Fra contadini: dialogo sull'anarchia (di Errico Malatesta): differenze tra le versioni

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== Fra contadini: dialogo sull'anarchia ==
== Fra contadini: dialogo sull'anarchia ==


'''Beppe''' - Toh, guarda chi vedo! È un pezzo che ti avrei voluto parlare e son contento d'incontrarti... Giorgio che mi fai sentire! Quando stavi al paese eri un buon figliolo. Il modello dei giovani della tua età . Oh! Se fosse vivo tuo padre.
'''Beppe''' - Toh, guarda chi vedo! È un pezzo che ti avrei voluto parlare e son contento d'incontrarti... Giorgio che mi fai sentire! Quando stavi al paese eri un buon figliolo. Il modello dei giovani della tua età. Oh! Se fosse vivo tuo padre.


'''Giorgio''' - Beppe, perché mi parlate così? Che cosa ho io fatto per meritare i vostri rimproveri? E perché il mio povero padre dovrebbe essere scontento di me?
'''Giorgio''' - Beppe, perché mi parlate così? Che cosa ho io fatto per meritare i vostri rimproveri? E perché il mio povero padre dovrebbe essere scontento di me?
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'''Giorgio''' - E torna con l'onore! I signori che ci hanno levato tutto, dopo che ci han costretti a lavorare come bestie per guadagnare un tozzo di pane, mentre essi coi sudori nostri vivono senza far niente di buono, nelle ricchezze e nella crapula, dicono poi che noi, per essere uomini onesti, dobbiamo sopportare volentieri la nostra posizione e vederli ingrassare alle nostre spalle senza nemmeno fiatare. Se invece ci ricordiamo che siamo uomini anche noi, e che chi lavora ha diritto di mangiare, allora siamo farabutti; i carabinieri ci portano in carcere,
'''Giorgio''' - E torna con l'onore! I signori che ci hanno levato tutto, dopo che ci han costretti a lavorare come bestie per guadagnare un tozzo di pane, mentre essi coi sudori nostri vivono senza far niente di buono, nelle ricchezze e nella crapula, dicono poi che noi, per essere uomini onesti, dobbiamo sopportare volentieri la nostra posizione e vederli ingrassare alle nostre spalle senza nemmeno fiatare. Se invece ci ricordiamo che siamo uomini anche noi, e che chi lavora ha diritto di mangiare, allora siamo farabutti; i carabinieri ci portano in carcere,
e i preti per giunta ci mandano all'inferno.
e i preti per giunta ci mandano all'inferno.
Statemi a sentire, Beppe, voi che siete lavoratore e che non avete mai succhiato il sangue del vostro simile. I veri birbanti, la gente senza onore sono quelli che vivono di prepotenza, quelli che si sono impadroniti di tutto ciò che sta sotto il sole, e che, a forza di patimenti, hanno ridotto il popolo allo stato di un gregge di montoni che si lascia tranquillamente tosare e scannare. E voi vi mettete, coi signori per darci addosso?! Non basta che essi abbiano dalla loro il governo, il quale, essendo fatto dai signori e pei signori, non può non appoggiarli; bisogna dunque che i nostri stessi fratelli, i lavoratori, i poveri, si scaglino contro di noi perché vogliamo ch'essi abbiano pane e libertà .
Statemi a sentire, Beppe, voi che siete lavoratore e che non avete mai succhiato il sangue del vostro simile. I veri birbanti, la gente senza onore sono quelli che vivono di prepotenza, quelli che si sono impadroniti di tutto ciò che sta sotto il sole, e che, a forza di patimenti, hanno ridotto il popolo allo stato di un gregge di montoni che si lascia tranquillamente tosare e scannare. E voi vi mettete, coi signori per darci addosso?! Non basta che essi abbiano dalla loro il governo, il quale, essendo fatto dai signori e pei signori, non può non appoggiarli; bisogna dunque che i nostri stessi fratelli, i lavoratori, i poveri, si scaglino contro di noi perché vogliamo ch'essi abbiano pane e libertà.
Ah, se la miseria, l'ignoranza forzata, l'abito contratto in secoli di schiavitù, non spiegassero questo fatto doloroso, io direi che sono senza onore e senza dignità  quei poveri che fanno da puntello agli oppressori dell'umanità, e non già  noi, che mettiamo a repentaglio questo misero tozzo di pane e questo straccio di libertà, per cercare di giungere al punto che tutti stiano bene.
Ah, se la miseria, l'ignoranza forzata, l'abito contratto in secoli di schiavitù, non spiegassero questo fatto doloroso, io direi che sono senza onore e senza dignità  quei poveri che fanno da puntello agli oppressori dell'umanità, e non già  noi, che mettiamo a repentaglio questo misero tozzo di pane e questo straccio di libertà, per cercare di giungere al punto che tutti stiano bene.


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'''Beppe''' - Per la madonna! da che tu hai imparato a leggere e scrivere e frequenti i cittadini hai messa insieme tanta loquela che imbroglieresti un avvocato. E a dirtela schietta, hai detto delle cose che mi han messo un certo pizzicore addosso... Figurati! La mia Rosina è fatta grande e avrebbe anche trovato un buon giovane che le vuol bene; ma, tu capisci, siamo povera gente; ci vorrebbe il letto, un po'di corredo, e qualche soldo per aprire una
'''Beppe''' - Per la madonna! da che tu hai imparato a leggere e scrivere e frequenti i cittadini hai messa insieme tanta loquela che imbroglieresti un avvocato. E a dirtela schietta, hai detto delle cose che mi han messo un certo pizzicore addosso... Figurati! La mia Rosina è fatta grande e avrebbe anche trovato un buon giovane che le vuol bene; ma, tu capisci, siamo povera gente; ci vorrebbe il letto, un po'di corredo, e qualche soldo per aprire una
botteguccia a lui, che fa il magnano, e se potesse levarsi di sotto al principale che lo fa lavorare per una miseria, potrebbe menare innanzi la famiglia che formerà . Io non ce n'ho, nè pochi nè molti; lui neppure. Il padrone potrebbe avanzarmi qualche cosa che io gli sconterei a poco a poco. Ebbene, lo crederesti? Quando ne ho parlato al padrone egli mi ha risposto, sghignazzando, che queste sono opere di carità  di cui si occupa suo figlio; ed il padroncino infatti è venuto a trovarci, ha visto Rosina, le ha accarezzato il mento, ed ha detto che giusto, aveva in pronto un corredo, che era stato fatto per un'altra e che Rosina doveva andarlo a prendere di persona. E nei suoi occhi si vedevano certi lampi, che sono stato sul punto di fare uno sproposito... Oh! Se la mia Rosina... mali! Lasciamo questi discorsi.
botteguccia a lui, che fa il magnano, e se potesse levarsi di sotto al principale che lo fa lavorare per una miseria, potrebbe menare innanzi la famiglia che formerà. Io non ce n'ho, nè pochi nè molti; lui neppure. Il padrone potrebbe avanzarmi qualche cosa che io gli sconterei a poco a poco. Ebbene, lo crederesti? Quando ne ho parlato al padrone egli mi ha risposto, sghignazzando, che queste sono opere di carità  di cui si occupa suo figlio; ed il padroncino infatti è venuto a trovarci, ha visto Rosina, le ha accarezzato il mento, ed ha detto che giusto, aveva in pronto un corredo, che era stato fatto per un'altra e che Rosina doveva andarlo a prendere di persona. E nei suoi occhi si vedevano certi lampi, che sono stato sul punto di fare uno sproposito... Oh! Se la mia Rosina... mali! Lasciamo questi discorsi.
