Colonna Durruti: differenze tra le versioni

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La Durruti fu un esemplificazione dei metodi di combattimento adoperati dalle colonne anarchiche e/o della [[CNT]]: di città  in città  e di villaggio in villaggio la colonna si ingrossò grazie a nuovi reclutamenti fatti soprattutto tra i contadini e gli operai, arrivando così ad un numero di miliziani forse superiore a 5000, anche se le stime precise del numero dei miliziani delle colonne anarchiche fu sempre difficilmente determinabile.   
La Durruti fu un esemplificazione dei metodi di combattimento adoperati dalle colonne anarchiche e/o della [[CNT]]: di città  in città  e di villaggio in villaggio la colonna si ingrossò grazie a nuovi reclutamenti fatti soprattutto tra i contadini e gli operai, arrivando così ad un numero di miliziani forse superiore a 5000, anche se le stime precise del numero dei miliziani delle colonne anarchiche fu sempre difficilmente determinabile.   


Vittoria dopo vittoria nei paesi attraversati dalla Colonna Durruti, i miliziani compresero che non bisognava soltanto sconfiggere i [[Francisco Franco|franchisti]] ma anche porre le basi per la [[rivoluzione sociale]], per questo invitarono i contadini ad impossessarsi delle terre e a ridistribuirle egualitariamente. Da parte loro i contadini fornirono appoggio di sussistenza e logistico ai combattenti della colonna <ref name="ken">Tale tematica è ben illustrata nel film [[Tierra y Libertad (film)|Terrà  e Libertà ]] di [[Ken Loach]]</ref>. Non di rado i miliziani della "Durruti" dovettero convincere i contadini a non unirsi a loro ma a restare nelle loro terre per mettere in atto la collettivizzazione agricola. La Durruti quindi agì non solo militarmente ma anche politicamente e socialmente, contrariamente agli stalinisti che invece ostacolarono questi progetti, ritenendo che si dovesse pensare esclusivamente alla lotta militare.  
Vittoria dopo vittoria nei paesi attraversati dalla Colonna Durruti, i miliziani compresero che non bisognava soltanto sconfiggere i [[Francisco Franco|franchisti]] ma anche porre le basi per la [[rivoluzione sociale]], per questo invitarono i contadini ad impossessarsi delle terre e a ridistribuirle egualitariamente. Da parte loro i contadini fornirono appoggio di sussistenza e logistico ai combattenti della colonna <ref name="ken">Tale tematica è ben illustrata nel film [[Tierra y Libertad (film)|Terrà  e Libertà]] di [[Ken Loach]]</ref>. Non di rado i miliziani della "Durruti" dovettero convincere i contadini a non unirsi a loro ma a restare nelle loro terre per mettere in atto la collettivizzazione agricola. La Durruti quindi agì non solo militarmente ma anche politicamente e socialmente, contrariamente agli stalinisti che invece ostacolarono questi progetti, ritenendo che si dovesse pensare esclusivamente alla lotta militare.  


: «La mia gente ha tutto ciò di cui ha bisogno, e quando viene il momento è meravigliosa. Con ciò non voglio dire che la milizia si sia trasformata in una pura macchina da guerra. No. Sanno perfettamente perché e per che cosa combattono. Si sentono rivoluzionari. Ciò che li induce alla lotta non sono vuote parole né leggi che promettano questo o quello. Per loro si tratta della conquista del paese, delle fabbriche, dei mezzi di trasporto, del pane e di una nuova cultura. Sanno che il loro futuro dipende dalla nostra vittoria. Noi facciamo la guerra e, nello stesso tempo, facciamo la rivoluzione. Questo è ciò che, secondo la mia opinione, le circostanze esigono da noi. Le norme rivoluzionarie, che riguardano tutto il popolo, non vengono adottate soltanto nelle retrovie, per Barcellona, valgono anche in primissima linea. In ogni villaggio che conquistiamo viene rivoluzionata, immediatamente, la vita quotidiana.» ([[Buenaventura Durruti]] <ref>Hans Magnus Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 234</ref>)
: «La mia gente ha tutto ciò di cui ha bisogno, e quando viene il momento è meravigliosa. Con ciò non voglio dire che la milizia si sia trasformata in una pura macchina da guerra. No. Sanno perfettamente perché e per che cosa combattono. Si sentono rivoluzionari. Ciò che li induce alla lotta non sono vuote parole né leggi che promettano questo o quello. Per loro si tratta della conquista del paese, delle fabbriche, dei mezzi di trasporto, del pane e di una nuova cultura. Sanno che il loro futuro dipende dalla nostra vittoria. Noi facciamo la guerra e, nello stesso tempo, facciamo la rivoluzione. Questo è ciò che, secondo la mia opinione, le circostanze esigono da noi. Le norme rivoluzionarie, che riguardano tutto il popolo, non vengono adottate soltanto nelle retrovie, per Barcellona, valgono anche in primissima linea. In ogni villaggio che conquistiamo viene rivoluzionata, immediatamente, la vita quotidiana.» ([[Buenaventura Durruti]] <ref>Hans Magnus Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 234</ref>)


