Michail Bakunin: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 49: Riga 49:
nel gennaio [[1864]] Bakunin raggiunse Genova, città in cui incontrò Bertani; a Caprera fece visita a [[Giuseppe Garibaldi]] ([[19 gennaio]] [[1864]]); in seguito giunse a Firenze, incontrò un gruppo di giovani socialisti e mazziniani tra cui Dolfi, Mazzoni, Granelli, Berti-Calura e De Gubernatis.  
nel gennaio [[1864]] Bakunin raggiunse Genova, città in cui incontrò Bertani; a Caprera fece visita a [[Giuseppe Garibaldi]] ([[19 gennaio]] [[1864]]); in seguito giunse a Firenze, incontrò un gruppo di giovani socialisti e mazziniani tra cui Dolfi, Mazzoni, Granelli, Berti-Calura e De Gubernatis.  


A questo punto Bakunin cominciò a lavorare alacramente per preparare la nascita della [[Prima Internazionale]], che il [[28 settembre]] [[1864]] svolse a Londra il suo congresso fondativo: nasce la "Prima Internazionale socialista dei Lavoratori”. All'Internazionale aderirono inizialmente tutte le correnti della Sinistra europea, da [[Karl Marx]] agli anarchici e fino a [[Giuseppe Mazzini]] ([[1805]]-[[1872]]). L'Associazione diventò fuorilegge, dal [[1871]], in [[Francia]], [[Spagna]], [[Germania]], [[Austria]]-[[Ungheria]] e [[Danimarca]], ma si sviluppò, nonostante la repressione, in [[Spagna]], [[Italia]], [[Belgio]]. All'interno dell'Internazionale, i contrasti principali si ebbero tra [[anarchismo e marxismo|marxisti ed anarchici]] riguardo alla funzione dello Stato prima, durante e dopo la [[rivoluzione sociale]] (Bakunin, contrariamente a [[Marx]], asupicava ovviamente la sua immediata abolizione).
A questo punto Bakunin cominciò a lavorare alacramente per preparare la nascita della [[Prima Internazionale]], che il [[28 settembre]] [[1864]] svolse a Londra il suo congresso fondativo: nasce la "Prima Internazionale socialista dei Lavoratori”. All'Internazionale aderirono inizialmente tutte le correnti della Sinistra europea, da [[Karl Marx]] agli anarchici e fino a [[Giuseppe Mazzini]] ([[1805]]-[[1872]]). L'Associazione diventò fuorilegge, dal [[1871]], in [[Francia]], [[Spagna]], [[Germania]], [[Austria]]-[[Ungheria]] e [[Danimarca]], ma si sviluppò, nonostante la repressione, in [[Spagna]], [[Italia]], [[Belgio]]. All'interno dell'Internazionale, i contrasti principali si ebbero tra [[anarchismo e marxismo|marxisti ed anarchici]] riguardo alla funzione dello [[Stato]] prima, durante e dopo la [[rivoluzione sociale]] (Bakunin, contrariamente a [[Marx]], asupicava ovviamente la sua immediata abolizione).
[[File:AIT.jpg|thumb|left|Simbolo adottato dalla [[Prima Internazionale]]]]
[[File:AIT.jpg|thumb|left|Simbolo adottato dalla [[Prima Internazionale]]]]
Negli ultimi mesi dell'anno Bakunin intraprese un nuovo viaggio in [[Italia]] con l'intento di diffondere i principi [[AIT|internazionalisti]] e promuovere la nascita di un organizzazione internazionalista. Nascerà così l'effimera "[[Fratellanza Internazionale]]". In sintesi ecco i momenti più importanti del soggiorno italiano:
Negli ultimi mesi dell'anno Bakunin intraprese un nuovo viaggio in [[Italia]] con l'intento di diffondere i principi [[AIT|internazionalisti]] e promuovere la nascita di un organizzazione internazionalista. Nascerà così l'effimera "[[Fratellanza Internazionale]]". In sintesi ecco i momenti più importanti del soggiorno italiano:
Riga 80: Riga 80:
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società. La libertà, come entità infinita, per espletarsi abbisogna della società: l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà, dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società è il nido della libertà e fuori di essa nulla è possibile. Libertà come costitutivo della società, libertà come cifra della civiltà, libertà come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà, la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità, in favore della libertà, non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  
Ribellarsi contro questi “valori” imposti dalla società significa ribellarsi contro se stesso, in quanto ogni individuo non è altro che il prodotto della società. La libertà, come entità infinita, per espletarsi abbisogna della società: l'uomo, infatti, nella misura in cui è interiormente infinito, immortale e libero, è altresì esteriormente limitato, mortale, debole e dipendente dal mondo circostante. Il riconoscimento della libertà, dunque, avviene nell'organizzazione sociale degli uomini: di più, la società è il nido della libertà e fuori di essa nulla è possibile. Libertà come costitutivo della società, libertà come cifra della civiltà, libertà come bisogno insopprimibile. E, al raggiungimento della libertà, la rivolta contro il dominio è un fatto necessitante. L'organizzazione di questa rivolta individuale contro il principio di autorità, in favore della libertà, non è altro che la rivoluzione, cuore e stigma del pensiero dell'anarchico russo.  