Io son vecchio e lo so che questo è un mondaccio infame: ma questa non è una ragione per fare i birboni anche noi... Alle corte; è vero o non è vero che voi volete levar la roba a chi ce l'ha?
Io son vecchio e lo so che questo è un mondaccio infame: ma questa non è una ragione per fare i birboni anche noi... Alle corte; è vero o non è vero che voi volete levar la roba a chi ce l'ha?


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'''Giorgio''' - E chi gliel'ha data ai loro antenati?
'''Giorgio''' - E chi gliel'ha data ai loro antenati?
Come! Alcuni uomini più forti e più fortunati si sono impossessati di tutto quello che esiste, hanno costretto gli altri a lavorare per loro, e, non contenti dì vivere essi nell'ozio, opprimendo e affamando la gran massa dei loro contemporanei, hanno lasciato ai loro figli ed ai figli dei loro figli la roba che avevano usurpato, condannando tutta l'umanità  avvenire a essere schiava dei loro discendenti, i quali, infiacchiti dall'ozio e dal poter fare quel che vogliono senza dar conto a nessuno, se non avessero tutto in mano, e non volessero ora pigliarselo per forza come fecero i loro padri, ci farebbero davvero pietà .
Come! Alcuni uomini più forti e più fortunati si sono impossessati di tutto quello che esiste, hanno costretto gli altri a lavorare per loro, e, non contenti dì vivere essi nell'ozio, opprimendo e affamando la gran massa dei loro contemporanei, hanno lasciato ai loro figli ed ai figli dei loro figli la roba che avevano usurpato, condannando tutta l'umanità  avvenire a essere schiava dei loro discendenti, i quali, infiacchiti dall'ozio e dal poter fare quel che vogliono senza dar conto a nessuno, se non avessero tutto in mano, e non volessero ora pigliarselo per forza come fecero i loro padri, ci farebbero davvero pietà.
E a voi pare giusto tutto questo?
E a voi pare giusto tutto questo?


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'''Giorgio''' - E dovrebbero dire invece che i loro antenati hanno fatto lavorare gli altri senza pagani, proprio come si fa adesso. La storia c'insegna che le condizioni del lavoratore sono state sempre miserabili e che, tale e quale come ora, chi ha lavorato senza sfruttare gli altri, non solo non ha mai potuto fare economie, ma non ne ha avuto nemmeno abbastanza per cavarsi la fame.
'''Giorgio''' - E dovrebbero dire invece che i loro antenati hanno fatto lavorare gli altri senza pagani, proprio come si fa adesso. La storia c'insegna che le condizioni del lavoratore sono state sempre miserabili e che, tale e quale come ora, chi ha lavorato senza sfruttare gli altri, non solo non ha mai potuto fare economie, ma non ne ha avuto nemmeno abbastanza per cavarsi la fame.
Guardate gli esempi che avete sotto gli occhi: tutto quello che di mano in mano i lavoratori producono non va forse nelle mani dei padroni che stanno a guardare?
Guardate gli esempi che avete sotto gli occhi: tutto quello che di mano in mano i lavoratori producono non va forse nelle mani dei padroni che stanno a guardare?
Oggi uno compra per pochi soldi un pezzo di terra incolto e paludoso; vi mette degli uomini a cui dà  appena tanto da non morir di fame d'un tratto, e resta ad oziare in città . Dopo alcuni anni, quel pezzo inutile di terra è diventato un giardino e costa cento volte quello che costava in origine. I figli del padrone, che erediteranno questo tesoro, diranno che essi godono per i sudori del loro padre, ed i figli di quelli che hanno realmente lavorato e sofferto, continueranno a lavorare e a soffrire. Che ve ne pare?
Oggi uno compra per pochi soldi un pezzo di terra incolto e paludoso; vi mette degli uomini a cui dà  appena tanto da non morir di fame d'un tratto, e resta ad oziare in città. Dopo alcuni anni, quel pezzo inutile di terra è diventato un giardino e costa cento volte quello che costava in origine. I figli del padrone, che erediteranno questo tesoro, diranno che essi godono per i sudori del loro padre, ed i figli di quelli che hanno realmente lavorato e sofferto, continueranno a lavorare e a soffrire. Che ve ne pare?


'''Beppe''' - Ma... se davvero, come tu dici, il mondo è andato sempre come ora, non c'è che dire, ai padroni non spetterebbe proprio niente.
'''Beppe''' - Ma... se davvero, come tu dici, il mondo è andato sempre come ora, non c'è che dire, ai padroni non spetterebbe proprio niente.
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'''Giorgio''' - Eppure non è difficile; noi vogliamo mettere tutto in comune.
'''Giorgio''' - Eppure non è difficile; noi vogliamo mettere tutto in comune.
Noi partiamo da questo principio che tutti quanti debbono lavorare e tutti debbono stare il meglio che si può. A questo mondo senza lavorare non si può vivere: perciò se uno non lavorasse, dovrebbe vivere sopra il lavoro degli altri, il che è ingiusto ed è dannoso. Si capisce che quando dico che che tutti debbono lavorare, intendo tutti quelli che possono e per quanto possono. Gli storpi, gl'impotenti, i vecchi, debbono essere mantenuti dalla società, perché è dovere d'umanità  di non far soffrire nessuno; e poi, vecchi diventeremo tutti, e storpi o impotenti possiamo diventare da un momento all'altro, tanto noi quanto i nostri più cari.
Noi partiamo da questo principio che tutti quanti debbono lavorare e tutti debbono stare il meglio che si può. A questo mondo senza lavorare non si può vivere: perciò se uno non lavorasse, dovrebbe vivere sopra il lavoro degli altri, il che è ingiusto ed è dannoso. Si capisce che quando dico che che tutti debbono lavorare, intendo tutti quelli che possono e per quanto possono. Gli storpi, gl'impotenti, i vecchi, debbono essere mantenuti dalla società, perché è dovere d'umanità  di non far soffrire nessuno; e poi, vecchi diventeremo tutti, e storpi o impotenti possiamo diventare da un momento all'altro, tanto noi quanto i nostri più cari.
