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[[File:Camera Lavoro 1922.jpg|thumb|right|270px|La [[Strage di Torino (18-20 dicembre 1922)|Camera del Lavoro di Torino incendiata dai fascisti nel 1922]]]]
Dopo l'[[Aspetti libertari dell'impresa di Fiume|impresa fiumana]] di [[Gabriele D'Annunzio]] ([[1919]]), uomo da cui Mussolini attingerà a piene mani riguardo alla retorica fraseologica (se D'Annunzio non fu fascista a tutti gli effetti, si può dire che il fascismo fu d'annunziano: sono di D'annunzio gli slogan fatti propri dal fascismo come «Eja, Eja, Eja, Alalà!» [Hip, Hip, Hurrà |], «Memento audere semper» (ricorda di osare sempre]ecc.), se non fermata non fu nemmeno fortemente sostenuta da Mussolini, alle elezioni dello stesso anno non un fascista riesce a farsi eleggere (4000 voti a Milano). Mussolini, vista la difficoltà di muoversi sul piano legalitario, comincia a dare spazio allo squadrismo fascista: squadre formate da giovani figli dei ricchi agrari e industriali, ex combattenti, disoccupati, nazionalisti ecc. che colpiscono con violenza "case del popolo", "case del lavoro", cooperative, circoli comunisti e anarchici ecc.
Dopo l'[[Aspetti libertari dell'impresa di Fiume|impresa fiumana]] di [[Gabriele D'Annunzio]] ([[1919]]), uomo da cui Mussolini attingerà a piene mani riguardo alla retorica fraseologica (se D'Annunzio non fu fascista a tutti gli effetti, si può dire che il fascismo fu d'annunziano: sono di D'annunzio gli slogan fatti propri dal fascismo come «Eja, Eja, Eja, Alalà!» [Hip, Hip, Hurrà |], «Memento audere semper» (ricorda di osare sempre]ecc.), se non fermata non fu nemmeno fortemente sostenuta da Mussolini, alle elezioni dello stesso anno non un fascista riesce a farsi eleggere (4000 voti a Milano). Mussolini, vista la difficoltà di muoversi sul piano legalitario, comincia a dare spazio allo squadrismo fascista: squadre formate da giovani figli dei ricchi agrari e industriali, ex combattenti, disoccupati, nazionalisti ecc. che colpiscono con violenza "case del popolo", "case del lavoro", cooperative, circoli comunisti e anarchici ecc.
'''Ma quali sono gli elementi caratterizzanti l'ideologia fascista?''' Premesso che il fascismo trova nel filosofo [[Giovanni Gentile]] il suo supremo ideologo, si può senz'altro partire da una [[Hegel|concezione hegeliana]] dello [[Stato]], lo "[[Stato etico]]", posto al di sopra di tutto e di tutti, e a cui ogni [[individuo]] deve necessariamente sottomettersi. Di qui si può ben capire il senso del termine "fascismo", ovvero la propugnazione di una società intesa come fascio di componenti che cooperano insieme al medesimo fine sociale. In questo modo il fascismo si pone come ideologia reazionaria proprio perché interclassista, che ben spiega anche il perché del compromesso col capitale e con la Chiesa, ovvero il rovesciamento ed il superamento della [[comunismo|teoria comunista]], e per certi versi anche anarchica, della lotta di classe. Da ciò scaturirà il [[corporativismo]], cioè la "giusta" composizione dei vari interessi di classe per il supremo interesse della [[patria]] (che però coincideva con quello dei capitalisti), ed il [[nazionalismo]], che si pone in antitesi all'[[internazionalismo]] anarchico e comunista. Alla lotta interna fra classi veniva sostituita la lotta verso l'estero e verso altre nazioni. Questa concezione ideologica sviluppa anche l'idea del fascismo come terza via tra [[comunismo]] e [[capitalismo]], ma la storia dimostrerà l'ipocrisia che si nasconde dietro quest'astrazione: il fascismo infatti non sarà mai conciliatore bensì repressore, entro e fuori la nazione: squadrismo, esasperato militarismo, demagogia, [[repressione]] legale e illegale degli oppositori, [[colonialismo]], [[razzismo]]ecc.  
'''Ma quali sono gli elementi caratterizzanti l'ideologia fascista?''' Premesso che il fascismo trova nel filosofo [[Giovanni Gentile]] il suo supremo ideologo, si può senz'altro partire da una [[Hegel|concezione hegeliana]] dello [[Stato]], lo "[[Stato etico]]", posto al di sopra di tutto e di tutti, e a cui ogni [[individuo]] deve necessariamente sottomettersi. Di qui si può ben capire il senso del termine "fascismo", ovvero la propugnazione di una società intesa come fascio di componenti che cooperano insieme al medesimo fine sociale. In questo modo il fascismo si pone come ideologia reazionaria proprio perché interclassista, che ben spiega anche il perché del compromesso col capitale e con la Chiesa, ovvero il rovesciamento ed il superamento della [[comunismo|teoria comunista]], e per certi versi anche anarchica, della lotta di classe. Da ciò scaturirà il [[corporativismo]], cioè la "giusta" composizione dei vari interessi di classe per il supremo interesse della [[patria]] (che però coincideva con quello dei capitalisti), ed il [[nazionalismo]], che si pone in antitesi all'[[internazionalismo]] anarchico e comunista. Alla lotta interna fra classi veniva sostituita la lotta verso l'estero e verso altre nazioni. Questa concezione ideologica sviluppa anche l'idea del fascismo come terza via tra [[comunismo]] e [[capitalismo]], ma la storia dimostrerà l'ipocrisia che si nasconde dietro quest'astrazione: il fascismo infatti non sarà mai conciliatore bensì repressore, entro e fuori la nazione: squadrismo, esasperato militarismo, demagogia, [[repressione]] legale e illegale degli oppositori, [[colonialismo]], [[razzismo]] ecc.  


