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Quella sera la legione fascista di Torino con il "console" Piero Brandimarte in testa, aveva festeggiato al Teatro Alfieri la costituzione della nuova squadra « Francesco Baracca », comandata dall'attore Carlo Tamberlani: madrina della cerimonia l'attrice Alda Borelli, sorella della più nota Lyda; erano presenti anche squadre fasciste provenienti da Parma<ref>La cerimonia è descritta nella « Gazzetta del Popolo » del 18 dicembre 1922.</ref>. Dopo i discorsi di rito, gli squadristi, in numero di due o tremila, attraversarono cantando la città fino alla sede del Fascio, sul Lungo Po di corso Cairoli. | Quella sera la legione fascista di Torino con il "console" Piero Brandimarte in testa, aveva festeggiato al Teatro Alfieri la costituzione della nuova squadra « Francesco Baracca », comandata dall'attore Carlo Tamberlani: madrina della cerimonia l'attrice Alda Borelli, sorella della più nota Lyda; erano presenti anche squadre fasciste provenienti da Parma<ref>La cerimonia è descritta nella « Gazzetta del Popolo » del 18 dicembre 1922.</ref>. Dopo i discorsi di rito, gli squadristi, in numero di due o tremila, attraversarono cantando la città fino alla sede del Fascio, sul Lungo Po di corso Cairoli. | ||
La mattina dopo, 18 dicembre, si potevano vedere nelle strade del centro « gruppi di camicie nere provenienti da altre città : essi erano armati di pistola, di manganello e avevano a tracolla una coperta arrotolata [...] altri gruppi di fascisti forestieri appollaiati persino sui predellini e parafanghi di alcune automobili saettanti, brandivano pugnali, pistole, e gridavano per terrorizzare i passanti. Ci parve di capire la vera ragione dell'affluenza a Torino di squadristi da altre località [...] i caporioni fascisti, per giustificare il massacro che si apprestavano a scatenare contro gli antifascisti torinesi, prendevano a pretesto la batosta che il nostro compagno Prato aveva inferto ai loro sgherri »<ref>Umberto Massola, in « L'Antifascista », dicembre 1962.</ref>. | La mattina dopo, 18 dicembre, si potevano vedere nelle strade del centro « gruppi di camicie nere provenienti da altre città: essi erano armati di pistola, di manganello e avevano a tracolla una coperta arrotolata [...] altri gruppi di fascisti forestieri appollaiati persino sui predellini e parafanghi di alcune automobili saettanti, brandivano pugnali, pistole, e gridavano per terrorizzare i passanti. Ci parve di capire la vera ragione dell'affluenza a Torino di squadristi da altre località [...] i caporioni fascisti, per giustificare il massacro che si apprestavano a scatenare contro gli antifascisti torinesi, prendevano a pretesto la batosta che il nostro compagno Prato aveva inferto ai loro sgherri »<ref>Umberto Massola, in « L'Antifascista », dicembre 1962.</ref>. | ||
Quella stessa mattina Mussolini parlava al Grand Hôtel di Roma ai fascisti venuti ad ascoltarlo da Siena: « Gridatelo. Lo Stato fascista è deciso a difendersi a tutti i costi coll'energia più fredda e inesorabile. Sono il depositario della volontà della migliore gioventù italiana. Ho doveri terribili da compiere e li compirò ». Dalle 11, come scriveva nel suo diario, il vice-questore Tabusso era a colloquio in Prefettura con il vice-prefetto, con il segretario del Fascio piemontese Marchisio e con due comandanti di squadre. | Quella stessa mattina Mussolini parlava al Grand Hôtel di Roma ai fascisti venuti ad ascoltarlo da Siena: « Gridatelo. Lo Stato fascista è deciso a difendersi a tutti i costi coll'energia più fredda e inesorabile. Sono il depositario della volontà della migliore gioventù italiana. Ho doveri terribili da compiere e li compirò ». Dalle 11, come scriveva nel suo diario, il vice-questore Tabusso era a colloquio in Prefettura con il vice-prefetto, con il segretario del Fascio piemontese Marchisio e con due comandanti di squadre. | ||
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Poco dopo mezzogiorno, l'incontro in Prefettura si concluse. Le autorità decisero di non mobilitare le forze dell'ordine: « Dovevo essere proprio io - dichiarò poi il vice-questore - a correre l'alea di un sicuro conflitto e tentare di fare quello che in passato e in condizioni più favorevoli e più propizie non avevano voluto fare altri assai più autorevoli di me? ». | Poco dopo mezzogiorno, l'incontro in Prefettura si concluse. Le autorità decisero di non mobilitare le forze dell'ordine: « Dovevo essere proprio io - dichiarò poi il vice-questore - a correre l'alea di un sicuro conflitto e tentare di fare quello che in passato e in condizioni più favorevoli e più propizie non avevano voluto fare altri assai più autorevoli di me? ». | ||
Già : perché mai doveva essere proprio questo « servitore dello Stato » facente funzione di questore ad assicurare l'ordine pubblico? Giudicando con il senno di poi, è lecito ipotizzare che in quella riunione sia stato deciso, su istruzioni provenienti da Roma, di lasciare mano libera ai fascisti per una rappresaglia che servisse a dare una lezione ai « sovversivi » e a far capire, se ve ne fosse stato il bisogno, chi fosse ora a comandare nel Paese. Lo confermerebbe il telegramma inviato in serata allo stesso Tabusso da De Vecchi: « Per affetto che mi lega a Torino et miei fascisti et per sua nota energia raccomando ambito limiti istruzioni superiori massima energia anche evitare mia venuta deciso purificare et punire per sempre ».<ref>G. Carcano, cit., pp. 64-65.</ref> Insomma, queste criptiche istruzioni superiori sembravano prescrivere: ammazzate pure, ma senza esagerare. | Già: perché mai doveva essere proprio questo « servitore dello Stato » facente funzione di questore ad assicurare l'ordine pubblico? Giudicando con il senno di poi, è lecito ipotizzare che in quella riunione sia stato deciso, su istruzioni provenienti da Roma, di lasciare mano libera ai fascisti per una rappresaglia che servisse a dare una lezione ai « sovversivi » e a far capire, se ve ne fosse stato il bisogno, chi fosse ora a comandare nel Paese. Lo confermerebbe il telegramma inviato in serata allo stesso Tabusso da De Vecchi: « Per affetto che mi lega a Torino et miei fascisti et per sua nota energia raccomando ambito limiti istruzioni superiori massima energia anche evitare mia venuta deciso purificare et punire per sempre ».<ref>G. Carcano, cit., pp. 64-65.</ref> Insomma, queste criptiche istruzioni superiori sembravano prescrivere: ammazzate pure, ma senza esagerare. | ||
=== Carlo Berruti === | === Carlo Berruti === |