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«Immaginare ferite e colpi è una cosa troppo semplicista e troppo grave perché non ci si sforzi di portarvi rimedio. Chi si sforza per evitare che altri soffra o si rovini, agisce con un sentimento di [[solidarietà]] che lo onora». In Rabelais non c'è spirito litigioso. Brontola con la sua verve sarcastica contro coloro che si compiacciono di processi lunghi e rovinosi. Sono degli egoisti, degli esseri malefici che bisogna denunciare con forza, se vogliono sperare che trionfi quella dolcezza dell'anima che Rabelais oppone con grandezza. Questa bontà attiva non ha niente dell'abdicazione: al contrario essa si confonde nello spirito con quella [[solidarietà]] benefica che apre il cammino alla vittoria del buon senso e della ragione. È Panurge che canterà le lodi della [[solidarietà]] umana e pronuncerà la più bella difesa in favore dell'aiuto reciproco. Certi autori hanno tentato l'accostamento di Rabelais con il nostro [[Proudhon]]: in certi punti il riavvicinamento è spontaneo e sensato: | «Immaginare ferite e colpi è una cosa troppo semplicista e troppo grave perché non ci si sforzi di portarvi rimedio. Chi si sforza per evitare che altri soffra o si rovini, agisce con un sentimento di [[solidarietà]] che lo onora». In Rabelais non c'è spirito litigioso. Brontola con la sua verve sarcastica contro coloro che si compiacciono di processi lunghi e rovinosi. Sono degli egoisti, degli esseri malefici che bisogna denunciare con forza, se vogliono sperare che trionfi quella dolcezza dell'anima che Rabelais oppone con grandezza. Questa bontà attiva non ha niente dell'abdicazione: al contrario essa si confonde nello spirito con quella [[solidarietà]] benefica che apre il cammino alla vittoria del buon senso e della ragione. È Panurge che canterà le lodi della [[solidarietà]] umana e pronuncerà la più bella difesa in favore dell'aiuto reciproco. Certi autori hanno tentato l'accostamento di Rabelais con il nostro [[Proudhon]]: in certi punti il riavvicinamento è spontaneo e sensato: | ||
«Per quanto imperfetta sia questa analisi, ci accorgiamo facilmente che Rabelais aveva sulle cose in generale e sull'uomo in particolare – l'uomo considerato in se stesso o in [[società]] – idee sagge, adeguate e pratiche più di quelle correnti tra di noi e anche tra gli stessi governatori. Non è lui che si sarebbe sognato di fare dell'[[individuo]] e della [[società]] due entità indipendenti, contrastanti l'una all'altra; che avrebbe commesso l'errore di imprigionare lo spirito umano nel dilemma [[individualismo]] o [[socialismo]], contro cui ogni giorno si scontrano i nostri uomini politici... Quanto umana e vera la dottrina di Rabelais, la cui formula è stata trovata ai nostri tempi da Pierre Leroux: l'[[individuo]] completo in una [[società]] completa». Dallo studio sullo spirito [[libertario]] del XVI secolo, pubblicato dal mio amico Gérard de Lacaze-Duthiers, prendo questa corta citazione su Rabelais, che egli classifica tra «gli stimolatori del pensiero, tra i creatori e i realizzatori del bello», di quello stupendo XVI secolo in cui troviamo Erasmo, Jean Bodin, Michel de Montaigne, [[Étienne de La Boétie]]. «Rabelais è uno spirito [[libertario]], nemico dello spirito [[autoritario]], nel pensiero e nell'azione. Rabelais è un [[libertario]], un predecessore di [[Stirner]] e [[Thoreau]]. Egli afferma che l'[[individuo]] ha il diritto di essere se stesso, poiché, come lo proclamavano i greci, è la misura di ogni cosa e non conosce altre costrizioni che quelle che egli esercita su se stesso, altra autorità ed altre leggi che le sue; onesto, egli si astiene dall'agire in bruttezza e evolve sempre più verso l'armonia universale. Egli proclama il diritto per ciascuno di noi di vivere a suo modo, senza statuti, senza regolamenti, senza gendarmi, secondo la propria fantasia ed il proprio capriccio». | «Per quanto imperfetta sia questa analisi, ci accorgiamo facilmente che Rabelais aveva sulle cose in generale e sull'uomo in particolare – l'uomo considerato in se stesso o in [[società]] – idee sagge, adeguate e pratiche più di quelle correnti tra di noi e anche tra gli stessi governatori. Non è lui che si sarebbe sognato di fare dell'[[individuo]] e della [[società]] due entità indipendenti, contrastanti l'una all'altra; che avrebbe commesso l'errore di imprigionare lo spirito umano nel dilemma [[individualismo]] o [[socialismo]], contro cui ogni giorno si scontrano i nostri uomini politici... Quanto umana e vera la dottrina di Rabelais, la cui formula è stata trovata ai nostri tempi da Pierre Leroux: l'[[individuo]] completo in una [[società]] completa». Dallo studio sullo spirito [[libertario]] del XVI secolo, pubblicato dal mio amico Gérard de Lacaze-Duthiers, prendo questa corta citazione su Rabelais, che egli classifica tra «gli stimolatori del pensiero, tra i creatori e i