Ora, se voi riflettete bene, vedrete che tutte le ricchezze cioè tutto ciò che esiste di utile all'uomo si può dividere in due parti. Una parte, che comprende la terra, le macchine e tutti gli strumenti da lavoro, il ferro, il legno, le pietre, i mezzi di trasporto, ecc. è indispensabile per lavorare e deve essere messa in comune, per servire a tutti come strumento e materia da lavoro. In quanto al modo di lavorare poi, è una cosa che si vedrà . Il meglio sarebbe lavorare in comune, perché così con meno fatica si produce di più: anzi è certo che il lavoro in comune sarà  abbracciato dappertutto, perché per lavorare ognuno da sè bisognerebbe rinunziare all'aiuto delle macchine, che riducono il lavoro a cosa piacevole e leggera, e perché, quando gli uomini non avranno più bisogno di strapparsi il pane di bocca, non staranno più come cani e gatti, e troveranno piacere a stare insieme e a fare le cose in comune. In ogni modo, anche se in qualche posto la gente volesse lavorare isolatamente, padronissima. L'essenziale è che nessuno viva senza lavorare, obbligando gli altri a lavorare per suo conto, questo non potrebbe più avvenire perché, ognuno avendo diritto a ciò che serve per lavorare, nessuno certamente vorrebbe lavorare per conto altrui.
Ora, se voi riflettete bene, vedrete che tutte le ricchezze cioè tutto ciò che esiste di utile all'uomo si può dividere in due parti. Una parte, che comprende la terra, le macchine e tutti gli strumenti da lavoro, il ferro, il legno, le pietre, i mezzi di trasporto, ecc. è indispensabile per lavorare e deve essere messa in comune, per servire a tutti come strumento e materia da lavoro. In quanto al modo di lavorare poi, è una cosa che si vedrà. Il meglio sarebbe lavorare in comune, perché così con meno fatica si produce di più: anzi è certo che il lavoro in comune sarà  abbracciato dappertutto, perché per lavorare ognuno da sè bisognerebbe rinunziare all'aiuto delle macchine, che riducono il lavoro a cosa piacevole e leggera, e perché, quando gli uomini non avranno più bisogno di strapparsi il pane di bocca, non staranno più come cani e gatti, e troveranno piacere a stare insieme e a fare le cose in comune. In ogni modo, anche se in qualche posto la gente volesse lavorare isolatamente, padronissima. L'essenziale è che nessuno viva senza lavorare, obbligando gli altri a lavorare per suo conto, questo non potrebbe più avvenire perché, ognuno avendo diritto a ciò che serve per lavorare, nessuno certamente vorrebbe lavorare per conto altrui.
L'altra parte comprende le cose che servono direttamente al consumo dell'uomo come alimenti, vestiti e case. Di esse, quelle che già  ci sono, debbono senz'altro essere messe m comune e distribuite in modo che si possa andare fino alla nuova raccolta, e aspettare che l'industria abbia nuovi prodotti.
L'altra parte comprende le cose che servono direttamente al consumo dell'uomo come alimenti, vestiti e case. Di esse, quelle che già  ci sono, debbono senz'altro essere messe m comune e distribuite in modo che si possa andare fino alla nuova raccolta, e aspettare che l'industria abbia nuovi prodotti.
Quelle cose poi che saran prodotte dopo la rivoluzione, quando non vi saranno più padroni oziosi che vivono sulle fatiche di lavoranti affamati, si distribuiranno secondo la volontà  dei lavoratori di ciascun paese. Se questi vorranno lavorare in comune e mettere ogni cosa in comune sarà  il meglio: allora si cercherà  di regolare la produzione in modo da assicurare a tutti il massimo godimento possibile, e tutto è detto.
Quelle cose poi che saran prodotte dopo la rivoluzione, quando non vi saranno più padroni oziosi che vivono sulle fatiche di lavoranti affamati, si distribuiranno secondo la volontà  dei lavoratori di ciascun paese. Se questi vorranno lavorare in comune e mettere ogni cosa in comune sarà  il meglio: allora si cercherà  di regolare la produzione in modo da assicurare a tutti il massimo godimento possibile, e tutto è detto.
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'''Beppe''' - C'è una cosa però: levare la roba ai signori, che hanno rubato ed affamato la povera gente, sta bene; ma se uno a forza di lavoro e di economia, fosso riuscito a mettere da parte quattro soldi ed avesse comprato un campicello o aperta una botteguccia, con che diritto potresti levargli quello che è veramente frutto dei suoi sudori?
'''Beppe''' - C'è una cosa però: levare la roba ai signori, che hanno rubato ed affamato la povera gente, sta bene; ma se uno a forza di lavoro e di economia, fosso riuscito a mettere da parte quattro soldi ed avesse comprato un campicello o aperta una botteguccia, con che diritto potresti levargli quello che è veramente frutto dei suoi sudori?


'''Giorgio''' - La cosa è molto difficile, perché col proprio lavoro, solo col proprio lavoro, oggi che i capitalisti ed il governo si pigliano il meglio dei prodotti, economie non se ne possono fare; e voi dovreste saperlo, che con tanti anni di assiduo lavoro siete sempre povero come prima. Del resto io vi ho già  detto che ognuno ha diritto alla materia prima ed agli strumenti da lavoro, quindi se uno ha un campicello, purchè lo lavori lui, colle sue braccia, se lo può benissimo tenere; anzi gli si daranno gli utensili perfezionati, i concimi e quanto altro gli possa occorrere per trarre dalla terra il maggior utile possibile. Certamente sarebbe preferibile ch'egli mettesse ogni cosa in comune ma per questo non c'è bisogno di forzare nessuno, perché lo stesso interesse consiglierà  a tutti il sistema della comunità . Con la proprietà  ed il lavoro comune si starà  molto meglio che lavorando da solo, tanto più che, con l'invenzione delle macchine il lavoro isolato diventa, relativamente, sempre più impotente.
'''Giorgio''' - La cosa è molto difficile, perché col proprio lavoro, solo col proprio lavoro, oggi che i capitalisti ed il governo si pigliano il meglio dei prodotti, economie non se ne possono fare; e voi dovreste saperlo, che con tanti anni di assiduo lavoro siete sempre povero come prima. Del resto io vi ho già  detto che ognuno ha diritto alla materia prima ed agli strumenti da lavoro, quindi se uno ha un campicello, purchè lo lavori lui, colle sue braccia, se lo può benissimo tenere; anzi gli si daranno gli utensili perfezionati, i concimi e quanto altro gli possa occorrere per trarre dalla terra il maggior utile possibile. Certamente sarebbe preferibile ch'egli mettesse ogni cosa in comune ma per questo non c'è bisogno di forzare nessuno, perché lo stesso interesse consiglierà  a tutti il sistema della comunità. Con la proprietà  ed il lavoro comune si starà  molto meglio che lavorando da solo, tanto più che, con l'invenzione delle macchine il lavoro isolato diventa, relativamente, sempre più impotente.


'''Beppe''' - Ah! Le macchine: quelle sì, che bisognerebbe bruciarle! Sono esse che rovinano le braccia e levano il lavoro alla povera gente. Qui nelle nostre campagne ci si può contar sopra: ogni volta che arriva una macchina il nostro salario è diminuito, e un certo numero di noi resta senza lavoro ed è costretto a partire per andare a morire di fame altrove. In città  dev'essere anche peggio. Almeno se non ci fossero le macchine, i signori, avrebbero maggior bisogno dell'opera nostra, e noi si vivrebbe un po'meglio.
'''Beppe''' - Ah! Le macchine: quelle sì, che bisognerebbe bruciarle! Sono esse che rovinano le braccia e levano il lavoro alla povera gente. Qui nelle nostre campagne ci si può contar sopra: ogni volta che arriva una macchina il nostro salario è diminuito, e un certo numero di noi resta senza lavoro ed è costretto a partire per andare a morire di fame altrove. In città  dev'essere anche peggio. Almeno se non ci fossero le macchine, i signori, avrebbero maggior bisogno dell'opera nostra, e noi si vivrebbe un po'meglio.


'''Giorgio''' - Voi avete ragione, Beppe, di credere che le macchine sono una tra le cause della miseria e della mancanza di lavoro; ma questo avviene perché esse appartengono ai signori. Se invece appartenessero ai lavoratori sarebbe tutto il contrario; esse sarebbero la causa principale del benessere umano. Infatti le macchine, in sostanza, non fanno che lavorare in vece nostra e più sollecitamente di noi. Per mezzo delle macchine l'uomo non avrà  bisogno di lavorare lunghe e lunghe ore per soddisfare ai suoi bisogni, e non sarà  più costretto a lavori penosi eccedenti le proprie forze!
'''Giorgio''' - Voi avete ragione, Beppe, di credere che le macchine sono una tra le cause della miseria e della mancanza di lavoro; ma questo avviene perché esse appartengono ai signori. Se invece appartenessero ai lavoratori sarebbe tutto il contrario; esse sarebbero la causa principale del benessere umano. Infatti le macchine, in sostanza, non fanno che lavorare in vece nostra e più sollecitamente di noi. Per mezzo delle macchine l'uomo non avrà  bisogno di lavorare lunghe e lunghe ore per soddisfare ai suoi bisogni, e non sarà  più costretto a lavori penosi eccedenti le proprie forze!
Cosicchè, se le macchine fossero applicate a tutti i rami della produzione e appartenessero a tutti, si potrebbe, con poche ore di lavoro leggero, sano e piacevole, soddisfare a tutti i bisogni della consumazione, e ciascun operaio avrebbe tempo per istruirsi, coltivare le relazioni d'amicizia, vivere insomma e godere la vita profittando di tutte le conquiste della scienza e della civiltà . Dunque ricordatelo bene, non bisogna distruggere le macchine, bisogna impadronirsene. E poi, badate bene a questo, i signori difenderebbero o meglio farebbero difendere le loro macchine tanto contro chi volesse distruggerle quanto contro chi volesse impadronirsene; dunque, dovendo fare la stessa fatica e correre gli stessi pericoli, sarebbe proprio una sciocchezza il distruggerle invece di prenderle.
Cosicchè, se le macchine fossero applicate a tutti i rami della produzione e appartenessero a tutti, si potrebbe, con poche ore di lavoro leggero, sano e piacevole, soddisfare a tutti i bisogni della consumazione, e ciascun operaio avrebbe tempo per istruirsi, coltivare le relazioni d'amicizia, vivere insomma e godere la vita profittando di tutte le conquiste della scienza e della civiltà. Dunque ricordatelo bene, non bisogna distruggere le macchine, bisogna impadronirsene. E poi, badate bene a questo, i signori difenderebbero o meglio farebbero difendere le loro macchine tanto contro chi volesse distruggerle quanto contro chi volesse impadronirsene; dunque, dovendo fare la stessa fatica e correre gli stessi pericoli, sarebbe proprio una sciocchezza il distruggerle invece di prenderle.
Distruggereste voi il grano e le case, quando invece ci fosse modo di farle diventare di tutti? Certo che no. Lo stesso deve essere per le macchine, perché queste, se in mano ai padroni sono tanta miseria e tanta schiavitù per noi, in mano nostra sarebbero invece tanta ricchezza e tanta libertà .
Distruggereste voi il grano e le case, quando invece ci fosse modo di farle diventare di tutti? Certo che no. Lo stesso deve essere per le macchine, perché queste, se in mano ai padroni sono tanta miseria e tanta schiavitù per noi, in mano nostra sarebbero invece tanta ricchezza e tanta libertà.


'''Beppe''' - Ma per andar innanzi con questo sistema bisognerebbe lavorar tutti di buona voglia. Non è vero?
'''Beppe''' - Ma per andar innanzi con questo sistema bisognerebbe lavorar tutti di buona voglia. Non è vero?
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'''Beppe''' - Magari! Ma quando sarà  questo? Io son vecchio, e ora che so che il mondo non andrà  sempre così, mi dispiacerebbe di morire senza avere visto almeno un giorno di giustizia.
'''Beppe''' - Magari! Ma quando sarà  questo? Io son vecchio, e ora che so che il mondo non andrà  sempre così, mi dispiacerebbe di morire senza avere visto almeno un giorno di giustizia.


'''Giorgio''' - Quando sarà ? Che ne so io? Dipende da noi: più ci daremo da fare per aprire gli occhi alla gente, e più presto si farà .
'''Giorgio''' - Quando sarà ? Che ne so io? Dipende da noi: più ci daremo da fare per aprire gli occhi alla gente, e più presto si farà.
Un bel passo già  si è fatto. Mentre anni or sono pochi predicavano il socialismo ed erano trattati da ignoranti, da matti, o da arruffoni, oggi l'idea è conosciuta da molti, ed i poveri, che prima soffrivano in pace, o si rivoltavano spinti dalla fame ma senza coscienza delle cause e dei rimedi dei loro mali, e si facevano ammazzare o si ammazzavano tra di loro per conto dei signori, oggi in tutto il mondo si agitano, s'intendono tra di loro, si rivoltano con l'idea di sbarazzarsi dei padroni e dei governi, e non contano più che sulle proprie forze,
Un bel passo già  si è fatto. Mentre anni or sono pochi predicavano il socialismo ed erano trattati da ignoranti, da matti, o da arruffoni, oggi l'idea è conosciuta da molti, ed i poveri, che prima soffrivano in pace, o si rivoltavano spinti dalla fame ma senza coscienza delle cause e dei rimedi dei loro mali, e si facevano ammazzare o si ammazzavano tra di loro per conto dei signori, oggi in tutto il mondo si agitano, s'intendono tra di loro, si rivoltano con l'idea di sbarazzarsi dei padroni e dei governi, e non contano più che sulle proprie forze,
avendo finalmente incominciato a capire che tutti i partiti, in cui si dividono i signori, sono tutti ugualmente loro nemici.
avendo finalmente incominciato a capire che tutti i partiti, in cui si dividono i signori, sono tutti ugualmente loro nemici.
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'''Giorgio''' - Questa è cosa che si sa, mio caro Beppe, che la polizia e l'esercito ci stanno per tenere a freno il popolo ed assicurare la tranquillità  dei signori; ma se essi hanno i fucili ed i cannoni, non è mica detto che noi dobbiamo far la guerra con le mani in mano. I fucili sappiamo spararli anche noi e con l'astuzia e con l'audacia possiamo procurarceli; poi vi sono la polvere, la dinamite e tutte le materie esplosive, le materie incendiarie e mille arnesi che se in mano al governo servono per tener schiava la gente, in mano a popolo servono per
'''Giorgio''' - Questa è cosa che si sa, mio caro Beppe, che la polizia e l'esercito ci stanno per tenere a freno il popolo ed assicurare la tranquillità  dei signori; ma se essi hanno i fucili ed i cannoni, non è mica detto che noi dobbiamo far la guerra con le mani in mano. I fucili sappiamo spararli anche noi e con l'astuzia e con l'audacia possiamo procurarceli; poi vi sono la polvere, la dinamite e tutte le materie esplosive, le materie incendiarie e mille arnesi che se in mano al governo servono per tener schiava la gente, in mano a popolo servono per
conquistare la libertà . Le barricate, le mine, le bombe, gl'incendi sono i mezzi con cui si resiste agli eserciti, e noi non ci faremo pregare per servircene. Si sa bene: la rivoluzione non si fa mica con l'acqua santa e con le litanie.
conquistare la libertà. Le barricate, le mine, le bombe, gl'incendi sono i mezzi con cui si resiste agli eserciti, e noi non ci faremo pregare per servircene. Si sa bene: la rivoluzione non si fa mica con l'acqua santa e con le litanie.
D'altra parte, considerate che i poveri sono l'immensa maggioranza, e che se arrivano a capire e gustare i vantaggi del socialismo, non vi è forza al mondo che possa costringerli a restare come stanno. Considerate che i poveri sono quelli che lavorano e producono tutto, e che se solo una parte importante di loro sospendesse il lavoro, ne avverrebbe tale uno sfacelo, tale un panico che la rivoluzione s'imporrebbe subito come unica soluzione possibile.
D'altra parte, considerate che i poveri sono l'immensa maggioranza, e che se arrivano a capire e gustare i vantaggi del socialismo, non vi è forza al mondo che possa costringerli a restare come stanno. Considerate che i poveri sono quelli che lavorano e producono tutto, e che se solo una parte importante di loro sospendesse il lavoro, ne avverrebbe tale uno sfacelo, tale un panico che la rivoluzione s'imporrebbe subito come unica soluzione possibile.
Considerate pure che i soldati, in generale, sono essi stessi dei poveri, obbligati per forza a far da sbirri e da carnefici ai loro fratelli, e che non appena avran visto e capito di che si tratta simpatizzeranno, prima in segreto e poi apertamente, per il popolo e vi persuaderete che la rivoluzione non è poi tanto difficile quanto può parere a prima giunta.
Considerate pure che i soldati, in generale, sono essi stessi dei poveri, obbligati per forza a far da sbirri e da carnefici ai loro fratelli, e che non appena avran visto e capito di che si tratta simpatizzeranno, prima in segreto e poi apertamente, per il popolo e vi persuaderete che la rivoluzione non è poi tanto difficile quanto può parere a prima giunta.
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'''Giorgio''' - Ah! Giusto, avete fatto bene a domandarmi questo, perché le parole sono necessarie per intendersi e distinguersi, ma quando non si capiscono bene generano grande confusione.
'''Giorgio''' - Ah! Giusto, avete fatto bene a domandarmi questo, perché le parole sono necessarie per intendersi e distinguersi, ma quando non si capiscono bene generano grande confusione.
Dunque dovete sapere che i socialisti sono quelli i quali credono che la miseria è la causa prima di tutti quanti i mali sociali, e che fino a quando non si sarà  distrutta la miseria non vi sarà  modo di distruggere nè l'ignoranza, nè la schiavitù, nè l'ineguaglianza politica, nè la prostituzione, nè alcuno di tutti quei mali, che mantengono il popolo in così orribile stato, e che pure sono un nulla di fronte alle sofferenze che vengono direttamente dalla miseria stessa. I socialisti credono che la miseria dipende dal fatto che la terra e tutte le materie prime, le macchine e tutti gli strumenti di lavoro appartengono a pochi individui, i quali dispongono perciò della vita e della morte di tutta la classe lavoratrice, e si trovano in continuo stato di lotta e di concorrenza non solo contro i proletari, cioè quelli che non tengono niente, ma anche tra di loro stessi per strapparsi l'un l'altro la proprietà . I socialisti credono che abolendo la proprietà  individuale, cioè la causa, si abolirà  nello stesso tempo anche la miseria che ne è l'effetto. E questa proprietà  si può e si deve abolire, perché la produzione e la distribuzione della ricchezza debbono essere fatte secondo l'interesse attuale degli uomini, senza nessun rispetto per i cosiddetti diritti acquisiti, cioè i privilegi che i signori d'adesso si
Dunque dovete sapere che i socialisti sono quelli i quali credono che la miseria è la causa prima di tutti quanti i mali sociali, e che fino a quando non si sarà  distrutta la miseria non vi sarà  modo di distruggere nè l'ignoranza, nè la schiavitù, nè l'ineguaglianza politica, nè la prostituzione, nè alcuno di tutti quei mali, che mantengono il popolo in così orribile stato, e che pure sono un nulla di fronte alle sofferenze che vengono direttamente dalla miseria stessa. I socialisti credono che la miseria dipende dal fatto che la terra e tutte le materie prime, le macchine e tutti gli strumenti di lavoro appartengono a pochi individui, i quali dispongono perciò della vita e della morte di tutta la classe lavoratrice, e si trovano in continuo stato di lotta e di concorrenza non solo contro i proletari, cioè quelli che non tengono niente, ma anche tra di loro stessi per strapparsi l'un l'altro la proprietà. I socialisti credono che abolendo la proprietà  individuale, cioè la causa, si abolirà  nello stesso tempo anche la miseria che ne è l'effetto. E questa proprietà  si può e si deve abolire, perché la produzione e la distribuzione della ricchezza debbono essere fatte secondo l'interesse attuale degli uomini, senza nessun rispetto per i cosiddetti diritti acquisiti, cioè i privilegi che i signori d'adesso si
arrogano, colla scusa che i loro antenati furono più forti, o più fortunati, o più birbanti, o, sia pure più laboriosi e più virtuosi degli altri.
arrogano, colla scusa che i loro antenati furono più forti, o più fortunati, o più birbanti, o, sia pure più laboriosi e più virtuosi degli altri.
Dunque, intendete bene, spetta il nome di socialisti a tutti coloro che vogliono che la ricchezza sociale serva a tutti gli uomini e vogliono che non vi siano più proprietari e proletari, ricchi e poveri, padroni e sottoposti.
Dunque, intendete bene, spetta il nome di socialisti a tutti coloro che vogliono che la ricchezza sociale serva a tutti gli uomini e vogliono che non vi siano più proprietari e proletari, ricchi e poveri, padroni e sottoposti.
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'''Giorgio''' - I comunisti ed i collettivisti sono socialisti gli uni e gli altri, ma hanno idee diverse su quello che si deve fare dopo che la proprietà  sarà  messa in comune, e io, ve ne ricordate, ve ne ho già  detto qualche cosa. I collettivisti dicono che ogni lavorante o, anche meglio, ogni associazione di lavoranti deve avere la materia prima e gli strumenti per lavorare, e che ognuno deve essere padrone del prodotto del proprio lavoro. Fino a che uno è vivo, se lo spende, o lo conserva, ne fa insomma quello che vuole, meno che servirsene per far lavorare
'''Giorgio''' - I comunisti ed i collettivisti sono socialisti gli uni e gli altri, ma hanno idee diverse su quello che si deve fare dopo che la proprietà  sarà  messa in comune, e io, ve ne ricordate, ve ne ho già  detto qualche cosa. I collettivisti dicono che ogni lavorante o, anche meglio, ogni associazione di lavoranti deve avere la materia prima e gli strumenti per lavorare, e che ognuno deve essere padrone del prodotto del proprio lavoro. Fino a che uno è vivo, se lo spende, o lo conserva, ne fa insomma quello che vuole, meno che servirsene per far lavorare
gli altri per suo conto; quando poi muore, se ha messo da parte qualche cosa, questa ritorna alla comunità . I suoi figli hanno naturalmente anche essi i mezzi di poter lavorare e godere del frutto del lavoro; e lasciarli ereditare sarebbe un primo passo per tornare alla disuguaglianza ed al privilegio. Per ciò che riguarda l'istruzione, il mantenimento dei fanciulli, dei vecchi e degli impotenti, per le strade, per l'acqua, per l'illuminazione e la nettezza pubblica, per tutte quelle cose insomma che si debbono fare per conto di tutti, ogni
gli altri per suo conto; quando poi muore, se ha messo da parte qualche cosa, questa ritorna alla comunità. I suoi figli hanno naturalmente anche essi i mezzi di poter lavorare e godere del frutto del lavoro; e lasciarli ereditare sarebbe un primo passo per tornare alla disuguaglianza ed al privilegio. Per ciò che riguarda l'istruzione, il mantenimento dei fanciulli, dei vecchi e degli impotenti, per le strade, per l'acqua, per l'illuminazione e la nettezza pubblica, per tutte quelle cose insomma che si debbono fare per conto di tutti, ogni
associazione di lavoranti darebbe un tanto per conpensare coloro che disimpegnano questi uffici.
associazione di lavoranti darebbe un tanto per conpensare coloro che disimpegnano questi uffici.
I comunisti poi vanno più per le spiccie. Essi dicono: poichè per andar innanzi bene, bisogna che gli uomini si considerino come membri di una sola famiglia; poichè la proprietà  deve stare in comune; poichè il lavoro per essere molto produttivo e per potere giovarsi delle macchine deve essere fatto da grandi collettività  operaie; poichè per profittare di tutte le varietà  di suolo e dì condizioni atmosferiche, e far sì che ogni luogo produca le cose per cui è meglio adatto, e per evitare d'altra parte la concorrenza e gli odii tra i diversi paesi e l'accorrere della gente nel luoghi più ricchi, è necessario stabilire una solidarietà  perfetta tra tutti gli uomini del mondo, e poichè sarebbe un lavorio del diavolo il distinguere in un prodotto la parte che spetta ai suoi diversi fattori facciamo una cosa, invece di starci a confondere con quello che hai fatto tu e quello che ho
I comunisti poi vanno più per le spiccie. Essi dicono: poichè per andar innanzi bene, bisogna che gli uomini si considerino come membri di una sola famiglia; poichè la proprietà  deve stare in comune; poichè il lavoro per essere molto produttivo e per potere giovarsi delle macchine deve essere fatto da grandi collettività  operaie; poichè per profittare di tutte le varietà  di suolo e dì condizioni atmosferiche, e far sì che ogni luogo produca le cose per cui è meglio adatto, e per evitare d'altra parte la concorrenza e gli odii tra i diversi paesi e l'accorrere della gente nel luoghi più ricchi, è necessario stabilire una solidarietà  perfetta tra tutti gli uomini del mondo, e poichè sarebbe un lavorio del diavolo il distinguere in un prodotto la parte che spetta ai suoi diversi fattori facciamo una cosa, invece di starci a confondere con quello che hai fatto tu e quello che ho
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Ora, se uno di voi ha una fortuna, o trova a guadagnare di più, è bene per tutti, se invece uno resta senza lavoro o cade malato, è male per tutti, perché certamente fra di voi quegli che non lavora mangia lo stesso alla tavola comune, e quegli che sta malato è causa anche di spese maggiori. Così avviene che nella vostra famiglia, invece di cercare di levarvi il lavoro ed il pane l'un l'altro, voi cercate di aiutarvi, perché il bene di uno è il bene di tutti, come il male di uno è il male di tutti. Così si allontanano l'odio e l'invidia e si sviluppa quell'affetto
Ora, se uno di voi ha una fortuna, o trova a guadagnare di più, è bene per tutti, se invece uno resta senza lavoro o cade malato, è male per tutti, perché certamente fra di voi quegli che non lavora mangia lo stesso alla tavola comune, e quegli che sta malato è causa anche di spese maggiori. Così avviene che nella vostra famiglia, invece di cercare di levarvi il lavoro ed il pane l'un l'altro, voi cercate di aiutarvi, perché il bene di uno è il bene di tutti, come il male di uno è il male di tutti. Così si allontanano l'odio e l'invidia e si sviluppa quell'affetto
reciproco, che invece non esiste mai in una famiglia in cui gl'interessi siano divisi.
reciproco, che invece non esiste mai in una famiglia in cui gl'interessi siano divisi.
Questa si chiama solidarietà . Si tratta dunque di stabilire, fra gli uomini tutti, gli stessi rapporti che esistono in una famiglia in cui i membri si vogliono bene davvero.
Questa si chiama solidarietà. Si tratta dunque di stabilire, fra gli uomini tutti, gli stessi rapporti che esistono in una famiglia in cui i membri si vogliono bene davvero.


'''Beppe''' - Ho capito. Ora tornando alla questione di prima, dimmi tu sei comunista o collettivista?
'''Beppe''' - Ho capito. Ora tornando alla questione di prima, dimmi tu sei comunista o collettivista?
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'''Giorgio''' - Anarchia significa non governo. Non vi ho detto io che il governo non serve altro che a difendere i signori e che quando si tratta degli interessi nostri il meglio è di badarci da noi senza che alcuno ci comandi? Invece di nominare dei deputati e dei consiglieri comunali, che poi vanno a fare e disfare le leggi, alle quali ci tocca ubbidire, noi tratteremo da noi stessi le cose nostre, e decideremo il da farsi; e, quando per mettere in esecuzione le nostre deliberazioni, ci fosse bisogno d'incaricare qualcuno, noi lo incaricheremo di fare e
'''Giorgio''' - Anarchia significa non governo. Non vi ho detto io che il governo non serve altro che a difendere i signori e che quando si tratta degli interessi nostri il meglio è di badarci da noi senza che alcuno ci comandi? Invece di nominare dei deputati e dei consiglieri comunali, che poi vanno a fare e disfare le leggi, alle quali ci tocca ubbidire, noi tratteremo da noi stessi le cose nostre, e decideremo il da farsi; e, quando per mettere in esecuzione le nostre deliberazioni, ci fosse bisogno d'incaricare qualcuno, noi lo incaricheremo di fare e
così e così e non altrimenti. Se si trattasse di cose che non si possono stabilire prima, allora incaricheremo quelli che ne sono capaci, di vedere, studiare, proporre; in ogni modo niente sarebbe fatto senza la nostra volontà . Così i nostri delegati, invece di essere degli individui a cui abbiamo dato il diritto di comandarci su tutte le cose, su cui piace loro far delle leggi, sarebbero persone scelte apposta e fra le più capaci di ogni singola faccenda, che non avrebbero nessuna autorità  e solamente il dovere di eseguire quello che gl'interessati
così e così e non altrimenti. Se si trattasse di cose che non si possono stabilire prima, allora incaricheremo quelli che ne sono capaci, di vedere, studiare, proporre; in ogni modo niente sarebbe fatto senza la nostra volontà. Così i nostri delegati, invece di essere degli individui a cui abbiamo dato il diritto di comandarci su tutte le cose, su cui piace loro far delle leggi, sarebbero persone scelte apposta e fra le più capaci di ogni singola faccenda, che non avrebbero nessuna autorità  e solamente il dovere di eseguire quello che gl'interessati
vorrebbero: insomma si incaricherebbe uno di organizzare le scuole per esempio, o di tracciare una strada, o di provvedere allo scambio dei prodotti, come s'incarica un calzolaio di fare un paio di scarpe.
vorrebbero: insomma si incaricherebbe uno di organizzare le scuole per esempio, o di tracciare una strada, o di provvedere allo scambio dei prodotti, come s'incarica un calzolaio di fare un paio di scarpe.
Questa è l'anarchia. Del resto, se volessi spiegarvi tutto, dovrei parlare su questo solo argomento tanto quanto ho parlato su tutto il resto. Un'altra volta ne parleremo a lungo.
Questa è l'anarchia. Del resto, se volessi spiegarvi tutto, dovrei parlare su questo solo argomento tanto quanto ho parlato su tutto il resto. Un'altra volta ne parleremo a lungo.
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'''Beppe''' - Ma se in un paese o in un'associazione v'è chi l'intende in un modo e chi in un altro, allora come si fa? Vincono quelli che sono di più, non è vero?
'''Beppe''' - Ma se in un paese o in un'associazione v'è chi l'intende in un modo e chi in un altro, allora come si fa? Vincono quelli che sono di più, non è vero?


'''Giorgio''' - Per diritto no, perché in faccia alla verità  ed alla giustizia il numero non conta niente, e spesso uno solo può avere ragione contro cento e contro centomila. In pratica si fa come si può; si fa di tutto per conseguire l'unanimità, e quando questo fosse impossibile, si voterebbe e si farebbe come vuole la maggioranza, oppure si rimetterebbe la decisione a terze persone che farebbero da arbitri, salvo sempre però l'inviolabilità  dei principi di uguaglianza e di giustizia su cui si regge la società .
'''Giorgio''' - Per diritto no, perché in faccia alla verità  ed alla giustizia il numero non conta niente, e spesso uno solo può avere ragione contro cento e contro centomila. In pratica si fa come si può; si fa di tutto per conseguire l'unanimità, e quando questo fosse impossibile, si voterebbe e si farebbe come vuole la maggioranza, oppure si rimetterebbe la decisione a terze persone che farebbero da arbitri, salvo sempre però l'inviolabilità  dei principi di uguaglianza e di giustizia su cui si regge la società.
Notate però che le questioni sulle quali non si potrà  mettersi d'accordo senza ricorrere al voto o all'arbitrato saranno poche e di poca importanza, perché non vi saranno più le divisioni di interessi che vi sono oggi, perché ognuno potrà  scegliersi il paese e l'associazione, vale a dire i compagni con cui meglio se la dice, e soprattutto perché si tratterà  sempre di decidere sopra cose chiare, che ognuno può comprendere, e che appartengono piuttosto al campo positivo della scienza che a quello mobile delle opinioni. E più si andrà  innanzi e più il voto diventerà  
Notate però che le questioni sulle quali non si potrà  mettersi d'accordo senza ricorrere al voto o all'arbitrato saranno poche e di poca importanza, perché non vi saranno più le divisioni di interessi che vi sono oggi, perché ognuno potrà  scegliersi il paese e l'associazione, vale a dire i compagni con cui meglio se la dice, e soprattutto perché si tratterà  sempre di decidere sopra cose chiare, che ognuno può comprendere, e che appartengono piuttosto al campo positivo della scienza che a quello mobile delle opinioni. E più si andrà  innanzi e più il voto diventerà  
cosa inutile ed antiquata, anzi ridicola affatto, poichè quando si sarà  trovato, mediante l'esperienza, qual'è in un dato problema la soluzione che meglio soddisfa ai bisogni di tutti, allora bisognerà  dimostrare e persuadere, non già  schiacciare con una maggioranza numerica l'opinione avversaria. Per esempio, non vi farebbe ridere oggi il chiamare i contadini a votare sull'epoca in cui si deve seminare il grano, quando questa è una cosa già  accertata
cosa inutile ed antiquata, anzi ridicola affatto, poichè quando si sarà  trovato, mediante l'esperienza, qual'è in un dato problema la soluzione che meglio soddisfa ai bisogni di tutti, allora bisognerà  dimostrare e persuadere, non già  schiacciare con una maggioranza numerica l'opinione avversaria. Per esempio, non vi farebbe ridere oggi il chiamare i contadini a votare sull'epoca in cui si deve seminare il grano, quando questa è una cosa già  accertata
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'''Giorgio''' - Allora naturalmente bisognerebbe ricorrere alla forza, poichè, se non è giusto che le maggioranza opprimano le minoranze, non è nemmeno giusto il contrario; e come le minoranze hanno il diritto d'insurrezione, le maggioranze hanno quello di difesa, o se la parola non v'offende, di repressione.
'''Giorgio''' - Allora naturalmente bisognerebbe ricorrere alla forza, poichè, se non è giusto che le maggioranza opprimano le minoranze, non è nemmeno giusto il contrario; e come le minoranze hanno il diritto d'insurrezione, le maggioranze hanno quello di difesa, o se la parola non v'offende, di repressione.
Non dimenticate però che sempre e dappertutto gli uomini hanno il diritto imprescrittibile alle materie prime ed agli strumenti di lavoro, sicchè possono sempre separarsi dagli altri e restare liberi e indipendenti. È vero che questa non è una soluzione soddisfacente, perché così i dissidenti resterebbero privati di molti vantaggi che l'individuo isolato o il gruppo non basta a produrre, e che domandano il concorso di tutta una grande collettività ... ma che volete? Gli stessi dissidenti non potrebbero pretendere che la volontà  di molti fosse sacrificata a quella di pochi.
Non dimenticate però che sempre e dappertutto gli uomini hanno il diritto imprescrittibile alle materie prime ed agli strumenti di lavoro, sicchè possono sempre separarsi dagli altri e restare liberi e indipendenti. È vero che questa non è una soluzione soddisfacente, perché così i dissidenti resterebbero privati di molti vantaggi che l'individuo isolato o il gruppo non basta a produrre, e che domandano il concorso di tutta una grande collettività... ma che volete? Gli stessi dissidenti non potrebbero pretendere che la volontà  di molti fosse sacrificata a quella di pochi.
Persuadetevi: al di fuori della solidarietà, della fratellanza, dell'amore, al di fuori della mutua assistenza e quando occorre del mutuo compatirsi, e sopportarsi, non ‘v'è che la tirannia o la guerra civile; ma siate sicuro però che, siccome tirannia e guerra civile sono cose che fanno male a tutti, gli uomini, non appena saranno arbitri dei loro destini, si avvieranno verso la solidarietà, in cui soltanto possono realizzarsi i nostri ideali, e per essi la pace, il benessere e la libertà  universale.
Persuadetevi: al di fuori della solidarietà, della fratellanza, dell'amore, al di fuori della mutua assistenza e quando occorre del mutuo compatirsi, e sopportarsi, non ‘v'è che la tirannia o la guerra civile; ma siate sicuro però che, siccome tirannia e guerra civile sono cose che fanno male a tutti, gli uomini, non appena saranno arbitri dei loro destini, si avvieranno verso la solidarietà, in cui soltanto possono realizzarsi i nostri ideali, e per essi la pace, il benessere e la libertà  universale.
Notate pure che il progresso, mentre tende a solidarizzare sempre più gli uomini tra di loro, tende anche a renderli sempre più indipendenti e capaci di bastare a loro stessi. Per esempio: oggi per viaggiare rapidamente, sopra terra bisogna ricorrere alle ferrovie, le quali richiedono, per essere costruite ed esercitate, il concorso di gran numero di persone, sicché ciascuno è obbligato, anche in anarchia, ad adattarsi al tracciato, all'orario ed alle altre regole che la maggioranza crede migliori. Se però domani s'inventa una locomotiva che un uomo solo può condurre senza pericolo né per lui né per gli altri, sopra una strada qualunque, ecco che non c'è più bisogno di tener conto, in questa questione, del parere altrui, e ciascuno può viaggiare per dove gli pare ed all'ora che gli piace.
Notate pure che il progresso, mentre tende a solidarizzare sempre più gli uomini tra di loro, tende anche a renderli sempre più indipendenti e capaci di bastare a loro stessi. Per esempio: oggi per viaggiare rapidamente, sopra terra bisogna ricorrere alle ferrovie, le quali richiedono, per essere costruite ed esercitate, il concorso di gran numero di persone, sicché ciascuno è obbligato, anche in anarchia, ad adattarsi al tracciato, all'orario ed alle altre regole che la maggioranza crede migliori. Se però domani s'inventa una locomotiva che un uomo solo può condurre senza pericolo né per lui né per gli altri, sopra una strada qualunque, ecco che non c'è più bisogno di tener conto, in questa questione, del parere altrui, e ciascuno può viaggiare per dove gli pare ed all'ora che gli piace.
E così per mille altre cose che si potrebbero fare fin da ora, o che in avvenire si troverà  il mezzo di fare; sicché si può dire che la tendenza del progresso è verso un genere di relazione fra gli uomini che si può definire con una formula: solidarietà  morale ed indipendenza materiale<ref>Dall'epoca in cui fu scritto questo libro la previsione si è già  realizzata. La vettura automobile dà  già  il mezzo di viaggiare dappertutto e rapidissimamente senza la necessità  di una organizzazione complicata e di regole rigorose quali sono richieste per il servizio
E così per mille altre cose che si potrebbero fare fin da ora, o che in avvenire si troverà  il mezzo di fare; sicché si può dire che la tendenza del progresso è verso un genere di relazione fra gli uomini che si può definire con una formula: solidarietà  morale ed indipendenza materiale<ref>Dall'epoca in cui fu scritto questo libro la previsione si è già  realizzata. La vettura automobile dà  già  il mezzo di viaggiare dappertutto e rapidissimamente senza la necessità  di una organizzazione complicata e di regole rigorose quali sono richieste per il servizio
ferroviario. E l'aeronavigazione è già  bene avviata e lascia ai singoli maggiore indipendenza, e sopprime molte ineguaglianze dipendenti oggi dalla posizione topografica delle varie località .
ferroviario. E l'aeronavigazione è già  bene avviata e lascia ai singoli maggiore indipendenza, e sopprime molte ineguaglianze dipendenti oggi dalla posizione topografica delle varie località.
Così l'invenzione del motore elettrico, colla possibilità  di portare la forza motrice dappertutto ed in ogni quantità, ha fatto sì che si può utilizzare le macchine anche a domicilio, ed ha soppresso in molta parte la necessità  delle grandi officine, che richiedeva la macchina a vapore per poter essere usata economicamente.
Così l'invenzione del motore elettrico, colla possibilità  di portare la forza motrice dappertutto ed in ogni quantità, ha fatto sì che si può utilizzare le macchine anche a domicilio, ed ha soppresso in molta parte la necessità  delle grandi officine, che richiedeva la macchina a vapore per poter essere usata economicamente.
Così la telegrafia senza fili tende a sopprimere la necessità  di un complicato servizio telegrafico. I progressi della chimica, dell'agraria tendono a rendere ogni punto della terra atto ad ogni genere di coltura, ecc. ecc.
Così la telegrafia senza fili tende a sopprimere la necessità  di un complicato servizio telegrafico. I progressi della chimica, dell'agraria tendono a rendere ogni punto della terra atto ad ogni genere di coltura, ecc. ecc.
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