La [[libertà]] è però irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto ([[uguaglianza]] sociale, politica, ma soprattutto economica). Il fenomeno che spinge gli uomini all'ineguaglianza e alla schiavitù è il '''principio di autorità''', esemplificato nella modernità da soggetti astratti che però si fanno concreti socialmente, schiacciando la libertà: '''Dio''' e la [[religione]], lo [[Stato]] e il [[capitale (economia)|Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si giungerebbe all'[[anarchia|Anarchia]].
La [[libertà]] è però irrealizzabile senza l'uguaglianza di fatto ([[uguaglianza]] sociale, politica, ma soprattutto economica). Il fenomeno che spinge gli uomini all'ineguaglianza e alla schiavitù è il '''principio di autorità''', esemplificato nella modernità da soggetti astratti che però si fanno concreti socialmente, schiacciando la libertà: '''Dio''' e la [[religione]], lo [[Stato]] e il [[Capitale]]. Abbattuti questi, grazie a una rivoluzione strettamente popolare, si giungerebbe all'[[anarchia|Anarchia]].


=== Dio e la religione ===
=== Dio e la religione ===
[[File:Arvon 1.jpg|thumb|220 px|Copertina libro di [[Herni Arvon]] su Bakunin]]
[[File:Arvon 1.jpg|thumb|220 px|Copertina libro di [[Herni Arvon]] su Bakunin]]
: «La religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l'annientamento dell'umanità a profitto della divinità”, quindi “se Dio esiste, l'uomo è uno schiavo. Ora l'uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste». (Bakunin in "''[[Dio e lo Stato]]''")
: «La religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l'annientamento dell'umanità a profitto della divinità”, quindi “se Dio esiste, l'uomo è uno schiavo. Ora l'uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste». (Bakunin in "''[[Dio e lo Stato]]''")


:«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un'obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà degli uomini sarà completa solo quando avrà distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
:«È evidente che finché avremo un padrone in cielo, non potremo essere liberi in terra. Finché saremo convinti di dovere a Dio un'obbedienza assoluta, e davanti a Dio non è possibile altro tipo di obbedienza, dovremo sottometterci in modo passivo e senza la minima critica alla sacra autorità dei suoi intermediari e dei suoi eletti [...] Dio, o piuttosto la finzione di Dio, è dunque la consacrazione e la causa intellettuale e morale di ogni schiavitù sulla terra; e la libertà degli uomini sarà completa solo quando avrà distrutto la nefasta finzione di un padrone celeste». (Bakunin in ''[[Dio e lo Stato]]'')
Riga 90: Riga 90:
Bakunin ritiene che ammettere l'esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà]] all'uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà]], ha legittimato la propria [[autorità]] coll'approvazione divina.  
Bakunin ritiene che ammettere l'esistenza di ''Dio'' significa abdicare alla ragione e alla giustizia. '''Dio''' priva la [[libertà]] all'uomo non solo nel pensiero, ma anche nella vita concreta e reale: obbedire a '''Dio''' significa obbedire ai suoi rappresentanti in terra ([[Stato]], Chiesa, preti, vescovi, re, capi di stato ecc.). Infatti ogni tiranno, ogni peggior nemico della [[libertà]], ha legittimato la propria [[autorità]] coll'approvazione divina.  


