Severino Di Giovanni: differenze tra le versioni

Riga 35: Riga 35:
[[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|300px|Severino Di Giovanni in un momento processuale]]
[[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|300px|Severino Di Giovanni in un momento processuale]]
Diviso tra teoria e pratica, Di Giovanni compie [[azione diretta|azioni dirette]], anche perché la necessità di reperire fondi per poter condurre una vita votata alla clandestinità ed alla guerriglia urbana, spinge il gruppo de ''[[Il Culmine]]'' alle rapine di banche, portavalori, gioiellerie e grandi aziende.
Diviso tra teoria e pratica, Di Giovanni compie [[azione diretta|azioni dirette]], anche perché la necessità di reperire fondi per poter condurre una vita votata alla clandestinità ed alla guerriglia urbana, spinge il gruppo de ''[[Il Culmine]]'' alle rapine di banche, portavalori, gioiellerie e grandi aziende.
Il [[16 maggio]] [[1926]], alle 23, una potente bomba sgretola la porta dell'Ambasciata americana, senza, per fortuna, provocare vittime, ma solo danni a tutti gli edifici vicini, compreso un negozio, che si trova di fronte.
Il [[22 luglio]] del [[1927]] vengono messi a segno altri due attentati: il primo al monumento a Washington e l'altro alla sede di una concessionaria Ford. Due settimane dopo, l'[[8 agosto]], vengono colpiti il palazzo del Tribunale e la stazione Vólez Sarsfield. La settimana successiva, il [[16 agosto]], è la volta della casa del commissario di polizia Eduardo Santiago, nel quartiere di Almagro.


Il [[29 ottobre]] [[1929]] viene ucciso [[Emilio López Arango]], direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]», <ref>López Arango aveva criticato l'apologia della violenza e del furto, sostenendo che Di Giovanni era soltanto un bandito, un «agente della polizia e del fascismo». Anche [[Luigi Fabbri]] fu oggetto di minacce, dopo aver scritto su «Pagina italiana» un articolo pieno di dolore e d'indignazione, paragonando il fatto ad altri simili avvenuti in Italia ad opera dello squadrismo fascista.</ref> e ciò provoca l'isolamento del suo gruppo rispetto al movimento anarchico argentino. Il gruppo di Severino - dove militavano anche i due fratelli di [[América Josefina Scarfò|América]], [[Paulino Scarfò|Paulino]] e [[Alejandro Scarfò|Alejandro]] Scarfò - continua a rapinare banche e a colpire i simboli del [[Fascismo|fascismo]] italiano, anche se i suoi compagni cadono ad uno ad uno ([[Alejandro Scarfò]] fu arrestato e rinchiuso nel manicomio criminale di Vieytes).  
Il [[29 ottobre]] [[1929]] viene ucciso [[Emilio López Arango]], direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]», <ref>López Arango aveva criticato l'apologia della violenza e del furto, sostenendo che Di Giovanni era soltanto un bandito, un «agente della polizia e del fascismo». Anche [[Luigi Fabbri]] fu oggetto di minacce, dopo aver scritto su «Pagina italiana» un articolo pieno di dolore e d'indignazione, paragonando il fatto ad altri simili avvenuti in Italia ad opera dello squadrismo fascista.</ref> e ciò provoca l'isolamento del suo gruppo rispetto al movimento anarchico argentino. Il gruppo di Severino - dove militavano anche i due fratelli di [[América Josefina Scarfò|América]], [[Paulino Scarfò|Paulino]] e [[Alejandro Scarfò|Alejandro]] Scarfò - continua a rapinare banche e a colpire i simboli del [[Fascismo|fascismo]] italiano, anche se i suoi compagni cadono ad uno ad uno ([[Alejandro Scarfò]] fu arrestato e rinchiuso nel manicomio criminale di Vieytes).  
66 518

contributi