'equa e volontaria unità». [3]

Come scrive nel suo Guerra e pace in Kurdistan [4], l'ecologia va posta al centro del nuovo sistema organizzativo:

«Un modello ecologico della società è essenzialmente un modello socialista. Un equilibrio ecologico è possibile solo con il passaggio da una società alienata fondata sul dispotismo, ad una società socialista. Sarebbe un'illusione credere che la salvaguardia dell'ambiente sia compatibile con il sistema capitalista. Al contrario, il sistema capitalista contribuisce avidamente alla devastazione ambientale. Dovrebbe essere preso seriamente in considerazione la protezione ecologica durante il processo di cambiamento sociale.»

In tale maniera il confederalismo democratico è anche affine a diversi principi dell'EZLN del Chiapas; entrambi propugnano l'autoorganizzazione sociale dal basso, che impedisca l'intervento autoritario e le imposizioni di principi e modelli organizzativi non consoni alle popolazioni locali.

Modello organizzativo

Öcalan ha sviluppato un progetto “non statale” di comunità autonome confederate come critica allo Stato-Nazione in quanto interpretato come la negazione del diritto dei popoli alla loro autodeterminazione. Il confederalismo democratico sarebbe quindi «la base per lo stabilimento di una democrazia di base, senza necessità di cercare nuove frontiere politiche». Nella sua pubblicazione Confederalismo Democratico [5], Öcalan presenta così questa forma di organizzazione sociale:

«Questo tipo di autorità o di amministrazione può essere chiamata amministrazione politica non statale o democrazia senza stato. I processi di decisione democratica non devono essere confusi con i noti procedimenti della pubblica amministrazione. Gli Stati amministrano mentre i popoli governano. Gli Stati si fondano sul potere, le democrazie si basano sul consenso collettivo. Il mandato nello stato è determinato per decreto, ma può in parte essere legittimato attraverso le elezioni. Le democrazie usano le elezioni dirette. Lo Stato utilizza la coercizione come un mezzo legittimo. Le democrazie si basano sulla partecipazione volontaria.
Il confederalismo democratico è aperto a tutti i gruppi e fazioni politiche. Esso è flessibile, multi-culturale, anti-monopolistico ed orientato verso il consenso. L'ecologia e il femminismo sono pilastri centrali. Nell'ambito di questo tipo di auto-amministrazione, un'economia alternativa diventa una necessità, aumentare le risorse della società, piuttosto che sfruttarle e così si fa giustizia rispetto alle molteplici esigenze della società.»

Il modello organizzativo si fonda sulla federazione di nazioni entro il confederalismo democratico, formato da strutture parzialmente o totalmente autonome. In tal modo il confederalismo democratico, che ha in sé alcuni principi autogestionari dell'anarchismo e del comunismo consiliarista, riunisce giovani, uomini e donne che deliberano nell'ambito dei consigli popolari, nonché delle varie associazioni civili, operanti sia nel territorio del Kurdistan che nel resto d'Europa dove sono presenti comunità curde. [2] [3]

Come organizzazione generale con il compito di realizzare queste idee è nata la Koma Civakên Kurdistan (KCK) (Confederazione dei Popoli del Kurdistán) con il Kongra Gel come comitato superiore. [3]

L'esempio del Rojava (Kurdistan siriano)

«Il Rojava è una striscia che si estende lungo i 700 Km della frontiera con la Turchia. Questa zona è chiamata dai Kurdi Kurdistana Rojava, ovvero Kurdistan Occidentale, mentre l'adiacente zona kurda della Turchia, dov'è concentrata la maggior parte di questo popolo è chiamata Kurdistan Settentrionale e la zona kurda verso Sud-Est, posta all'interno dell'Iraq è chiamata Kurdistan Meridionale.» [6]

Bandiera dell'YPG: «Unità di protezione popolare»

«Fin dal luglio del 2011, profittando dello scoppio della guerra civile in Siria, e del ritiro dell'esercito nazionale siriano dal Nord, gli autonomisti kurdi hanno esteso il loro controllo su gran parte delle tre principali zone kurde: la zona di Cizre ad Est, ricca di petrolio e di grande importanza strategica in quanto posta all'incrocio delle frontiere di Turchia, Iraq e Siria; la zona di Kobanè, posta al centro presso il fiume Eufrate, e la zona di Efrin posta ad Ovest.

Vi erano stati in passato alcuni scontri tra autonomisti Kurdi ed esercito siriano già negli anni precedenti la crisi attuale (nel 2004) e all'inizio della crisi del 2011, ma poi l'esercito si è ritirato in pratica senza combattere lasciando ai Kurdi la possibilità di creare l'autogestione del territorio definita “autonomia democratica”, cui partecipano anche minoranze Arabe, Assire, Armene. È stata creata una forza di difesa («Unità di protezione popolare», in curdo Yekîneyên Parastina Gel, YPG) e formata un'Assemblea Nazionale Kurda per la Siria (ENKS), cui partecipano oltre al PYD [7]altri 15 partiti minori. Sul piano internazionale è stato creato un Alto Consiglio Kurdo cui partecipano anche Kurdi dell'Iraq e della Turchia.» [8]

Nel 2013, l'YPG entra in conflitto diretto contro le forze ribelli e in particolare contro gli jihadisti del Fronte di al-Nusra e dell'ISIS, dopo che questi ultimi avevano preso in ostaggio 200 civili curdi il 31 luglio 2013.

Nel febbraio 2014 i curdi siriani hanno firmato la Carta del Contratto Sociale, che propone i principi democratici attraverso i quali guidare la vita sociale e politica della regione.

«La Carta, che sta venendo attualmente implementata in tutti e tre i cantoni autonomi, nasce come accordo democratico - inclusivo di tutte le parti coinvolte nel governo di Rojava. Senza esagerazioni, è la costituzione più democratica che la popolazione di questa regione abbia mai avuto.» [9]

Note

  1. Öcalan, Abdullah,Declaration of Democratic Confederalism in Kurdistan, 20/03/2005, (inglés)
  2. 2,0 2,1 Nilüfer Koç,Menschen sind in der Lage, ihre Organisierung selbst zu schaffen, Kurdistan Report No.133, Settembre/Ottobre 2007, (tedesco)
  3. 3,0 3,1 3,2 Nihat Kaya, Šževin Bingöl, Nalin Penaber, Sinan Cudi, Baki Gül, PKK'den KKK'ya yeni bir sistem -3-, Özgür Gündem, 08/10/2006, (turco)
  4. Guerra y Paz en el Kurdistan (in spagnolo), pag. 36
  5. Confederalismo Democrático (in lingua spagnola), pag. 21
  6. Kurdi, e del Pkk, gli eroi che si oppongono all'Isis
  7. Partito dell'Unione Democratica, alleato del PKK.
  8. La terza via dei kurdi della Siria
  9. La rivoluzione in Rojava: costruire autonomia nel Medio Oriente

Voci correlate

Collegamenti esterni