realizzatori del bello», di quello stupendo XVI secolo in cui troviamo Erasmo, Jean Bodin, Michel de Montaigne, [[Étienne de La Boétie]]. «Rabelais è uno spirito [[libertario]], nemico dello spirito [[autoritario]], nel pensiero e nell'azione. Rabelais è un [[libertario]], un predecessore di [[Stirner]] e [[Thoreau]]. Egli afferma che l'[[individuo]] ha il diritto di essere se stesso, poiché, come lo proclamavano i greci, è la misura di ogni cosa e non conosce altre costrizioni che quelle che egli esercita su se stesso, altra autorità ed altre leggi che le sue; onesto, egli si astiene dall'agire in bruttezza e evolve sempre più verso l'armonia universale. Egli proclama il diritto per ciascuno di noi di vivere a suo modo, senza statuti, senza regolamenti, senza gendarmi, secondo la propria fantasia ed il proprio capriccio». | ||
Così, dopo [[Nettlau]], [[Kropotkin]], [[Eliseo Reclus]], G. Lacaze-Duthiers afferma con pertinenza l'[[individualismo]] umanista e [[libertario]] di Rabelais. Rabelais ha osato, ed è quello che è più notevole in lui, ergersi contro i grandi, contro la Chiesa così potente a quell'epoca. Egli dava prova di un forte coraggio. Bisogna ricordarsi che all'epoca in cui Rabelais si esprimeva, l'inquisizione prendeva radice e drizzava i roghi contro coloro che si permettevano qualche libertà di espressione. Bisogna ricordarsi che Étienne Dolet fu impiccato e bruciato sulla piazza Maubert nel [[1546]], che Louis Berque lo fu nel [[1530]] e che Jean Catarce, reggente dell'università di Tolosa, subì la stessa fine nella sua città nel [[1532]]. «Se Rabelais non fosse stato un pensatore, se fosse stato solo un narratore di facezie dove sarebbe la sua grandezza?» conclude Paul Souday, dando un resoconto di qualche opera pubblicata su Rabelais. Condivido pienamente questo giudizio sull'opera di questo grande uomo, il più grande del secolo sedicesimo. Con Rabelais il principio di autorità è fortemente scosso, il principio di [[libertà]] è prodigiosamente esaltato. | Così, dopo [[Max Nettlau|Nettlau]], [[Kropotkin]], [[Eliseo Reclus]], G. Lacaze-Duthiers afferma con pertinenza l'[[individualismo]] umanista e [[libertario]] di Rabelais. Rabelais ha osato, ed è quello che è più notevole in lui, ergersi contro i grandi, contro la Chiesa così potente a quell'epoca. Egli dava prova di un forte coraggio. Bisogna ricordarsi che all'epoca in cui Rabelais si esprimeva, l'inquisizione prendeva radice e drizzava i roghi contro coloro che si permettevano qualche libertà di espressione. Bisogna ricordarsi che Étienne Dolet fu impiccato e bruciato sulla piazza Maubert nel [[1546]], che Louis Berque lo fu nel [[1530]] e che Jean Catarce, reggente dell'università di Tolosa, subì la stessa fine nella sua città nel [[1532]]. «Se Rabelais non fosse stato un pensatore, se fosse stato solo un narratore di facezie dove sarebbe la sua grandezza?» conclude Paul Souday, dando un resoconto di qualche opera pubblicata su Rabelais. Condivido pienamente questo giudizio sull'opera di questo grande uomo, il più grande del secolo sedicesimo. Con Rabelais il principio di autorità è fortemente scosso, il principio di [[libertà]] è prodigiosamente esaltato. | ||
Una dannata energia ed un coraggio straordinario lo caratterizzavano. Ed il Nostro se ne è servito contro la scolastica che tentava di impadronirsi dell'[[individuo]] attraverso l'educazione. È la lotta che doveva portare al trionfo dell'azione e della natura contro la reazione del tempo. Il conflitto tra la [[libertà]] e i principi d'[[autorità]] del secolo era profondo, e merito di Rabelais è di esser stato all'avanguardia in quella lotta per il trionfo del buon senso e della verità, senza cui gli uomini non possono sperare di diventare liberi e felici. Quattro secoli di scosse sociali aiutano più di tutte le parole a commentare l'opera di Rabelais. Ma Rabelais ha strappato l'uomo del suo tempo alle tenebre ed ha incitato i giovani a nutrirsi di piatti sostanziosi: «a sufficienza hai mangiato erba e fieno, lascia le vecchie cose e va!». | Una dannata energia ed un coraggio straordinario lo caratterizzavano. Ed il Nostro se ne è servito contro la scolastica che tentava di impadronirsi dell'[[individuo]] attraverso l'educazione. È la lotta che doveva portare al trionfo dell'azione e della natura contro la reazione del tempo. Il conflitto tra la [[libertà]] e i principi d'[[autorità]] del secolo era profondo, e merito di Rabelais è di esser stato all'avanguardia in quella lotta per il trionfo del buon senso e della verità, senza cui gli uomini non possono sperare di diventare liberi e felici. Quattro secoli di scosse sociali aiutano più di tutte le parole a commentare l'opera di Rabelais. Ma Rabelais ha strappato l'uomo del suo tempo alle tenebre ed ha incitato i giovani a nutrirsi di piatti sostanziosi: «a sufficienza hai mangiato erba e fieno, lascia le vecchie cose e va!». | ||