Il problema più rilevante fu la mancanza di armi, nonostante gli operai di Barcellona si fossero dati da fare per produrre con metodi artigianali munizioni ed armamenti. Si sopperiva a tale carenza, almeno in parte, con l'uso dell'esplosivo largamente impiegato dai minatori, soprattutto nelle [[Asturie]] <ref name="orwell">[[George Orwell]], miliziano di una Colonna del [[POUM]] sul fronte aragonese descrisse con cruda realtà  il problema della cronica mancanza di approvvigionamento di armi, mentre [[Ken Loach]], nel suo film, ascrive questa mancanza di materiale bellico al contrasto fra formazioni libertarie e comuniste non filomoscovite con quelle staliniste all'interno del fronte antifascista.</ref>. Non a caso dopo ''[[La Retirada]]'' le [[autorità ]] francesi, consce che molti militanti [[antifascismo|antifascisti]] rifugiatisi in [[Francia]] erano addestrati all'utilizzo di esplosivi, provvidero a rinchiuderli in campi di massima sicurezza.
Il problema più rilevante fu la mancanza di armi, nonostante gli operai di Barcellona si fossero dati da fare per produrre con metodi artigianali munizioni ed armamenti. Si sopperiva a tale carenza, almeno in parte, con l'uso dell'esplosivo largamente impiegato dai minatori, soprattutto nelle [[Asturie]] <ref name="orwell">[[George Orwell]], miliziano di una Colonna del [[POUM]] sul fronte aragonese descrisse con cruda realtà  il problema della cronica mancanza di approvvigionamento di armi, mentre [[Ken Loach]], nel suo film, ascrive questa mancanza di materiale bellico al contrasto fra formazioni libertarie e comuniste non filomoscovite con quelle staliniste all'interno del fronte antifascista.</ref>. Non a caso dopo ''[[La Retirada]]'' le [[autorità]] francesi, consce che molti militanti [[antifascismo|antifascisti]] rifugiatisi in [[Francia]] erano addestrati all'utilizzo di esplosivi, provvidero a rinchiuderli in campi di massima sicurezza.