:«Poiché Dio è tutto, il mondo reale e l'uomo sono nulla. Poiché Dio è la verità, la giustizia, il bene, il bello, la potenza e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità, il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte. Poiché Dio è il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé la giustizia, la verità e la vita eterna, l'uomo non può che arrivarvi per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, messia, profeti, preti e legislatori, ispirati da Dio stesso; e questi, una volta riconosciuti come rappresentanti di Dio sulla terra, come i santi istitutori dell'umanità eletti da Dio per dirigerla verso la via della salvezza, debbono necessariamente esercitare un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la Ragione divina non c'è ragione umana e contro la Giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della [[Chiesa]] e dello Stato, in quanto quest'ultimo è consacrato dalla [[Chiesa]]. [...] l'idea di Dio [...] è la negazione più decisa della libertà umana e comporta necessariamente la servitù degli uomini, tanto in teoria quanto in pratica.»  (da "''[[Dio e lo Stato]]''")
:«Poiché Dio è tutto, il mondo reale e l'uomo sono nulla. Poiché Dio è la verità, la giustizia, il bene, il bello, la potenza e la vita, l'uomo è la menzogna, l'iniquità, il male, la bruttezza, l'impotenza e la morte. Poiché Dio è il padrone, l'uomo è lo schiavo. Incapace di trovare da sé la giustizia, la verità e la vita eterna, l'uomo non può che arrivarvi per mezzo d'una rivelazione divina. Ma chi dice rivelazione, dice rivelatori, messia, profeti, preti e legislatori, ispirati da Dio stesso; e questi, una volta riconosciuti come rappresentanti di Dio sulla terra, come i santi istitutori dell'umanità eletti da Dio per dirigerla verso la via della salvezza, debbono necessariamente esercitare un potere assoluto. Tutti gli uomini devono loro un'obbedienza passiva e illimitata; perché contro la Ragione divina non c'è ragione umana e contro la Giustizia di Dio non vi è giustizia terrestre che tenga. Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della [[Chiesa]] e dello [[Stato]], in quanto quest'ultimo è consacrato dalla [[Chiesa]]. [...] l'idea di Dio [...] è la negazione più decisa della libertà umana e comporta necessariamente la servitù degli uomini, tanto in teoria quanto in pratica.»  (da "''[[Dio e lo Stato]]''")
L'ateo è comunque solo parzialmente libero; lo è solo spiritualmente. Per completare il proprio percorso deve trovare nella società la completa [[libertà]] sociale e individuale.
L'ateo è comunque solo parzialmente libero; lo è solo spiritualmente. Per completare il proprio percorso deve trovare nella società la completa [[libertà]] sociale e individuale.


=== Lo Stato e il Capitale ===
=== Lo Stato e il Capitale ===


La dottrina dello [[Stato]] di Bakunin è ciò che differenzia, fin dalla loro formazione, le due correnti del [[socialismo]] ottocentesco e novecentesco. Lo [[Stato]], per definizione di ambedue le fazioni, rappresenta quell'insieme di organi polizieschi, militari, finanziari ed ecclesiastici che permettono alla classe dominante (nel caso specifico, la [[borghesia|borghesia]]) di rimanere in possesso dei suoi privilegi. Lo Stato è l'ostentazione della forza, l'amore per la soverchieria, la depredazione di pochi a spese dei molti. L'unico modo per emanciparsi, dice Bakunin, è la distruzione '''immediata''' del potere statale e di ogni sua possibile ricreazione.
La dottrina dello [[Stato]] di Bakunin è ciò che differenzia, fin dalla loro formazione, le due correnti del [[socialismo]] ottocentesco e novecentesco. Lo [[Stato]], per definizione di ambedue le fazioni, rappresenta quell'insieme di organi polizieschi, militari, finanziari ed ecclesiastici che permettono alla classe dominante (nel caso specifico, la [[borghesia|borghesia]]) di rimanere in possesso dei suoi privilegi. Lo [[Stato]] è l'ostentazione della forza, l'amore per la soverchieria, la depredazione di pochi a spese dei molti. L'unico modo per emanciparsi, dice Bakunin, è la distruzione '''immediata''' del potere statale e di ogni sua possibile ricreazione.
La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà, e chiunque sia investito di un'autorità, si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società.
La questione problematica si presenta però nell'utilizzo dello [[Stato]] durante il periodo rivoluzionario. Per i [[Karl Marx|marxisti]], infatti, si sarebbe dovuta presentare una situazione in cui lo [[Stato]] sarebbe stato arma in mano al proletariato per eliminare la controrivoluzione. Solo allora, con la dissoluzione dell'apparato statale si sarebbe passati all'assenza di classi. La posizione di Bakunin (e, con lui, di tutti gli [[anarchici|anarchici]]) è che lo [[Stato]], strumento prettamente in mano alla borghesia, non può essere usato che contro il proletariato: dato che l'intera classe sfruttata non può amministrare l'infrastruttura statale, ci vorrà una classe burocratica che lo amministri. Bakunin temeva l'inevitabile formazione di una "burocrazia rossa", padrona dello [[Stato]] e nuova dominatrice. L'[[eguaglianza|ugualianza]] e quindi la [[libertà]], secondo il pensatore Russo, non possono esistere nella società marxista. Lo [[Stato]] va quindi abbattuto in fase rivoluzionaria, poiché, finché qualcuno detiene il potere, non lo cederà, e chiunque sia investito di un'autorità, si trasforma inevitabilmente in un oppressore e in uno sfruttatore della società.


:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura [del proletariato, NdA] è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')
:«I marxisti non si rendono conto di questa contraddizione [...] Dicono che questo gioco dello Stato, questa dittatura [del proletariato, NdA] è una misura transitoria necessaria per poter raggiungere l'emancipazione totale del popolo; l'anarchia o la libertà sono il fine, lo Stato e la dittatura sono il mezzo. E così, per emancipare le masse popolari, si dovrà prima di tutto soggiogarle. [...] Che bella la liberazione!» (da ''[[Stato e Anarchia]]'')


Se lo Stato è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il Capitale ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de «[[Il Capitale]]» fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del Capitale, è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società umana|società]] come basilare per l'analisi della stessa).
Se lo [[Stato]] è l'aspetto politico dello sfruttamento della borghesia, il [[Capitale]] ne è quello economico. Qui le differenze del [[marxismo]] sono inesistenti (basti pensare che il primo libro de «[[Il Capitale]]» fu tradotto in Russo proprio da Bakunin). La differenza tra la concezione marxiana e quella bakuniana del [[Capitale]], è che per Bakunin questo non è elemento fondante dello sfruttamento, ma solo una sua determinazione storica transitoria. Anche se non esplicitato, nella sua opera non viene fatto riferimento alcuno alla [[materialismo storico|concezione materialistica della storia]] (che prevede l'aspetto [[economia|economico]] della [[Società umana|società]] come basilare per l'analisi della stessa).


=== La rivoluzione ===
=== La rivoluzione ===
Riga 115: Riga 115:
=== La questione dell'organizzazione anarchica ===
=== La questione dell'organizzazione anarchica ===


Michail Bakunin concepisce una struttura organizzativa alquanto rigida fondata sulla separazione dell'[[organizzazione di massa|attività sindacale]] da quella [[organizzazione specifica|politica]]. Per l'anarchico russo l'[[organizzazione di massa]] (sindacato) non doveva reclutare militanti, ma raggruppare tutti gli sfruttati senza altra condizione. Nella sua idea questo compito sarebbe dovuto spettare all'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]; l'[[organizzazione specifica|organizzazione specifica (organizzazione politica)]] invece doveva essere separata dal sindacato e lavorare all'interno delle masse per guidarle nello scontro con [[Stato]] e Capitale. Questa è la funzione che avrebbe dovuto assumere invece l'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]].
Michail Bakunin concepisce una struttura organizzativa alquanto rigida fondata sulla separazione dell'[[organizzazione di massa|attività sindacale]] da quella [[organizzazione specifica|politica]]. Per l'anarchico russo l'[[organizzazione di massa]] (sindacato) non doveva reclutare militanti, ma raggruppare tutti gli sfruttati senza altra condizione. Nella sua idea questo compito sarebbe dovuto spettare all'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]; l'[[organizzazione specifica|organizzazione specifica (organizzazione politica)]] invece doveva essere separata dal sindacato e lavorare all'interno delle masse per guidarle nello scontro con [[Stato]] e [[Capitale]]. Questa è la funzione che avrebbe dovuto assumere invece l'[[Alleanza Internazionale dei Socialisti Democratici]].


È questo il principio fatto proprio dai [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] con il nome [[dualismo organizzativo]].
È questo il principio fatto proprio dai [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]] della [[Federazione dei Comunisti Anarchici|FdCA]] con il nome [[dualismo organizzativo]].
Riga 122: Riga 122:
{{vedi|Stato e anarchia}}
{{vedi|Stato e anarchia}}
"Stato e anarchia" (''Gosudarstvennost' i Anarchija''), scritto nel [[1873]], pubblicato anonimamente in russo a Zurigo, distribuito clandestinamente in [[Russia]] è il punto di svolta per la comprensione dell'[[Anarchismo]].
"Stato e anarchia" (''Gosudarstvennost' i Anarchija''), scritto nel [[1873]], pubblicato anonimamente in russo a Zurigo, distribuito clandestinamente in [[Russia]] è il punto di svolta per la comprensione dell'[[Anarchismo]].
Bakunin fa un'accurata analisi storica, invettiva e critica contro il [[marxismo]], l'[[imperialismo]], lo statalismo e il [[capitale]] oltre ad una descrizione accurata di una teoria politica. Unica opera completa di Bakunin.
Bakunin fa un'accurata analisi storica, invettiva e critica contro il [[marxismo]], l'[[imperialismo]], lo [[statalismo]] e il [[capitalismo]] oltre ad una descrizione accurata di una teoria politica. Unica opera completa di Bakunin.


==Polemiche==
==Polemiche==
64 364

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione