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Il [[18 marzo]] [[1921]], venne sancita dai bolscevichi la caduta della cittadella, ponendo fine al sogno di un [[socialismo libertario]], espressione del popolo e non dei partiti e della burocrazia. Quel giorno, per beffa della storia, ricorreva anche il 50° anniversario della [[la Comune di Parigi (1871)| Comune di Parigi]] e per le strade di Pietrogrado lo si festeggiò ipocritamente al suono dell'''[[L'Inno dell'Internazionale|Internazionale]]''. | Il [[18 marzo]] [[1921]], venne sancita dai bolscevichi la caduta della cittadella, ponendo fine al sogno di un [[socialismo libertario]], espressione del popolo e non dei partiti e della burocrazia. Quel giorno, per beffa della storia, ricorreva anche il 50° anniversario della [[la Comune di Parigi (1871)| Comune di Parigi]] e per le strade di Pietrogrado lo si festeggiò ipocritamente al suono dell'''[[L'Inno dell'Internazionale|Internazionale]]''. | ||
«Le sue note – scrisse [[Emma Goldman]] - che un tempo esaltavano le mie orecchie, suonavano ora come un lamento funebre per le ardenti speranze del'umanità». <ref> | «Le sue note – scrisse [[Emma Goldman]] - che un tempo esaltavano le mie orecchie, suonavano ora come un lamento funebre per le ardenti speranze del'umanità». <ref>Emma Goldman, ''Vivendo la mia vita''</ref> [[Alexander Berkman]] invece scriverà nel suo diario: «I vincitori celebrano l'anniversario della Comune del 1871. Trotzky e Zinoviev denunciano Thiers e Gallifet per la strage dei ribelli parigini.» <ref>[[Alexander Berkman]], ''The Bolshevik Myth''</ref> | ||
== Considerazioni sull'esperienza di Kronstadt == | == Considerazioni sull'esperienza di Kronstadt == |