Durante l'autunno del [[1936]] fu chiesto a [[Buenaventura Durruti]] di spostarsi dal fronte di Aragona per andare a combattere a Madrid, dove i franchisti con l'appoggio dell'aviazione tedesca e italiana avevano sferrato un massiccio attacco per prendere la città. Nel contempo si passò alla militarizzazione delle Colonne, in senso centralizzato, con disciplina militare ordinaria. Tale processo di "normalizzazione" portò allo smembramento di una di quelle più note, la Colonna Italiana, in cui combatteva [[Carlo Rosselli]]. Per quanto [[Buenaventura Durruti]] e le truppe videro con ostilità  la [[Comitato_Centrale_delle_Milizie_Antifasciste#La_militarizzazione|militarizzazione]] della Colonna, alla fine essa divenne la 26° Divisione del nuovo esercito repubblicano. Circa 15 giorni dopo Durruti morì a causa di una ferita alla schiena prodotta da una scheggia durante la difesa di Madrid. Seguendo i suoi dettami, dopo la sua morte la Colonna né si scompaginò né ridusse la portata del suo intervento politico-militare. A guerra oramai persa, nella drammatica ''[[La Retirada|Retirada]]'' del [[1939]], la '''Durruti''' fu l'ultima formazione [[antifascismo|antifascista]] che abbandonò la Catalogna, proteggendo così la fuga verso la [[Francia]] dei miliziani e dei civili [[antifascismo|antifascisti]].
Durante l'autunno del [[1936]] fu chiesto a [[Buenaventura Durruti]] di spostarsi dal fronte di Aragona per andare a combattere a Madrid, dove i franchisti con l'appoggio dell'aviazione tedesca e italiana avevano sferrato un massiccio attacco per prendere la città. Nel contempo si passò alla militarizzazione delle Colonne, in senso centralizzato, con disciplina militare ordinaria. Tale processo di "normalizzazione" portò allo smembramento di una di quelle più note, la Colonna Italiana, in cui combatteva [[Carlo Rosselli]]. Per quanto [[Buenaventura Durruti]] e le truppe videro con ostilità  la [[Comitato_Centrale_delle_Milizie_Antifasciste#La_militarizzazione|militarizzazione]] della Colonna, alla fine essa divenne la 26° Divisione del nuovo esercito repubblicano. Circa 15 giorni dopo Durruti morì a causa di una ferita alla schiena prodotta da una scheggia durante la difesa di Madrid. Seguendo i suoi dettami, dopo la sua morte la Colonna né si scompaginò né ridusse la portata del suo intervento politico-militare. A guerra oramai persa, nella drammatica ''[[La Retirada|Retirada]]'' del [[1939]], la '''Durruti''' fu l'ultima formazione [[antifascismo|antifascista]] che abbandonò la Catalogna, proteggendo così la fuga verso la [[Francia]] dei miliziani e dei civili [[antifascismo|antifascisti]].
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[[File:Georgette Kokocsinski.jpg|thumb|left|175 px|[[Georgette Kokoczinski]]]]
[[File:Georgette Kokocsinski.jpg|thumb|left|175 px|[[Georgette Kokoczinski]]]]
[[File:Simone Weil.gif|thumb|160 px|[[Simone Weil]]]]
[[File:Simone Weil.gif|thumb|160 px|[[Simone Weil]]]]
Per quanto riguarda i militanti della Colonna Durruti, va ricordata una figura femminile di gran carisma come [[Simone Weil]]. La breve esperienza della Weil nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|guerra di Spagna]], che abbandonerà  dopo un banale incidente (mise un piede in una pentola d'acqua bollente), nasce dalla sua vicinanza alle idee anarchiche, soprattutto per la considerazione che l'[[anarchia]] ha della [[libertà ]] individuale, quasi del tutto estranea al [[marxismo]]. Diviene pertanto comprensibile la scelta della Weil di arruolarsi nella Colonna Durruti. Altre donne si arruolarono nella Colonna, molte delle quali furono addette all'infermeria e\o alla mensa, come  
Per quanto riguarda i militanti della Colonna Durruti, va ricordata una figura femminile di gran carisma come [[Simone Weil]]. La breve esperienza della Weil nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|guerra di Spagna]], che abbandonerà  dopo un banale incidente (mise un piede in una pentola d'acqua bollente), nasce dalla sua vicinanza alle idee anarchiche, soprattutto per la considerazione che l'[[anarchia]] ha della [[libertà]] individuale, quasi del tutto estranea al [[marxismo]]. Diviene pertanto comprensibile la scelta della Weil di arruolarsi nella Colonna Durruti. Altre donne si arruolarono nella Colonna, molte delle quali furono addette all'infermeria e\o alla mensa, come  
[[Augusta Marx]], [[Georgette Kokoczinski]] e [[Madeleine Gierth]] <ref>Kokoczinski e Marx morirono durante la battaglia di Perdiguera (Saragozza) iniziata il [[16 ottobre|16]]-[[17 ottobre]] [[1936]]</ref>.  
[[Augusta Marx]], [[Georgette Kokoczinski]] e [[Madeleine Gierth]] <ref>Kokoczinski e Marx morirono durante la battaglia di Perdiguera (Saragozza) iniziata il [[16 ottobre|16]]-[[17 ottobre]] [[1936]]</ref>.  


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