Altri aspetti rilevanti del fascismo sono stati:
Altri aspetti rilevanti del fascismo sono stati:
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In pratica con la dittatura trionfa la concezione assolutistica dello [[Stato]], che il [[filosofia|filosofo]] fascista [[Giovanni Gentile]], vero e proprio ideologo del regime, mobilizza con l'etichetta di “[[Stato etico]]”. Questa concezione assolutistica dello [[Stato]] ha le sue origine nell''''''Idea Assoluta''''', a cui si giunge seguendo il percorso della [[Hegel|dialettica hegeliana]], in cui gli interessi del cittadino vengono assolutamente subordinati a quelli della totalità, rappresentata dallo [[Stato]].  
In pratica con la dittatura trionfa la concezione assolutistica dello [[Stato]], che il [[filosofia|filosofo]] fascista [[Giovanni Gentile]], vero e proprio ideologo del regime, mobilizza con l'etichetta di “[[Stato etico]]”. Questa concezione assolutistica dello [[Stato]] ha le sue origine nell''''''Idea Assoluta''''', a cui si giunge seguendo il percorso della [[Hegel|dialettica hegeliana]], in cui gli interessi del cittadino vengono assolutamente subordinati a quelli della totalità, rappresentata dallo [[Stato]].  


Gli anarchici sono in prima linea nella lotta contro il totalitarismo fascista sin dall'inizio, con gli [[Arditi del Popolo]] ([[Antonio Cieri]], [[Argo Secondari]]ecc.), le azioni individuali di [[Gino Lucetti]], [[Michele Schirru]], [[Angelo Sbardellotto]] (si possono citare anche gli atti individuali dei non anarchici, come [[Domenico Bovone]], [[Zaniboni]], [[Anteo Zamboni]] e [[Violet Gibson]]), oltre a tante [[Individualità |individualità]], come per esempio [[Renzo Novatore]], che giornalmente combattevano il regime pagandone prezzi altissimi (questi esempi dimostrano che per molti antifascisti la resistenza ha avuto inizio ben prima dell'[[8 settembre]] [[1943]], ovvero nel momento stesso in cui il fascismo è nato).  
Gli anarchici sono in prima linea nella lotta contro il totalitarismo fascista sin dall'inizio, con gli [[Arditi del Popolo]] ([[Antonio Cieri]], [[Argo Secondari]] ecc.), le azioni individuali di [[Gino Lucetti]], [[Michele Schirru]], [[Angelo Sbardellotto]] (si possono citare anche gli atti individuali dei non anarchici, come [[Domenico Bovone]], [[Zaniboni]], [[Anteo Zamboni]] e [[Violet Gibson]]), oltre a tante [[Individualità |individualità]], come per esempio [[Renzo Novatore]], che giornalmente combattevano il regime pagandone prezzi altissimi (questi esempi dimostrano che per molti antifascisti la resistenza ha avuto inizio ben prima dell'[[8 settembre]] [[1943]], ovvero nel momento stesso in cui il fascismo è nato).  


La politica sociale fascista porta ad un'opera sistematica di fascistizzazione della nazione attraverso la scuola e le organizzazioni di massa: '''Opera nazionale dopolavoro'''; '''Opera nazionale Balilla''', poi '''GIL'''; '''Opera nazionale maternità e infanzia''', nonché un accorto uso dei mezzi di comunicazione e della propaganda.   
La politica sociale fascista porta ad un'opera sistematica di fascistizzazione della nazione attraverso la scuola e le organizzazioni di massa: '''Opera nazionale dopolavoro'''; '''Opera nazionale Balilla''', poi '''GIL'''; '''Opera nazionale maternità e infanzia''', nonché un accorto uso dei mezzi di comunicazione e della propaganda.   
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