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Inizialmente le pattuglie di controllo svolsero veri e propri compiti di [[polizia]], come per esempio a Barcellona, dove cercavano di mantenere l'ordine rivoluzionario durante la caotica, ma vincente, insurrezione popolare contro il golpe di [[Franco]]. Si voleva impedire che, approfittando della situazione, criminali comuni e provocatori creassero il panico tra la popolazione ed impedissero, più o meno consapevolmente, la normalizzazione rivoluzionaria.  
Inizialmente le pattuglie di controllo svolsero veri e propri compiti di [[polizia]], come per esempio a Barcellona, dove cercavano di mantenere l'ordine rivoluzionario durante la caotica, ma vincente, insurrezione popolare contro il golpe di [[Franco]]. Si voleva impedire che, approfittando della situazione, criminali comuni e provocatori creassero il panico tra la popolazione ed impedissero, più o meno consapevolmente, la normalizzazione rivoluzionaria.  


In seguito, soprattutto le pattuglie in mano agli anarchici, agirono repressivamente contro i potenziali nemici della [[rivoluzione]]: clero, militari, simpatizzanti franchisti, capitalistiecc. Secondo le accuse loro mosse, questo avveniva senza alcun rispetto della legalità e con modalità alquanto arbitrarie, ed ecco perché nel tempo le pressioni governative e del [[PSUC]] furono sempre più pressanti e finalizzate a chiedere il loro scioglimento e il ripristino dei precedenti corpi di [[polizia]]. In particolare furono gli anarchici ad esser accusati di eccessi, ma altrettanto spesso queste accuse venivano mosse dagli stalinisti, ovvero da quelli che nel fronte repubblicano erano i più acerrimi nemici del [[movimento anarchico]] ed avevano tutto l'interesse per diffamarli.
In seguito, soprattutto le pattuglie in mano agli anarchici, agirono repressivamente contro i potenziali nemici della [[rivoluzione]]: clero, militari, simpatizzanti franchisti, capitalisti ecc. Secondo le accuse loro mosse, questo avveniva senza alcun rispetto della legalità e con modalità alquanto arbitrarie, ed ecco perché nel tempo le pressioni governative e del [[PSUC]] furono sempre più pressanti e finalizzate a chiedere il loro scioglimento e il ripristino dei precedenti corpi di [[polizia]]. In particolare furono gli anarchici ad esser accusati di eccessi, ma altrettanto spesso queste accuse venivano mosse dagli stalinisti, ovvero da quelli che nel fronte repubblicano erano i più acerrimi nemici del [[movimento anarchico]] ed avevano tutto l'interesse per diffamarli.


Il [[24 ottobre]] [[1936]], il [[Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste]] approvò un decreto in base al quale le pattuglie dovevano avere un ufficiale di collegamento con la Questura. Fu l'anarchico [[José Asens]] ad assumere questo compito. Da quel momento ogni arresto doveva essere documentato ed approvato da lui stesso o dal suo segretario Gutierrez. [[Gonzalez Salvador]], rappresentante dell'[[UGT]] nel Comitato, fu incaricato di ispezionare le attività di tutte le sezioni delle pattuglie.  
Il [[24 ottobre]] [[1936]], il [[Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste]] approvò un decreto in base al quale le pattuglie dovevano avere un ufficiale di collegamento con la Questura. Fu l'anarchico [[José Asens]] ad assumere questo compito. Da quel momento ogni arresto doveva essere documentato ed approvato da lui stesso o dal suo segretario Gutierrez. [[Gonzalez Salvador]], rappresentante dell'[[UGT]] nel Comitato, fu incaricato di ispezionare le attività di tutte le sezioni delle pattuglie.  
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