Ho visto, con i miei occhi, il fascismo (di Daniel Guérin)

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Ho visto, con i miei occhi, il fascismo [1] è un articolo di Daniel Guérin, scrittore e comunista libertario francese, estratto da La Peste Brune [2] del 1932.

Ho visto, con i miei occhi, il fascismo

Al termine di quest'inchiesta e di questo viaggio, dirò solamente quello di cui sono certo. Ho visto la peste nera passare per di là. Ho visto quello che ha fatto di un grande paese civilizzato. La mia testimonianza è esente da ogni sciovinismo. Non mi sentirete mai dire, come si è invece si è mormorato perfino tra le nostra fila socialiste, qui in Francia: Tutto questo è arrivato... perché questi sono i tedeschi.

Io non dirò, come il leader social-democratico Wels, che la classe operaia tedesca non si è mostrata all'altezza... se i suoi leaders l'hanno tradita, non è la volontà di lottare che le è mancata, che le manca ancora.

Ho visto, con i miei occhi, il fascismo. So oggi quello che è. Io penso quello che noi dovremmo fare, prima che sia troppo tardi, un esame di coscienza. Dopo 10 anni, non abbiamo prestato sufficiente attenzione al fenomeno. César de Carnaval [3], scherzava Paul-Boncour [4]. No, il fascismo non è una pagliacciata. Il fascismo è un sistema, un'ideologia, una scappatoia. Il fascismo non risolve certo niente, ma resiste. È la risposta della borghesia alle mancanze operaie, un tentativo di uscire dal caos, per realizzare, senza troppo compromettere i privilegi della borghesia, una nuova gestione dell'economia. Un surrogato del socialismo. Ho appreso in Germania che, per sconfiggere il fascismo, bisognerà opporgli un esempio vivente, un ideale concreto... Ah sì, l'URSS ridivenuta Repubblica dei Soviet, potrebbe, come prima del 1917, essere un polo d'attrazione irresistibile. Ho appreso che, se la classe operaia non si decide, il fascismo si diffonderà nel mondo. Attenderete voi che piovano manganellate? Il fascismo è essenzialmente offensivo: se ci lasciamo prevaricare, se noi restiamo sulla difensiva, ci annienterà. Usa un nuovo linguaggio, demagogico e rivoluzionario: se ci rassegniamo, senza reagire con i fatti, i vecchi cliché utilizzati sono oggi obsoleti, se non penetriamo al fondo della sua temibile dottrina, se non ci apprestiamo a rispondere, subiremmo la stessa sorte degli italiani e dei tedeschi.

Infine, il fascismo è essenzialmente un movimento giovanile. Se noi non sapremmo attirare a noi i giovani, soddisfare i loro bisogni d'azione e di ideali, rischiamo di farceli scappare e ugualmente di ritorcersi contro di noi. Se noi non ripuliamo la nostra azione dalla più piccola vestigia del nazionalismo, seguiremmo, anche noi, senza volerlo, il solco del sistema nazional socialista. Chissà, questo solco potrebbe essere, da noi, di già in fase di scavo.

Note

  1. Il libro fu il risultato del viaggio compiuto da Guerin in Germania nel 1932
  2. Con il termine Peste Brune si indicava il soprannome affibiato durante la Seconda guerra mondiale al nazismo, per analogia al colore delle loro camicie. Questo soprannome qualificava il nazismo, e il fascismo in genere, come una malattia politica, contagiosa ed infettiva molto pericolosa.
  3. Paul-Boncour definiva in questo modo, ironicamente, Mussolini.
  4. Politico e Primo Ministro francese dal 18 dicembre 1932 al 31 gennaio 1933.


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